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Autore: Sel Dolce    25/07/2020    2 recensioni
[Merthur | AU | Rating Arancione | Fem!Merlin ]
Dal capitolo nove:
«Merlyn, tu sei la donna più insopportabile che io abbia mai conosciuto.» cominciò, completamente preso dall’improvvisazione, non aveva pensato a prepararsi un discorso «La prima volta che ci siamo conosciuti ti ho quasi tagliato la gola e tu non hai battuto ciglio. In quel momento ho capito che eri speciale – per non dire strana – ed ho iniziato ad osservarti.» stava andando decisamente male, qualcuno doveva sfondare la sua porta e tappargli la bocca in quel preciso istante «Non capivo cosa tutti ci trovassero in te, chiunque passasse sul tuo cammino si innamorava come il più sciocco degli uomini.» veramente, Arthur pregò che Gwaine entrasse e lo stordisse, quel discorso faceva schifo.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hunith, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessuna stagione
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Prologo

 

 

Il cielo non prometteva nulla di buono, le pesanti nuvole grigie coprivano prepotenti il caldo Sole di primavera, preannunciava pioggia, ma Merlyn aveva una strana sensazione che le faceva tremare le ossa fin da quando aveva aperto gli occhi quella mattina.

Sedeva fuori la sua abitazione, le gambe incrociate sotto la gonna, mentre con attenzione intrecciava dei fiori insieme per farci una piccola corona da regalare alla madre. Non era più una bambina, tra non molto tempo avrebbe compiuto sedici anni di vita e la madre l’avrebbe mandata a Camelot da suo zio Gaius per imparare a controllare le sue arti magiche. Questo però non toglieva il fatto che poteva ancora permettersi di intrecciare dei fiori per la madre, vederla sorridere divertita mentre sua figlia posava la corona floreale sulla sua testa scoccandole un bacio sulla guancia.

Poco più in là c’era Will che stava affilando un’accetta, pronto per andare a recuperare della legna da ardere per la sua famiglia e per Hunith e Merlyn. Era un caro amico, la ragazza non avrebbe potuto chiedere di meglio, ma c’erano delle giornate in cui desiderava farlo levitare in aria e poi spedirlo dritto nel fiume.

«Hai finito di fare la bambina?» le domandò dandole una scherzosa gomitata, la maga fece illuminare gli occhi e Will si schiaffeggiò da solo «Nemmeno questo ti rende molto matura.» commentò toccandosi la guancia che lentamente si stava arrossando. Merlyn sorrise innocente «Ma io non ho fatto niente.» disse sbattendo civettuola le ciglia.

«Sei veramente una strega.» commentò il ragazzo tornando ad affilare l’ascia.

«Non una strega, ma una maga, ricordatelo.» lo corresse la fanciulla con tanto di linguaccia. C’era una bella differenza tra i due termini, anche se Will non voleva riconoscerlo, le streghe usavano la loro magia a scopi non tanto innocenti, mentre una maga la usava per il bene, principalmente.

«Qualsiasi cosa tu voglia credere, Merl.» borbottò il ragazzo alzandosi in piedi, il corpo posto in direzione della foresta.

Foresta da cui arrivarono a galoppo più cavalieri di Essetir. Cosa potevano farci dei cavalieri in un villaggio piccolo ed insignificante quanto Ealdor?

Will divenne visibilmente teso «Entra in casa, Merlyn.» le ordinò in fretta, cercando di nasconderla agli occhi degli uomini che si stavano avvicinando alla prima casa «Entra e non uscire finché non saranno andati via.» aggiunse spingendola dentro la piccola casa dove Hunith era in piedi vicino alla finestra, lo sguardo preoccupato.

Merlyn si mise vicino alla donna, guardando i cavalieri passare di casa in casa fino ad arrivare alla loro. Le due donne trattennero il respiro, le orecchie tese per udire cosa stessero dicendo a Will.

«Cerchiamo il medico del villaggio.» disse l’uomo senza scoprirsi il viso, la voce autorevole e una mano posata sull’elsa della spada, un chiaro segno di dominanza.

Will si rilassò visibilmente, se cercavano un medico non c’era nulla di male. Più volte era capitato che dei forestieri si ferissero ed entrassero ad Ealdor in cerca di un medico per curare delle ferite.

«Sì, abita qui.» rispose aprendo la porta rivelando le due donne. I quattro cavalieri smontarono da cavallo ed entrarono nella piccola casa, quasi accerchiando le sue abitanti.

«Per ordine di Sua Maestà il Re Cenred di Essetir le chiediamo di seguirci nella capitale, dove sono richiesti i suoi servigi.» disse il cavaliere che sembrava essere al comando del gruppo.

Hunith singhiozzò spaventata «Sono certa che avreste trovato un medico anche nella capitale, perché fare tutta questa strada?» domandò non riuscendo a tenere a freno la lingua, un piccolo vizio che aveva trasmesso anche a sua figlia.

«Sono gli ordini di Sua Maestà, donna.» sputò velenoso l’uomo afferrandola per il gomito, tirandola bruscamente verso di lui.

«Non toccare mia madre!» sbottò Merlyn mettendosi in mezzo, avvolgendo aggressivamente una mano intorno al polso dell’uomo cercando di far rilasciare sua madre.

L’uomo la colpì in viso, bruscamente, la ragazza era già consapevole che da lì a poche ore un terribile livido sarebbe comparso sulla guancia lesa.

Will le fu subito accanto, pentendosi di aver lasciato entrare quegli uomini, doveva aspettarselo che non avrebbero portato nulla di buono.

«Preparate le vostre cose, donna, partiamo immediatamente.» l’avvisò l’uomo prima di uscire dalla casa seguito dai suoi uomini.

Merlyn si rimise in piedi «Dannati.» sputò del sangue sul pavimento, un comportamento non certamente degno di una signorina, ma quello era l’ultimo dei suoi problemi in quel momento «Andrò io, madre, non vi preoccupate.» disse, chiaro che non c’era via di scampo. Se il Re aveva fatto fare tutta quella strada ai suoi uomini per un semplice medico voleva dire che le cose erano più complicate di quanto sembrassero e non poteva lasciare che la madre corresse qualche rischio.

«No, Merlyn, cercavano me.» si impose la donna prendendo le mani della figlia, non poteva permettere che sua figlia partisse con quegli uomini. Chissà cosa le avrebbero fatto, lei era ancora così giovane, ignara della crudeltà degli uomini. Hunith era vecchia, certamente nessun cavaliere avrebbe provato nulla con lei, invece Merlyn era una bella ragazza, graziosa nell’aspetto quanto potente era la sua magia.

«Cercavano un dottore, madre, e voi mi avete insegnato tutto quello che potevo imparare.» rispose con astuzia la ragazza prendendo il viso della madre tra le sue mani in un gesto rassicurante, dolce come poche volte. Non capitava spesso che litigassero o si ritrovassero in disaccordo, Merlyn era cresciuta con una madre amorevole, che non mancava mai di dimostrarle il bene che provava nei suoi confronti.

Non era stato facile crescere in un piccolo villaggio, i bambini perfidi che la chiamavano bastarda in quanto non aveva mai conosciuto suo padre e sua madre era rimasta incinta senza sposarsi. Erano crudeli, gli altri, ma Merlyn aveva imparato che loro non contavano nulla, non quando aveva sua madre e Will dalla sua parte.

«Andrò io e l’anno prossimo riuscirò ad andare da zio Gaius, te lo prometto.» la rassicurò baciandole la fronte, come solitamente faceva lei «Sono sicura che in un anno troveranno un medico migliore di me.» aggiunse sorridendo.

Hunith arricciò il naso contraria, ma sapeva che non aveva scelta «Ricordati di non rivelare a nessuno la tua magia, figlia mia, Re Cenred non deve assolutamente sapere di te.» le raccomandò con il cuore in gola, non voleva che sua figlia venisse arruolata nel piccolo esercito di maghi che il Re stava assemblando nella speranza di attaccare un giorno Camelot. Fortunatamente non era stato molto fortunato, da quando Re Uther Pendragon aveva iniziato a perseguitare chiunque praticasse tali arti nessuno ne aveva più fatto parola, anche fuori dal suo Regno, perché nessun posto era sicuro e Hunith lo sapeva bene. Strinse una mano intorno alla sua collana con il ciondolo in legno che il suo amato le aveva regalato tanti anni prima, ricordandosi la paura di quella notte di quando era dovuto fuggire di fretta alla notizia dell’arrivo dei cavalieri di Camelot, l’ultimo bacio disperato prima di scomparire per sempre nella foresta, lasciandola sola o così aveva creduto per poco.

Merlyn sorrise e prese la borsa di pelle che solitamente usava per andare alla ricerca di erbe, non aveva molto, solo pochi vestiti e dei fazzoletti da collo. Andò a cambiarsi optando per degli abiti da uomo per il viaggio, molto più comodi considerando che sicuramente l’avrebbero fatta camminare fino alla capitale, non avevano un cavallo in più. Legò i capelli dietro la nuca intrecciandoli come meglio poteva e li fermò con un nastro blu.

Will era ancora nella casa, non aveva detto una parola, ben consapevole che mettersi in mezzo alle due donne era inutile, non lo avrebbero mai ascoltato «Merlyn, fai attenzione.» le disse posandole una mano sulla spalla «Ricordati di scrivere qualche volta.» si raccomandò prima di lasciarla andare, senza sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista. Senza sapere che Merlyn non sarebbe mai riuscita a scrivere una lettera da mandare a casa.

«Vi voglio bene.» disse la fanciulla prima di chiudersi la porta alle spalle, lasciandosi dietro la sua famiglia e anche la sua libertà.

 

 

 

 

 

 

About the author and her ideas:

Oddio, quasi non ci credo, dopo più di un anno sono tornata a pubblicare, quasi non ci credo. Mi ci è voluta una pandemia per ricominciare a scrivere.

Prima di tutto, miei cari lettori, spero che stiate bene, che seguiate le regole e che le persone a voi più care godano di buona salute.

Quindi, la storia, non so bene come andrà, sono arrivata solamente a scrivere fino all’ottavo capitolo, ma non è nemmeno metà della storia che ho in mente.

Io amo fem!Merlin, okay? Spero che ci sia qualcuno qui con me che condivida questo amore. Non volevo fare una riscrittura del telefilm, di quelle ne ho lette tante e volevo provare qualcosa di nuovo. Almeno spero che sia nuovo e nessuno abbia letto nulla del genere.

Ricordo, tra l’altro, che la scrittura è un hobby in questo caso, quindi molto probabilmente nel corso della pubblicazione (penso un capitolo ogni due settimane, perché altrimenti non tengo il passo con lavoro e università) troverete molte incongruenze, errori grammaticali, sviste, forse anche parole inventate e situazioni altamente cringe, ma chi non adora un po’ di cringe?

Spero che questo prologo sia riuscito a catturare la vostra attenzione.

Un baci–, no niente baci, un abbrac–, no manco abbracci o Conte ci multa. Andiamo con un caloroso cordiale saluto.

Sel

 

   
 
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