Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |       
Autore: Spekled2    30/07/2020    1 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autore:
Non so quanti nel 2020 possano essere aperti a una fanfiction incentrata su una coppia tanto improbabile come Finn/Brittany. Mi rendo perfettamente conto che incluedere Brittany all'interno di un contesto che non preveda Santana sia piuttosto "rischioso".  Esatto, amici e amiche che guidano il treno Brittana! Lo so, le nostre eroine sono state pioniere di un fenomeno che fortunatamente negli ultimi anni sta iniziando ad essere trattato sempre più frequentemente e con la giusta attenzione! Prima di loro le serie tv e la televisone non trattava di certe tematiche, e il successo ottenuto dalla loro storyline ha certamente aiutato a sfondare diverse barriere! Quindi viva Brittany&Santana reginette dell'integrazione :) !!

Ma il me-ragazzino, quando seguiva i nostri perdenti preferiti tra una gara canora e i loro drammi sentimentali, per qualche ignoto motivo avrebbe sempre desiderato più interazioni tra Finn e Brittany- probabilmente perchè trovavo super carino il modo di interagire che avevano Heather e Cory durante le interviste promozionali.

Il fatto che questo Paring non sia nemmeno previsto tra i filtri qui su EFP dovrebbe dirla lunga sulle tendenze e sulle preferenze del fandom italiano e non.  Oltre a questo, è anche abbastanza singolare che io mi ritrovi nel 2020 a scrivere un racconto basato su Glee. Ammetto che la notizia di Naya e le reazioni degli altri attori mi ha colpito tanto, facendo riaffiorare in me i ricordi legati a questa serie. Così, eccoci qui con questo racconto, nato abbastanza di getto e inspirato in parte a una vecchia fanfiction in lingua inglese "duck sauce, meet bear cheese" che potreste facilmente trovare in rete e che vi consiglio se masticate la lingua!

Gli eventi raccontati dovrebbero ambientarsi più o meno durante la seconda stagione del programma, sebbene abbia scelto di non preoccuparmi troppo del rapporto Artie/Brittany e potrei avere omesso anche altri avvenimenti, per una mera scelta di trama. La storia è narrata come se i ragazzi stessero frequentando la scuola oggi, in una società in cui i social network sono alla base delle relazioni sociali, influenzando il modo di interagire e di vivere. Ma basta ciance, la pubblico sperando che qualcuno possa leggerla e non trovarla così malvagia!
 
*****
Capitolo 1.


Come Rachel venisse sempre a conoscenza di ogni rumors al McKinley era fuori dalla sua umana comprensione. Finn era un ragazzo semplice. Aveva imparato che era meglio cercare di stare alla larga il più possibile da gossip e voci di corridoio. Come tutti alla sua età trovava quasi insostenibile la pressione del giudizio altrui. Non era semplice, ma per quanto fosse complesso riuscirci, cercava di fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia in quelle circostanze. Non dare modo alle cattiverie che ti vengono lanciate contro di raggiungerti! Era quello il segreto per affrontare le giornate a testa alta. O così si era messo in testa. E pur essendo il quarterback della squadra del liceo, sapeva perfettamente di essere al centro del ciclone. Solo durante quella settimana, il resto della squadra di football gli aveva destinato ben tre docce fredde a base di granita al lampone. Il pretesto? Il solito, ovviamente: faceva parte del Glee Club. L'ultimo anello della catena alimentare del McKinley.

“ Si dice in giro che la coppietta d’oro sia saltata veramente...” gli mormorò Rachel tra i denti, ben attenta a non farsi sentire dagli altri, mentre Brittany entrava in sala prove.

Finn si grattò il mento pensieroso, osservando la neo arrivata prendere posto con aria contrita, senza salutare nessuno. Effettivamente già quella mattina lui stesso aveva pensato che qualcosa non andasse con Brittany. Lui era arrivato con largo anticipo perché aveva accolto la richiesta di aiuto della Coach Beiste per ritirare del materiale nuovo per la squadra. Secondo la donna il preside Figgins aveva commesso un errore di valutazione davanti al preventivo che lei gli aveva mostrato un paio di settimane prima, approvando quella spesa senza effettivamente averne realizzato il costo. “Dobbiamo fare in modo che già entro oggi sudiate quelle divise e le nuove pettorine. E sarà meglio che i nuovi palloni diventino un po’ meno gonfi. Figgins non ci metterà molto a revisionare i bilanci e decidere di rimandare il materiale indietro! Ma lo sai la cosa bella, Hudson? Non puoi rimandare indietro le cose usate!”  Finn sorrise al ricordo della furbata della Coach.

Così, si era portato dietro Sam e Puck ed era arrivato a scuola alle sette meno un quarto. Aveva pensato che un po' di muscoli in più avrebbero fatto comodo. Si era complimentato con se stesso per la pensata, quando aveva visto il cumulo di roba che il corriere stava scaricando fuori dal furgone.  Era intento ad unire le forze con Sam, reggendo insieme uno dei pacchi più pesanti, quando aveva notato la ragazza, diversi metri più in là.

Brittany stava seduta ad uno dei tavoli in cortile, dove loro del Glee erano soliti mangiare in pausa pranzo quando decidevano di non usufruire del servizio mensa. In effetti era più corretto dire che quello era il tavolo che i ragazzi del Glee, che non erano anche giocatori di football o Cherioos, usavano in pausa pranzo. Rachel aveva inciso una piccola stella, da qualche parte sulla superficie in legno. 

Sul momento si era anche chiesto cosa avesse portato Brittany a scuola a quell’ora del mattino. Aveva appoggiato lo zaino sul tavolo e sembrava assorta in qualche pensiero. Lui aveva anche pensato di andare a salutarla, quando Sam era inciampato in un sasso e lo aveva sbilanciato, facendoli finire entrambi con il culo per terra, tra gli sfottò di Puck. Prevedeva che da li al giorno dopo avrebbe avuto un livido gigantesco all’altezza del fianco, dove il pesante pacco lo aveva colpito nella caduta.  Seppur senza grossi danni collaterali, il piccolo incidente gli aveva fatto dimenticare la ragazza, almeno fino a quel momento.

Mentre ricordava l’accaduto, Santana entrò in aula, ultima dei membri del Glee. Con l’aria livida e un passo quasi marziale sembrò scegliere il punto più lontano possibile da Brittany. Probabilmente non aveva mai visto le due ragazze tanto distanti.  “Un momento… Ho capito bene?” bisbigliò Finn verso Rachel che sedeva alla sua destra. “Stai dicendo sul serio? Brittany e Santana?! Non avevo nemmeno capito che avessero reso le cose ufficiali!”

Rachel roteò gli occhi dandogli un leggero colpo sul braccio. “ Mi chiedo dove tu sia durante le prove del Glee… Persino un cieco avrebbe più chiara la situazione!”
“Non è che non sapessi di loro due…” puntualizzò Finn. “ Le uscite a voce alta di Brittany sono abbastanza inequivocabili. Solo pensavo che fossero … beh. Amiche di coccole?”
Rachel roteò gli occhi “Questo non accadrebbe se non fossi così preso dal football. Maledizione, Finn! Noi due siamo i leader qui dentro. Il che significa che abbiamo una responsabilità verso gli altri. Non puoi non notare certe dinamiche…”

“ Non vedo come il nostro ruolo qui nel Glee Club ci debba portare a impicciarci dei fatti altrui…” protestò il ragazzo allungando il collo verso le prime file, dove Brittany si era seduta con le mani in grembo, il capo chino.
“ Non possiamo permetterci spaccature nel gruppo!” sbottò Rachel con il tono che era solita utilizzare quando cercava di spiegargli concetti che reputava scontati. “ Cosa pensi che succederebbe alle nostre chance di vincere le nazionali se Santana e Britt non si parlassero più? O se iniziassimo a prendere le parti dell’una piuttosto che dell’altra!?”
“Ok. Ho afferrato…” sospirò Finn con aria torva, “Non occorre usare quel tono.”

“Dobbiamo fare qualcosa, Finn.” Insistette Rachel girandosi con il busto totalmente verso di lui e afferrandogli le mani con urgenza.
“Certo, suppongo di sì.” Annuì il ragazzo senza troppa convinzione, mentre il professor Schuester entrava finalmente in classe. “ Hai qualche idea?” Quasi già iniziava a pentirsi di averglielo chiesto. Quando Rachel incominciava a macchinare strani piani, le cose finivano sempre per complicarsi ulteriormente, come una palla di neve che inizia a rotolare giù da un pendio scosceso e si ritrova come una slavina a valle.
“Dobbiamo sondare il terreno per capire la reale gravità della situazione” mormorò Rachel più a se stessa che al suo ragazzo “ credo dovremmo provare a parlare con loro. Offrirgli una fonte di sfogo! E poi vedremo come comportarci...”
Le sue parole furono coperte dall’inizio del discorso di Mr. Schuester, ma Finn non afferrò che metà di quello che il professore stava dicendo loro. La sua attenzione spaziava a destra e sinistra dell’aula di canto, attento a studiare Brittany e Santana. Le ragazze sembravano voler essere a miglia di distanza da quell’aula.
*****
“ Io penso a Santana, dovrebbe essere più semplice per te parlare con Brittany!” gli aveva spiegato Rachel uscendo dalla sala prove.
Finn aveva annuito alla bozza di piano. Sospettava, con un elevato grado di certezza, che lei non volesse farlo avvicinare troppo alla ragazza ispanica, considerati gli ovvi precedenti. Non era un segreto che Rachel credesse che Santana potesse essere una bomba vagante da disinnescare prima che minasse il loro rapporto. Finn l’aveva più volte rassicurata, ma ormai aveva capito da tempo che far cambiare idea a Rachel non era la cosa più semplice del mondo. Con quella consapevolezza in testa, Finn focalizzò i suoi pensieri sull'altra Cheerleader.

Brittany s. Pierce era una presenza ricorrente nella sua vita dacché avesse ricordi.  Abitavano a un paio di isolati di distanza e avevano frequentato sempre le stesse classi. Eppure, per un qualche strano motivo, le occasioni in cui i due avevano effettivamente parlato si contavano sulle dita di una mano. In realtà non poteva dire di conoscerla un gran ché, superficialmente rendeva meglio l'idea.
Vero, il Glee club avrebbe potuto in qualche modo cambiare le cose. Tuttavia era praticamente impossibile approcciare la ragazza senza ritrovarsi anche Santana tra i piedi. Considerando le paranoie di Rachel, e considerando che Santana era dannatamente brava a farlo sentire un gorilla, si era sempre guardato bene da limitare ogni interazione. Prima ancora aveva avuto quella storia con Quinn, e sebbene le ragazze fossero amiche, non c’era mai stata occasione di approfondire le conoscenze.

Durante le superiori Brittany si era costruita una reputazione decisamente non invidiabile. Le voci di corridoio sostenevano che si fosse fatta ogni ragazzo ( e non solo) della scuola. A Finn veniva abbastanza difficile da credere, considerando che lui in prima persona era la prova che, come minimo, il record che le veniva attribuito non fosse così completo. Neppure le numerose feste clandestine tra Titans e Cheerios, che sfociavano sempre nel gioco della bottiglia o in 7 minuti in paradiso, avevano creato l’occasione per loro due. Non che ci avesse pensato chissà quanto! Aveva avuto la fortuna di non essere quasi mai single a lungo da quando aveva incominciato il liceo. Il perché la ragazza non si preoccupasse di smentire quelle dicerie era oltre la sua comprensione. Dietro quell'aria perennemente confusa, quelle gambe chilometriche e i commenti stralunati, non era difficile intravedere una persona dolce, gentile e un po’ ingenua.  Da quello che lui aveva intravisto grazie al Glee Club, c’era molto di più sotto la superficie.  

Sebbene ritenesse che Tina o Mercedes potessero essere più adatte a quel ruolo, Finn non aveva protestato troppo con Rachel. Dopotutto la sua ragazza aveva ragione almeno su una cosa: lui era il punto di riferimento all’interno del loro Glee Club. Per motivi che non gli erano del tutto chiari, di riffa o di raffa, a ognuno di loro interessava il suo punto di vista e lo riteneva una figura influente. Interessarsi delle dinamiche di gruppo e favorire l’armonia era una sua responsabilità. In ogni caso non aveva grosse opzioni: Rachel non si sarebbe fatta smuovere.

Fu non senza indecisione che avvicinò Brittany dopo le prove del Glee. La trovò intenta a fissare l’interno del suo armadietto come se fosse in attesa di qualcosa.
“Ehi, Britt!” la richiamò Finn, molleggiando sulle gambe, impacciato.
La bionda richiuse lo sportello con lentezza, prima di voltarsi e salutarlo con un sorriso tirato che non illuminò i suoi occhi. “Ciao Finn.”

“Senti… avrei bisogno di chiederti una cosa” tentò lui, senza avere ben chiaro in testa come avrebbe affrontato quella situazione. Lui era solo un ragazzo, come diavolo poteva saperne qualcosa di come si intavola una conversazione come quella con la giusta delicatezza? Puck aveva definito tutto quel casino come il Lesbodramma di Santana e Brittany. Lui era solo il quarterback della squadra di football liceale. Lui prendeva il pallone, coordinava i movimenti dei compagni e serviva il passaggio vincente. Cosa ne sapeva di Lesbodrammi?!

“ Ti ascolto. Ma ti dispiace se ci incamminiamo verso la mensa?” Brittany afferrò la cinghia del suo borsone che utizzava per l'allenamento, uno dei mille gadget firmati che Sue Sylvester forniva alle sue ragazze e che ora giaceva ai piedi di Brittany. Lo issò in spalla, non senza fatica. “Oggi è giornata di crocchette… vorrei arrivare prima che Mercedes si spazzoli anche la teglia che le bidelle tengono nascosta in cucina”. La borsa doveva essere ben più pesante di quanto lei avesse valutato, considerando che quasi perse l’equilibrio dopo il primo passo.

“Aspetta, lascia che ti dia una mano con quella" si affrettò lui, afferrando la cinghia e liberandola dal fardello. Era effettivamente molto pesante. “Ma cosa ci devi fare con tutta questa roba?” esclamò, quasi pentendosi della sua improvvisa cavalleria.
“Sono per lo più libri…" fece spallucce lei. “ I miei voti fanno schifo e mia madre mi ha fatto uno strano discorso sul fatto che non miglioreranno se li lascio sempre nell'armadietto e non li apro mai. Pazzesco no?”
“Da non credere…” annuì lui, non del tutto convinto, mentre la ragazza prese a muoversi lungo il corridoio. " Così li porto a casa... magari un cambio di prospettiva gli farà bene! Li capisco... stare tutto il tempo nello stesso posto non deve essere stimolante".A Finn non era chiaro se Brittany si aspettasse effettivamente che la sua media dipendesse dall'umore e dal contesto in cui trovavano i libri o se stesse scherzando.Preferì non indagare, prendendo a seguirla, un po’ storto per il peso. Come diavolo aveva potuto pensare di riempire quella borsa con tutta quella roba e non procurarsi una grossa ernia?   

“Se hai bisogno di pesi per fare allenamento basta chiedere a Sam, non occorre svaligiare la biblioteca!" annaspò lui dopo un paio di minuti. “ Aspetta un momento..." mormorò con un filo di affanno " Non è che stai cercando di farti i muscoli per fregarmi il posto da quarterback?”
Lei rise di gusto e Finn si sentì fiero della sua battuta. Cercando di riguadagnare un tono serio, Brittany riprese a camminare, aggiungendo “I miei bicipiti sono già più scolpiti dei tuoi, per la cronaca!" Lui la guardò torvo, ma fu tradito dal suo stesso riso. Cercò di non dare troppa importanza al fatto che effettivamente la ragazza fosse più tonica di lui.  Non stava andando male per essere una delle prime conversazioni con Brittany.

“Grazie dell'aiuto, ad ogni modo" gli disse dopo una manciata di secondi, cambiando discorso. “ Di cosa avevi bisogno?”
“Hai presente il progetto per il Glee di cui parlava oggi Schuester?” le domandò mentre le indicava di girare nel corridoio a destra. Poco davanti a loro, impalati in mezzo alla via, aveva individuato alcuni dei regazzi della squadra. Le granite in mano e il ghigno sui loro volti non erano una vista rassicurante ma Finn aveva incominciato a prevedere quelli che erano i posti da evitare se si desiderava restare asciutti. Fortunatamente, i suoi cari amici erano parecchio ripetitivi.

Brittany afferrò al volo la situazione e sterzò con eleganza prima che quelli potessero notarli tra la folla. Anche per lei valeva la stessa cosa: essere una delle Cheerleader più popolari della scuola non le forniva una copertura sufficientemente grande dall'essere presa in giro per far parte del Glee Club. E molti ragazzi sembravano trovare l'idea di una Brittany bagnata particolarmente intrigante.

“Si, insomma.. più o meno. Devo ancora pensare che cosa fare a riguardo. Di solito mi affido totalmente a Santana per queste cose... di solito è lei a fare l'alpha della situazione… " rispose pensierosa.
La mascella di Finn quasi cedette. Gli venne parecchio difficile scacciare l’immagine mentale di una Brittany dallo sguardo furbo scrutare in attesa una Santana in uniforme da Cheerios intenta a lucidare un grosso- “Postino. Pensa al dannato postino, Finn!”

Dovette impegnarsi parecchio questa volta. Dannata Brittany, dannate le sue frasi ambigue e dannati i suoi pensieri malsani. “Perché questa volta non facciamo coppia io e te?" improvvisò, conscio che non avrebbe mai scacciato quel pensiero dalla testa se non si fosse deciso a parlare.
Lei inchiodò letteralmente e lui tentò di fare altrettanto, dovendosi impegnare a non sbandare di lato per il contraccolpo provocato dal peso della tracolla. “Mi stai chiedendo di lavorare assieme al numero per il Glee?” lei sembrava totalmente spiazzata all'idea, come se le avesse chiesto chissà cosa.

Un paio di studenti del primo anno passò correndo tra di loro, in preda alle risate. Finn si chiese dove trovassero tutto quell’entusiasmo.
“Non hai pensato che Rachel potrebbe volere la mia testa per questo? Ancora non mi parla per quella storia del doppio appuntamento…” la risposta di Brittany lo riportò al focus della discussione.
“… che tra parentesi è stato un fiasco!" rispose il ragazzo, " a malapena ho fatto due forchettate quella sera!"
“Già, c'era un topo nei miei spaghetti…" ricordò lei con fare nostalgico, “muoveva ancora i baffetti!”

“Ho già parlato con Rachel.” Tagliò corto Finn sentendo uno strano senso di colpa all’altezza dello stomaco. “ Abbiamo deciso che può essere interessante mescolare le carte al Glee... per stimolare la creatività del gruppo!" Tecnicamente non ne avevano proprio parlato. Ma aveva un piano.  Si, esatto. Lo aveva formulato nei 10 secondi precedenti, vero! E non aveva vagliato le possibili conseguenze, altrettanto vero. Ma era pur sempre un piano. Anche lui, ogni tanto aveva buone idee. Per Giove, era il quarterback della squadra di football! Il cervello e il braccio al servizio della squadra! Rachel voleva che Brittany si aprisse circa suoi sentimenti con lui? Beh, non poteva di certo succedere così a comando! Dovevano passare un po’ di tempo insieme. Conoscersi meglio. E visto che lo stava facendo per il bene del Glee club, sarebbe stato proprio il Glee club a venire in aiuto! Ai suoi occhi sembrava che nulla potesse andare storto.

Lei sembrò metterci un’eternità nel formulare una qualsiasi risposta. Lo scrutava con un’espressione indecifrabile, mangiucchiandosi il labbro. “Non capisco perché vorresti me, ci sono un sacco di opzioni più valide…" disse infine, riprendendo a camminare.
Fu il suo turno di essere sorpreso. “ Vuoi scherzare? Se siamo qualificati per le Regionali è merito della tua performance durante Valery! Sei stata formidabile- lo sei sempre quando balli- e non te la cavi affatto male nemmeno con il canto!”

“Se siamo alle Regionali è merito della voce di Santana e del duetto di Sam e Quinn" lo corresse lei, “ mi sono limitata a svolazzare loro accanto..." aggiunse scrollando leggermente le spalle.
Quella mancanza di consapevolezza nei suoi meriti lo colpì. “Ehi…” protestò Finn. “Non dire cosi. I ragazzi sono stati tutti magnifici…" concordò con lei annuendo animatamente e sforzandosi di starle dietro. “ Ma tu hai saputo dare consistenza a un’esibizione che sarebbe stata semplicemente forte, ma che invece è stata memorabile!"
Il sorriso della ragazza non tardò ad arrivare, seppur solo accennato. Questa volta, però, qualcosa brillò nei suoi occhi blu. “Non hai citato Mike… la coreografia è stata in gran parte una sua idea.”

“Te lo concedo, Mike è un grande…” non aveva problemi a lodare uno dei suoi più grandi amici, “ ma il premio come miglior performer delle provinciali mi sembra lo abbiano assegnato a te!”
“Se non fosse stato per il pettine di Artie.." 
“Oh, andiamo… sarò pure tonto" la guardò con finto fare severo, “ma sappiamo tutti che lo avevi perso un'ora dopo averlo ricevuto.”
“Già.” Sbuffò Brittany. “Se fossi stata più attenta non avremmo pareggiato… la foto celebrativa sarebbe stata meno imbarazzante senza i membri dell’altra squadra a guardarci in cagnesco.”

Si erano ritrovati alle soglie della mensa, facendosi largo tra la folla di studenti. Brittany puntò un tavolo e lui lasciò la borsa sulla panchina adiacente. Non era male la sensazione di reimpossessarsi della propria spalla.
“Devo andare all'allenamento ora… o la coach mi leverà davvero il posto per affidarlo a te." Abbozzò un sorriso. La battuta quache minuto prima l'aveva divertita, quindì pensò di battere il ferro finchè fosse caldo.
Lei annuì. “Dovresti fare qualche peso ogni tanto... così, giusto per scoraggiare potenziali competitor.” Parve riflettere per un momento, poi aggiunse, " Ho visto un documentario una volta su un branco di leoni in Africa. Il capobranco veniva rispettato da tutti fino a quando un maschio più prestate non lo ha sfidato..."

Finn levò un sopracciglio. " E come è finita?"
"Non bene per il capobranco, o meglio.. ex capobranco. Credo che la morale sia che non si deve mai riposare troppo sugli allori.." Brittany scrollò le spalle con un lieve sorrisino. Stava cercando di dirgli qualcosa senza essere troppo rude? Finn lottò per non sentirsi troppo in colpa riguardo lo spuntino che si era concesso fuori pasto. Poi si ricordò che i documentari non avevano una morale come nelle favole e si sentì più tranquillo.
“Pensaci su per il progetto.. senza fretta e senza obbligo." Le disse infine, tornando a concentrarsi sul motivo per cui era li. " Se l'idea non ti dovesse convincere, non ne farò un dramma. Ma se ti va di fare qualcosa insieme, scrivimi!”
Lei annuì, giocherellando con l’orlo della propria gonna, pensierosa. “Va bene…” mormorò guardandolo finalmente negli occhi “ Ti faccio sapere. E Finn… grazie per la borsa!"
Lui fece un gesto vago con la mano e la salutò.
 
*****
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Spekled2