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Autore: Mozaik    01/08/2020    4 recensioni
Non parlare con gli sconosciuti.
Era stato uno dei pochi insegnamenti che Zia Petunia aveva dato nella stessa maniera sia a Dudley che ad Harry, anche se bruscamente come al solito. E non era solo lei a dirlo ma anche le maestre, i libri, la televisione. Poteva essere pericoloso.
Ma Harry, dall'alto dei suoi sei anni, pensava fosse una cosa un po' stupida. Quando un poliziotto ti ferma, tu puoi parlargli, no? Ed è giusto salutare quando si esce dai negozi, Zia Petunia lo aveva sgridato tante volte perché secondo lei non lo faceva mai.
Se la regola non valeva per tutti, allora per chi? Come poteva saperlo, se nessuno glielo diceva?
E poi... non era stata colpa sua. Era stato lo sconosciuto a parlare per primo con lui.

Storia partecipante al contest "Kids everywhere!" indetto da Mari Lace sul forum di EFP
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Kreacher, Regulus Black
Note: Kidfic, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non parlare con gli sconosciuti.
Era stato uno dei pochi insegnamenti che Zia Petunia aveva dato nella stessa maniera sia a Dudley che ad Harry, anche se bruscamente come al suo solito. E non era solo lei a dirlo ma anche le maestre, i libri, la televisione. Poteva essere pericoloso
Ma Harry, dall'alto dei suoi sei anni, pensava fosse una cosa un po' stupida. Quando un poliziotto ti ferma, tu puoi parlargli, no? Ed è giusto salutare quando si esce dai negozi, Zia Petunia lo aveva sgridato tante volte perché secondo lei non lo faceva mai.
Se la regola non valeva per tutti, allora per chi? Come poteva saperlo, se nessuno glielo diceva?
E poi... non era stata colpa sua. Era stato lo sconosciuto a parlare per primo con lui! Non poteva essere sgridato per questo. E si era subito presentato, con un nome lungo e strano come nei libri, e sapeva il suo di nome, quindi come potevano essere estranei?
Non sembrava pericoloso, anche se era vestito in maniera strana e aveva grosse cicatrici sulle braccia. Gli sembrava più che altro un principe, bello e imponente e che diceva parole che Harry ancora non aveva imparato a scuola.
Gli si era avvicinato mentre puliva il giardino, lo aveva salutato e poi gli aveva fatto tante domande. 

"Come stai?" 

"Ti trovi bene qui?" 

"Lo sai che conoscevo i tuoi genitori?"

A quest'ultima frase, Harry aveva deciso di ignorare qualsiasi avvertimento e di avvicinarsi di più. Nessuno gli aveva mai parlato di mamma e papà, tranne Zia Petunia per dirgli come erano morti e come lui dovesse "essere grato" per non essere finito in orfanotrofio.
Ma l'uomo, il Signor Black, non disse nulla del genere. Invece cominciò a raccontare una storia di magia, di mondi nascosti di cui Harry faceva parte, di guerra e di coraggio e di ingiustizia. Ad un certo punto, per dimostrargli di non star mentendo, aveva mosso un bastoncino e tutti i vestiti di Harry avevano cambiato colore, per poi chiamare un "elfo domestico" che nessuno dei passanti sembrava star notando, come se fosse invisibile.

E Harry aveva creduto subito alla magia.
Ma non aveva creduto alla proposta di andare a vivere con lui.
Non aveva senso. Non poteva volerlo con sé, Harry era... strano e senza amici e come gli dicevano sempre i suoi zii uno "spreco di spazio". Nessuno si interessava a lui a scuola, né i compagni né le maestre, quindi doveva essere una bugia. Non era così stupido da pensare che, come nelle fiabe, sarebbe arrivato qualcuno ad aiutarlo.

"Perché?" Chiese, per l'ennesima volta in pochi minuti. Sapeva che prima o poi l'uomo avrebbe urlato, si sarebbe stancato, succedeva sempre in fondo...
Ma il Signor Black sorrise ancora, triste. "Perché non dovresti essere qui ma con i tuoi genitori, o con mio fratello. E perché non è giusto che ti trattino..." La sua faccia diventò come quella di Dudley quando aveva mangiato un intero limone. "...in questo modo. Non importa ciò che dice Silente..."
Stava dormendo, era certo. Si stava per risvegliare nel suo sottoscala da un momento all'altro. O forse, era tutta una bugia perché era davvero pericoloso. Ma se avesse voluto fargli del male, non gli avrebbe detto tutta la sua storia, che era stato cattivo in passato, che il padrino di Harry era in prigione. Non aveva senso. 
Però... sarebbe stato così bello. Non sentire più le urla dello zio, le botte di Dudley, gli strilli della zia. Avere magari un sottoscala più grande, anche solo di poco...
"Devo... se vengo con voi, devo cucinare?" Chiese, timidamente.
L'elfo lo guardò stranito, ma il Signor Black scoppiò a ridere. La sua espressione, tuttavia, non sembrava felice. "Per Merlino, assolutamente no, Harry." Spiegò. "Né lavare i panni, badare al giardino o qualsiasi altra faccenda simile. Certo ci saranno sicuramente delle regole, come un coprifuoco o quando rimettere a posto i tuoi giocattoli..."
"Padron Regulus perdoni per favore Kreacher per ciò che Kreacher sta per dire, ma Padron Black dice... assurdità!" Esclamò la creatura, che aveva gli occhi quasi fuori dalle orbite. "Tutte le faccende domestiche appartengono solo ed esclusivamente a Kreacher! Questo include anche che Kreacher rassetti le stanze, compresa quella di Harry Potter. Padron Regulus e suo fratello non hanno mai dovuto alzare un dito..."
Il Signor Black fece una smorfia. "E abbiamo visto come è cresciuto Sirius, vero?"
Ma Harry non li stava ascoltando, non più. Avrebbe... avuto dei giocattoli? Non quelli che Dudley rompeva e poi buttava, che doveva andare a recuperare prima che finissero nel cassonetto, o quelli che trovava a scuola o per strada e riusciva a nascondere nel suo sottoscala? No... non solo. La stanza di Harry Potter. Una stanza, tutta per lui, con magari una finestra e un armadio veri, senza ragni che penzolavano dal soffitto o il rischio di sbattere la testa contro il soffitto quando si alzava! 
"Harry?!" Non si era accorto che il Signor Black si era chinato davanti a lui, preoccupato. Sembrava addirittura spaventato. "Ho detto qualcosa di male? Non piangere, se vuoi cucinare non ti fermeremo, sono sicuro che potremmo... imparare a fare delle torte insieme o q-quelle cose che fanno i Babbani, ma-"
Gli si gettò fra le braccia, piangendo forte senza nemmeno sapere perché. Inizialmente l'uomo si irrigidì, poi ricambiò l'abbraccio, dandogli leggere pacche sulla spalla. Quando si rialzò, lo portò su con lui. 
"Pe... perché?" Chiese il bambino. "Perché voi e loro no? C-cosa ho fatto di male?"
Il Signor Black lo strinse più forte. "Nulla." Rispose. "E non dovrai più tornare qui."
"M-Mai più?"
"Non finché avrò vita."
Harry tirò su col naso, e non riuscì a fermare un singhiozzo. "Pro-Promesso?"
L'uomo annuì, e Harry nascose la testa contro la sua spalla e pianse. E mentre l'uomo lo portava via, si disse che non era stato "stupido" e "irresponsabile". L'uomo aveva parlato per primo, non era stato lui.
E, in fondo, Zia Petunia non gli aveva mai detto di non andare con uno sconosciuto.















Io, il giorno di iscrizione al contest: Scriverò certamente qualcosa sull'infanzia di Regulus!
Sempre io, a pochi giorni dalla consegna, mentre sto cestinando tutto: Regulus sopravvissuto agli Inferi va a rapire Harry dai Dursley per dargli una casa decente.

E' il primo contest di EFP a cui partecipo (o meglio... il primo a cui consegno. Credo che anni fa io abbia provato da qualche altra parte, ma ho rimosso dalla mia memoria il tutto) e mi sono reso conto che un limite di mille parole mi ha distrutto. Al di fuori da contesti scolastici o da Soggetti e Sinossi per progetti editoriali non avevo mai scritto con un limite, ed è estremamente difficile, molto di più che scrivere una storia a briglia sciolta. Anche se non dovessi vincere, diciamo che sono già soddisfatto del risultato per essere riuscito a far quadrare i conti.
...Solo che adesso ho tremila idee per fare una serie basata su questa Oneshot. E ho ancora tre long da continuare e altre già annunciate da iniziare. Fermatemi.
Spero di aver trasmesso bene i pensieri di Harry: ho inserito appositamente l'avvertimento "tematiche delicate" perché, per quanto Harry ne parli in maniera infantile nella sua testa e anche i libri la affrontino in maniera molto fiabesca, alla cenerentola... si parla sempre di abuso. 
Spero che la lettura vi sia piaciuta, e se volete passate anche dalle altre mie storie! Per chi aspetta gli aggiornamenti... scusate, ragazzi. La quarantena mi ha sconvolto tutti i piani che mi ero fatto a Febbraio. Riprenderò a postare a breve!
Saluti, Mozaik.
  
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