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Autore: Martina_Morittu    24/07/2020    1 recensioni
Una libreria sull'acqua di un canale londinese e la sua proprietaria, Mrs Austen, sconvolgeranno la vita ad Olivia, una giovane ragazza intrappolata in una città che non ama.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina in cui Ian si era licenziato aveva scatenato dentro di me una tempesta di pensieri che mi tenevano sveglia la notte. Avevo deciso che dovevo cambiare lavoro ma non sapevo cosa volessi fare veramente. Sentivo la stessa pressione di quando stavo per finire la scuola e dovevo scegliere il mio futuro, se andare all’università o iniziare a lavorare. 

Un pomeriggio nonostante il diluvio decisi di andare alla barca di Mrs Austen. Non ero sicura di trovarla lì ma volevo parlarle. Quella donna aveva il potere di mettere in ordine i miei pensieri. 
Iniziai a correre sotto l’acqua. Vivevo da cinque anni a Londra e non avevo mai comprato un ombrello. 
Quando arrivai al solito posto, davanti al grande albero, la barca era là. Non pensavo davvero di trovarla con questo tempo. 
Mrs Austen aveva chiuso tutto a causa del temporale, così mi avvicinai ad una piccola porta che doveva essere l’entrata principale quando la barca era ancora un houseboat.
Rimasi con il pugno sollevato davanti alla porta, esitando. Erano le cinque di pomeriggio passate, forse sarei dovuta tornare a casa, in fondo chi ero io per disturbare Mrs Austen a quell’ora. 
Abbassai il braccio decisa a tornare a casa quando una voce proveniente dalla sponda del canale mi fece saltare il cuore in gola: “Posso aiutarla?”
Mi voltai cercando una scusa per spiegare il perché mi trovassi a fissare la porta di una barca evidentemente non mia. 
“Olivia? Sei tu cara?” alzò l’ombrello che le copriva il viso  e la riconobbi, provando un leggero imbarazzo.
“Buonasera Mrs Austen! Ero nei paraggi e volevo approfittarne per comprare un libro ma immagino sia chiuso. Le auguro una buona serata, passerò domani o in settimana. Arrivederci!” Scesi dalla barca e stavo per tornare verso casa quando Mrs Austen mi fermò: “Sta piovendo tantissimo! Entra ti offro un the o qualcosa di caldo. Ho anche una cioccolata bio che mi ha regalato un amico.” Esitai un istante ma accettai l’invito.

Seguii Mrs Austen all’interno della barca. Non avevo mai visto nulla di più disordinato. La piccola cucina era sommersa da vari libri e vestiti attorcigliati tra loro. Gli unici due spazi liberi erano sopra i due piccoli fornelli elettrici e dentro al lavandino. 
Poco più avanti c’era un divano abbastanza grande che immaginai dovesse essere anche il letto visto l’ammasso di coperte che lo sotterrava.
Mrs Austen gettò le coperte in un angolo della barca: “Prego siediti qui mentre preparo. Cosa preferisci bere?”
Mi sedetti ancora sotto shock per quel disordine: “La cioccolata andrà benissimo grazie.”
Mentre Mrs Austen preparava la cioccolata, osservai meglio la barca: l’unica cosa in ordine erano i libri. Anche quelli sulla cucina erano sistemati in pile ordinate come se quello fosse il loro posto. 
Nella barca aleggiava un profumo di incenso e, contrariamente a quanto avevo pensato non appena avevo visto il disordine, era pulitissima.
Mi resi conto che rispecchiava a pieno la persona di Mrs Austen, aveva un ordine tutto suo, era unica.

Mrs Austen appoggiò due grandi tazze, una colma di cioccolata calda fumante e una con del tè nero, su un piccolo tavolino in legno davanti al divano.
“Attenzione è molto calda.” Mi disse sedendosi accanto a me. “Come ti dicevo, è il regalo di un amico. Ha fatto un lungo viaggio in Africa e quando è tornato mi ha portato il cacao direttamente dalla Costa d’Avorio. Ha un odore così… vero.” 
Presi la tazza e sentii il profumo della cioccolata. Aveva un odore forte, quasi di terra. Sorseggiai lentamente. La cioccolata era amarissima! Il cioccolato con il 100% di cacao in confronto è una caramella. 
“Allora che ne pensi? Ti piace?” Decisi di mentirle dal momento che era stata così ospitale e gentile nonostante la libreria fosse chiusa.
“E’ la miglior cioccolata che io abbia mai bevuto!”
A Mrs Austen si illuminò il viso: “Davvero? Questa è una bellissima notizia! Ti regalo tutto il pacchetto, a me non piace. La faccio provare a tutti quelli che vengono a trovarmi sperando di sbarazzarmene ma non c’ero ancora mai riuscita.” 
Questo non me lo aspettavo.
Si alzò di corsa per andare a prendere la scatola della cioccolate nella cucina.
“Questa è tutta per te! Ha fatto un lungo viaggio mi sarebbe dispiaciuto buttarla, ma non posso continuare a tenerla in cucina per sempre.”
A quel punto era troppo tardi per dirle che avevo mentito. Presi la scatola e la ringraziai.
Continuai a sorseggiare la cioccolata calda in silenzio mentre Mrs Austen sembrava rapita dalla pioggia che sbatteva sulla finestra.

Stavo pensando a come rompere il silenzio che iniziava a mettermi a disagio quando Mrs Austen scosse la testa come per allontanare una mosca: “Era da tanto che non passavi da queste parti. Hai lavorato molto?” 
Felice che avesse interrotto il silenzio le risposi: “No ma sono stati giorni molto faticosi. Ho fatto sempre le stesse ore ma un ragazzo si è licenziato all’improvviso e non abbiamo ancora un sostituto. Mi è capitato di dover fare qualche turno da sola e, anche se non ci sono troppi clienti, è più dura gestire tutto il lavoro.”
Mrs Austen ascoltava con attenzione: “Capisco, devi essere molto stanca. Perdonami, forse me l’hai già detto, che lavoro fai?”
Posai la tazza sul tavolino: “Niente di speciale, lavoro in un bar.”
“Niente di speciale?” Esclamò con un’espressione di stupore: “Il tuo lavoro è importantissimo! Hai il potere di far iniziare bene o male la giornata di qualcuno. Immagina: io abito da sola, appena sveglia non incontro nessuno. Esco per fare colazione prima di iniziare a lavorare. Arrivo al bar e la prima persona con cui parlo da quando mi sono svegliata sei tu. Se mi rispondi male, inizierò la mia giornata con un umore negativo, mentre basta un tuo sorriso quando mi passi il caffè e inizio con dell’energia positiva.”
Mrs Austen aveva questo potere, vedere cose che a molti erano invisibili.
Il suo bellissimo discorso non cambiava, però, il fatto che io volessi cambiare lavoro. 
Non riuscii a nascondere allo sguardo attento di Mrs Austen l’incertezza che mi aveva tenuta prigioniera negli ultimi giorni: “Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“No, assolutamente.” Mi affrettai a rispondere: “Il suo discorso è impeccabile. Penso solo che sia più facile andare a lavoro di buon umore e trasmettere energia positiva quando ti piace quello che fai.” Feci una pausa mentre il ricordo della mattina in cui Ian si era licenziato riaffiorava alla mente. “Non sono più tanto sicura che mi piaccia questo tipo di lavoro. Credo di dover fare altro, ma non so cosa.”
Mrs Austen si accarezzò il naso con un dito come faceva sempre quando rifletteva su qualcosa: “Partiamo dalle basi: cosa avresti voluto fare da piccola?”
“Da piccola volevo fare il muratore. Mio padre stava costruendo un muretto nel giardino di casa e mi piaceva tantissimo quando spalmava il cemento sui mattoni. Direi che adesso non mi ci vedo a fare quel lavoro”
Mrs Austen mi rispose tra le risate : “Se non possiamo prendere in considerazione il muratore, c’è qualcos’altro che avresti voluto fare? Oppure c’è qualcosa che ti piace fare, un hobby per esempio, che potresti trasformare in lavoro?”
Avevo già la risposta a questa domanda ma ero convinta fosse qualcosa d’irrealizzabile: “Mi è sempre piaciuto suonare. A casa ho un pianoforte elettrico, una chitarra e un flauto traverso. Quando ero piccola passavo intere giornate a suonare.”
“Allora abbiamo trovato! Devi fare musica!”
Ammiravo la positività di Mrs Austen ma, allo stesso tempo, trovavo la sua frase molto ingenua: “Non è così semplice. E’ un mondo molto selettivo, devi conoscere la gente giusta. Mi sono trasferita a Londra perché volevo entrare alla Royal Academy of Music ma non mi hanno presa.” E anche se mi avessero presa costava troppo, non me la sarei mai potuta permettere, pensai.
“Hai detto che sai suonare, non hai bisogno di una scuola per farlo. Cosa ti piace suonare?”
“Ecco, in realtà mi piace creare colonne sonore. Di solito, quando sto a casa, scelgo un film che ho già visto, tolgo il volume e creo una nuova colonna sonora.” Sorrisi pensando a quando la mia coinquilina pensava fossi pazza, e forse ne ha avuto la conferma quando le ho spiegato perché toglievo il volume alla televisione. “Altre volte provo a creare la musica perfetta per il libro che sto leggendo, ne avevo fatta una anche per il brutto anatroccolo.” Il giorno dopo aver riportato il libro a Mrs Austen, mi ero sentita così ispirata dal cambiamento che mi aveva scatenato quel librino per bambini che avevo passato tutto il pomeriggio a comporre una colonna sonora da dedicargli. Ero anche piuttosto soddisfatta del risultato.
Mrs Austen si alzò di scatto e iniziò ad arrampicarsi tra le pile di libri: “ Ti andrebbe di farmela ascoltare la prossima volta che vieni in questa zona?”
Annuii entusiasta, era da tanto che non avevo occasione di condividere con qualcuno la mia musica.
Guardai Mrs Austen sempre più impegnata nella ricerca di qualcosa e pericolosamente in bilico su una pila di libri poco stabile.
“Le serve una mano?” Le chiesi alzandomi dal divano pronta ad afferrarla se fosse scivolata.
“Oh no cara, ci sono quasi.” Rispose spingendosi ancora di più dietro all’ammasso di libri. 
“Trovato!” Gridò entusiasta. Con un agile salto scese dalla pila e si sistemò i capelli arruffati: “Finalmente, l’ho trovato e sembra che abbiamo anche trovato il lavoro per te!” La guardai perplessa: “Ma si, ne abbiamo parlato proprio adesso. Devi lasciare il tuo lavoro e fare la compositrice, è quello che ti piace giusto?”
Annuii titubante: “E’ vero, mi piace molto ma non posso lasciare il mio lavoro da un giorno ad un altro come ha fatto Ian. Devo cercare una casa di produzione che assuma, devo creare delle basi da inviargli, è un processo molto lungo.”
“Allora bisogna iniziare subito!” Mi rispose facendo l’occhiolino: “Hai già una canzone pronta, sei a buon punto.”
Mi sembrava un sogno irrealizzabile e la grande positività di Mrs Austen non era abbastanza forte da riuscir a convincermi.
“Cercavi un libro in particolare?” Il cambio repentino del discorso mi spiazzò, mi ero scordata di averle detto che ero là per comprare un libro: “Ah giusto il libro, no  pensavo di dare un’occhiata ma in questo momento mi sembra troppo complicato.” Le risposi indicando le pile di libri: “Posso tornare un altro giorno per quello.”
“Perfetto, non ho fatto uno sforzo inutile. Ho quello che fa per te.” Mi porse il libro che era riuscita a recuperare poco prima: “Lo hai già letto?”
Guardai il titolo “L’alchimista” di Paulo Coelho: “Conosco lo scrittore ma non ho mai letto un suo libro.”
“Bene, è arrivato il momento che tu lo legga. Sono certa che non ti deluderà.” 
“Non sono sicura sia il genere per me, di solito leggo libri diversi: thriller e fantasy sono quelli che preferisco.”
“Facciamo una scommessa?” Mi chiese senza alzare gli occhi dalla tazza del tè che aveva ripreso a bere.
Guardai sospettosa Mrs Austen: “Che tipo di scommessa?”
“Se il libro non ti piace ti restituisco i soldi, se il libro ti piace dovrai creare una colonna sonora dedicata a “L’alchimista” e me la farai ascoltare la prossima volta che ci vediamo. Ah, ovviamente, dovrai portare anche quella che hai fatto per il brutto anatroccolo.”
Accettai la scommessa, ero sicura che l’avrei vinta.
Si era fatto tardi e aveva smesso di piovere. Era arrivato il momento di tornare a casa. Ringraziai Mrs Austen per la sua solita ospitalità e stavo per scendere dalla barca quando mi fermò: “Aspetta!” Corse all’interno e tornò subito dopo con una scatola: “Ti stavi scordando la cioccolata.” Speravo se la fosse dimenticata. Ringrazia di nuovo e tornai a casa.

Dopo cena presi il libro. Il giorno dopo sarei stata di riposo e avrei avuto tutto il tempo per leggerlo con calma ma decisi di iniziarlo la sera stessa anche se ero certa che non mi sarebbe piaciuto e che l’avrei presto abbandonato per guardare una serie tv.

“Non ho parole.” Era l’una del mattino, avevo finito il libro ed era il più bello che avessi mai letto nell’ultimo anno. Mrs Austen aveva colpito ancora e avevo perso la scommessa.
Quel libro mi aveva trasmesso un’energia che non sapevo di avere. Decisi che il giorno dopo avrei cominciato a mandare la mia musica a qualsiasi casa di produzione. Sentivo che sarei riuscita a cambiare lavoro.
Riguardai l’ora. “E’ tardi”, pensai, “dovrei dormire.” 
Mi alzai per prendere un foglio di spartito vuoto. “Domani ho il giorno libero, dormirò di più la mattina.”  Andai al pianoforte elettrico, attaccai le cuffie e iniziai a comporre la colonna sonora per “L’Alchimista”.


   
 
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