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Autore: Hikaritokage    25/07/2020    4 recensioni
Un vaso rotto non tornerà mai com’era prima.
Ma se quel vaso è tutto ciò che hai, tutto ciò che sei, devi almeno provarci a rimetterlo insieme.
Una breve raccolta di flashfics, per raccontare una storia forse difficile da leggere. Il rating è arancione perché non ci sono volutamente scene descrittive, ma la tematica resta comunque delicata, molto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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KINTSUKUROI

Il perdono non arriverà mai.
Non smetterai mai di giudicarti, di dichiararti colpevole, di sentirti sporca. Da fuori non si vede, ma tu lo senti.
Ti piace pensare che se dovessi incontrarlo, se lo incrociassi per strada dopo tutti questi anni, per lui non avresti altro che gelido disprezzo negli occhi.
Ti piace pensarlo, ma sai che non andrebbe così.
Se davvero lo incontrassi, il cuore ti arriverebbe in gola rischiando di soffocarti.
Sentiresti bruciare ogni centimetro della tua pelle che ha toccato.
Sentiresti il suo respiro addosso, il suo sapore in bocca.
Il bisogno irrefrenabile di vomitare l'anima.
Cercheresti il conforto di quelle due dita infilate in gola, anche se non lo fai più da tanto tempo.
A volte ti chiedi se lui si sia mai reso conto, pienamente, del male che ti ha fatto. Di quanto ti abbia spinta sull'orlo del baratro.
Ti chiedi se riesca a dormire la notte, se sia capace di pensare a te come a una persona, non soltanto come l'oggetto di un desiderio malato. Una persona estremamente fragile, che è andata in frantumi e ha dovuto raccogliere i cocci.
Un vaso rotto non tornerà mai come prima.
Nel migliore dei casi, resterà deturpato da una ragnatela di cicatrici incollate insieme. E farà acqua da tutte le parti.
Tu sei così, solcata da un fitto intrico di crepe. Tra quelle crepe, si è annidata una ragazzina scheletrica e colpevole.
È sempre con te, la vedi, si nasconde nella tua ombra e nel riflesso sfuggente che cogli per un istante all'angolo di uno specchio, ne senti i passi spaventati nell'eco dei tuoi che rintoccano sicuri e spediti ovunque tu vada.
La vedi e la senti e qualche volta provi pena per lei, e molto più spesso invece sei soltanto arrabbiata.
Tanto, tanto arrabbiata.
Così arrabbiata da farti ancora del male, sperando di riuscire a farne un po' anche a lei.
E vorresti chiederle il perché.
Perché, come abbia potuto sopportare e convincersi che il silenzio fosse l’unica soluzione. Un silenzio complice e colpevole, un’agonia lunghissima, una macchia di vergogna nera e incancellabile sulla linea della vita.
Vorresti chiederle il perché, ma lei non ti parla.
Se ne sta lì, rannicchiata nel buio, e aspetta il tuo perdono.
E il perdono non arriverà mai.
Un vaso rotto non tornerà mai com’era prima.
Ma se quel vaso è tutto ciò che hai, tutto ciò che sei, devi almeno provarci a rimetterlo insieme.
Hai raccolto i cocci, al meglio che hai potuto. I frammenti troppo piccoli, quelli che davvero non avresti mai potuto aggiustare, li hai nascosti e dimenticati come polvere sotto un tappeto.
E con quella ragazzina ci convivi.
Puoi respirare e mangiare e ridere e uscire e lavorare e fare l'amore e cantare in macchina e sotto la doccia.
Le tue cicatrici non ti rendono speciale, più bella, preziosa. Ti tengono insieme.
Fanno di te la persona che sei.
Imperfetta e fragile.
Forte, come non avresti mai creduto.
Felice, nonostante tutto.
Nonostante lei.

   
 
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