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Autore: Snehvide    27/07/2020    2 recensioni
Collezione di VignetteFic (fic introspettive, brevi e "statiche") create per la 'VignetteFic Challenge' del gruppo facebook Hurt/Comfort Italia; le aggiornerò man mano che verranno scritte. Maggiori note in fondo alla storia
Sono incentrate quasi esclusivamente su Sam e Dean. I warnings (se ci saranno) verranno riportati all'inizio di ogni storia.
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-1° vignette: Southern Faith
-2° vignette: Marabecca
-3° vignette: Doubts
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Southern Faith

Le lancette dell’orologio segnano le ore dodici, e se non fosse per la luce del giorno che trafigge il vetro opacizzato del lucernaio, a Dean sembrerebbe che il tempo sia rimasto congelato nell’esatto istante in cui ha ritrovato Sam sul pavimento del bunker, privo di sensi.
Non sta bene, e Dean lo sa. Per quanto si sia sforzato negli scorsi giorni di tappezzare la nuova condizione con un patchwork poco riuscito di normalità, tutto intorno a Sam ha già cominciato ad assumere le tinte inequivocabili di qualcosa che Dean non riesce ad associare a suo fratello.
Se ci prova, scatta qualcosa: un errore irreversibile del sistema per il suo cervello.

Il sondino nasogastrico ha cominciato a scavare una piccola piaga sulla narice e Dean non è sicuro di poter tollerare l’idea che suo fratello cominci a perdere sangue anche da lì. Ne ha già vomitato abbastanza nei giorni scorsi quando ha provato a fargli mangiare qualcosa per bocca, e questa mattina ha trovato del sangue anche sulla federa del cuscino, accanto all’orecchio.
Lo fissa a mani giunte, Dean. Perché Sam Winchester sprizzava forza e vitalità sino a una settimana fa, e non crede che un mostro senza nome, e senza alcuna menzione sui tomi del bunker, possa davvero aver causato tutto questo.
Lo fissa a mani giunte perché crede che se le dita non si trattenessero a vicenda, l’una con l’altra, abbarbicate come radici di un albero secolare, probabilmente sferrerebbe un pugno alla lampada, al bicchiere con le medicine accanto a Sam, alla sacca della flebo alimentare, o a quella della fisiologica, o a quella degli antibiotici, e no. No. Non andrebbe bene.

Sam dorme. Il suo petto si alza e si abbassa a ritmo regolare e gli sembra di sentire un lieve fruscio di sottofondo, come il ronzio di una mosca.
Dunque Dean lo lascia dormire, perché crede che sia la cosa migliore da fare, nonché l’unica che possa fare, in questo momento.
Lo fissa a mani giunte perché se anche solo uno di quei signori dei piani alti fosse ancora in ascolto e non ha volutamente risposto alle sue preghiere, per noia o per sfizio, allora Dean sarebbe disposto a perdonarlo se si palesasse lì, dinnanzi a lui, in questo preciso istante, a proporgli qualcosa.
Davvero, Dean gli lascerebbe la più totale carta bianca: un intrigo, uno scambio, un patto. Qualsiasi cosa. Sacrificare dieci vergini su un altare? Consideralo fatto.
La sua anima? Anche subito.
Il mondo intero al posto di Sam? Perfetto. Tutto tuo, amico.

E mentre le labbra lacerate di Sam sono schiuse come a richiamare qualcosa da un mondo lontano, Dean continua a fissarlo a mani giunte.
Perché non ha un briciolo di fede, Dean. Ma Sam, sì.
Sam crede in queste cose, e se ci fosse lui su quel letto al posto suo, probabilmente Sam lo starebbe facendo e Dean non vuole che la sua battaglia sia inferiore a quella che Sam porterebbe avanti per lui.

Dean vuole solo che il suo fratellino riapra gli occhi e gli faccia ancora quel suo solito sorriso screpolato e rimbambito che fa ogni qualvolta riemerge dagli abissi dell’incoscienza, e di cui non professerà mai parola alcuna su quanto lo ami, quel sorriso capace di riportarlo indietro di almeno trent’anni. No, no.
Sono cose che Sam non deve sapere. Deve saperle solo lui, e qualunque cosa, forza, essere, fottuta creatura immonda del cazzo sia in ascolto in quel momento.
Devono saperlo tutti, che a Dean Winchester non importa a chi dovrà rendere grazia per i prossimi vent’anni, a chi dovrà innalzare altari, votare un pellegrinaggio o ergere un tempio.
A Dean Winchester non importa chi verrà a prelevare la sua anima ancora una volta, a quanti dannati dovrà togliere ogni centimetro di pelle a carne viva e poi flagellare, quanto sangue dovrà versare all’Inferno e quante apocalissi dovrà ancora scatenare.

Per l’ennesima volta: tutti devono sapere che a Dean Winchester non frega assolutamente nulla che non sia quel ragazzo sul letto, i cui respiri si fanno sempre più rarefatti, le fosse intorno agli occhi sempre più scure, la pelle sempre più pallida.

Dean ha le mani giunte, perché sul suo grembo c’è il Libro dei Dannati.

 E non sa quanto ancora potrà ignorarne il peso.

fine

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- Grazie infinite a Spoocky per il betaggio ;)

- Questa fanfiction nasce dalla Vignette-fic challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia, che ha visto la creazione di fanfiction brevi, introspettive e “statiche”, concentrate in un’unica scena e con la quasi totale assenza di movimento dei personaggi.
Le parole chiave di questa che avete appena letto sono: Mezzogiorno, Malato e Credere, e ho tentato di inserirle tutte e tre ^_^
Ne raccoglierò altre in questa stessa entry man mano che le scriverò. Consideratele la mia comfort-zone: in questo momento mi sto dedicando ad un progetto particolarmente impegnativo nonché al sesto ed ultimo capitolo di Double, double thorns and trouble (per gli amici, la Cactus!fic) quindi questa collezione verrà aggiornata in modo irregolare. ;)

Il titolo della collezione viene da “A mano a mano” di Rino Gaetano

- Grazie per aver letto <3

   
 
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