Il
piano di Jack e Granpapà ha inizio il
mattino seguente il loro incontro.
Frost,
dopo essere rientrato a casa Bjorgman
assieme ad Olaf, rivela quanto scoperto tra
l’incredulità di tutti.
“Sicuro
di stare bene? Ricevere notizie come
questa, scombussolano. Magari preferisci prima
metabolizzare…” – Ingrid è in
pena per il ragazzo che considera, ormai, di famiglia e teme possa
essere devastato
emotivamente per incamminarsi alla vista del palazzo.
“Tranquilla,
l’unico modo che ho di
interiorizzare il fatto è affrontarlo di petto. Voglio che
quella donna che si
spaccia per Anna, diventi la nostra carta vincente!”
“Pensi
che sarà così facile, fratello? Io non
sono molto convinta. Chi ci dice che quella è davvero nostra
madre? Chi ci
garantisce che sia in sé? Magari è stata plagiata
e non controlla cosa dice o
cosa fa” – sostiene Letizia, ancora frastornata
dalla scoperta raccontatale dal
maggiore.
“Proprio
per questo è necessario che sappia chi
sono in realtà. Dalla sua reazione, capirà se
è davvero Sandy oppure non lo è. Se
le cose dovessero andare male,a quel punto, avrò Olaf al mio
fianco. Lui vi
contatterà e metterà al corrente i trolls che
agiranno per salvarmi”
“Stai
rischiando molto, sei davvero coraggioso.
Sei un degno parente di mia moglie e mia cognata. Grazie di cuore, non
so cosa
avrei fatto senza il tuo aiuto. Appena torneremo alla
normalità, la prima cosa
che farò sarà nominarti mio braccio
destro” .- Kristoff gli dà una pacca sulla
spalla, in segno di gratitudine per poi abbracciarlo.
Un
solo particolare sembra essere da tutti
tralasciato. Ed è una vocina in fondo alla stanza, quella
del piccolo Agnarr, a
ricordare il dettaglio ai presenti.
“Jack
ma non hai visto Ineke e Aurora? Non so
dove sono”
Il
volto di Kristoff impallidisce sentendo i
nomi delle due figlie maggiori.
“Le
mie sorelle…dove sono?” – domanda ancora
il
bambino, stropicciandosi gli occhi.
“Al
castello non ci sono, questo ve lo
assicuro” – comunica il pupazzo di neve,
preoccupato.
Per
evitare di spaventare il piccino, chiede ad
Olaf e Letizia di distrarlo, giocando.
Una
volta solo assieme alla madre Ingrid e a
Jack Frost manifesta il suo turbamento. “Maledizione! Non
vorrei che avessero
fatto loro de male” – esclama Bjorgman, nel panico
più totale.
“Calma
e sangue freddo, figliolo! Quando è
stata l’ultima volta che le hai viste?” –
chiede la donna, cercando di rimanere
lucida, seppure anch’essa nervosa.
“Non
ricordo, è questo il problema. Sento che non
stanno bene, accidenti! Come ho potuto sorvolare? Ho concentrato i miei
pensieri sulla mia relazione amorosa in crisi,mi sono crogiolato per
trovare
risposte ai comportamenti di Anna, e ho dimenticato che la mia prima e
secondogenita sono sparite nel nulla. Che padre sono!!?”
– arrabbiato con se
stesso, si scaglia contro una sedia che con un calcio va ribaltare sul
pavimento.
“Tesoro,
non agitarti. Sicuramente saranno
assieme a tua moglie. Sandy non farebbe mai loro del male”
– lo conforta Ingrid.
“Non
ne sarei sicuro al cento per cento, visto
che Pitch Black potrebbe comandare le sue azioni. Non
c’è un minuto da perdere.
Io torno ad Arendelle. prima agiamo, meglio sarà per
tutti” – conclude Jack,
con zaino in spalla, diretto all’uscita.
“Voglio
venire con te” – si propone il re.
“Sei
troppo scosso” – interviene la madre.
“Ingrid
ha ragione” – con tenerezza e
decisione, Frost gli promette – “Torneranno qui con
te, ti dò la mia parola”
Conclude
con un ultimo abbraccio, per poi
correre via svanendo tra gli alberi, lasciandosi alle spalle una
famiglia in
pericolo che è diventata anche la sua di famiglia e che ha
intenzione di salvare
ad ogni costo….anche a costo della vita!
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“Come
procede, ragazzo?” – domanda Pitch Black,
osservando, dalla prigionia dello specchio, la scena di suo figlio Jack
intendo
a controllare Anna, Ineke e Aurora, vittime di un sonno perenne.
“Tutto
bene. In fondo, non possono aprire occhi
fino a quando non lo decidete voi, padre” –
sostiene il biondo, giocando
annoiato con fiocchi di neve.
“Intendevo
con Elsa” – precisa il mago, desideroso
di avere liete notizie.
“Si
sta aprendo con mia grande sorpresa. Per
persone come noi, è complicato farlo”
“Come noi, hai detto? Adesso ti includi tra la gente come
Elsa di Arendelle?” –
ridacchia il mago, prendendosi gioco del figlio.
“Noi
esseri magici. In fondo, padre, ricordate
che io e la donna che mi costringete ad ingannare, siamo
cugini”
“Ricordo
bene, non a caso ho scelto te per la missione.
Il sangue che vi unisce avrebbe giocato a nostro vantaggio. Infatti non
mi
sbagliavo. Adesso devi conquistare la sua totale fiducia…
poi, quando sarà il
momento la tradirai”
Black
Junior, seppure in disaccordo con il
piano, annuisce in silenzio.
Odia
dover obbedire a quel demonio del padre. In
quegli anni, cresciuto e “addomesticato” tramite
una voce che poi si è palesata
sottoforma di specchio, ha dovuto accettare condizioni estreme. Il
tutto in
nome di una vendetta voluta da sua madre.
“Padre,
ricordate che se io sono qui ed eseguo
i comandi lo faccio per la mia Alba…” –
spiega Jack, chiamando la mamma per
nome.
“Vuoi dire Darklady!? Piantala di ricordare il suo nome da
inutile umana” – si irrita
Pitch, denigrando la northuldra con un verso di totale disgusto
– “Beh, mi
congedo. È bene controllare che tua sorella non compia
stupidaggini, come suo
solito” – così dicendo, lo specchio si
spegne e svanisce nell’oscurità,
lasciando Jack solo come balia delle tre donne addormentate.
Che
dolore doverne recare altrettanto a persone
innocenti, pensa l’uomo.
Con
il cuore a pezzi, accarezza i capelli della
regina per rivolgersi a lei con tenerezza - “Mi dispiace,
cugina. Questo limbo
dove ci troviamo adesso, imprigionò mia madre per mesi per
volere di Pitch
Black e adesso è diventata la tua di prigione e delle tue
figlie. Spero che
finisca presto tutto, così da tornare alla mia solitudine e
al mio essere
invisibile agli occhi degli umani” – sospira,
nostalgico – “E spero profondamente
che tu possa accettare, al tuo risveglio, quanto sarà
accaduto”
In
quel momento volge lo sguardo in alto - “Madre,
ovunque siate, se sono qui è soltanto per voi”
– dice, amareggiato.
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E’
tarda mattinata quando Jack Frost arriva ad
Arendelle, a pochi passi dal palazzo.
Come
la notte precedente, segue il passaggio
segreto indicatogli da Ingrid.
Peccato
che stavolta non è facile non farsi
notare.
“Hey
tu, chi sei? Cosa ci fai qui?” – gli tuona
contro una domestica, guardandolo uscire dal passaggio segreto della
cucina.
“Ehm…scusami,
sono il nipote di Ingrid Bjorgman”
– racconta, riuscendo ad elaborare una menzogna utile
all’occasione.
“Che
le succede? Come mai manda te e non viene
lei di persona? Conosco Ingrid e siamo ottime confidenti, dimmi
tutto”
Il
ragazzo tira un sospiro di sollievo, guardando
l’anziana cameriera invitandolo a sedersi, versandogli
addirittura del latte
caldo.
“Come
sta il re? E i gemelli? Sono così in pena
per loro” – a quel punto, Jack si pente di aver
attaccato bottone con la donna
perché è fin troppo logorroica e il tempo
è prezioso. Ascoltando la parlantina
dell’anziana, rischia di giocare la sua
opportunità.
“Ruth,
ma la regina è disposta a ricevermi? Avrei
da riferirle delle cose…” – chiede il
giovane, interrompendo il monologo della
domestica.
“Beh
possiamo provare. Ultimamente non è in
vena, anzi. Che io sappia, ha convocato a palazzo il signore Hans
Westergard. Non
vorrei esagerare, ma temo che tra loro sia nata una storia
d’amore” – confessa
lei, sussurrando il fatto all’orecchio di Jack, a modi gossip.
“L’ha
convocato? Dici sul serio?” – Frost si
insospettisce. La faccenda si ingarbuglia e avere l’ex
principe delle Isole del
Sud nel castello non è alquanto positivo.
“Puoi
aiutarmi a parlarle? Cinque minuti, giuro”
– la supplica.
“Mi
metti in difficoltà, però potrei dirle che
ti mandano i suoi figli”
“I
gemelli? Si, perfetto. Grazie”
A
quel punto, seguendo i passi della domestica,
Frost inizia ad immaginare l’incontro con Anna, o meglio con
Sandy, cercando di
trattenere una rabbia che cova da anni verso sua madre.
Ruth
gli chiede di attendere fuori la sala – “Ti
dirò se potrai entrare, appena possibile”
Quei
secondi sembrano un’eternità e per di
più
Jack si sente spiato da ogni lato per via degli specchi ai muri.
“Nonno,
dovunque tu sia, ti troverò e giuro che
ti distruggerò, come tu hai fatto con la mia vita”
In
tale istante, l’anziana raggiunge il giovane
e gli comunica – “Sei stato fortunato. Ti concede
cinque minuti. Buona fortuna”
– con un tenero abbraccio, la donna torna alle sue faccende.
…e
adesso sì che arriva il bello…