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Autore: Elisa_Malse    02/08/2020    1 recensioni
*DAL CAPITOLO: ??? *
«Sai le favole che ti raccontano da bambino, dove ci sono gli uccellini che ti svegliano cinguettando, dove viene a salvarti il principe azzurro e così la tua vita da 'stupenda' diventa 'magnifica' e finisce con un bel "vissero per sempre felici e contenti"?... Ecco, anche se sarò l'unica testa di cazzo che la pensa in questo modo, secondo me rimane una enorme cazzata»
Due ragazzi che sembrano molto diversi tra di loro ma che in realta' si assomigliano terribilmente.
Uno scorbutico e velenoso, che dice tutto quello che gli passa per la testa, ma in realta' ha solo paura di essere giudicato come un vigliacco senza palle.
L'altro che e' tranquillo, gentile e calmo, beh, in realta' quanto vorrebbe sputare addosso alle persone tutto il suo nervosismo ma non gli e' concesso farlo.
ᗷOY ᙭ ᗷOY
ᒪIᑎᘜᑌᗩᘜᘜIO ᐯOᒪᘜᗩᖇᗴ
¡Տᗴ ᑎOᑎ TI ᑭIᗩᑕᗴ Iᒪ ᘜᗴᑎᗴᖇᗴ, ᑎOᑎ ᒪᗴᘜᘜᗴᖇᗴ
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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{Posto: ////}
{Anno: ****}

{Pov's ???}

Salve. Strano modo di cominciare un racconto, eh? Mi dispiace per non essermi ancora presentato ma non siete ancora pronti per scoprirlo.

E smettetela di fare quelle facce confuse, prima o poi ve lo dirò, promesso.

Voi per il momento avete una sola cosa da fare: ascoltare. Magari in silenzio e con le orecchie ben aperte, odio non essere ascoltato.

Ed io so bene cosa significa non essere ascoltato o capito, ho avuto a che fare con questo problema tutta la vita e, cazzo, non è bello per niente. Ve lo posso assicurare.

Sono qui per raccontarvi una storia. La mia storia. So cosa state per dire, "che cosa diamine ce ne puo' fregare della tua vita?" e avete ragione, ma ho voglia di mostrarvi quanto a volte Dio sia il più grande figlio di puttana quando si mette a giocare con la vita delle persone.

Con la mia di vita ha giocato per molto tempo, finchè un giorno non ho deciso di raggiungerlo.

E di mandarlo personalmente a quel paese.

Questa non sarà la classica storia di "vissero tutti felici e contenti", dove c'è gente che canta canzoni alla cavolo di cane e si mette a saltellare tra i prati con gli animali accanto che cantano e scoreggiano nel mentre.

Beh, da piccolo però avevo il sogno di lavorare con gli animali... Diciamo che ci sono andato vicino almeno con uno in particolare.

Il più grande stronzo mai conosciuto sulla faccia della terra e conosciuto in un posto abbastanza discutibile. Così maledettamente stronzo ma anche così interessante.

Diamine, vi sto spoilerando un po' troppo, eh?

Mi dispiace ma non parlo da tutta la vita, un po' mi dovrò sfogare, no? Beh, che dire?

Cominciamo.

{Osᴘᴇᴅᴀʟᴇ ᴅɪ Sᴇᴏᴜʟ, 04:30}
{Aɴɴᴏ 2019}

{Nᴀʀʀᴀᴢɪᴏɴᴇ ɪɴ ᴛᴇʀᴢᴀ ᴘᴇʀsᴏɴᴀ}

Era già notte fonda a Seoul e fuori dall'edificio tirava un forte vento invernale quando la campanella d'allarme risuonò per uno dei corridoi dell'ospedale, facendo scattare subito così i medici in allerta. La campanella era accompagnata anche dall'incessante "BIP BIP" che proveniva dal monitor, che serviva a mostrare i segni vitali del paziente. I battiti si erano fatti irregolari e sempre più lenti, la pressione scendeva sempre più velocemente. Sul lettino era steso un ragazzo di diciassette anni, al naso aveva un tubicino che gli permetteva di ricevere abbastanza ossigeno e sul braccio destro aveva una flebo attaccata ma che venne subito rimossa da uno degli infermieri in fretta e furia così da rimpiazzarlo con un liquido diverso da quello che c'era nella sacca. Gli cambiarono la flebo, il tubo da cui respirava e la dose della medicina. I battiti dopo un po' ritornarono regolari e idem la pressione, questa volta il ragazzo non se ne era neanche accorto del pericolo che aveva passato. Tutti gli infermieri tirarono un sospiro di sollievo prima di uscire, eccetto uno. Il medico che gli era stato affidato al ragazzo, il suo nome era Taehyung e teneva tanto al paziente come se fosse suo figlio. Appoggiò dolcemente la fronte contro quella dell'altro, sospirando di sollievo.

«Riposati ora, Eunji» sussurrò prima di uscire anche lui dalla stanza, passandosi una mano fra i capelli castani. Non si rese neanche conto che il ragazzo nominato riaprì lentamente gli occhi mentre se ne andava. Questo lo osservò andarsene prima di chiudere di nuovo gli occhi pesanti e stanchi, per poi sospirare tristamente. Una sola cosa avrebbe voluto dire al medico in quel momento, non per cattiveria nei suoi confronti, ma solo perchè aveva sentito quella frase troppe volte per dieci anni.

-Vaffanculo-

Questo gli avrebbe voluto dire. Aprì debolmente la bocca solo per poi chiuderla, tirò debolmente sù una mano fino a portarsela sul viso, scrollandosi di dosso tutte le goccioline di sudore che aveva sulla fronte prima di cadere in un sonno pronfondo. Povero Eunji, aveva riscontrato problemi di respirazione già all'età di sette anni e il tumore al cervello all'età di dieci anni. Non poteva nemmeno immaginare di fare una vita intera fermo su un letto di un ospedale o girovagando per i corridoi con tanto di flebo e sacca a portata di mano, per lo più senza i suoi genitori. Una separazione davvero devastante, il padre non riuscì a controllarsi dalla rabbia e così uccise prima la madre e poi lui stesso in preda alla disperazione, per fortuna quella sera il ragazzo era stato mandato a dormire dai nonni. Un aspetto positivo? Tutti nell'ospedale ormai lo conoscevano e lo rispettavano per la sua forza e il suo coraggio, nonostante le sue malattie crescevano insieme a lui. Continuava sempre a sorridere e a trasmettere positività.

O almeno ci provava.

Il mattino seguente si svegliò con la luce del sole che gli illuminava il viso. Sospirò stancamente, sbadigliando e tirandosi lentamente in sù, seduto , stando attento a non togliere cavetti e flebo nel mentre. Sì guardò attorno, nel tentativo di riprendersi dalla nottata movimentata e, soprattutto, cercando di svegliarsi almeno un po'. La stanza era vuota come al solito, solo la sua parete, dove stava con il lettino, era l'unica decorata con suoi disegni fatti a matita, ad acquerelli e a tempera, ma c'erano anche i disegni che gli erano stati dedicati dai bambini dell'ospedale: disegni di paesaggi, animali, lui vestito da supereroe o addirittura da angioletto, tutti fatti rigorosamente con pennarelli di ogni tipo. Nella stanza c'era solo lui e la donna delle pulizie che era intenta a lavare per terra. Appena si accorse che il ragazzo si fosse svegliato, lo guardò dolcemente, aprì la bocca e cominciò a parlare molto lentamente.

«Buongiorno Eunji» disse lei sorridendo.

-Smettila di parlarmi in quel modo, non sono rincoglionito e nemmeno ritardato-

L'altro sorrise dolcemente come suo solito, salutandola con la mano. L'altra continuò.

«Te la senti oggi di andare a lezione?» Chiese riprendendo poi a pulire dopo aver ricevuto un piccolo cenno di capo. Nell'ospedale mandavano ogni volta dei maestri per i ragazzi che, nonostante le loro condizioni, volevano comunque continuare a studiare per non rimanere indietro con gli studi. Alcuni avevano un insegnante privato, altri, come Eunji, andavano in una sala comune tutti insieme come se fossero una vera classe. Il ragazzo guardò l'orologio che era attaccato al muro, erano le otto e un quarto di mattina, tra venti minuti le lezioni sarebbero cominciate. Guardò la flebo e la sacca, era piena, gliela avranno cambiata da poco mentre dormiva e in più, su un ripiano più distante era presente la sua solita colazione. Con il consenso della donna delle pulizie, scese dal lettino lentamente, appoggiando i piedini scalzi sul pavimento e prendendo in mano l'asta dove era collocata la sacca con la flebo e dove era attaccato il tubicino che gli permetteva di respirare. Si trascinò verso la sua colazione, mangiandola nel giro di cinque minuti, per poi prendere il suo quaderno, il suo astuccio e il suo album da disegno, non si sa mai. Diede un ultimo saluto alla donna di mezza età prima di uscire dalla sua stanzetta. Per i corridoi viaggiano avanti e indietro medici e infermieri indaffarati, salutandolo con dolci sorrisi e lui, ovviamente, li ricambiò tutti. Era incredibile quanto tutta quella dolcezza nei suoi confronti gli facesse piacere e gli desse fastidio allo stesso tempo. Non era più un bambino, non voleva più farsi coccolare e consolare per tutto quello che gli stava succedendo. Cavolo, si vergognava ancora per la scenata che ha fatto la prima volta quando ha avuto i suoi primo problemi respiratori e non solo, ma allo stesso tempo sentiva la necessità di sentirsi un po' più amato, di sentire un po' di calore che alla fine non aveva mai avuto da parte dei suoi genitori. Appena arrivò alla stanza, bussò dolcemente prima di aprire la porta, per fortuna non avevano ancora iniziato, l'insegnante era appena arrivato. Lo conosceva, era il maestro di matematica e scienze, simpatico ma un po' palloso. Appena l'uomo vide Eunji, gli sorrise raggiante.

«Buongiorno campione! Come va oggi?» chiese il maestro, dando una leggera pacca sulle spalle al ragazzo.

-Mi stai prendendo per il culo?-

Il più piccolo sorrise a sua volta gesticolando  lentamente.

"Sto abbastanza bene oggi, grazie" disse sicuro, sapendo che l'altro lo poteva capire.

«Bene bene, accomodati pure allora, sei arrivato giusto in tempo» disse ricevendo un cenno di capo da parte del ragazzo accompagnato da un sorriso. Si diresse nel suo solito posto in fondo all'aula da solo, tirando subito fuori i suoi amati appunti impeccabili. Avrà ascoltato per le prime due orette ma, durante la lezione di storia, si è buttato sul disegno. Purtroppo storia è una materia che ha sempre odiato e la maestra riusciva a renderla ancora più noiosa, parlava a machinetta. Tutto d'un tratto però piombò una ragazza nella stanza urlando un "mi scusi per il ritardo", facendo sussultare tutti quanti.

«Ma ti sembra il modo?! C'è gente che soffre di problemi di cuore qua dentro e poi dove le hai lasciate le tue buone maniere?» Chiese furiosa l'insegnante. La ragazza chiese umilmente scusa più e più volte, tenendosi i libri stretti al petto. Eunji la guardò attentamente, era magra... Troppo magra, i vestiti gli stavano molto larghi. Il ragazzo sospirò tristamente prima di ritornare a disegnare.

-É anoressica...-

A distrarlo fu lo spostamento improvviso del banco. Si girò verso la figura che gli si era seduta accanto in modo "elegante", era proprio la ragazza di prima.

-Sarà anche piccola ma ha l'eleganza e la grazia di un elefante-

Le diede un sorriso leggermente imbarazzato prima di finire di chiaro scurare il suo disegno. Non passarono neanche dieci minuti che sentì subito del fiato caldo sul collo. Si girò lentamente, vedendo che la "molestatrice" lo stava fissando.

«Che disegni di bello?» sussurrò con un dolce sorriso la ragazza. Eunji ci mise un attimo prima di mostrargli il disegno, era il ritratto di una cantante che a lui piaceva molto, non era coreana e capiva la metà di quello che diceva ma adorava comunque la sua voce. Sospirò un po' a disagio.

-Ecco che adesso mi chiede chi è sta...-

«Oddio è bellissimo! Sai, piace anche a me Melany Martinez» disse attirando subito l'attenzione del ragazzo.

-Beh, wow, hai superato... Ogni mia aspettativa-

Sorrise annuendo, contento che finalmente qualcuno avesse i suoi stessi gusti musicali. Peccato che la magia durò poco, la ragazza venne ripresa, facendola zittire per i prossimi cinque minuti. Davanti a lui si presentò un foglio con sopra scritto qualcosa, era una scrittura sicuramente femminile.

=Come ti chiami? Io Kim Jisso=

Il ragazzo la guardò un attimo prima di scrivere.

=Jung Eunji=

Scrisse prima di passare il foglio di nuovo alla ragazza. Dopo un po' questo ritornò indietro.

=Come mai sei qui te? Io per anoressia=

Quella domanda lasciò spiazzato il ragazzo, congelandolo sul posto, per un attimo aveva perso tutta la stima verso la nuova compagna. Le consegnò il foglio senza rispondere, sperando che la smettesse di fare domande, ma evidentemente le sue preghiere non furono ascoltate.

«Va beh, vorrà dire che tirerò ad indovinare» disse sussurrando prima di cominciare a scrivere.

=Problemi al cuore?=

A quella domanda il ragazzo sbuffò, tirando una "X" di fianco in segno di negazione. La ragazza continuò.

=Problemi al fegato?=
=Problemi ai reni?=
=Ossa rosse?=
=Problemi alla prostata?=

Il ragazzo mise di nuovo l'ennesima "X" ma prima che Jisoo continuasse, si mise a scrivere frustrato.

=Potremmo smettere di fare questo "gioco", non mi pare il caso...=

Scrisse sospirando.

-Fatti gli affari tuoi...-

La ragazza lo guardò prima di parlare.

«Perchè non parli mai? Ti vergogni?» Chiese dolcemente, inarcando un soppraciglio, incuriosita. Quella domanda prese Eunji in contro piede, ovviamente non era la prima volta che glielo chiedevano ma ogni volta lo mettevano in una posizione di tale disagio che gli faceva sudare freddo. Deglutì a fatica, per poi ringraziare la maestra mentalmente per aver comunicato la fine delle lezioni. Voleva in quel momento solo prendere la sua roba e scappare nella sua stanza ma non poteva lasciarla in quel modo dopotutto. Insomma, sicuramente veniva da un altro ospedale visto che non l'aveva mai vista prima d'ora, non poteva sapere delle sue "difficoltà". Scrisse velocemente qualcosa sul foglio prima di scappare via. Jisoo lo guardò confusa, guardando poi il foglio di carta. Sgranò gli occhi dispiaciuta e anche per aver realizzato la magnifica figura di merda che aveva appena fatto.

=Sono muto=


Angolo dell'autrice:
Ma salve :D
Benvenuti su questa storiella un po' tristerella- okay, le rime non sono adatte a me. Io sono nuova ma non nuovissima su questa piattaforma, nel senso che tanto tempo fa scrivevo in questo account ma poi sono andata su Wattpad. Questa storia la potete trovare anche sull'altro mio profilo sempre su Wattpad, mi chiamo lí 7_zingari_gialli (lo so, un nome insolito ma a me piace cosí haha).
Io ricordo che tanto tempo fa c'era un problema con sta' cosa che quando scrivi il capitolo è tutto okay ma poi quando vai a pubblicarlo il testo si appiccica e io non so il motivo di sta' cosa-- se è ancora cosí, chiedo venia, non mi ricordo piú come si fa ;-; una buon anima me lo potrebbe dire nei commenti?
Detto questo, spero che la storia vi sia piaciuta, ciauuuu~
   
 
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