Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: MusicDanceRomance    28/07/2020    20 recensioni
“Ciao, io mi chiamo Luna, e tu? Ehi, non mi rispondi?”
“Sei Purosangue?”
“Purosangue? Cioè una razza di Cavallini Elfici? Ancora non ce li ho!”
“I tuoi genitori sono due maghi?”
“I tuoi no? Non importa, anche il fidanzato di zia Nebula non lo è! Ehi, dove vai?”
La bambina bizzarra lo rincorse fino a quando non gli afferrò una mano:
“Piacere, io mi chiamo Luna, e tu?”
“Hai già fatto questa domanda. E comunque io sono Draco!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Draco e Luna, la notte e l'orizzonte'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa piccolissima storia si può considerare il seguito de “Il peso della notte” ma si può leggere anche senza conoscere l’altra fic, anche perché ha dei toni diversi e sicuramente non è angst.
È nata, ancora una volta, grazie all’iniziativa “Scrivimi” del gruppo facebook “Caffè e calderotti” e ancora una volta il prompt mi è stato assegnato da Mari Lace https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=501353
 
Ecco il pacchetto, anche se poi non ho resistito a fare il salto temporale:
Genere: Kidfic (lo è solo nella prima parte)
Personaggio: Draco Malfoy (e Luna perché li shippiamo troppo ormai)
Prompt obbligatorio: How far I’ll go, la canzone di “Moana” (di cui ho utilizzato parole del testo originale, scritte in corsivo. Il titolo della fic invece è quello della canzone italiana)
 
 
 
OLTRE L’ORIZZONTE
 
 
Il riso di un bambino
 
“Ciao, io mi chiamo Luna, e tu? Ehi, non mi rispondi?”
“Sei Purosangue?”
“Purosangue? Cioè una razza di Cavallini Elfici? Ancora non ce li ho!”
“I tuoi genitori sono due maghi?”
“I tuoi no? Non importa, anche il fidanzato di zia Nebula non lo è! Ehi, dove vai?”
La bambina bizzarra lo rincorse fino a quando non gli afferrò una mano:
“Piacere, io mi chiamo Luna, e tu?”
“Hai già fatto questa domanda. E comunque io sono Draco!”
“Draco? Ti piacciono i draghi, che bello!”
Draco osservò curiosamente la piccola che gli parlava con una vocetta melodiosa e pacata. Era stranissima, aveva i capelli biondi che teneva acconciati in tre treccine e portava una vestina ricamata con mille colori stravaganti. Mentre parlava girava intorno a sé stessa per fare scintillare la gonna, come se indossasse l’arcobaleno e volesse far schizzare dalla stoffa un po’ di colori ovunque.
Sicuramente cercava di farsi notare da lui, doveva essere figlia di poveracci, mentre lui sì che era un bel bambino, glielo dicevano sempre la mamma e gli amici importanti del papà.
In quel momento la giovane donna che gli faceva da tata riapparve sulla porta e subito esclamò:
“Oh, Luna, perché ti sei intrufolata nel camino? La mamma ti sta cercando e io devo lavorare!”
Draco pensò allora che forse, a giudicare da ciò che aveva pronunciato tata Nebula, la bambina se ne stava per andare, e la cosa sotto sotto non gli piaceva.
Draco Malfoy, l’erede di una delle famiglie più prestigiose del Mondo Magico, a sei anni aveva già le idee chiare su tante cose, compresi i capricci.
Era la prima volta che tata Nebula non lo accudiva direttamente a Villa Malfoy, e già si era lamentato con la mamma perché nella casa della tata lui non ci voleva andare. Si era messo persino a piagnucolare, mentre tata Nebula accompagnava Narcissa alla porta, non voleva rimanere in una casupola stretta e priva di elfi domestici da spaventare, ma la mamma lo aveva ignorato ed era ugualmente uscita per sbrigare i suoi impegni.
E dal camino, mentre ancora Draco frignava per obiettare, era spuntata all’improvviso quella bambina dagli occhi grigi e scintillanti che lo guardava con viva curiosità.
Vedendo che tata Nebula stava per mandare via Luna, Draco ricominciò a strillare più forte, per farsi prendere in braccio dalla strega che si occupava di lui.
“Draco, lei è la mia nipotina Luna, ora vado ad avvisare sua madre così tra poco se ne andrà.”
“No... può restare! Qui non ci sono elfi domestici, io voglio una compagna di giochi!”
“Oh, sei proprio un bravo bambino, già avete fatto amicizia! Tu e Luna andrete d’accordissimo, giocate insieme, intanto io vado ad avvisare mia cognata.”
Rimasti nuovamente soli, Draco pensò che fosse il caso di far capire alla bambina che lui era un tipetto importante e che la sua amicizia si doveva considerare un privilegio.
Ma lei non sembrò essere dello stesso avviso, lo ignorò completamente e scappò verso il camino.
Il piccolo Malfoy sbottò e pensò di inseguirla:
“Ehi, tu, ti ho detto che voglio giocare con te, non sei contenta?”
Ma Luna lo ignorò una volta di più. Cominciò a saltellare accanto al camino nel tentativo di tirare una cordicella, senza riuscire mai a raggiungerla. Allora parve ricordarsi della presenza di Draco che a braccia conserte sembrava aspettare le sue scuse, e gli disse:
“Tu sei più alto di me! Per piacere, puoi tirarla?”
“No, così impari a non darmi retta!”
La piccola si portò una mano sul mento per riflettere:
“Zia Nebula dice che così si conquistano i maschi! A me non interessa conquistarti, quindi... ti darò retta! Cosa vuoi?”
“Ti ho detto che voglio giocare! Muoviti, trova qualcosa di divertente da fare insieme altrimenti mi metterò a piangere!”
“Perché devi piangere? Se piangi non risolvi niente. Tira la cordicella se vuoi giocare con me!”
“E va bene, ma sei tu a voler giocare con me, hai capito?”
Dato il suo ordine, Draco provò a saltellare pensando che forse in quel modo avrebbero fatto qualche scherzo a Tata Nebula, e infine riuscì ad afferrare la cordicella e a spingerla verso il basso.
Allora il camino si trasformò magicamente in un ingresso luminoso fatto di marmo blu e nero. Luna non gli disse nulla né lo ringraziò, ma si infilò direttamente nel minuscolo passaggio, e Draco pensò che avrebbe fatto bene a imitarla, sicuramente stavano disobbedendo ai grandi, sarebbe stato divertente.
Ma subito iniziò a borbottare perché si stava riempiendo le scarpe di sabbia, anche se proseguì nel passaggio nonostante gli sembrasse stretto e poco illuminato, fino a quando non si ritrovò dall’altra parte del condotto, all’inizio di una bellissima e calda spiaggia.
Era spesso andato in gita con i genitori in vacanza nei posti magici di montagna o nelle terre dei grandi laghi, ma non aveva mai visto dal vivo il mare.
Era quello? Era davvero così? Nient’altro che sabbia e poi... una distesa di acqua azzurra, infinita, che si muoveva come danzando nell’incontrare la sabbia e da lì nasceva della spuma bianca che Luna, già in ginocchio, raccoglieva con le manine?
Rimase a bocca aperta per qualche altro istante, fino a quando la bambina bizzarra non tornò da lui con una manciata di acqua:
“Vedi, questa è acqua di mare! A me piace giocare col mare, voglio studiare le creature che lo abitano!”
“Beh...” si trattenne Draco per non voler ammettere il proprio stupore “Qui è carino. Ok, possiamo provare! Quale gioco proponi?
Capì in fretta che era inutile attendere la risposta, Luna lo aveva nuovamente ignorato e si stava togliendo la vestina, mostrando di avere già addosso un costume rosa coi cuori bianchi. Era tornata a riva e si stava bagnando i piedini sorridendo.
Il piccolo Malfoy si tolse le scarpe e scoprì la morbida sensazione di camminare sulla sabbia, convenne che era interessante e che come nuova esperienza poteva piacergli.
Poi raggiunse la piccolina dalle tre trecce bionde e iniziò a tirare calci all’acqua, era la prima cosa che gli era venuta voglia di fare.
Luna invece continuò a parlare in modo gentile al mare, come se fosse una persona.
Ma lui non badava più a niente, si stava divertendo da matti a correre sulla riva e a fare spruzzi d’acqua. Non riusciva a controllare la sua magia, ma era spassosissimo far arricciare le onde e farle ingrandire o bloccarle grazie ai suoi desideri. Gli incantesimi con gli elementi naturali forse erano i suoi preferiti, sicuramente quando sarebbe andato a Hogwarts sarebbe stato il migliore studente della scuola.
A un certo punto, stanco di giocare da solo, si diresse nuovamente verso Luna per sentirle dire, quasi in una filastrocca sottile:
“La vedi la linea dove il cielo incontra il mare? Mi chiama, nessuno sa quanto sia lunga.”
Stava per chiederle se potessero raggiungere quella linea di azzurro con la magia, ma la voce di tata Nebula richiamò entrambi.
La zia di Luna era ferma col cesto della merenda sulla spiaggia e aveva già disteso una tovaglia verde sulla sabbia e preparato un cesto pieno di leccornie; non aveva affatto intenzione di rimproverarli ma anzi, sorrideva soddisfatta.
Passarono due orette così, sotto gli occhi vigili della tata, a correre lungo la spiaggia, a parlare di luoghi oltre l’orizzonte, a costruire senza l’uso della magia dei castelli di sabbia con un oggetto Babbano chiamato “secchiello” (non lo avrebbe mai rivelato ai suoi genitori per non farsi rimproverare), a fare spruzzi a riva con le onde.
Alla fine Luna si addormentò in braccio alla zia, e Draco la guardò mentre teneva gli occhi chiusi e sorrideva. In fondo era facile essere suo amico.
Quando la mamma tornò per riprenderlo fu dispiaciuto che la giornata fosse già finita, ma era sicuro che ne sarebbero venute delle altre e che avrebbe rincontrato quella bambina fatta a modo suo ma simpatica.
 
Invece dopo qualche giorno, dopo tanti piagnistei perché suo padre gli aveva detto che avrebbe avuto una nuova e più degna tata, si arrese al fatto che non ci sarebbero più stati giorni al mare con la sua amichetta dalle tre treccine bionde.
E tutto perché tata Nebula era stupida e voleva sposare un Babbano e andarsene in Giappone. Assurdo. Senza dubbio era assurda pure la bambina di nome Luna, che vergogna avere una zia che infangava il sangue puro così, quasi gli dispiaceva per lei, sicuramente stava piangendo per il disonore.
Draco non smise tuttavia di fare i capricci, così i genitori decisero di soddisfare il suo desiderio portandolo al mare durante l’estate, ma quando arrivò a destinazione gli apparve ormai tutto diverso e le onde fredde di una baia magica, chic e molto frequentata non gli fecero più piacere come era stato la prima volta. Sentiva che quel mare non era il suo e non gli importava cosa ci fosse dove l’acqua continuava oltre l’orizzonte.
Così per molti anni non ebbe più il pensiero della giornata bellissima trascorsa in una spiaggia isolata con una bimba bizzarra.
 
***
 
La colpa di un adulto
 
Draco non riuscì a rimanere a lungo serrato tra le mura di Villa Malfoy.
Era giunta la notizia che il Signore Oscuro era stato sconfitto e Potter aveva appena trionfato, e non intendeva nascondersi ulteriormente.
Partì senza avvertire i genitori in direzione di Hogwarts, e non si rese mai conto come allora di quanto quel castello ferito fosse stato la sua vera casa negli ultimi anni.
Si era allontanato dalla battaglia con la madre quando Potter aveva dimostrato di non essere stato ucciso, ma in cuor suo aveva già cantato vittoria, perché era abituato ai trionfi del Bambino Sopravvissuto e per una volta era felice di avere saputo che il suo compagno di scuola li aveva di nuovo salvati tutti.
Hogwarts era anche casa sua, e lui non aveva contribuito a difenderla perché era stato, una volta di più, il solito codardo.
Camminò lentamente, domandandosi come gli altri studenti lo avrebbero potuto guardare: come lo schizzinoso e vigliacco Serpeverde che li aveva abbandonati e che ormai intendeva cercare clemenza per la sua famiglia per evitare Azkaban? Potter doveva qualcosa a sua madre, ma Draco si considerava troppo adulto per ripararsi dietro le gonne di Narcissa come quando era un bambino.
Arrestò i passi poco prima del cancello distrutto.
Vide che verso di lui avanzava una figura snella, pallida, dai lunghi capelli mossi e sporchi di polvere.
Era Luna Lovegood.
Deglutì e cominciò a stringere i pugni.
Tenne gli occhi bassi e nel giro di pochi attimi risentì addosso il peso delle sue colpe, la vergogna della notte, l’accerchiante consapevolezza di aver fallito una volta di più nella sua vita e di aver giocato la partita in modo scorretto, come un ragazzo incapace di scegliere e bloccato in un limbo di indecisioni.
Cosa avrebbe detto a Luna? Che erano stati entrambi prigionieri a Villa Malfoy? Che aveva fatto di tutto per permetterle di scappare durante lo scontro a casa sua? Chi mai gli avrebbe potuto credere, forse non si era neppure sforzato nel cercare di aiutarla, aveva semplicemente ricoperto il ruolo della pedina che nel gioco degli scacchi non compie neppure un passo e resta ferma a guardare gli altri giocatori massacrarsi.
Forse avrebbe parlato, ma era certo che non le avrebbe mai confessato che erano bastate tre notti in sua compagnia, ad ascoltarla dallo spiraglio di una porta permettendosi di piangere di fronte a lei, carceriere carcerato, per non togliersela più dalla testa.
“Ciao. Harry mi ha detto di darti questa.”
Draco alzò gli occhi vedendo che Luna, di fronte a lui, gli stava porgendo la sua bacchetta di biancospino. La bacchetta che aveva ucciso il Signore Oscuro. La bacchetta impugnata da un eroe che ora tornava al suo primo e codardo proprietario, per rimanere per sempre nell’ombra dopo frammenti di gloria.
Indugiò un attimo, mentre la voce limpida e serena di Luna ancora gli parlava:
“Sei stato molto coraggioso.”
Draco afferrò la bacchetta e un lampo di rabbia balenò nei suoi occhi azzurri.
“Ti prendi gioco di me adesso? Lo state facendo tutti?”
“Zia Nebula mi diceva sempre che gli eroi sono anche quelli che sanno ribellarsi agli sbagli dei genitori. A volte gli eroi sono come i Picchietti Rossi, sai?”
Draco esitò appena, poi domandò con un tono più disteso:
“Cosa diamine sono i Picchietti Rossi?”
“Li cercavo quando giocavamo in spiaggia molti anni fa, non ricordi? Sono creature che difendono la riva delle onde più forti, e si ribellano alla forza del mare che li ha fatti nascere.”
Un ricordo lontano, quasi perduto, sembrò scuotere il giovane Malfoy e riaffacciarsi tra le pieghe della sua memoria.
Riguardò Luna con gli occhi di un bambino che da lei reclamava attenzioni per degli stupidi giochi infantili e poi la rincorreva lungo la spiaggia, urlando e ridendo. Era una follia riconoscerlo, ma fin da allora forse aveva sempre cercato la sua compagnia e le era andato dietro senza ammetterlo.
Ritrovò una volta di più, nei suoi occhi chiari e nel suo sorriso appena accennato, tutte le sfumature dei sentimenti che aveva provato durante le vacanze di Natale, quando la ragazza era stata tenuta prigioniera in casa sua e lui, come un derelitto, era andato a trovarla senza la dignità di chiederle perdono, ma piangendo per sé stesso e fidandosi del suo conforto.
Ricordò poi come avesse provato ad evitarla, durante gli ultimi mesi ad Hogwarts, e come avesse silenziosamente impedito che i Carrow scoprissero cosa lei e alcuni Grifondoro stavano complottando per resistere al dominio del Signore Oscuro nella scuola.
In mezzo alle sue paure, alle sue umiliazioni e ai suoi tormenti, il sorriso che ogni tanto Luna gli aveva rivolto di nascosto e dal quale lui aveva distolto frettolosamente lo sguardo era bastato per non farlo crollare del tutto.
Era stato forse il pensiero di quella Corvonero così diversa dal resto del mondo a permettergli di mantenere tracce di serenità nell’ultimo periodo.
Luna era sempre stata fedele a sé stessa, bambina e adulta insieme, persa nel suo mondo, sincera e piena di speranza, anche quando gli altri tentavano di piegarla, lei in realtà ignorava le cattiverie altrui e combatteva per un suo mondo ricco di ideali. Senza mai versare una lacrima, senza mai dimenticare gli insegnamenti delle creature immaginarie che cercava dall’infanzia.
Il suo esatto opposto.
Draco scosse il capo in modo lento, cercando di trovare le parole giuste per completare un discorso lasciato in sospeso fin dalle vacanze di Natale:
“Mi dispiace... per quello che la mia famiglia e mia zia Bellatrix ti hanno fatto...”
Ci hanno fatto, Draco” il tono puro e pacato di Luna non variò mai “Ma abbiamo vinto e stiamo bene, possiamo dimenticare. Io scelgo di dimenticare, tu cosa scegli?”
Non rispose in modo immediato. Si limitò ad annuire e ad impugnare con più orgoglio la bacchetta di biancospino. Decise che il suo primo nuovo incantesimo sarebbe stato un segno di pace e perdono.
“Imago” pronunciò agitando la bacchetta con due movenze decise.
Luna sorrise ammirando un’immagine lucente creata dalla magia di Draco: era la spiaggia di sabbia bianca della loro infanzia, col mare cristallino e le onde spumose che si infrangevano dolcemente contro la riva producendo suoni rilassanti, quasi una musica di pace.
La ragazza recitò allora:
La vedi la linea dove il cielo incontra il mare? Mi chiama...
Nessuno sa quanto sia lunga” completò Draco, dimostrando di ricordare le parole imparate da lei molti anni prima.
Sembra che mi stia chiamando. Vieni a prendermi. Un giorno saprò quanto lontano andrò” aggiunse Luna, rivelando la conclusione della filastrocca che Draco non aveva mai ascoltato sino alla fine.
Detto ciò, la Corvonero gli sorrise e tornò a saltellare verso il castello per farsi raggiungere dalla sua combriccola di amici vincitori.
Draco accennò un sorriso in direzione della loro scuola, semidistrutta ma pronta a farsi ricostruire e tornare alla magnificenza di un tempo.
Sapeva che cosa avrebbe fatto Luna il giorno successivo, sapeva quali sarebbero stati i suoi sogni e sapeva dove l’avrebbe presto potuta trovare, inginocchiata sulla riva di una spiaggia, alla ricerca di creature strane che contenevano la prepotenza delle onde del mare, in attesa di preparare un grande viaggio oltre l’orizzonte.
“Vieni a prendermi” gli aveva cantato.
Ci puoi giurare, Luna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note finali:
Tata Nebula è un personaggio di mia invenzione, non ricordo se il signor Lovegood avesse parenti o meno ma nel mio caso l’ho spedita felicemente in Giappone quando Luna era ancora piccolissima.
Spero che vi sia piaciuta e ringrazio come sempre Graine per il suo continuo supporto e ancora una volta Mari Lace perché quando scrivo Druna c’è sempre lei di mezzo :P
Ora che ho dato una speranza di lieto fine ai due non so quali altri prompt mi aspettano, mi mancherebbe solo il rating rosso con loro XD scherzo, ovviamente.
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui. Se volete lasciarmi un piccolo parere ne sarei felicissima.
   
 
Leggi le 20 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MusicDanceRomance