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Autore: Ireth Gilraen    25/07/2020    2 recensioni
Alla Martin c'è stato un omicidio, ma c'è qualcosa che non convince del tutto la professoressa Smith. Il suo aiuto sarà rilevante per le indagini che avranno una conclusione straordinaria.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alyssa era una semplice insegnante di una scuola superiore di New York, insegnava letteratura inglese ed amava soprattutto i racconti gialli, quelli con assassini e inspiegabili moventi, quelli che solo un vero appassionato poteva immergersi appieno nella storia.

Quando arrivò a scuola quel giorno di novembre tutto sembrava normale: i cancelli aperti e centinaia di studenti nel cortile a ripassare facevano da cornice a quell’ingresso altrimenti troppo ostile visto lo stile vagamente gotico che aveva quella scuola. Davanti a lei le porte della prestigiosa Martin Luther King High School, una delle più rinomate scuole dell’intera costa orientale a cui solo i migliori potevano ambire. Ogni passo verso quella porta le ricordava i numerosi sacrifici e successi avuti nel corso della sua vita per raggiungere quello che fin da bambina era il suo obiettivo: insegnare.

Varcò la soglia e si diresse nella sala insegnanti: una sala con alte librerie in ebano appoggiate alle pareti che nel 1852 vennero consegnate come regalo da un prestigioso uomo d’affari di Ottawa il quale mandò suo figlio a studiare alla Martin, così gli studenti ed il personale chiamavano la Martin Luther King High School.

La campanella suonò e in poco tempo la massa di studenti che proveniva dall’esterno si precipitò nelle proprie aule ed Alyssa si diresse verso la sua. Nonostante la Martin fosse una scuola antica, le aule erano dotate di computer e dispositivi all’avanguardia, permettendo così un’ottima fusione fra l’antico ed il nuovo.

-Buongiorno signorina Smith- Ripeterono in coro gli alunni prima di sedersi.

-Buongiorno a voi- ripose Alyssa, invitandoli ad aprire i propri libri ed iniziare la lezione.

-Oggi parleremo di Jane Eyre, una povera donna protagonista del libro che porta il suo nome scritto da una delle sorelle Brontë, Charlotte. Jane era bambina quando viene mandata in una scuola, molto severa, con regole rigide che le impedivano di vivere come tutti i bambini dovrebbero. Da lì uscirà maestra e verrà assunta in una villa di campagna per insegnare l’inglese e le basi delle scienze ad una bambina che parla francese con cui passerà molto tempo. La casa di campagna appartiene allo zio di questa bambina, il quale farà visita alla piccola dopo mesi. Quest’uomo è misterioso, tenebroso, ma tra i due scatterà un amore che li porterà addirittura al matrimonio! Purtroppo però, sarà un amore travagliato, ricco di colpi di scena e gelosie-.

Ad un certo punto la campanella suonò, l’ora non era ancora finita ed era alquanto strano, ma l’annuncio del preside Charleston non tardò ad arrivare:

-Gentili studenti, vi invito a lasciare l’edificio. Per oggi le lezioni sono terminate, è stato commesso un crimine nei bagni del secondo piano dell’ala nuova. Gli autobus stanno arrivando e vi chiediamo di aspettarli pazientemente nel cortile anteriore-.

Un crimine? Che poteva essere successo? Alyssa accompagnò i suoi studenti verso l’uscita, ma nonostante ogni singola cellula nel suo corpo le dicesse di non andare ad indagare, la sua passione per i gialli e la curiosità che un crimine si fosse commesso sotto i suoi occhi la spinsero ad avvicinarsi.

Appena arrivò, la scientifica e la polizia erano già sul posto cercando indizi e facendo domande a tutte le persone che frequentavano quella parte della scuola. Alyssa rimase immobile vedendo quel povero ragazzo steso a terra che veniva messo su una barella per essere poi esaminato come una cavia da laboratorio. Il suo stupore e rammarico terminarono in meno tempo di quanto usò per riprendersi, ed un uomo si presentò davanti a lei con un distintivo.

-Buongiorno, sono il detective Conn, lei lavora qui?-

-Ss.. sì- rispose Alyssa ancora sotto shock.

-Conosceva la vittima? Si tratta di Charlie McRyan, frequentava questa scuola ed era all’ultimo anno-.

-No, io seguo solo i ragazzi del primo e del secondo anno dell’ala vecchia, ma l’ho ancora sentito nominare, era il capitano della squadra di football?-.

-Esatto, sa se qualcuno dei suoi studenti poteva avercela con lui?- Chiese il detective segnando parole indecifrabili sul suo taccuino.

Alyssa sapeva che la sua ex fidanzata, Clara, una sua alunna era arrabbiata con lui, ma non voleva metterla nei guai, così negò e si allontanò dirigendosi verso il cortile.

Clara era una semplice ragazza di provincia che aveva vinto una borsa di studio per studiare alla Martin. Alyssa andò a cercarla e la vide seduta sulla panchina ai lati della scalinata che portava all’ingresso aspettando il suo pullman che tardava sempre ad arrivare. Insieme a lei c’erano altre due ragazze che tendevano ad escluderla per i voti molto alti rispetto alla media. Alyssa la raggiunse e si sedette accanto a lei.

-Professoressa Smith, che ci fa qui?- chiese Clara.

-E’ stato ucciso Charlie, tu ne sai qualcosa?-

Gli occhi di Clara iniziarono a riempirsi di lacrime, sembrava che il mondo le fosse caduto addosso, si sentiva spaesata e persa. Scoppiò in lacrime e Alyssa capì che non era stata lei. In quel momento arrivò il detective Conn che interrogò Clara e le chiese di raggiungerlo in centrale.

-Che succede?- Chiese Clara arrivata in centrale.

-Sei stata vista ieri sera insieme a Charlie, alcuni tuoi compagni ci hanno confermato che avevate litigato e lui ti aveva lasciata. La farò breve: sei sospettata di omicidio signorina-. Disse il detective.

-Io? Non sono stata io! Ve lo giuro!- Urlò la ragazza.

-Dove era quindi stamattina alle 10.30, l’ora della morte del suo ex ragazzo?-

-Io.. beh ero… ero in aula…- rispose titubante Clara.

-I suoi compagni di classe e il professor Mattson ci hanno detto il contrario. Non ti conviene scherzare, altrimenti peggiori solo la tua situazione-.
Clara non voleva dire che era andata a cercare Charlie per non aggravare la sua posizione, così rimase in silenzio e la polizia dovette portarla in centrale.

Il caso però non si concluse e Clara chiamò subito la sua professoressa Alyssa per raccontarle l’accaduto. Alyssa si infuriò e accorse subito in centrale, ma le uniche parole che Clara riuscì a dirle furono:

-La prego professoressa, mi aiuti, non sono stata io!-

Alyssa la salutò con rammarico, non sapeva che fare, si sentiva impotente nel vedere una sua studentessa, una che come lei aveva sacrificato molto, perdere tutto quello per cui aveva lottato, voleva aiutarla ad ogni costo e le promise che non l’avrebbe abbandonata.

-Ah! Ragazzi… ci affezioniamo a loro, insegniamo loro tutto quello che sappiamo e poi.. diventano criminali-.

Disse una voce in parte ad Alyssa.

-Piacere, sono Lisa, capo della scientifica-. Continuò offrendo ad Alyssa una tazza di the.

-Io sono Alyssa Smith, la professoressa di letteratura inglese di Clara. Vorrei tanto aiutarla, ma non saprei come. So che non è stata lei, non può essere stata lei!-.

-Sa una cosa signora Smith? Un modo ci sarebbe: potremmo andare sulla scena del crimine e cercare altre prove che la scagionino-.

-Perché vuole aiutarmi?- Chiese Alyssa appoggiando la tazza del the.

-Vede, anche io mi sono trovata in una situazione simile alla sua età e grazie ad un medico legale sono risultata innocente, anche se apparentemente ogni prova mi dava per colpevole, ma lui non si arrese e quando venni rilasciata mi disse che avrei dovuto considerare questa libertà un regalo, una sorta di nuova vita, da non sprecare e così sono diventata medico legale, ed ora è arrivato il mio turno-.  

Alyssa decise di tornare sulla scena del crimine, insieme a Lisa, la scuola sarebbe restata chiusa fino alla fine delle indagini, quindi avevano tutto il pomeriggio per indagare. In bagno trovarono un capello lungo, biondo ed abbastanza curato, non poteva essere quello di un uomo e nel bagno degli uomini di certo era qualcosa di improbabile da trovare, inoltre Clara era mora. Lisa chiese ad Alyssa di mostrarle la scuola per trovare altri indizi: passarono nella sala professori, nelle varie classi di arte, musica, laboratori, palestre, … fino ad arrivare alla biblioteca, qui si nascondevano libri di ogni genere e di ogni epoca, addirittura si pensa che ci fosse anche una raccolta di lettere che Napoleone scrisse alla moglie durante il suo esilio a Sant’Elena e la prima bozza di Moby Dick, nonché alcuni appunti di Charles Darwin scritti durante il suo lungo viaggio a bordo del Beagle, insomma: questa libreria conteneva la storia del mondo. Un oggetto però colpì l’attenzione di Lisa. Si trattava di un mezzobusto di Isaac Newton, il noto fisico e matematico inglese: la guancia della statua aveva una crepa molto profonda che andava a ricoprire tutta la parte destra del viso, così Lisa provò a staccarla.

-Ma che fai?? Sei impazzita?? Questo busto è qui da chissà quanto tempo! E’ un pezzo storico!- Alyssa era preoccupata e cercò di fermare la donna, ma quest’ultima riuscì comunque ad afferrare il frammento e staccarlo con estrema facilità.
Entrambe rimasero scioccate nel vedere che proprio nella parte coperta vi erano residui di sangue che di sicuro appartenevano a Charlie.

Il frammento venne portato alla centrale, ma purtroppo non bastava a scagionare la povera Clara, in quanto il capello poteva essere di qualcun’altra che non aveva nulla a che fare con Charlie.

I genitori di Clara nel frattempo avevano raggiunto la centrale e stavano parlando con il capo della polizia per trovare un accordo e liberarla, ma quest’ultimo era irremovibile. Alyssa decise di tornare ad indagare, ma questa volta andando dai genitori di Charlie.

Mentre era in macchina, Alyssa era in continua lotta con sé stessa perché sapeva che non poteva immischiarsi, ma aveva fatto una promessa ad una sua alunna e questo era decisamente più importante di qualsiasi sensazione la legge o le regole potevano causarle.
Le arrivò un messaggio da Lisa.

-Troviamoci ora per un caffè sulla quinta, devo parlarti-.
Alyssa fece una pericolosa inversione ad U ed andò da Lisa.

-Abbiamo scoperto nuove notizie sulla famiglia di Charlie- Disse Lisa.

-Cosa avete scoperto?-

-Beh anzitutto il padre di Charlie non è un uomo nobile, ma un banchiere che si è fatto da solo arrivando a guadagnare alte cifre che gli permettono di mandare il figlio a scuola, figlio che però non è della compagna  Chrissie, bensì di una certa Mary, di cui nessuno sa nulla, forse si è trasferita da qualche altra parte lasciando il figlio ed il marito qui a New York. Non è finita qui! Chrissie è la figlia del preside Charleston! Può essere stato chiunque! Ma almeno ora abbiamo più informazioni-.

Lisa aveva ragione, i sospettati erano decisamente aumentati, così come i moventi: Chrissie, gelosa della prima moglie del signor McRyan, il preside Charleston, per la stessa ragione, e Clara di certo restava tra i maggiori sospettati.
Chrissie si precipitò subito in centrale sventolando un foglio all’apparenza insignificante, ma fu quello che le permise di essere esclusa dagli indiziati. La moglie di McRyan aveva un alibi indistruttibile: quella mattina era andata ad una visita ginecologica.
Tuttavia, Alyssa, nel tornare a casa ripensava al racconto di Lisa, la storia dei McRyan le ricordava qualcosa: era una storia che già aveva sentito.

Ad un tratto le venne un’epifania! Ma certo! Lasciò Lisa e tornò a casa dei McRyan. Non c’era nessuno, così provò ad entrare dal cortile sul retro per evitare la domestica. Salì per le scale arrivando al quarto piano di quella enorme villa. Al quarto piano una porta su tutte richiamava la sua attenzione, era una porta che si differenziava dalle altre perché era in legno scuro, mentre le altre di un legno molto più chiaro e moderno, mentre quella sembrava fosse stata presa dalla cantina e portata di sopra.

Passo dopo passo sentiva il battito del suo cuore aumentare sempre più, il rumore dei passi sembrava scandirlo fino al momento in cui si interruppe nel quale Alyssa prese fra le mani il pomello della porta e lo spinse in avanti.
Forse pensava di trovarci prove incriminanti, vecchie scartoffie, cose da buttare, ma quello che trovò era forse peggio: in un angolo con la catena legata al letto più bello e comodo che avesse mai visto vi era una donna sciupata dagli occhi spenti e i capelli biondi estremamente curati. Era impaurita da Alyssa, ma l’insegnante le disse di non avere timore ed iniziò a spiegarle chi fosse.
La donna si prese coraggio e vedendo che in Alyssa poteva confidarsi le raccontò la sua storia:

-Io sono Mary McRyan. 20 anni fa, il signor McRyan ed io eravamo sposati. Volevamo tanto un bambino e ad un certo punto scoprii di essere incinta. In 9 mesi arrivò il piccolo John. Lo amavo moltissimo, ma mio marito era sempre fuori casa per lavoro. Un giorno decisi di seguirlo al lavoro e capii subito perché si tratteneva fino a tardi: per passare del tempo con la sua segretaria Chrissie. Lui mi vide e mi disse che sarei tornata alle mie umili origini e avrei perso la mia vita agiata e persino John se lo avessi detto a qualcuno, così rimasi in silenzio, ma i giorni passavano e io soffrivo sempre di più sapendo che mio marito era con un’altra donna. A lui sembravo pazza, così decise di rinchiudermi in questo piano, il più alto, dove nessuno viene mai e io sono costretta a vivere qui da sola con ogni lusso e comfort senza però essere amata e avere la possibilità di vedere mio figlio. Ad un certo punto Chrissie venne a vivere qui e John venne allontanato, non so che fine abbia fatto il mio piccolo. Sapevo che lei era rimasta incinta e qualche giorno fa sono scappata, andando alla scuola del figlio di Chrissie, un certo Charlie, e l’ho ucciso. Lo so ho sbagliato, ma preferisco andare in prigione per un crimine che ho commesso e non vivere per altri 20 anni in una prigione come questa!-

Alyssa aveva fra le mani la copia del referto di Chrissie e lesse a Mary: “Chrissie presenta endometriosi, causa di sterilità”.

-Com’è possibile che fosse incinta?- Chiese stupita la donna.

-Non è mai stata incinta, quello che sentì dai domestici era solo un falso positivo, Chrissie non potrà mai avere figli-. Rispose Alyssa mettendo nella giacca la copia.

-Quindi chi è Charlie?- Gli occhi di quella donna iniziarono a rendersi conto che forse Charlie era il suo John, a cui McRyan decise di cambiare nome per non farla impazzire totalmente, ma così facendo commise un grandissimo errore. Iniziò a piangere appoggiandosi alla spalla dell’insegnante in attesa che la polizia arrivasse.

Nel frattempo il detective Conn giunse alla casa dei McRyan e stava raggiungendo la stanza.

-Ho ucciso il mio bambino?- Disse piangendo. Era definitivamente impazzita, in prigione avrebbe avuto tutto il tempo di meditare, anche se forse non sarebbe mai guarita.

Lisa era giunta mentre stavano portando via Mary.

-Alyssa, te lo devo chiedere. Come hai fatto a capire che l’assassina era Mary?- chiese lei incuriosita.

- Sai, la storia ricordava tanto un libro che stavo spiegando ai miei ragazzi quando è stato commesso il crimine e ho solo collegato le due cose-.

-Sei in gamba, potresti fare la consulente civile ed aiutarci ogni tanto con le indagini!- Propose Lisa.

-Mi piacerebbe molto- Rispose Alyssa e, mettendosi il cappotto, si allontanò dalla casa dei Mc Ryan e tornò a casa, pronta per riprendere il suo lavoro la mattina seguente.

Quanto a McRyan, il padre di Charlie, venne imprigionato per aver trattenuto la moglie per tutto quel tempo, mentre Mary scontò tutta la sua vita in carcere. Chrissie invece tornò alla casa dal padre, il preside Charleston e la casa venne lasciata alla famiglia di Clara.
  
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