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Autore: storiedellasera    06/08/2020    2 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Le conseguenze del desiderio


La settimana trascorse rapidamente e all’alba dell’ottavo giorno, Milla, Kyleen e Anders partirono per la volta della capitale del regno.
Lasciarono la locanda e si incamminarono sul sentiero brecciato.
Era una mattinata piacevolmente fresca. L’aria aveva il profumo dell’erba bagnata dalla rugiada e l’aurora tingeva il cielo di grigio e celeste.
Kyleen aveva con se la sua spada, riposta nel fodero dietro la sua schiena. L’elsa dorata dell’arma era coperta con delle bende, una precauzione obbligatoria dato che avrebbe potuto suscitare non poche attenzioni una volta giunti nella capitale.
“Non è più sicuro dare anche a me una spada?” Chiese Anders.
Milla rispose: “ne avrai una quando diventerai un uomo.”
Ma Kyleen diede un colpetto sulla spalla della ragazza e la sgridò: “va bene stuzzicare il moccioso. Ma questa volta sei stata crudele.”
Il commento di Milla infatti aveva ferito Anders. Il giovane non riusciva più a sopportare il fatto di essere trattato come un bambino dalle sue due maestre. Si voltò all’indietro, verso la locanda, per nascondere la sua triste espressione.
Si accorse così che il locale era svanito nel nulla. Al suo posto si vedevano solo dei cespugli e i rossi fiori dell’equinozio.
Anders per la sorpresa non fu più in grado di muoversi.
Kyleen si avvicinò a lui: “sorprendete, vero?! Stai ammirando uno degli incantesimi di lady Flio.
La maga ha benedetto la foresta molto tempo fa. Ogni volta che la lasciamo la locanda, questa scompare. Sarà occultata per tutta la durata della nostra assenza.”
Anders, ancora sconvolto ed emozionato, riprese a camminare insieme alle due ragazze.

In poco tempo raggiunsero un grande fiume che scorreva tra i boschi e proseguiva verso oriente.
Un traghetto stava imbarcando diverse persone, tutte dirette nella capitale.
“Sbrighiamoci…” disse Milla accelerando il passo“…o salperanno senza di noi.
Kyleen iniziò a innervosirsi: “non possiamo tagliare per Vecchia foresta?”
Ma la locandiera non aveva dimenticato l’avvertimento di lady Flio a proposito dell’ombra che dimorava a Vecchia foresta. Il traghetto era quindi l’unico modo per raggiungere la capitale in tutta sicurezza.
Kyleen si fermò di colpo e si irrigidì. I suoi occhi erano colmi di paura.
“Sai che ho il terrore delle barche e delle navi” disse a Milla.
Quest’ultima ordinò ad Anders di raggiungere il capitano per chiedergli di aspettare qualche minuto prima di levare le ancore.
Rimaste da sole, Milla prese le mani di Kyleen.
“Non ci riesco” disse tremando la ragazza del nord.
“Ti avevo avvertita che avremmo preso un traghetto” rispose Milla.
“Lo so. Ma ora che mi trovo vicina al fiume ho troppa paura. Qualche notte fa ho sognato ancora di quando ero una bambina in balìa della tempesta.”
Milla indicò il corso d’acqua vicino a loro: “guarda, Kyleen. Si tratta solo di un fiume, non è il mare aperto. Non ci sono tempeste, onde o mostri marini.”
“Si tratta solo di un fiume” ripeté Kyleen per darsi coraggio.
Milla le diede un piccolo bacio sulla guancia “andiamo, e quando saremo sul traghetto non ti lascerò mai la mano.”
“Promesso?”
“Promesso.”



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A mezzogiorno Il traghetto raggiunse il porto della capitale, il quale era invaso da un gran numero di navi attraccate l’una al fianco dell’altra. L’aria aveva l’intenso odore del pesce appena pescato.
Kyleen scese rapidamente il pontile, felice di tornare sulla terra ferma.
Milla e Anders la seguirono ridacchiando.
Attorno a loro, una moltitudine di uomini e donne passeggiavano per le vie del porto.
I marinai scaricavano e caricavano grandi casse dalle loro navi.
Lì vicino si trovava il mercato del pesce.
Anders veniva dalle terre dei fiumi e non si meravigliò nel vedere una gran varietà di specie acquatiche esposte tra i bazar del mercato.
Oltre il porto, le case e gli edifici della capitale sembravano ammassati tra di loro.
La città appariva caotica, chiassosa e piena di andirivieni.
Le strade principali si dividevano in vie e vicoli sempre più piccoli. Scalinate e pendii si trovavano dietro ogni angolo.
E poi locande, templi e negozi di ogni tipo si affacciavano sulle numerose strade gremite di gente. Fontane, obelischi colorate e statue di bronzo abbellivano le piazze.
Kyleen e Anders osservavano stupefatti le meraviglie della città. Milla invece continuava ad avanzare senza guardarsi attorno. La locandiera aveva vissuto molti anni della sua vita nella capitale e non vi era nulla in quella città che potesse sorprenderla, neanche durante i festeggiamenti in onore del re.
I tre attraversavano una piccola e affollata piazza.
Il vocio dei passanti, i rumori di una fucina nelle vicinanze e le musiche di alcuni bardi riecheggiavano in quel luogo, formando una cacofonia di rumori assordanti e caotici.
Una volta superata la piazza, Milla, Kyleen e Anders si ritrovarono in una delle strade principali della capitale. Lì vi erano moltissimi uomini e donne di varie etnie, provenienti da ogni angolo del mondo. Parlavano strani linguaggi e indossavano abiti di ogni forma e colore.
C’erano i bassi e tarchiati uomini delle terre dei fiumi, con i loro tipici capelli corvini. Gli uomini della lontanissima Vallata scarlatta, famosi per commerciare gemme e pietre preziose.
Il popolo delle montagne celesti, i più abili lancieri del mondo.
D’un tratto uno squillo di trombe annunciò il passaggio di un nobile. I suoi scudieri avanzavano attraverso la folla per aprire un passaggio al loro signore.
Si trattava di un lord del meridione, una terra dominata da un buio perenne. Era in sella a un grande destriero e sfoggiava abiti variopinti. Aveva la pelle come l’ebano e un grande opale al posto del suo occhio sinistro.
Dietro di lui sventolava il suo stendardo blu scuro. Raffigurava una lancia d’argento sotto una scia di lune e stelle. Il lord superò rapidamente la folla.  
Intanto i soldati del regno, con le loro pesanti armature a piastre, pattugliavano ogni punto della capitale. Avevano molto lavoro da sbrigare: si erano infatti verificati diversi disordini nella capitale da quando erano iniziati i festeggiamenti. Risse in qualche taverna, accoltellamenti, furti, violenze e persino omicidi.
I mercati erano i luoghi maggiormente sorvegliati.
Erano posizionati in punti strategici della città, specialmente nella zona nord-orientale.
Lì si ergeva il grande castello del re. Una struttura imponente e scura, cinta da solide mura. Contava un gran numero di torri e saloni. Si diceva che i giardini interni erano meravigliosi oltre ogni immaginazione e che un mostro si nascondeva tra le buie acque del fossato.
Tutto questo era la capitale del regno, bellissima quanto disordinata.

Anders, Milla e Kyleen si fermarono in una taverna per mangiare e riposare per un po’ di tempo.
Al tramonto ripresero a visitare la città, muovendosi verso il cuore della capitale.
Bardi e giocolieri si esibivano per le strade. Le meretrici si affacciavo dai balconi per chiamare a gran voce gli uomini intenti a passeggiare. Nelle piazze più grandi erano state costruite delle arene per delle contese tra vari cavalieri. I vincitori di quegli scontri avrebbero avuto l’onore di partecipare al gran torneo d’arme di fronte al sovrano del regno e a tutti i nobili che erano giunti da ogni angolo del mondo.
In una di quelle arene, un guerriero della capitale stava affrontando un cavaliere proveniente da una terra lontanissima.
L’eroe della città era acclamato dall’immensa folla che si era radunata attorno a lui.
Indossava un’armatura scintillante e brandiva una corta lancia. Il suo avversario era un colosso d’uomo, sfoggiava un’armatura nera e impugnava un mazzafrusto a tre teste.
Kyleen volle assistere a quello scontro, costringendo Anders e Milla a fermarsi.
Ma il duello durò pochi secondi. Il guerriero dall’armatura nera colpì al volto l’eroe della città, scaraventandolo a terra e facendogli perdere i sensi.
Per sua fortuna era protetto da un elmo altrimenti sarebbe morto all’istante.
Kyleen adorava i tornei d’arme e tutto ciò che riguardavano i guerrieri e i duelli.
“Secondo voi chi vincerà il grande torneo?” Chiese Anders.
Milla rispose: “mi pare ovvio! Sir Yarnan, l’alfiere del re, sarà il vincitore. Hai mai sentito parlare di lui?”
Il ragazzo annuì: “ma certo. E’ famoso anche nelle terre dei fiumi. Si dice che sia un guerriero imbattibile.”
“In effetti non ha mai perso un combattimento.”
Ora che lo scontro era finito, alcuni bardi si avvicinarono all’arena dove la folla non si era ancora diradata e iniziarono a intonare musiche frenetiche e coinvolgenti.
Alcuni uomini lanciarono dei grifoni d’oro ai bardi mentre altre persone iniziarono a cantare e ballare. In poco tempo le danze coinvolsero tutti i presenti in quel luogo.
Kyleen prese le mani di un’imbarazzata Milla e iniziò a ballare con lei.
Anders rimase fermo, vicino a una taverna al limitare della piazza.
Era troppo timido per unirsi ai balli e gli stava bene essere ignorato. Osservava divertito Kyleen danzare con eleganza e sensualità mentre Milla, malgrado i suoi sforzi, era rigida come un tronco d’albero.
Quando le due ragazze si scambiarono un dolce e prolungato bacio, Anders fu sorpreso nel provare un inteso senso di gelosia e amarezza.
Fu in quel momento che comprese di essersi innamorato di Kyleen.

Anche se le danze non erano terminate, Milla, Kyleen e Anders abbandonarono quella piazza per visitare altri luoghi della città.
Anders si era ammutolito. Aver compreso di provare dei sentimenti nei confronti di Kyleen lo aveva turbato.  Ma le ragazze non si erano accorti dell’umore del loro apprendista, poiché erano troppo concentrate a sgomitare tra la folla per poter avanzare.
Raggiunsero poi una piccola stradina poco trafficata. In quel momento, Milla si fermò di colpo e inizio a scrutare quella via. In quel posto viveva una persona che conosceva molto bene.
“Devi andare a trovarla” le disse Kyleen.
“Devo proprio farlo?” Protestò Milla.
“Oh, si…” rispose la ragazza del nord mentre sistemava il colletto della sua amata “…vai da lei.”
Anders era confuso nel sentire quel discorso: “lei chi?” Chiese.
Kyleen rispose: “è una storia lunga, ragazzino.”
La locandiera sospirò: “non voglio andare da lei. Non le parlo più da quando abbiamo litigato.”
Kyleen le rivolse un tenero sorriso: “sai quanto ti amo?! Detesto pensare che hai dei rancori nella tua vita. Vai da lei e prova a riconciliarti, fallo me.
Ci rivediamo qui tra qualche ora.” e come augurio le diede un piccolo bacio.
Prese per mano Anders e si allontanò con lui, lasciando Milla da sola.

Quest’ultima continuò a sospirare mentre imboccava la piccola via.
Era da molti anni che non visitava più quel luogo eppure rammentava ogni piccolo particolare. Raggiunse infine una piccola casetta.
Una donna si trovava fuori dalla modesta dimora. Aveva braccia ossute, capelli rossicci ma grigi all’altezza delle tempie. Diverse rughe adornavano il suo volto stanco.
Quando vide Milla, ferma a pochi passi da lei, sussultò per la sorpresa.
La locandiera si sentiva terribilmente vulnerabile. Stirò un timido nei confronti di quella donna e la salutò: “ciao, mamma.”




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“Vuoi spiegarmi cosa ho appena visto?...” Chiese Anders, rimasto solo con Kyleen “…perché abbiamo lasciato lady Milla? Chi c’è in quella strada?”
Kyleen sospirò: “Lì vive sua madre.”
“Sua madre?” Esclamò sorpreso Anders.
“Hai sentito bene. Lei odia parlare di questo argomento… quindi non potevo dirti nulla in sua presenza, comprendi?”
“C-credo di si.”
Kyleen si prese del tempo per ragionare. Si guardò attorno: la notte era illuminata da diverse fiaccole e bracieri disseminati in tutta la capitale.
Le strade erano sempre colme di passanti, bardi, giocolieri e mercanti.
La ragazza del nord tornò a rivolgersi ad Anders: “Milla e sua madre non si parlano da tempo.”
“Cos’è accaduto tra loro?” Chiese il ragazzo.
Kyleen sorrise nonostante i suoi occhi comunicavano una grande tristezza: “dovrò ubriacarmi prima di rivelarlo” rispose.

Lei e Anders vagarono un altro po’ per le vie della città e trovarono così una seconda arena.
Lì due cavalieri erano impegnati in un violento scontro, attirando un gran numero di curiosi.
Ai lati dell’arena erano stati posizionati gli arazzi delle casate di appartenenza dei due sfidanti.
Uno dei due blasoni era di color grigio scuro e mostrava un pesce mostruoso che usciva da un mare agitato. Anders riconobbe subito lo stemma, poiché era quello della terra dei fiumi.
Il secondo arazzo era semplicemente di colore giallo, senza alcun simbolo o immagine.
Né Anders né Kyleen lo riconobbero, probabilmente apparteneva a un nobile minore proveniente da chissà quale terra. Il cavaliere che combatteva in onore di quella casata brandiva un grande spadone.
Il suo modo di duellare colpì particolarmente Kyleen che rimase incantata a guardare il resto del combattimento. In poco tempo quel guerriero sconfisse il suo avversario e la folla lo acclamò calorosamente.
Lui rimosse l’elmo dal suo volto. Una lunga chioma di capelli d’oro liquido discese sulla sua schiena. Kyleen era completamente rapida da quella visione.
Quel guerriero in realtà era una combattente dagli occhi blu, con tratti del volto simili a quelli del popolo del nord.
Kyleen provò delle emozioni contrastanti ed ebbe un sussulto quando la guerriera, per puro caso, posò il suo sguardo su di lei.
Alzò poi la mani in segno di vittoria e salutò la folla prima di andar via.

“Andiamo…” disse infine Kyleen strattonando Anders “…cerchiamo qualcosa da bere.”
In breve tempo la ragazza notò una locanda grande e di bell’aspetto.
Fece per entrare ma il giovane apprendista la fermò sull’uscio della porta: “sei sicura che vuoi entrare qui dentro, per giunta con una spada?”
Kyleen lo fulminò con uno sguardo: “e perché? Credi forse che potrei mettere a disagio degli uomini solo perché sono armata?”
“Non intendevo questo” Anders era visibilmente intimorito e imbarazzato.
Con un cenno del capo indicò un cartello posto sotto l’insegna della taverna. Un cartello che Kyleen, fino a quel momento, non aveva notato e che riportava un semplice messaggio:


Vietato l’ingresso ai cani del nord.

Cani del nord.
Non esisteva un insulto peggiore per il popolo del settentrione.
Kyleen era una ragazza forte e fiera. Ma quando lesse quelle parole, i suoi occhi si riempirono di lacrime. Per l’ennesima volta strattonò via Anders: “non mi piace più questa locanda, troviamone un’altra” disse rabbiosa e a denti stretti.




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“Milla!” Esclamò sua madre.
Si chiamava Ajara. Raggiunse sua figlia e fece per abbracciarla ma decise all’ultimo momento di trattenersi: “sei venuta a trovarmi! Da quanto tempo che non ti vedo.”
“Già… troppo tempo” rispose Milla con freddezza mentre si sforzava di sorridere.
“Ma guarda come sei cresciuta! Vieni, accomodati dentro” e indicò la casa alle sue spalle.

La dimora di Ajara era piccola, buia e con pochi mobili.
La donna cercò qualcosa da offrire a sua figlia ma Milla le disse che non era necessario.
Si sedettero poi a un tavolo vicino a una finestra.
Dall’esterno i rumori della città in festa sembravano assai distanti.
Milla e Ajara rimasero in silenzio per diversi interminabili secondi.
“Allora…” disse infine la madre “…ti trovi bene nella tua locanda, lassù in montagna?”
“Oh, si. Il lavoro non è pesante e incontro molte persone” Milla non aveva mai rivelato ad Ajara che era una strega in grado di esaudire desideri.
La ragazza si guardò attorno per poi commentare: “vedo che qui non è cambiato nulla.”
“Alcune cose sono sempre le stesse. Ma… dimmi …Kyleen come sta?”
“Sta bene, mamma.”
“Sei ancora attratta da lei?”
Milla ascoltò con attenzione le parole di sua madre e in quel momento colse un certo astio nel tono della sua voce. Un astio che aveva sempre accompagnato Ajara e che aveva sempre riversato su sua figlia. La locandiera sollevò un sopracciglio, incrociò le braccia e rispose: “sono innamorata di lei, è diverso dall’essere attratti.”
Iniziò a pentirsi di trovarsi in quel luogo. Prese un gran respiro prima di tornare a parlare: “sai, madre, per molto tempo non capivo perché mi odiassi così tanto. Forse perché ti avevo detto che amavo una donna che proveniva dalle terre del nord. Ma sono arrivata alla conclusione che mi odi per il semplice fatto che sono venuta al mondo.”
Ajara cercò di giustificarsi ma Milla era troppo addolorata.
“E’ stato un errore venire qui” disse la locandiera mentre si alzava dalla sedia.
Uscì di casa, ignorando sua madre che le supplicava di restare un altro po’ con lei, e si riversò in una strada piena di gente.




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Kyleen e Anders avevano trovato una modesta taverna che servivano anche alle persone del nord.
Avevano preso un tavolo in una sala da pranzo gremita di clienti.
L’aria all’interno della stanza era assai viziata. Si sentiva l’odore del fumo di molte pipe e del sudore dei presenti. Urla, risate e schiamazzi riecheggiavano in ogni punto della taverna.
Diverse meretrici passavano tra i tavoli per sedurre i clienti e per condurli a un paino superiore, dove si trovava un balcone interno e diverse stanze da letto.
Alcuni uomini, completamente ubriachi, iniziarono a intonare una canzone così oscena da far arrossire Anders. Kyleen non badò a loro e ordinò diverse birre.

Il giovane apprendista fissò scioccato la ragazza del nord bere tutto d’un fiato i primi due boccali di birra. Si rivolse poi a lei: “è difficile per te essere uno straniero in questo regno.”
Kyleen lo guardò con superficialità: “sei uno straniero anche tu, moccioso. Quindi non provare a compatirmi. Tu sei uno straniero, io sono una straniera e anche Milla è una straniera.”
“Sul serio? Anche Milla?” Anders era sinceramente sorpreso.
Kyleen stirò un sorriso beffardo: “suvvia! Come hai fatto a non notarlo? Nessuno persona di questo regno ha gli stessi tratti di Milla: capelli rossi, occhi smeraldo, una faccia da volpe…
La realtà è che lei viene dal lontano e torrido deserto che sorge a sud-ovest.
Sai chi vive lì?”
Anders annuì: “si, molti popoli nomadi...”
Kyleen continuò “…e anche pericolose bande di predoni. Un giorno, un gruppo di quelle bestie assediò un piccolo villaggio. Uccisero gli uomini e violentarono le donne. Nove mesi dopo, una di loro diede alla luce Milla.”
Kyleen iniziò a bere la sua terza birra. La sua testa iniziò a farsi leggera.
Si avvicinò ad Anders e continuò la sua storia: “la madre di Milla decise di abbandonare il villaggio e, con la bambina ancora in fasce, arrivò in questa città.
Gli anni passarono ma la donna non riusciva ad amare sua figlia. Ogni volta che guardava i suoi occhi smeraldo rivedeva il volto dell’uomo che aveva abusato di lei. Iniziò a odiarla.
Un giorno lei e Milla litigarono più del dovuto e quest’ultima se ne andò via di casa.”
Anders non ebbe il coraggio di commentare.
Una meretrice si avvicinò a lui e a Kyleen ma la ragazza del nord le rivolse un truce sguardo, mettendola in fuga. Tornò torno a parlare con il giovane apprendista: “se Milla scopre che ti ho rivelato il suo passato, sai cosa ci farà?…” Si passò un dito sul collo, a simboleggiare il taglio della gola “…a tutti e due.”
“Non dirò nulla” esclamò immediatamente Anders.
“Bravo, moccioso…” Kyleen gli diede una forte pacca sulla spalla e gli offrì un boccale di birra “…ho bisogno di una respirare un po’ d’aria fresca, tu aspettami qui.”

Kyleen uscì dalla locanda.
I rumori attorno a lei rimbombavano nella sua mente annebbiata dal troppo bere.
Iniziò a sentirsi nauseata a stanca.
Posò la schiena sulla parete esterna della taverna e assaporò la fresca aria della sera.
Rimase così per molto tempo. Tra la folla notò poi una donna alta e dai capelli dorati.
Era la guerriera che aveva vinto il duello contro il combattente delle terre dei fiumi. Circondata da diversi ammiratori, la donna camminava ridendo e scherzando con loro. Indossava ancora la sua armatura e al fianco portava il suo grande spadone.
Kyleen non poteva fare a meno di fissarla.
Immaginò quella guerriera affrontare sir Yarnan nel gran torneo d’arme e perdere miseramente contro il campione della città.
“Spero non ti rovini quel bel faccino” sussurrò tra se e se Kyleen mentre continuava a fissare la guerriera. Si guardò attorno, con acceso imbarazzo, per controllare se qualcuno l’avesse ascoltata.
Aveva parlato istintivamente, probabilmente le birre avevano sciolto la sua lingua.
Si apprestò quindi a tornare nella taverna.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



Una volta nel locale, Kyleen non riuscì più a trovare Anders.
Il giovane non era più al loro tavolo.
La paura destò completamente Kyleen dal suo torpore. Dopo una manciata di terrificanti secondi, la ragazza intravide Anders mentre saliva delle scale per raggiungere il piano superiore della taverna.
Una meretrice lo stava tenendo per mano e lo invitava a seguirlo.

Come una furia, Kyleen scostò con irruenza tutti i clienti della taverna che intralciavano il suo cammino. Quando raggiunse Anders, questi stava per entrare in una camera da letto con la meretrice.
Kyleen agguantò un braccio dell’apprendista e lo separò dalla prostituta.
Si rivolse poi a lei con tono rabbioso: “sei già stata pagata?”
La ragazza, spaventata, si limitò a scuotere la testa. Allora Kyleen le diede due grifoni d’oro e le disse di andarsene. Lei prese le monete e corse via.
“Che ti è saltato in mente?” Ringhiò la ragazza del nord voltandosi di scatto verso Anders.
Lui alzò le manie rispose: “n-non lo so, ho bevuto troppa birra e non riuscivo a controllarmi.”
Ma Kyleen non voleva ascoltare le sue scuse, alzò una mano verso il piano terra del locale e continuò la sua sfuriata: “ti ho detto di aspettarmi al tavolo! Sono morta di paura!”
“Mi dispiace. Ma, tutto sommato, non ero in pericolo.”
Per diversi secondi, Kyleen non riuscì a replicare. Tale era la rabbia e la paura che provava in quel momento. Inclinò lo sguardo e fissò Anders con incredulità.
“Qual era il tuo piano?...” Chiese infine “…fottere una disperata, bisognosa di soldi e tornare al tavolo senza che me ne accorgessi?”
Anders continuava a sbracciarsi: “come ho già detto, ho bevuto troppa birra. E comunque non stavo facendo nulla di male.”
Per la seconda volta, Kyleen rimase senza parole. Era sempre più scioccata.
Anders si spiegò: “nelle terre dei fiumi non vieni considerato un uomo fino a quando non giaci con una donna.”
La ragazza del nord schioccò la sua lingua sul palato. Iniziò a ridacchiare per il nervosismo.
Rilassò le spalle e rispose: “non sapresti neanche dove mettere le mani su una donna, moccioso.”
Anders la spinse via.
Fu un gesto dettato dalla rabbia e dall’istinto.
Kyleen smise di ridere e guardò il ragazzo con occhi spalancati. Non era stato un vero e proprio colpo, la ragazza non si era ferita ed era indietreggiata solo di un passo.
Anders tremava dalla paura.
Strinse i denti cercò di apparire furioso: “sono stanco di te e di Milla che mi trattate come un bambino. Mi chiamate marmocchio, moccioso, ragazzino. Vi burlate di me, non mi state insegnando nulla e mi trattate come un servo della vostra taverna.”
Kyleen fece appello a tutte le sue energie per conservare quel poco di pazienza che le era rimasta in corpo: “sai cosa ti dico? hai ragione. Va e comprati una donna. Tieni, ti presto io stessa dei grifoni.
Ma credi davvero che in questo modo sarai finalmente un uomo? Oh, se questa è la tradizione della tua terra, chi sono io per giudicare?
Ma voglio ricordarti che hai rinnegato la tua terra quando sei scappato di casa.
E comunque, pagare una prostituta ti renderà solo più spregevole di quanto lo sei in questo momento. Come pensi che ti guarderemo, io e Milla, dopo che sarai stato con una meretrice?”
Anders rivolse altrove il suo sguardo e stirò un amaro sorriso.
Kyleen interpretò quel gesto come un affronto.
“E va bene” esclamò esasperata.
Spalancò la porta di una camera da letto con un calcio. Al suo interno non c’era nessuno.
Tornò a guardare il ragazzo: “forza, portami lì dentro. Diventa un uomo con me, non una meretrice.”
Anders fece per rispondere ma non riuscì a dir nulla per quanto era agitato.
Kyleen continuò a fissarlo con uno sguardo truce: “so come mi guardi quando credi di non essere osservato. E so anche non è stato un caso quando mi hai visto che mi spogliavo sul retro della locanda. Coraggio, portami in quella stanza.”
“Credi che non ne sia capace?” Ringhiò Anders, stanco di essere provocato.
“Non lo so. Dimostrami che uomo vuoi diventare, moccioso.”
“Falla finita di chiamarmi moccioso, cagna del n…” il ragazzo frenò immediatamente la sua lingua e fissò mortificato la ragazza del nord.  
Kyleen aveva intuito l’insulto che stava per pronunciare il giovane nei suoi confronti.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Fissò delusa Anders per poi voltarsi con l’intento di andarsene dalla taverna.
Fu proprio in quel momento che notò tre uomini che si stavano avvicinando a lei, su quello stretto balcone interno in cui si trovava assieme ad Anders.
I tre uomini erano di bassa statura, con occhi scuri e capelli corvini.
Indossavano armature leggere, con il simbolo della terra dei fiumi incisa all’altezza del cuore. Ai loro fianchi portavano delle spade corte.
Kyleen si fermò di colpo. Istintivamente si mise in posizione di guardia e fissò intensamente i tre uomini.
Uno di loro si rivolse alla ragazza: “parli la mia lingua?”
Lei si limitò ad annuire.
“Allora spostati, mi intralci il cammino.”
Kyleen continuò a studiare i tre uomini per altri secondi, infine rispose: “subito, mio signore.” Allungò una mano dietro di se e afferrò la spalla di Anders: “andiamocene, moccioso.”
Ma l’uomo che prima aveva appena parlato fece un passo in avanti: “il ragazzo viene con noi, cagna del nord. Manca molto a suo padre.”
“Ma di cosa state parlando?” Domandò Kyleen che non riuscì più a nascondere la sua agitazione. Mille domande iniziarono ad affollare la sua mente.
L’uomo rispose: “non sai chi è quel ragazzo che hai al tuo fianco, vero? Beh, io ho il compito di riportarlo a casa. Non sono venuto qui più per parlare con una cagna del nord.”
“Come avete fatto a trovarmi?” Chiese Anders. Era molto nervoso.
Ma prima che gli uomini potessero rispondere, Kyleen si rivolse al giovane: “Anders, vattene da qui. Più tardi dovrai spiegarmi molte cose.”
Uno degli uomini si avvicinò a Kyleen: “perché ti rivolgi al ragazzo? Lo conosci, cagna del nord?”
In meno di un istante, la ragazza estrasse la spada e decapitò quell’uomo.
Schizzi di sangue uscirono dal corpo senza testa dell’uomo e caddero al piano terra, nell’affollata sala da pranzo della taverna.
I clienti si agitarono, urlarono e imprecarono.
Kyleen spinse via Anders mentre gli altri due uomini delle terre dei fiumi sguainarono le loro armi.
Iniziarono a duellare con la ragazza su quell’angusto balcone interno.
Le spade corte dei guerrieri erano adatte per uno scontro del genere e Kyleen fu costretta ad arretrare. Non poté far altro che difendersi da un turbinio di lame affilate.
“Tu prendi il ragazzo” urlò poi un uomo al suo compagno.
Costui abbandonò lo scontro e corse verso Anders, agguantandolo e sollevandolo da terra. Il giovane iniziò a scalciare ma non riuscì a liberarsi.
Kyleen gridò il suo nome ma era ancora impegnata a duellare con uno dei guerrieri.
Le spade cozzarono sulle loro teste. La ragazza richiamò subito la sua arma e usò l’elsa per colpire il suo avversario a una tempia.
L’uomo si accasciò al suolo e Kyleen ne approfittò  per superarlo.
Corse verso Anders e il suo rapitore.
Quest’ultimo si accorse di essere inseguito, gettò a terra il ragazzino e impugnò di nuovo la sua spada. Ma Kyleen accelerò e si slanciò contro l’uomo, placcandolo.
I due finirono contro il corrimano del balcone interno che non riuscì a reggere l’urto.
Il guerriero e Kyleen, avvinghiati l’uno all’altro, caddero nella sala da pranzo al pian terreno, precipitando su un tavolo di legno che si frantumò in mille pezzi.
 


fiore

   
 
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