“E
questo è tutto! Ti ho raccontato per filo
e per segno cosa mi è capitato negli ultimi
giorni…contento?” – afferma Elsa,
sorridente. Raccontarsi le piace, specialmente perché chi
l’ascolta è fin troppo
come lei, e non solo per via della magia.
“Siamo
simili, sai?” – dice lui.
“Sì,
è strano, però sento con te un legame
particolare, come se fossimo uniti dallo stesso sangue”
– commenta il quinto
spirito – “Poi abbiamo lo stesso colore della
pelle, degli occhi e persino dei
capelli”
“E
non solo questo” – aggiunge Jack.
“A
cosa ti riferisci?” – domanda, curiosa, la
ex regina di Arendelle.
“Abbiamo
lo stesso amore per la famiglia.
Anche io, come te, farei di tutto per chi amo. Sarei disposto ad andare
oltre i
miei valori pur di rendere fieri di me quelli che mi vogliono
bene”
“Già,
a proposito di valori, tanti anni fa ho
compiuto un atto imperdonabile che danneggiò la relazione
tra me e mia sorella.
Ho faticato a perdonare me stessa, però se oggi mi
chiedessero di replicare, mi
farei uccidere piuttosto che vederla soffrire”
“Mi
hai accennato a questa storia. Riguardava
tua nipote, vero? Perché hai dovuto allontanarla dal regno e
dai genitori?”
“Non
mi piace ricordare un passato molto
doloroso” – aggiunge Elsa, cambiando discorso
subito dopo – “Tu, piuttosto…non
so nulla di te e della tua famiglia. Sono anche loro magici?”
“Ehm…mio
padre sì. Mia sorella non lo è”
“Quindi
l’hai ereditato da lui. Sarai fiero
di questo”
Quella
frase pronunciata in buona fede dalla
giovane donna, turba visibilmente il suo amico.
“Ho
detto qualcosa che non dovevo? Perdonami….”
“No,
tranquilla. In fondo hai ragione. Nelle
mie vene scorre il sangue di mio padre e la mia magia me lo ricorda
giorno dopo
giorno. È per lui se sono qui, non posso fare altro che
essergli grato e agire
su suo volere” – commenta.
Lo
sguardo incupito parla da solo. Inutili altre
domande; Elsa lo vede sollevarsi in aria e andar via senza pronunciare
altre
parole.
Chissà
cosa può aver toccato nel profondo
Jack, si domanda la custode della Foresta Incantata.
Non
immagina minimamente che la somiglianza
di cui parlava poco prima non è affatto casuale. Dopotutto
le loro madri erano
sorelle… così come Elsa e Jack sono i figli
magici, allo stesso modo Anna e
Sandy sono quelle prive di poteri.
E
tutto sembra studiato a tavolino. Pitch
Black ha volutamente scelto sua figlia Sandy nel ruolo umano della
regina di
Arendelle. Avrebbe potuto agire secondo un piano differente e invece
chi più di
una cugina fin troppo simile ad Anna, avrebbe potuto sostituirsi a lei.
Peccato
che sono eccessivamente uguali…anche
Sandy, come fece la cugina anni addietro, si è invaghita di
Kristoff Bjorgman.
A
proposito di Kristoff…
“Figliolo,cosa
ci fai qui?” – esclama Ingrid
trovando l’ex montanaro sull’uscio di casa.
“Nonnina,
ci siamo anche noi” – afferma Agnarr,
facendo capolino dietro le gambe del padre.
I
gemelli si gettano tra le braccia della
donna che li accoglie con affetto smisurato, mentre le preoccupazioni
iniziano
a farsi spazio nella sua mente.
“Rimarremo
per un po' di tempo” – spiega il
biondo, una volta sistemata la roba nelle stanze.
Letizia
e Jack guardano in disparte la
conversazione familiare costatando che l’arrivo dei
consanguinei di Ingrid
avrebbe implicato necessariamente e giustamente il loro trasferimento.
“Non
c’è più posto per noi, sorellina. Diamo
spazio
al re e ai suoi bambini”
“E dove andremo?”
“Troveremo
un’altra sistemazione. In qualche
modo faremo” – dice il ragazzo, alquanto agitato.
“Io
non voglio lasciare Arendelle. Amo questo
posto, questa gente…”
“Leti,
non piangere” – la abbraccia,
amareggiato, il maggiore.
E
le lacrime della piccola vengono colte subito
da Iduna che le va incontro.
Con
dolcezza posa la sua manina sulla spalla
della Frost.
“Vivremo
tutti insieme” – le sorride,
ricevendo immediatamente l’abbraccio dell’altra
felice della notizia.
“Ma
noi…” – cerca di parlare Jack.
“Niente
“ma”, non andrete da nessuna parte. Ormai
siamo un’unica famiglia” – sostiene,
fiero, Kristoff, intromettendosi nella
conversazione.
La
scena emozionante tocca il cuore di Ingrid
che, in pena per il figlio, decide di intervenire a modo suo, per
sistemare le
cose.
L’indomani
sarebbe andata a parlare faccia a
faccia con la responsabile della faccenda: Anna.
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“Maestà,
c’è vostra suocera che vorrebbe
parlarvi” – comunica una delle cameriere a Sandy,
seduta nella sala del trono,
preda dei suoi mille pensieri.
“Dille
che sono impegnata e non posso
ricevere nessuno” – la sedicente regina cerca il
più possibile di evitare
situazioni scomode e incontrare la suocera di cui ignora anche il viso,
rientra
tra queste.
Così
Ingrid viene liquidata in un
battibaleno, incredula e scioccata dal poco rispetto che una donna come
sua
nuora mostra nei suoi confronti.
“Cosa
le succede?” – chiede, spiazzata.
“La
nostra sovrana è indaffarata, mi dispiace”
– aggiunge la domestica, raggiungendo l’ospite
all’ingresso.
“Non
ci credo. Ti prego, Eleonor aiutami. Possibile
che le circostanze così sospette non abbiano colpito
nessuno?” – la supplica la
Bjorgman, stupita dal silenzio del personale di sua maestà.
“Ultimamente
è strana. Sembra essere tornata
la Anna di tanto tempo fa, quella che aveva indurito il cuore per la
separazione dalla principessina Ineke” – commenta
l’altra – “Non è
più lei”
Ed
è quella frase a spaventare la madre dell’ex
montanaro.
“Non
è più lei” – ripete ad alta
voce,
iniziando ad escogitare un piano per ricevere risposte ad alcuni dubbi.
Fingendo
di lasciare il palazzo, Ingrid
percorre una strada secondaria che la conduce all’ingresso
della servitù.
“Fortuna
che non c’è nessuno” – tira un
sospiro di sollievo, una volta raggiunto l’immenso corridoio
che la separa
dalla sala del trono.
Gli
specchi alle pareti sono inquietanti – “Cosa
ci fanno qui tutti questi oggetti?” – si domanda,
osservandoli attentamente.
Mentre
è intenta a fissare il suo riflesso in
uno dei tanti specchi al muro, sente un mormorio provenire dal salone
principale.
In
punta di piedi raggiunge la porta e
origlia.
La
voce è quella di Anna e sembra parlare con
qualcuno, lamentandosi di qualcosa.
“Non
posso continuare ad essere chi vuoi tu. Non
dormo, non mangio, ho sempre la paura di essere scoperta”
“Piantala
Sandy, a breve sarà tutto finito e
tornerai ad essere te stessa”
“No,
padre! Come faccio ad essere serena
sapendo di aver distrutto la vita di mia cugina?”
Ingrid
non comprende esattamente il discorso,
però avverte nel tono di voce e nelle parole della sovrana
un forte senso di
disagio e tanta sofferenza.
Ciò
alimenta le sue perplessità.
Ma
ecco che il dubbio trova spiegazione.
L’enorme
portone viene spalancato e Ingrid fa
appena in tempo a indietreggiare.
Di
fronte a sé c’è sua nuora, con lo
sguardo
incupito e gli occhi lucidi.
“Chi
sei tu? Cosa ci fai nel mio castello?
Fuori” – arrabbiata con il mondo intero, Sandy
ordina alla sconosciuta di
uscire.
La
Bjorgman viene allontanata da alcune
guardie, anche esse stupite dal trattamento della regina nei confronti
della
suocera.
Ed
una volta fuori dal palazzo, Ingrid,
ancora tremante e scossa da quanto appena subìto, ha
più chiara la situazione.
“Quella
non è Anna!”
- confida a Kristoff, una volta rientrata a
casa.
“Cosa
vuoi dire?”
“Non mi ha riconosciuta, Kris!”
“Cosa? È impossibile”
“Invece
è così! Credimi… vuol dire che la
donna che ti ha trattato con quella freddezza, non è la
nostra Anna”
In quel momento la mente del montanaro torna indietro nel tempo,
esattamente al
giorno della festa di compleanno di sua moglie.
Quella
notte lei svanì nel nulla per alcune
ore, comparendo totalmente cambiata.
“Devono
averle fatto un incantesimo o robe
simili” – ipotizza la donna.
“Che
stupido sono stato a non accorgermene
prima! Avete ragione, madre! Quella non è mia moglie e se la
situazione è come
temo, c’è di mezzo lo zampino di Hans
Westergard”