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Autore: Sweet_CreatureHL    06/08/2020    1 recensioni
Due anni fa, Harry ha lasciato che la sua famiglia si intromettesse tra lui e l’amore della sua vita, qualcosa di cui, ancora oggi, si rammarica profondamente. Louis ha provato a superare da solo la loro devastante rottura, a volte pensa persino di esserci riuscito. Basta un momento per rimandarli indietro nel tempo.
Amnesia AU
La storia non è mia, la vera autrice è "Allwaswell16" che potete trovare su AO3. Tutti i diritti vanno a lei.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Consequences




 

Capitolo tre.






1 Gennaio 2020
 
 
 
Louis sente il letto affondare accanto a lui ma decide di non aprire gli occhi. Se li apre, il mal di testa lo farà esplodere. Sente la bocca secca e disgustosa, dovrebbe davvero alzarsi e bere un po’ d’acqua , oppure prendere qualche medicina per tentare di evitare i postumi di una sbornia. Si gira sulla schiena e sente la pressione di un corpo accanto a lui, un respiro caldo che gli ansima nell’orecchio prima di ricevere una leccata sulla guancia.
“Uhg, non c’è niente di meglio dell’alito di un cane al mattino per svegliarti nel modo giusto.” Mormora mentre apre un occhio per vedere la faccia felice di Stuart. “Sai che non dovresti dormire qui.”
Stuart gli strofina il naso freddo e umido sul collo, facendogli il solletico. “Va bene, va bene. Mi alzo subito.”
Con una moltitudine di gemiti, Louis si siede facendo oscillare le gambe giù dal letto. Il suo stomaco non sembra essere d’accordo perché quando cerca di alzarsi in piedi, gli viene quasi da vomitare. Fa un respiro profondo e la nausea passa. Inciampa mentre tenta di raggiungere il bagno per pisciare e sciacquarsi la bocca.
Si guarda allo specchio e distoglie rapidamente lo sguardo. I suoi occhi sono arrossati e gonfi, i capelli spettinati in ogni direzione. Resiste alla tentazione di guardare di nuovo il suo riflesso, invece si dirige in cucina con l’intenzione di chiamare Zayn per chiedergli se vuole del caffè  del tè, per poi ricordarsi improvvisamente che Zayn non è in casa. Un sorriso malizioso gli appare sul viso mentre ricorda l’amico andare via dalla festa insieme ad un ragazzo carino. Quel ragazzo ha un aspetto vagamento familiare, ma Louis non riesce a ricordare dove l’ha già incontrato prima di ieri sera.
Si prepara una tazza di caffè e la beve velocemente, bruciandosi la lingua. Stuart gli si avvicina portandogli il guinzaglio e appoggiandoglielo in grembo.
“Si si, ho capito. Lo sto bevendo il più velocemente possibile.”
Si sente leggermente meglio dopo il caffè, anche se vorrebbe avere il tempo per fare una colazione vera e propria prima di uscire fuori di casa al freddo. Prende una barretta proteica e recupera il suo cappotto. “Dai Stuart, facciamo soltanto una breve passeggiata, ok? Mi piacerebbe davvero fare una bella colazione stamattina.”
Entrambi scendono di corsa le scale ed escono nella fredda mattina di Gennaio. Louis guarda il suo respiro uscire dalla bocca e formare nuvole di fumo, fin quando non decide di avvolgersi la sciarpa di lana fin sopra il naso.
“Dove vuoi andare, Stuart?” domanda Louis, la voce un po’ ovattata per colpa della sciarpa. Il cane si dirige lungo il marciapiede verso il parco. Louis non ha intenzione di andare oltre, fa piuttosto freddo e i postumi di una sbornia non vanno d’accordo con le lunghe passeggiate.
La neve caduta nei giorni passati si sta già sciogliendo, le strade sono piene di fango e di sale per evitare che le macchine scivolino sull’asfalto ghiacciato. I marciapiedi, invece, sono totalmente puliti, il che è un vantaggio per lui. Quando arrivano al parco camminano intorno al bordo recintato, scrutando i giochi per i bambini ricoperti di ghiaccio e neve. Le altalene sono congelate e la giostrina riesce a girare a malapena a causa di un cumulo di neve che l’ha bloccata.
Louis desidera avere qualcosa da fare, o a cui pensare, per dimenticarsi che è il primo giorno dell’anno. La scorsa notte ha pensato troppo ad Harry e la sbornia che ha preso è stata solamente per colpa sua, quindi cerca in tutti i modi di far si che la sua mente non ritorni a pensare al riccio. Proprio mentre lui e Stuart arrivano a casa, la neve ricomincia a cadere e Louis non può fare a meno di pensare che gli piacerebbe vedere tutto quanto ricoperto di una coltre bianca e immacolata. Il bianco significa un nuovo inizio. Vorrebbe poter fare lo stesso con la sua vita, poter ricominciare tutto da capo.
Mentre si pulisce gli stivali sul tappettino all’ingresso, il suo telefono vibra nella tasca dei jeans, ma aspetta a controllarlo fin quando non entra in casa al caldo. Si toglie i guanti e li infila nella giacca che appende ordinatamente nell’armadio. Recupera il cellulare e guarda lo schermo, è un messaggio di Zayn.
 
Vado dai miei genitori per pranzo.
 
Dopo una botta e via vai dai tuoi genitori? Bello!
 
Si è fantastico, dovresti provarlo qualche volta.
 
 Passare da una sveltina alla casa di mia madre? No grazie.
 
 
Il telefono squilla e Louis riconosce la suoneria che ha associato all’amico.
“Forse dovresti provare a passare una notte con qualcuno, oppure andare ad un appuntamento, per l’amor del cielo vivi come un monaco!”
“Buon anno anche a te, Zayn.”
“Ti sto dicendo soltanto la verità.” Insiste il moro.
“Non vivo come un monaco.” Risponde Louis lasciandosi cadere sul divano. “Sono uscito per un caffè con quell’uomo che mi ha presentato nonna.”
Zayn sbuffa. “Non conta nulla, è stato mesi fa e poi non l’hai più visto.”
“Ha parlato di Pokemon e videogiochi per ore e ore!”
“Esattamente, quindi lascerai che i malati di Pokemon e videogiochi che tua nonna ti presenta ti impediscano di uscire di nuovo con qualcuno?” domanda Zayn.
Louis affonda letteralmente sul divano. “Non so se sono pronto…”
“Lou-“ Zayn sembra esasperato.
“Che cosa?”
“Sono passati tre anni. Non pensi che sia arrivato il momento di andare avanti?”
“Sai che ho fatto amicizia con un tipo l’anno scorso.” Louis sbuffa soltanto a pensare all’incontro con quell’uomo.
“Si, e non mi hai nemmeno detto chi è, quindi immagino che non sia così tanto eccezionale.”
Louis chiude gli occhi. “Non è stato – importante.”
“Esatto! Ed è accaduto quasi un anno fa.” Afferma Zayn.
“Si beh, sono stato con Harry per sei anni, quindi significa che ho bisogno di tempo per superare il tutto.” Dio, sembra patetico. Deve essere sicuramente l’uomo più patetico di Milltown.
“Dio, Lou.” Mormora Zayn. “Di solito uno non ha bisogno della metà del tempo che è durata la relazione, per superare tutto? L’ho imparato da How I met your mother.”
“Non lo so…” geme Louis. “Comunque è un po’ difficile dimenticarlo quando giace in un letto d’ospedale e non riesce a ricordare che ci siamo lasciati, e sua sorella continua a presentarsi alla mia porta chiedendomi di andare a trovarlo.”
Zayn sospira. “Suppongo che non ti aiuti il fatto che i tuoi migliori amici siano i suoi terapisti.”
“Va bene, non c’è problema. Non posso comunque dimenticarlo facilmente.”
“C’è una differenza tra dimenticarlo e superarlo, Lou. Ti sto solo chiedendo di provare ad andare avanti, senza dimenticarti della sua esistenza.”
Louis non risponde.
“Stai bene?”
“Si, sto bene, anche se ho i postumi di una sbornia. Quando tornerai?”
“Nel tardo pomeriggio, a meno che tu non abbia bisogno di me…”
“No, sto bene. Vai pure a trovare la tua famiglia.”
Louis pensa di presentarsi a casa di sua madre, ma alla fine decide di rinunciare. Non è dell’umore giusto per raccontarle ciò che lo turba. Le vacanze natalizie hanno impedito a sua madre di sondare il terreno e porgli domande a riguardo, ma lei sa che è stato a trovare Harry. Questa è la cosa bella di sua madre: aspetterà finché lui non sarà pronto per parlarne.
Trascorre il pomeriggio facendo una maratona dei film di Harry Potter in televisione ma non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione di turbamento che avverte da quella mattina. Non è che non abbia pensato alle cose che gli ha detto Zayn, ma non ha nessuna intenzione di superare Harry, sa che non può riuscirci visto che gli importa ancora così tanto del riccio.
La tortura di non sapere se Harry sarebbe sopravvissuto oppure no, o se si sarebbe mai svegliato dal coma in salute, è stato abbastanza per rendersi conto che non l’ha ancora superato. Cerca di dire a se stesso che è normale che si preoccupi, che tanto tempo prima Harry ha significato molto per lui. Ma la verità è che ha scoperto di essere terrorizzato dalla possibilità di vivere in un mondo senza Harry. La verità è che quel ragazzo ha significato tutto per lui, è non è sicuro di poter vivere senza di lui.
Fanculo. Zayn ha ragione. Ha bisogno di scopare, tranne che non è abituato alle avventure di una notte. Probabilmente dovrebbe andare ad un appuntamento di tanto in tanto. Come può riuscire a superare Harry se passa tutto il suo tempo libero con il suo cane? Certamente non dimenticherà mai il riccio, ma forse un giorno riuscirà ad andare avanti. Non è così semplice come sembra. Semplicemente non trova interesse per qualcuno a livello fisico, deve prima di tutto conoscere quella persona caratterialmente.
Ad un certo punto, Louis è sicuro che Harry ricorderà tutti gli anni che ha dimenticato. Ricorderà le loro discussioni, tutte le sere che ha scelto di bere con i suoi amici piuttosto che restare a casa con il fidanzato. Ricorderà i motivi per cui ha rinunciato alla fotografia, o i motivi per cui ha rinunciato a loro. Non importa se ha avuto un incidente che gli ha fatto dimenticare tutto quanto, prima o poi riuscirà a ricordare quello che è successo in passato.   
Eppure, un profondo senso di inquietudine lo invade al pensiero di essere seduto sul divano, a casa sua, mentre Harry giace in un ospedale dall’altra parte della città. Harry ha sempre avuto questa presa su di lui, si dice Louis mentre si alza rapidamente e si infila il cappotto. La macchina è terribilmente fredda, eppure non gli dispiace guidare. Quando arriva nei pressi dell’ospedale parcheggia, alza lo sguardo e si ripete che forse non è la cosa più giusta da fare per se stesso, ma sicuramente è la cosa giusta da fare per Harry.
Conosce il riccio e sa che lo sta aspettando da giorni. Questo è il vecchio Harry, e merita la compassione di Louis.
Il sole è basso nel cielo ed emette un bagliore arancione contro il vetro delle finestre dell’ospedale mentre Louis si incammina lentamente verso l’edificio. Entra dalle porte automatiche e si dirige verso il settimo piano, percorrendo il corridoio fino alla reception. Si schiarisce la gola per attirare l’attenzione dell’infermiera. “Ciao, sto cercando la stanza di Harry Styles.”
L’infermiera lo guarda sorpresa. “Oh, mi dispiace, può ricevere visite soltanto dalla famiglia…”
Louis si sente quasi sollevato. Ha fatto del suo meglio. E’ venuto fino in ospedale ma non gli è permesso entrare. Non c’è più niente che possa fare.
“A meno che tu non sia Louis Tomlinson?”
Il cuore di Louis inizia a battere furiosamente. “Che cosa?”
“Sei Louis Tomlinson?”
“Beh, si...”
“Benissimo! Posso vedere un tuo documento, per favore?” la donna gli sorride ampiamente, ispezionando la sua patente per accertarsi che sia davvero il signor Tomlinson. “La lista dice che possono entrare soltanto la famiglia e Louis Tomlinson. Puoi entrare nella stanza, ti darò un cartellino identificativo.”
Louis cerca di non farsi prendere dal panico mentre la donna gli porge un cartellino per i visitatori, che mette immediatamente sotto il cappotto. Abbassa lo sguardo per un momento e in quel momento pensa che vorrebbe aver indossato qualcosa di più carino. Non che sia importante. Non dovrebbe importare a nessuno ciò che indossa. È qui soltanto per vedere come sta Harry, sperando di fornirgli un po’ di conforto.
Sta comincia a pensare che è stata un’idea terribile venire in ospedale.
Bussa piano alla porta e avverte la voce fredda di Harry rispondere. “Entra pure.”
La voce familiare del riccio gli fa sussultare il cuore, e aspetta qualche secondo per riprendersi prima di entrare. Deve essere forte, non può andare in pezzi ancor prima di aver parlato con Harry.
Spalanca la porta ed entra nella stanza mostrando calma e sicurezza; quando Harry alza lo sguardo per vedere chi è l’intruso il telefono che tiene tra le mani cade pesantemente sul letto per poi schiantarsi sul pavimento. “Hey-“
“Ciao, Harry.” Louis è orgoglioso di riuscire a mantenere la voce ferma mentre si avvicina al letto per recuperare il cellulare, si sente già troppo vicino al riccio e tutta la sua compostezza comincia a sbriciolarsi nell’istante in cui guarda lo schermo del telefono e vede una loro fotografia come sfondo.
Harry deve aver guardato le loro vecchie fotografie, quella sullo schermo ritrae loro due seduti su una barca. È abbastanza sicuro di ricordare che è stato Niall a scattargliela. Entrambi hanno gli occhi socchiusi per colpa della luce del sole che si riflette sull’acqua, un sorriso sul volto e le braccia avvolte l’uno attorno all’altro.
Louis alza lo sguardo sulla faccia arrossata di Harry. Ovviamente il riccio sa quale foto è presente sullo schermo. Fantastico, è entrato in quella stanza da trenta secondi ed è già tutto terribilmente imbarazzante.
“Um – l’ho presa su iCloud.” Dice Harry con evidente imbarazzo. “Ha salvato tutte le mie foto.”
“H – tu – Harry, non devi darmi alcuna spiegazione, dico davvero. Sono soltanto venuto a vedere come stai.
“Come sto?” Harry fa una risata vuota che porta Louis ad irrigidirsi completamente. “Sto alla grande. Sono vivo.”
Louis stringe i pugni nelle tasche del cappotto. Se fossero stati ancora insieme, Louis sarebbe rimasto in quella stanza con Harry ogni secondo della giornata. Sarebbe stato presente quando Harry si è svegliato capendo di aver dimenticato il passato. Sarebbe stato presente quando avrebbero pensato ad un piano per la sua guarigione. Al diavolo, se fossero stati ancora insieme probabilmente sarebbe stato in quella stanza in veste di suo marito. Soffoca un po’ pensando a questa eventualità.
“Ho sentito che stai ricevendo le migliori cure dai migliori terapisti.” Afferma Louis.
“Te l’ha detto Zayn?”
“Uh no, me l’ha detto tua sorella. Gli altri non possono discutere dei loro pazienti con me…”
Harry sbuffa. “Tutti spettegolano.”
Ridono entrambi prima di ricordarsi improvvisamente che forse non dovrebbero ridere, nella loro condizione, quindi smettono subito dopo.
Harry fissa il cellulare e Louis osserva il pollice dell’altro scorrere sullo schermo. Harry aggrotta le sopracciglia e arriccia le labbra. “Ho tagliato i capelli…”
“Uhm si?” risponde Louis, sorpreso. “Voglio dire, l’avrai notato…
“Prima dell’incidente, vero? Perché?”
Sembra così devastato che Louis non sa cosa dire. Non sa il motivo per cui Harry si è tagliato i capelli, ma il suo primo pensiero è stato che l’ha fatto perché è consapevole di quanto lui ami i capelli lunghi. “Non lo so, sinceramente.”
Harry sposta lo sguardo su di lui, cercando la verità. “L’ho fatto dopo che ci siamo lasciati?”
“Uhm si. Sicuramente dopo.” risponde Louis sottovoce.
“Sono stato uno stronzo, vero?” sussurra Harry, uno sguardo ferito sul volto.
Louis vuole scappare senza voltarsi indietro. Tutte le volte in cui hanno litigato, persino l’ultima volta quando Louis è uscito dalla porta del loro appartamento senza più tornare, Harry non l’ha mai guardato in quel modo. Forse se l’avesse fatto, non sarebbe nemmeno stato in grado di andarsene.
“Ho fatto un casino?” domanda Harry. “Cosa è successo? Ricordo che siamo stati felici…”
Louis non può restare qui. Non può farcela. Si sposta lentamente verso la porta. “Harry io – non penso sia un buon momento per parlarne. Quanto ti sentirai meglio e sarai guarito ci penseremo, o forse ricorderai tutto.”
“Che cosa è successo?” domanda di nuovo Harry, pregandolo di dargli una risposta.
“Non stasera Harry, ok?”
“Quando allora?”
“Tornerò.” Dice Louis, rammaricandosi all’istante della sua scelta.
“Me lo prometti?”
Louis cerca di non pensare a tutte le promesse non mantenute tra loro. “Te lo prometto.”
 
 
 
 
 
 
 
2 Gennaio 2020
 
 
 
Harry scorre le foto sul telefono mentre aspetta la prima sessione di terapia occupazionale. Ci sono migliaia di foto, molte delle quali ricorda distintamente. Sembra che non abbia cancellato molte foto, anche se lui e Louis si sono lasciati. Sono ancora tutte nel suo cellulare, la loro felicità congelata nel tempo.
Si domanda se sia stato un problema tecnico di qualche tipo, forse sono rimaste salvate nel cloud anche se le ha cancellate dal telefono, sicuramente Harry non ha vissuto per tre anni con centinaia di foto del suo ex ragazzo nel cellulare. Oppure l’ha fatto?
Fissa la foto sulla barca, quella che Louis ha visto il giorno precedente. Per Louis è difficile come lo è per lui guardare i loro sorrisi spensierati? Harry sbuffa nervosamente. Sicuramente non è così, Louis ha avuto tre anni per superare la loro rottura. Emette un respiro profondo e si abbassa di nuovo contro il letto rialzato. Se deve essere onesto, anche lui ha avuto anni per superare il suo ex fidanzato, tuttavia non riesce a ricordarsi nulla. In qualche modo, questo non lo fa sentire meglio.
Ha pensato che sarebbe stato utile vedere Louis, ma in questo momento nella sua testa ci sono più domande che risposte. Louis gli ha promesso che sarebbe tornato, ma non è sicuro che lo farà sul serio. Gli è sembrato così scosso dalle sue domande, forse Harry dovrà cercare le risposte altrove.
Un bussare alla porta precede Zayn che entra nella stanza, gli occhi del moro si incrociano bruscamente con i suoi prima di scrutarlo dalla testa ai piedi. Harry non è sicuro di quello che sta cercando, è uno shock vedere lo sguardo diffidente negli occhi dell’altro ragazzo. Non è diverso rispetto a quello di Niall, calcolatore e professionale.
Si domanda se col passare del tempo diventerà tutto più facile, se non recupererà la memoria, alla fine riuscirà ad abituarsi ai loro sguardi diffidenti? Cavolo, probabilmente spariranno entrambi non appena Harry riuscirà ad uscire dall’ospedale, non sarà più una loro preoccupazione.
“Ciao.” Dice Zayn, appoggiando il portatile sul tavolo. “Immagino tu sappia perché sono qui.”
Harry alza gli occhi al cielo. “Sci d’acqua?”
Zayn sorride dolcemente. “Un po’ freddo per fare sci d’acqua, non credi?” guarda fuori dalla finestra verso la coltre bianca che ricopre ogni cosa.
Harry scrolla le spalle. “Non esco da un po’…”
“Giusto.” Zayn in realtà sembra molto comprensivo. “Bene, sono qui per aiutarti e per lavorare. Oggi ti valuterò e decideremo alcuni obiettivi da raggiungere per pianificare il processo di recupero.”
“Vivi insieme a Louis?”
Zayn inarca le sopracciglia mentre le sue dita si congelano a metà strada verso il laptop. “Non sono sicuro che questo sia rivelante.”
“Lo è, invece.”
Zayn lo guarda incuriosito, ma non risponde. “Ho bisogno che tu risponda ad alcune domande per me, così possiamo capire su cosa dobbiamo lavorare. Vedo che la tua mobilità è migliore di quanto mi aspettassi.”
Harry scrolla le spalle, ultimamente è riuscito a spostarsi dal letto alla sedia a rotelle da solo. Per lui non è un grande successo, non importa quanto Niall ne sia entusiasta. Si sentirà meglio soltanto quando potrà uscire da questo ospedale.
Zayn scorre una lista sul computer, facendogli numerose domande riguardo il lavoro che ha svolto fino a quel momento, il suo umore e la sua memoria. Infine gli fa una serie di test fisici per valutare la sua capacità di usare le mani, annotando ogni singola cosa sul laptop.
“In realtà sono abbastanza soddisfatto dei tuoi risultati cognitivi, considerando le lesioni che hai avuto.” Dice Zayn. “Stai andando bene, e con il tuo logopedista stai progredendo parecchio. Discuterò tutto con il neurologo.”
“Louis è venuti qui, a trovarmi.” Harry riesce a vedere Zayn uscire per qualche secondo dal tuo ruolo professionale e mostrare una faccia sconcertata.
“Harry, penso che potremmo iniziare subito con il livello avanzato.” Dice Zayn, ignorando la sua affermazione.
“Va tutto bene.”
“Si, non è quello che ho detto.” Spiega il moro, pazientemente. “Ho detto, sono rimasto soddisfatto dei tuoi risultati cognitivi. Dobbiamo ancora lavorare su una serie di cose, dobbiamo discutere i tuoi obiettivi di recupero, in modo da poter essere sicuri di raggiungerli nel tempo prestabilito.”
Harry lo guarda attentamente. Quale dovrebbe essere il suo obiettivo principale? “Voglio uscire di qui, riprendere in mano la mia vita. Ho perso tutto…”
Zayn si acciglia. “Nessuno ti ha detto come l’incidente…”
“Non parlo dell’incidente.”
“Oh, quindi vuoi dire…”
Harry lo interrompe. “Lavoro per Selley, ho perso Louis, ho perso i miei amici.”
“Fottuto inferno.” Zayn lascia cadere ogni maschera professionale e si avvicina velocemente al letto, passandosi una mano sul viso stanco.
Le labbra di Harry si piegano in un sorrisetto. “Nessuno mi dirà mai la verità.”
“Hai detto che Louis è venuto a trovarti.”
“Non ha parlato – di questo. Ha parlato con te? Ti ha detto qualcosa su di me?”
Zayn arrossisce. “Siamo ancora coinquilini, se è quello che mi stai chiedendo. Negli ultimi giorni sono stato parecchio occupato. Ad ogni modo, penso che dovremmo prima discutere dei tuoi obiettivi.”
Harry finge di pensarci per qualche secondo. “Primo obiettivo, scoprire come ho fatto a perdere Louis e riportarlo da me.”
Zayn sospira e guarda il soffitto come per chiedere aiuto ad una forza maggiore. Parla ad alta voce mentre digita sul computer. “Impostazione degli obiettivi centrata sul cliente per migliorare l’autocoscienza e la comunicazione interpersonale. Altre cose?”
“Secondo obiettivo, arrabbiarmi con tutti non mi aiuterà a raggiungere il primo obiettivo prestabilito.”
Zayn chiude la bocca e stringe la mascella. “Attività per migliorare la depressione e la rabbia. Prossimo?”
“Ricordarmi come ho fatto a perdere tutto, soprattutto a perdere Louis.”
“Strategie riparative e compensative per migliorare il ritorno della memoria.” Insiste Zayn, questa volta a bassa voce, quindi chiude il laptop. “Probabilmente è abbastanza per oggi.”
Harry riesce a capire di aver fatto breccia nel moro anche se l’altro continua a rimanere freddo e indifferente. Harry conosce abbastanza Zayn da sapere di aver fatto colpo sul suo animo sensibile. Che cazzo ha fatto in passato a Zayn per far si che ora si comporti in questo modo nei suoi confronti? Lo Zayn che ricorda lo avrebbe abbracciato non appena entrato nella stanza. Sarebbe venuto come suo amico e avrebbero parlato di arte e musica per aiutarlo a non pensare a tutto quello che è successo, sicuramente non avrebbero parlato di cazzate cliniche.
“Pianificherò delle sessioni di due ore.”
Dall’espressione del moro riesce a capire che l’altro sembra già rimpiangere il fatto di aver accettato quel lavoro. “E’ una scusa per passare più tempo con me?”
Zayn emette una risata soffocata. “Ci vediamo lunedì, Styles.”
“Ci vediamo…”
Harry guarda Zayn uscire dalla camera, anche se non è la migliore compagnia del mondo, è comunque meglio di niente. Si rende conto che il moro non ha risposto a nessuna domanda che gli ha posto. L’unica cosa che sa è che vive insieme a Louis. Non è sicuro se questa sia una buona cosa oppure no, almeno Louis non vive con un altro ragazzo o qualcosa del genere. Per il momento deve aggrapparsi ad ogni piccola cosa. Vorrebbe aver prestato maggiore attenzione a Zayn quando ha parlato della sua terapia. Che tipo di attività fisica potrebbe fare per combattere la sua depressione e la sua rabbia? Harry non ha pensato a se stesso come una persona depressa o arrabbiato, anche se si sente realmente in quel modo. Dovrà discuterne con il Dr. Hausman, è evidente che ha bisogno di uno psicologo all’interno del suo trattamento di guarigione. Sospetta di aver avuto bisogno di uno psicologo molto prima di aver fatto quell’incidente d’auto.
Quel fottuto incidente, la terapia che deve fare e il suo corpo che non funziona correttamente, tutto questo è frustrante per Harry. Non riuscire a ricordare gli ultimi tre anni della sua vita si aggiunge sicuramente ai motivi per cui si sente depresso. Ma nulla è più frustrante di sentire che, in quegli anni che non ricorda minimamente, è diventato una persona che fatica a riconoscere. È diventato una persona che ha perso tutto, e sente assolutamente il bisogno di uno psicologo che lo aiuti a capire e interiorizzare tutto quello che sta succedendo. Quando lascerà questo posto dovrà chiedere in giro qualche raccomandazione per un buon terapista.
Sospira e si ricorda improvvisamente che, prima che Zayn entrasse nella sua stanza, si è messo a guardare le foto sul cellulare, pensando che forse lo avrebbero aiutato a far tornare la sua memoria. Torna ad osservare le foto più recenti e fissa sconcertato la sua immagine. È rimasta scioccato quando si è reso conto di essersi effettivamente tagliato i capelli da solo. Non gli è mai passato per la mente di fare una cosa del genere.
Harry non sembra riconoscere l’uomo nelle foto. Selfie in un campo da golf? Veramente? Guarda il ragazzo nelle foto e rabbrividisce. Ci sono tantissime foto scattate in campi da golf. Dopo un po’ si rende conto che c’è un uomo che continua ad apparire nella maggior parte delle foto. A prima vista Harry non lo riconosce, anche se improvvisamente gli viene in mente qualcosa. Ingrandisce il volto del ragazzo e sotto il sorriso composto e l’ordinario taglio di capelli lo riconosce. “Liam?”
Comincia a ridacchiare e spera che nessuno entri in quel momento nella sua stanza. È Liam. Sembra molto più sofisticato nei suoi pantaloni da golf e nella sua polo costosa, molto più serio e adulto rispetto a quando ha indossato la sua uniforme da baseball.  Harry guarda di nuovo le foto dove compare Liam, ricordando ciò che Gemma gli ha detto riguardo quel ragazzo. Lui e Liam sono amici. Inoltre le ha detto che Liam avrebbe voluto fargli visita. Forse questo potrebbe aiutarlo a ricordare qualcosa, anche se si tratta di qualcuno di cui non ricorda l’esistenza e di cui non ricorda di essere diventato amico. Potrebbe essere bello avere qualcuno intorno che non si comporti come se lui fosse lo stronzo della situazione.
Cerca di ricordare cos’altro gli ha detto la sorella. È difficile ricordare tutto quanto, soprattutto perché nei giorni passati non è stato molto bene e non ha ascoltato niente di quello che gli hanno detto le persone che sono andate a fargli visita. Harry sfoglia le foto sul cellulare, in alcuni scatti recenti sta sorridendo spensierato insieme a Liam.
C’è uno scatto che è stato chiaramente fatto alla Great River Brewing Company, sa che quel bar è abbastanza vicino agli uffici di John Selley & Company. E’ lì che lavora adesso? Non ha idea di dove si trova la fondazione dei suoi genitori, al momento. Non si è mai interessato a Selley, quindi non lo sa. E Gemma non gli ha detto che lui e Liam lavorano insieme?
Ci sono alcune foto di loro due mentre indossano smoking e completi eleganti, insieme a persone famose e non all’interno del settore. Guarda da vicino il suo stesso viso e vede che c’è qualcosa che non va nel suo sorriso. No, sono i suoi occhi ad avere qualcosa di strano. I suoi occhi guardano inespressivi la fotocamera. E’ un po’ inquietante, se deve dire la verità. Harry confronta i suoi occhi con quelli di Liam, sicuramente l’altro ragazzo è molto più allegro e spensierato. Ma la domanda è… da quando gli piace giocare a golf?
Continua a scorrere nella galleria del cellulare e nota che c’è un grosso lasso di tempo tra le prime e le ultime foto. Forse in mezzo ce n’erano altre che ha deciso di cancellare. Harry si domanda cosa rappresentassero quelle foto in particolare. Ha conservato sul telefono tantissimi scatti della sua vecchia vita con Louis, quindi cosa c’era in quelle foto che non ha più voluto vedere?
Non ha molta scelta, deve farsi raccontare tutto quello che è successo. Oppure deve riuscire in qualche modo a ricordare il suo passato. Deve risolvere questa situazione delicata. Forse la sua famiglia, i suoi ex amici e il suo ex ragazzo non sono le persone giuste per aiutarlo a trovare le risposte alle sue domande.
Apre la cartella dei messaggi e trova una conversazione con Gemma che non ricorda di aver iniziato, quindi scrive: “Puoi dire a Liam che può passare a trovarmi in qualsiasi momento”.
Harry getta il telefono di lato; all’improvviso gli viene in mente un’idea, non ha pensato di controllare le vecchie conversazioni, troppo impegnato a sfogliare le foto nella galleria del suo cellulare. Forse riuscirà a trovare più indizi leggendo i vecchi messaggi.
Prende di nuovo il telefono.
 
 
 
 
 
 
Louis appoggia i piedi sul tavolino da caffè e Stuart gli mette la testa in grembo. “Sei il miglior cane sulla faccia della terra, vero Stuart?”
Accarezza Stuart cercando di imporsi di non uscire di casa e correre in ospedale dall’altra parte della città. Sono passati alcuni giorni da quando ha promesso ad Harry che sarebbe tornato a trovarlo. Non gli ha mai detto quando ci sarebbe andato, riflette tra sé e sé. Un senso di colpa improvviso si adagia sul suo petto al pensiero di aver deluso il riccio.
Sente la chiave nella serratura e vede Zayn aprire la porta.
“Sei andato da lui!” esclama Zayn non appena varca l’entrata, chiudendo la porta alle sue spalle.
“Ciao anche a te. Sto bene, grazie. Chi ho incontrato?” risponde Louis, accarezzando distrattamente la testa di Stuart mentre Zayn getta la borsa sul pavimento e si dirige in cucina. Louis sente il moro cercare qualcosa nel frigorifero. Fanculo. Forse avrebbe dovuto raccontargli la verità.
“Sai a chi mi riferisco. Avresti potuto avvertirmi, Lou.”
“Scusami…” mormora Louis mentre Zayn torna in soggiorno con una birra in mano, per poi buttarsi pesantemente sulla poltrona portandosi una mano sul viso.
“Sono andato l’altro giorno, non sono rimasto a lungo. Non abbiamo nemmeno parlato…”
“Davvero?” chiede Zayn con tono sarcastico. “Perché sembra che tu abbia detto molto, invece.”
“Cosa vuoi dire?”
“Voglio dire, che per tutta la sessione non ha fatto altro che parlare di te.”
Louis sente il cuore rimbalzare nel petto.
“Ho esaminato la sua cartella e ho scoperto che ha firmato i documenti in modo da poter discutere del suo trattamento insieme a te. Inoltre quando sono entrato ha cominciato a dire che i suoi obiettivi principali sono quelli di riportarti indietro e scoprire cosa è successo tra voi. Forse dovresti dirglielo, cazzo.”
“Cosa – io…” Louis ha ricevuto troppe informazioni in poco tempo. Harry sta pensando ad un modo per riportarlo da lui?
“Lascia che te lo dica, ho fatto fatica a restare zitto e non dirgli la verità. Penso che abbia capito di aver fatto qualche casino.”
Louis fissa Zayn mentre prende una lunga sorsata di birra. “Ma non l’ha fatto.”
Gli occhi dell’amico lo trafiggono. “Non ha fatto cosa?”
“Questo Harry, non ha fatto alcun casino…”
“Che cazzo stai dicendo?”
Louis si siede composto sul divano. “L’Harry seduto in quel letto d’ospedale non ha rovinato nulla. Pensa di essere ancora un fotografo, non sa di lavorare per John Selley, non sa giocare a golf ed è arrabbiato per tutto quello che gli è successo, di diverso ha soltanto i capelli corti…” Louis sente un groppo in gola, quell’Harry è il suo Harry. Quello che ha amato per anni, quello che lo ha amato a sua volta più di ogni altra cosa al mondo. “Lui non ha fatto un casino.”
Louis si fa piccolo piccolo quando incrocia lo sguardo incredulo sul volto di Zayn. “Mi stai prendendo per il culo, Lou? Quello in ospedale è lo stesso Harry che ha rovinato tutto! Solo perché non se lo ricorda in questo momento non significa che non abbia fatto nulla di male in passato.”
Louis sospira profondamente, probabilmente Zayn ha ragione.
“Ad un certo punto si ricorderà degli ultimi tre anni e poi riprenderà la sua vita da dove l’ha lasciata. Non farti questo, Louis. Non innamorarti di nuovo.”
“Non mi sto innamorando di lui, Gesù. Gli ho a malapena parlato.”
“Si, e probabilmente continuerai a farlo, non è vero?”
Louis non risponde. Resta seduto sul divano in completo silenzio ad ascoltare la ramanzina di Zayn.
“E’ sorprendentemente ovvio che tu faccia parte della sua guarigione. Tutti i suoi obiettivi riguardano te e tu sei troppo preso da questa sorta di senso di colpa per lasciarlo in pace. Stai lasciando che lui e la sua famiglia ti manipolino.”
“Sai che gli ho detto che tu e Niall non mi avete parlato della sua terapia, e ha detto che avreste potuto farlo senza problemi. Deve aver firmato il contratto dopo che gliel’ho detto.”
“Si beh, come ho già detto preferirei che tu ne fossi rimasto fuori, ma questo chiaramente non accadrà. E lui vuole fare di tutto per attirarti a sé.”
Louis è abbastanza sicuro che non riuscirà a restarne fuori. “Vuoi un po’ di tè?”
Zayn sospira, rassegnato. “Si, certo.”
Il moro lo segue in cucina e lascia la bottiglia di birra nel pattume; Louis nel mentre versa l’acqua nel bollitore  e prende due tazze di tè. Non può fare a meno di pensare a tutto ciò che gli ha appena detto Zayn. Non sa cosa fare a riguardo e la testa gli fa male al solo pensare a quale sia la cosa giusta da fare. Quando guarda di nuovo l’amico lo vede scorrere il cellulare, le labbra piegate in un piccolo sorriso.
“Parliamo della tua vita, adesso.” Dice Louis, sogghignando.
Gli occhi di Zayn guizzano verso di lui.
“Dimmi di questo ragazzo che hai conosciuto a Capodanno.”
Il sorriso del moro si allarga ancora di più. “Abbiamo parlato un po’…”
“Quindi, chi è? Deve lavorare all’Autism Society, immagino.”
“Oh si, credo di si. In realtà non ci ho pensato. Lavora per Selley come tutti quanti, in questa città.”
“Che tipo di lavoro fa?”
Zayn scrolla le spalle. “Non lo so esattamente, assistente alla regia, qualcosa del genere.”
Louis alza le sopracciglia. “Suppongo che non avete parlato molto, quando vi siete conosciuti.”
Zayn sbuffa. “Usciamo di nuovo venerdì, ti farò sapere come va.”
“Come si chiama? Almeno posso stalkerarlo sui social media.”
“Liam Payne, in realtà non so se utilizza i social. Il suo profilo Facebook è praticamente privo di qualsiasi informazione.”
Quel nome fa suonare un campanello d’allarme nella testa di Louis, ma non è sicuro del perché. Forse sono andati al liceo insieme, o qualcosa del genere. “Il suo nome mi sembra familiare. E’ andato alla United High?”
“No, è andato in una scuola privata.”
“Oooooh, davvero?”
“Oh, stai zitto!” insiste Zayn, ma sta ancora sorridendo. È bello vedere l’amico sorridere in quel modo. Ultimamente non è andato a troppi appuntamenti, è da un po’ che non vede Zayn davvero interessato a qualcuno.
“Quindi, cosa sai di questo ragazzo? Dammi tutti i dettagli.” Louis mette una bustina di thè in ogni tazza per poi versare l’acqua calda prima di voltarsi di nuovo verso Zayn.
È deliziato dall’espressione eccitata sul volto del moro. “Beh, non so ancora molto sinceramente. Abbiamo parlato perlopiù di cazzate, ad esempio cosa facciamo durante il giorno e altre cose stupide.”
Cose stupide? Louis è già sorpreso del fatto che Zayn stia messaggiando con un ragazzo per parlare di stupidate.
“Sono contento che ti piaccia.” Dice semplicemente mentre gli appoggia una tazza davanti. “E’ da un po’ che non ti vedo entusiasta per qualcuno.”
Zayn scrolla le spalle. “Si, non sto dicendo che tutto questo durerà o altro, ma abbiamo molte cose in comune.”
“Tipo cosa?”
Zayn soffia sul suo thè caldo. “Fumetti. Ne abbiamo parlato per un po’. Inoltre si interessa molto all’arte, ha detto che uno dei suoi amici è un artista, quindi sono andati spesso a vedere delle mostre.”
“Oh, lo conosciamo? Il suo amico, intendo.” Louis esita a chiedere. Le probabilità che abbiano sentito parlare dell’amico di Liam sono alte, considerando il fatto che insieme ad Harry hanno visitato tantissime mostre e gallerie d’arte.
“Non lo so, non gli ho chiesto come si chiama.” Zayn sorseggia il thè. “Voglio dire, Liam è  anche appassionato di golf e baseball, quindi forse non abbiamo tutto in comune.”
La risata di Louis risuona nella loro cucina e Stuart si avvicina per vedere cosa è successo, appoggiando la testa sulla sua coscia. “Si, non riesco davvero ad immaginarti in un campo da golf. Neanche io, se devo essere sincero. Sembra davvero noioso.”
“Sono due sport molto noiosi, in effetti.” dice Zayn con un sorriso malizioso sul volto.
“Non insistere Malik, il baseball non è così noioso dai. Il golf lo è invece, se mi offendi i Cubs finirà male.”
“Oh dai Lou.” Scherza Zayn. “A volte il lanciatore rimane lì per minuti interi a grattarsi il culo.”
“Si beh, non pensi che sia così noioso quando gioca Bryant.”
“Ammetto di seguire il baseball soltanto per i giocatori.”
“Bene.” ridacchia Louis.
“Quindi non avresti voluto parlarmi di chi hai conosciuto la notte di Capodanno?” Insiste Zayn.
Il sorriso di Louis svanisce con la stessa velocità con cui è arrivato. “Non è stato niente di che. Quindi no, non ti avrei detto nulla.”
“Niall mi ha detto che hai ballato con lui e che avete chiacchierato per tutta la notte. Sembra una cosa seria.”
Louis fa spallucce, purtroppo è un grosso problema per lui aver trascorso così tanto tempo in compagnia di Jake Olson. Certo, i suoi amici approverebbero. “Tutti voi spettegolate troppo.”
Zayn emette un suono strano con la bocca. “Almeno raccontami di lui, Lou. Anche se non hai voglia di rivederlo di nuovo. Io ti ho parlato di Liam.”
“Non è affatto la stessa cosa.” Lo avverte Louis. “Beh… è bello, immagino. È il figlio di Jerry Olson e ovviamente lavora per Selley. Sembra molto ambizioso per essere così giovane. Non penso sia uscito dal college molto tempo fa, suppongo che stia cercando di seguire le orme del padre.”
“Wow, sembra terribile. Posso capire perché non vuoi vederlo di nuovo.” dice Zayn, con tono impassibile.
“Non ho mai detto che fosse terribile. Solo che non…” Louis non sa nemmeno come terminare la frase. Non è interessato? Non è pronto? Non è sicuro di voler dire ad alta voce ciò che pensa davvero, deve ancora analizzare l’intera situazione. “Voglio dire, forse uscirei di nuovo con lui, se mi chiamasse…”
“Woah, woah. Gli hai dato il tuo numero, amico?”
Louis emette una risatina di fronte alla faccia incredula dell’amico. “Non l’ho fatto. Ma suo padre ha il mio numero di cellulare, e in qualche modo lui l’ha menzionato.”
“Bene, bene, bene. Molto interessante. Quindi cosa farai quando questo tizio ti scriverà?”
“L’ho abbandonato la notte di Capodanno per andarmene con Niall, non penso che mi scriverà. Ma se lo farà…non lo so.”
“Gli risponderai allora?” continua Zayn, con tono fiducioso. “Niall mi ha riferito che quel tipo è davvero innamorato di te.”
Louis si sposta a disagio sul divano. “Si, non lo so. Non sono sicuro se fosse sul serio interessato a me. So che non ha senso, ma…”
“Come mai?”
“Sai quanto sia importante per Jerry l’intera società. Apparentemente, ne ha parlato con suo figlio.”
Gli occhi di Zayn si spalancano. “Quindi Jerry ha provato a farvi uscire insieme appositamente? Interessante. So che piaci molto a Jerry ma, dannazione, vuole addirittura che tu esca con suo figlio? Voglio dire, è una cosa molto bella, no? Che pensi così tanto a te?”
Louis fissa la sua tazza di thè. “Si, penso sia una cosa carina. Sicuramente vuole che faccia parte della vita del figlio…”
“E’ una cosa così brutta entrare nella vita di qualcuno e farne parte? Non voglio essere cattivo Lou, ma pensaci bene.”
Louis fa un respiro profondo, fa male ricordare che alla fine non si è più adattato alla vita di Harry. Si domanda se l’abbia mai fatto, o se è stata soltanto un’illusione. Forse ha ignorato tutti i segnali fino a quando, ormai, non è stato troppo tardi per rimediare e non ha potuto più ignorarli.
“Si, forse sarebbe bello entrare nella vita di qualcuno.”

 

 
 
Martedì 7 Gennaio
 
 
Dei rumori insopportabilmente familiari svegliano Harry troppo presto. Cerca di aggrapparsi inutilmente al sogno che sta facendo, ma quello svanisce velocemente per colpa del suono di voci e passi nel corridoio dell’ospedale.
I suoi occhi si aprono lentamente, guardando la lavagnetta per controllare la data di oggi. Cinque giorni da quando Louis è passato a visitarlo. Inutile fingere che non sia così che tiene traccia del tempo trascorso in quel posto. Louis ha promesso che sarebbe tornato, ma non ha detto quando l’avrebbe fatto.
Harry prende un lungo respiro, lo trattiene poi rilascia l’aria. Ripete l’operazione alcune volte per rilassarsi. Esegue gli esercizi di mobilità a letto in previsione della sessione con Niall quella mattina,  ma è così stufo di tutta quella merda. Niall continua a ripetergli che sta migliorando notevolmente, ma a lui sembra di star progredendo a rilento, come se volesse muoversi attraverso enormi cumuli di neve.
Il logopedista sarà da lui entro un’ora, quindi Harry sa che la colazione arriverà a breve. Non può aspettarsi che Gemma gli porta del cibo ad ogni pasto e certamente non chiederà aiuto a sua madre, quindi si rassegna  a mangiare il cibo insipido che gli viene consegnato tre volte al giorno. Non migliora il suo umore dover mangiare quello schifo, o sentirsi dire che i dottori stanno osservando ogni sua piccola mossa e annotando tutti i suoi cambiamenti e progressi. Vorrebbe avere qualcuno con cui lamentarsi della colazione che servono in ospedale. Sa che è una lamentela senza importanza, ma cazzo desidera davvero avere qualcuno con cui parlare di tutto.
La sua sessione con il logopedista va piuttosto bene. E’ l’unica che sembra ottimista riguardo i suoi progressi. Harry riesce a parlare più facilmente ed è in grado di pronunciare frasi complete facendo meno pause. Quindi, se solo riuscisse a trovare qualcuno con cui parlare, sarebbe quasi in grado di avere una vera e propria conversazione.
Prende il suo Ipad e prova a non farlo cadere di nuovo per terra. Gemma gli ha messo una custodia per bambini che fa sentire Harry un emerito idiota, ma è sicuramente meglio che doverne comprare uno nuovo ogni volta che cade sul pavimento. Scorre Instagram per qualche minuto guardando le foto dei suoi artisti preferiti. C’è così tanto da vedere, ha anni e anni di cose da recuperare. Il tutto è abbastanza deprimente, se deve dire la verità.
La sua mente comincia a vagare, soffermandosi principalmente sul suo lavoro. Cosa troverà quando finalmente tornerà a casa? Il suo laptop non gli ha dato molti indizi riguardo il suo lavoro di fotografo, il che lo ha reso molto ansioso. Dov’è tutto quello si cui ha lavorato negli ultimi due anno? Un disco rigido esterno? Non l’ha voluto chiedere a nessuno, un po’ spaventato dalla possibile risposta.
Qualcuno bussa alla porta e spunta immediatamente la faccia solare di Niall. “Come sta oggi il mio paziente preferito?”
Harry lo fissa, increspando le labbra e osservando tristemente Niall muoversi attraverso la stanza senza alcuna difficolta. “Non lo so. Come sto?”
“Psssh. Sembra di cattivo umore, ma per il resto mi sembra tutto a posto.” Niall sorride come se Harry non avesse detto niente di spiacevole. “Pronto per andare in palestra?”
Anche questo lo infastidisce. Andare in palestra è qualcosa che ha sempre fatto, da quel che ricorda della sua vita passata. Quello che deve fare con il biondo non è semplicemente “andare in palestra.” Quando una sedia a rotelle deve portarti in palestra, sicuramente le attività che dovrai svolgere non saranno così tanto divertenti. “Smettila di dire così.”
Niall lo guarda incuriosito e resta zitto mentre si avvicina per aiutarlo a sedersi sulla sedia a rotelle. “Dire cosa?”
“Dire che andiamo in palestra come se dovessimo allenarci normalmente, non è così.”
Niall si stringe nelle spalle e abbassa lo sguardo verso il pavimento, è sempre stato molto sensibile anche se fa fatica a rimanere serio a lungo. “E’ sicuramente un allenamento, Harry. Cerca di essere motivato, fra poco potrai finalmente dire addio alla sedia a rotelle. A breve potrai utilizzare un deambulatore.” Niall si sposta in avanti e lo aiuta a sedersi sulla sedia.
Harry grugnisce mentre cerca di muoversi e a posizionarsi correttamente con l’aiuto del biondo. “Un deambulatore. Evviva!”
Niall tiene la bocca chiusa mentre lo spinge verso la palestra, Harry è grato che il biondo non provi a scherzare con lui più del dovuto. Non è dell’umore giusto. La sedia a rotelle non si ferma alle barre parallele, faranno qualcosa di nuovo? Invece si avvicinano ad un deambulatore.
“Oggi lavorerai sull’uso di un deambulatore, Harry. Sei pronto.” Il tono di Niall è forte e sicuro, Harry decide di non commentare e si limita a guardare attentamente l’amico mentre recupera una cintura di sicurezza da una panca.
“Mettiamoci la cintura e cominciamo.”
Harry si avvicina un po’ in modo che Niall possa avvolgere la cintura intorno alla sua vita. Niall lo aiuta ad alzarsi dalla sedia a rotelle e a raggiungere il deambulatore, Harry non può fare a meno di sentirsi come se avesse un guinzaglio al collo. Afferra saldamente il deambulatore mentre Niall resta alla sua sinistra, tenendosi aggrappato alla cintura.
Harry stringe i denti mentre avanza di qualche passo. “Mi sembra di essere un cane in questo modo. Toglimi questa cosa.”
“Assolutamente no, amico. La cintura rimane. Guarda il lato positivo, son riuscito a recuperare una bella cintura blu, molto alla moda, non trovi?”
Harry non risponde, si limita ad emettere uno sbuffo contrariato.
“Dai Harry, il blu è il tuo colore preferito, giusto?”
“Gli occhi di Louis sono blu.” Fa un altro passo in avanti poi guarda Niall. L’amico sembra visibilmente a disagio. Benissimo.
Continuano a provare a camminare per la palestra, facendo pause frequenti per riposare, ma Harry non riesce a scuotersi di dosso la sensazione di essere portato in giro come se fosse un cane. Non è sicuramente una delle sue migliori sessioni di riabilitazione.
“E’ chiaro che oggi non hai voglia di impegnarti.” Sbuffa Niall. “Se vorrai lasciare la stanza d’ospedale con le tue forze, dovrai fare di più.”
Harry grugnisce in risposta, si sente così frustrato. Per la terapia, per l’ospedale, per la sua vita in generale. “Forse se Louis venisse a trovarmi troverei la voglia di migliorare. Forse potresti dirglielo.”
Niall sbuffa. “Non glielo dirò, Harry. Sei un coglione.”
“Ti è permesso chiamare i pazienti coglioni?”
“Si, quando lo sono.”
Entrambi scoppiano a ridere improvvisamente, nello stesso momento, per poi fissarsi con uno sguardo sorpreso. Un membro del team di recupero di Harry entra in palestra per ricordargli che la sessione è terminata e che deve tornare nella sua stanza.
“Ehi H, prima di andare vorrei dirti che so che sei frustrato, hai tutto il diritto di esserlo. Ma sono qui con te, come il resto della squadra. Mi consulterò con Zayn su ciò a cui stai lavorando e su come migliorare la tua motivazione e il tuo umore. Sono sicuro che possiamo fare di meglio.”
“Si.” Sussurra Harry, pensando a Niall e a Zayn lavorare insieme per aiutarlo a guarire. Forse gli saranno d’aiuto, deve ammettere che le idee finora elaborate dai due ragazzi lo hanno mantenuto abbastanza motivato.
Anche se oggi è stato di pessimo umore e si è comportato malissimo nei confronti di Niall, non vorrebbe assolutamente dirgli addio. I suoi muscoli stanno urlando per il dolore, ma vorrebbe che la sessione fosse più lunga. Niall e Zayn sono la cosa più vicina a Louis che può avere in questo momento, e un tempo sono stati suoi amici. Lo confonde dover parlare con persone che sono state sue amiche e che ora non lo sono più, non sa mai come comportarsi, ma vederle quotidianamente è per lui di grande conforto.
Quando torna nel suo letto, si è già chiesto per la millesima volta come sia finito a lavorare per la sua famiglia. Ha sempre giurato a se stesso che non sarebbe mai stato coinvolto con John Selley. Conosce sua madre abbastanza bene da sospettare che abbia fatto qualcosa a riguardo, che lo abbia spinto a lavorare con lei. Ma cosa? Un ricatto? Cosa avrebbe mai potuto fare ? No, è troppo drammatico anche per lei.
Se solo riuscisse a ricordare, sarebbe fantastico. Sa di essere una spina nel fianco per i suoi terapisti, ma è tutto così fottutamente frustrante. Non riesce a muoversi correttamente, dunque si lamenta con Niall, non riesce a ricordare, dunque si lamenta con il dottor Hausman, è sempre depresso, dunque si lamenta con Zayn. Almeno è certo che la dottoresa Ahmad non lo odia, la sua logopedista pensa che lui sia un paziente perfetto.
Harry sente il cellulare vibrare sul comodino. Il suo cuore sussulta e spera ardentemente che sia Louis. Certo che non sarà Louis, pensa tra sé e sé  mentre recupera il telefono. E’ Gemma. La delusione si deposita nella sua pancia come un mattone.
“Hey.”
“Ehi H. Ho pensato di chiamarti visto che ora riesci a parlare…”
“Si?”
“Si, scusami. Ti ho chiamato per dirti che Liam passerà dopo il lavoro, se per te va bene.”
“Oh. Si certo.” Il suo cuore inizia a battere velocemente al pensiero di incontrare una persona nuova.
“Aggiungilo alla lista ok? O non lo faranno entrare.”
“Si certo, lo farò.”
La sorella sembra avere fretta quindi riattacca velocemente. Non ricorda di essere mai stato troppo vicino a Gemma, ma almeno lei è una persona esterna con la quale può parlare tranquillamente.
Harry non sa quando arriverà Liam. Non ha idea di che ore faccia il ragazzo alla fondazione. Forse dalle nove alle cinque? Come sta Liam senza di lui in ufficio? Non che abbia idea di che lavoro facciano insieme. Comincia ad osservare i vari oggetti presenti nella stanza per impedirsi di morire dalla noia.
I giochi stupidi sul suo Ipad non lo distraggono abbastanza, dal momento che non sa giocare a nulla. Si strofina pollice e indice sul ponte del naso, cercando di evitare il mal di testa che sente arrivare pian piano. Forse dovrebbe semplicemente guardare la televisione e non pensare a nulla.
Un bussare alla porta lo salva dalla sua disperazione. “Avanti.”
Un uomo entra nella stanza con passo esitante. E’ sicuramente Liam, ma non come lo ricorda a scuola, su un campo da baseball. Non ci sono più riccioli sulla sua testa, ora porta i capelli rasati e la barba corta. È diventato piuttosto alto e muscoloso, al posto che la faccia da bambino che pervade i suoi ricordi si trova davanti un uomo piuttosto bello, simile a quello che ha visto nelle foto sul suo cellulare.
“Ehi Harry, spero vada bene se sono venuto a trovarti.” Domanda Liam come se volesse essere sicuro di non creare disturbo. Se Harry potesse saltare di gioia lo farebbe, è così contento di vedere una faccia amica.
“Liam, ciao. Si certo, nessun disturbo.”
Liam si siede su una sedia e sorride calorosamente. “Sono contento di vederti. Sai, sarei venuto anche prima ma… beh, ad essere sincero quando mi hanno detto che non ti ricordi di me ho pensato che non avresti voluto vedermi.”
Beh, a quanto pare Liam è un ragazzo molto diretto. E’ una qualità che Harry di solito apprezza. “In realtà sono davvero felice che tu sia venuto. Per dirla senza mezzi termini, sembri essere il  mio unico amico.”
Liam sembra piuttosto imbarazzato dopo la sua frase. “Nah, hai tanti amici Harry. Forse io sono il tuo migliore amico però, hai ragione.”
Ci sono alcuni secondi di assoluto silenzio tra loro, che Harry non sa come riempire. Decide di prendere un respiro profondo e continuare. “Ho alcune domande da fare, molte domande in realtà.”
Liam si sporge in avanti sulla sedia, desideroso di fornirgli delle risposte. “Chiedi pure. Sono sicuro che sei molto confuso, al momento. Risponderò a tutto ciò che posso.”
“Non so nemmeno da dove cominciare…” sussurra Harry, disorientato dalla facilità con cui Liam ha accettato di ascoltarlo. “Forse… sai come sono finito a lavorare per John Selley?”
“Oh.” Liam sembra piuttosto sorpreso dalla domanda. “Non so, so che hai lavorato in altri dipartimenti prima di diventare capo della fondazione e so che non sei stato molto felice prima che lavorassimo insieme.”
“Quindi mi piace lavorare alla fondazione?”
“Si, credo di si? Voglio dire, sei molto bravo a gestire il tutto. Non credo che ami tutto ciò che fai, ma ci sono alcune cose che trovi sicuramente molto gratificanti, specialmente incontrare le persone a cui fai beneficienza. Non mi hai mai detto tutte queste cose, è solo la mia personale interpretazione.”
“Capisco…” Non è sicuro del perché non sia assolutamente sorpreso dalla cosa. Gemma ha insinuato lo stesso, ma in qualche modo sembra più reale sentirlo dire da Liam. “Allora, perché gioco a golf? Non so nemmeno come si tenga in mano una mazza.”
“No?” Liam apre la bocca per poi richiuderla di nuovo, sconvolto. “Beh, è stata la prima cosa che mi hai chiesto di fare quando ho iniziato a lavorare per la fondazione.”
“Uh, quindi suppongo che tu non conosca la mia fissazione per il golf?”
“No, sei stato tu a spingermi ad imparare a giocare. Immagino che ti piaccia perché sei il direttore di un’azienda importante, tutte le persone di potere giocano a golf, non credi?”
Harry sbuffa. “Probabilmente si. Penso sia utile parlare con eventuali donatori durante una partita di golf.”
“Si, è praticamente quello che facciamo quotidianamente. È il tuo metodo per chiudere un affare. Porti le persone sul campo da golf, le fai rilassare offrendogli un drink, subito dopo stanno firmando un assegno per la fondazione. Sei davvero bravo in ciò che fai.”
Harry trova difficile immaginare se stesso in questi termini. Louis è sempre stato quello loquace, quello simpatico che fa sentire tutti a proprio agio. È strano sentirsi descrivere in questo modo da qualcuno. Anche se tutto ciò è molto interessante, non vuole davvero parlare di golf. Prende un respiro profondo prima di continuare a parlare.
“Quindi, dato che siamo buoni amici, significa che conosci Louis?”
Liam sembra un po’ perplesso. “Il tuo ex?”
“Si, il mio ex. Sai cosa è successo tra noi?”
“Non proprio.” La faccia di Harry deve apparire abbastanza delusa perché Liam aggrotta le sopracciglia. “Mi dispiace Harry, so che hai avuto un ex di nome di Louis ma non parli mai di lui. Ti ho sentito parlarne un paio di volte quando… discuti con tua madre.”
“Veramente? E cosa dico di solito?” forse Liam sa più cose di quanto faccia vedere.
“In genere quando tua madre vuole farti uscire con qualcuno.” ammette Liam. “Dici qualcosa tipo che nessuno sarà mai perfetto per te quanto Louis…”
“Lo so.”
Liam sembra ancora più confuso. “Non è esattamente un segreto, ma di solito non vuoi parlarne molto.”
Harry sospira e si appoggia all’indietro contro il letto. “Grazie. Sto solo cercando di capire cosa è successo, visto che non me lo ricordo.”
“Le persone non ricordano dopo un po’? O forse succede soltanto nei film…”
Harry sorride. “Si, continuano a dirmi che probabilmente mi ricorderò tutto, alla fine. Quindi immagino che un giorno scoprirò la verità, ma a quel punto potrebbe essere troppo tardi.”
“Troppo tardi per cosa?”
Harry scrolla le spalle. “Troppo tardi per riavere indietro Louis.”
Gli occhi di Liam si spalancano e si siede dritto sulla sedia. “Woah, quindi è quello che vuoi?”
“Si, è così.”
“Quindi cosa succederà se più avanti ricorderai tutto e scoprirai perché hai lasciato Louis?”
Il cervello di Harry non riesce nemmeno a pensarci, al momento. Come potrebbe non voler stare insieme a Louis? Non è possibile. Anche se ricorderà tutto, l’unica cosa di cui è certo, al momento, è che la persona che è adesso rivuole indietro il suo fidanzato.
“Sono uscito con qualcuno da quando siamo diventati amici?”
Liam arrossisce leggermente. “Beh, non so se uscire è la parola giusta.”
“Quindi scopo con qualcuno? Mi stai dicendo questo?”
Liam si schiarisce la gola. “Beh – non sono sicuro se sia soltanto una persona oppure –“
“Pensi che io vada a letto con tante persone diverse?”
“Non ho detto questo! Solo che mi hai detto alcune volte che non sei interessato ad instaurare una relazione duratura con qualcuno, e che quindi devi semplicemente sfogare i tuoi bisogni.”
“Gesù, sembro davvero uno stronzo. Perché sei mio amico?”
Liam si rilassa e ridacchia. “Harry, penso che tu abbia un’idea sbagliata di te stesso. Non sei uno stronzo. Posso dire con certezza che piaci a tutti quanti, a lavoro. Sono abbastanza sicuro che alcuni pensano che tu sia grandioso, soprattutto Jenna.”
“Chi è Jenna?”
“E’ il nostro contatto presso RiverAction. Voglio dirti semplicemente che sei molto rispettato. Oh dio, dovresti vedere la tua faccia in questo momento.”
Harry arriccia il naso, disgustato. “Ben rispettato all’interno dell’azienda? E’ il mio peggiore incubo.”
Entrambi si ritrovano a ridere. “Okay, questo è da te.” replica Liam.
“Oh grazie a Dio. Quindi non sono il volto di John Selley, giusto?”
“Niente affatto. Lavori sodo per raccogliere fondi per le organizzazioni che sponsorizziamo. E sei molto bravo!”
“Dove non sono bravo?”
“Beh, mi lasci gestire le cose dell’Autism Society, non ti ho mai chiesto perché ma ho sempre pensato che fosse un po’ strano, visto che sei coinvolto con tutte le altre organizzazioni.”
“Oh…” Harry si passa una mano tra i capelli, le dita che scivolano facilmente visto che i suoi lunghi riccioli non esistono più. Cazzo, è così strano. “Si, probabilmente Louis è ancora coinvolto con loro quindi… credo di non volerlo mettere a disagio.”
“Oh okay, ora ha tutto più senso. Sento che finalmente sto ricevendo anche io delle risposte.” Riflette Liam a voce alta. “Forse avrei dovuto chiederti prima queste cose, ma sembrava che tu non volessi parlarne. Tu… metti sempre da parte dei soldi per questa organizzazione, ma non ho mai capito perché non volessi essere coinvolto in prima persona. Chiaramente hai sempre tenuto di più a questa organizzazione rispetto a tutte le altre.”
“Suppongo sia per Louis, allora.”
“Immagino sia così.”
 
 
 
 
 
 
Mercoledì 8 Gennaio.
 
 
 
Louis si stringe il cappotto e la sciarpa mentre apre la porta della clinica ed esce all’esterno, dove un vento forte gli scompiglia i capelli e la neve comincia a vorticare intorno al suo corpo. Apre la portiera della sua auto ed entra, desiderando che si riscaldi velocemente e maledicendosi per non averne ancora comprata una nuova. Controlla lo specchietto retrovisore mentre inizia a fare marcia indietro dal parcheggio, la sua attenzione viene subito attirata dal complesso ospedaliero alle sue spalle. L’ha osservato tutti i giorni nell’ultima settimana, ma oggi ha finito di lavorare prima del solito, non ha la necessità di tornare a casa per cenare con Zayn oppure per far uscire Stuart a fare una passeggiata.
Si allontana dal parcheggio con l’intenzione di andarsene rapidamente dalla clinica, ma la promessa che ha fatto ad Harry qualche giorno prima non abbandona la sua mente. Guida lentamente dal parcheggio della clinica a quello dell’ospedale. Fanculo. Fa ancora in tempo ad andarsene.
Lo stagno di fronte a lui è parzialmente ghiacciato. La finestra in cui si trova Harry si affaccia proprio sul laghetto. Lo starà guardando adesso? Con un gemito appoggia la fronte contro al volante. Harry riesce a malapena a muoversi, quindi sicuramente non sarà alla finestra a guardare il paesaggio. In realtà, non ha idea di come proceda la riabilitazione di Harry, non ha chiesto nulla a Niall o Zayn, anche se sa che potrebbe domandarglielo. I suoi amici non esiterebbero a fornirgli tutte le risposte di cui ha bisogno.
Il senso di colpa si deposita nel suo stomaco. Si sente colpevole sia perché è tornato ad inserirsi nella vita del riccio, a cui non appartiene più, sia perché non è con lui ogni giorno per aiutarlo a guarire. Non riesce a decidersi, cazzo. Si appoggia di nuovo contro il volante e sbatte un pugno contro il sedile.
Fanculo. Ormai è di fronte all’ospedale, in nessun modo potrebbe tornare a casa e non pensare costantemente ad Harry, soprattutto dopo che è rimasto seduto in macchina per dieci minuti come uno stupido. Una volta presa la decisione, spegne l’auto e si dirige rapidamente verso le porte di vetro dell’edificio. Si incammina con passo deciso verso la stanza del riccio, oltrepassando la reception dove dice il suo nome all’infermiera di turno, infine si blocca davanti alla porta parzialmente aperta prima di bussare, non appena sente delle voci provenire dall’interno.
Non è sicuro se deve aspettare oppure bussare, ma il radar di Harry sembra non essersi danneggiato e individua la sua presenza prima ancora che lui possa decidere cosa fare.
“Louis?”
Louis alza gli occhi al cielo per essere stato sorpreso immobile davanti alla porta, infine entra nella stanza. Non può fare a meno di sussultare alla vista di così tante persone attorno al letto di Harry. Si sente un intruso in quella che deve essere una specie di riunione di famiglia. La mamma del riccio lo guarda freddamente, il padre e la sorella invece gli lanciano un piccolo sorriso. L’altra persona nella stanza gli sembra familiare, gli ci vuole un momento per capire chi è. “Sei Liam Payne?”
“Si, sono io.” Risponde Liam con tono perplesso.
“Cosa stai facendo qui?”
“Io lavoro con Harry e… siamo amici. Perché?”
“Cazzo.” Sussurra Louis sottovoce. Questa città è davvero troppo piccola. “Stai uscendo insieme al terapeuta di Harry, lo sai?”
Harry, sdraiato contro il bordo del letto, si alza rapidamente. “Che cosa?”
“Io- cosa?” Liam inizialmente sembra confuso, prima di capire a cosa si sta riferendo Louis. “Oh merda. Harry, il tuo terapista si chiama…”
“Zayn Malik.” Risponde Louis al posto del riccio.
Gli occhi di Liam si spostano da Louis ad Harry e viceversa. “Uh si, Zayn…”
“Stai uscendo con Zayn?” esclama Harry, un ghigno gli appare sul volto prima di mettersi a ridacchiare. “Perché non mi hai detto che ti stai vedendo con qualcuno?”
Liam gli fa un sorrisetto sbilenco, evidente è contento dell’entusiasmo dell’amico. “Beh, voglio dire, non è una cosa ufficiale ma io… lo sai…”
“Ti piace sul serio.” Dichiara Harry, con tono raggiante.
Louis non riesce ad evitare di sorridere dolcemente e contrarre il naso mentre osserva il più piccolo.
Anne si schiarisce la voce rumorosamente. “Penso che dovremmo tornare al perché Harry ci ha chiesto di venire qui. Non siamo riusciti nemmeno ad introdurre l’argomento, prima di essere interrotti. Forse Louis può aspettare fuori finché non abbiamo finito.”
“Forse siete voi che dovete aspettare fuori mentre io parlo con Louis.” risponde Harry.
Anne fa una smorfia con la bocca, provando a mantenere la calma. Questa non è una novità però, la donna è abituata a comandare su tutto e tutti, tranne che su suo figlio.
Harry chiude gli occhi e inspira profondamente, prima di riaprigli e continuare a parlare. “Se vuoi restare Lou, lo apprezzerei davvero. Mi piacerebbe se ti unissi a noi, se lo desideri.”
Louis annuisce e si avvicina al letto, restando fuori dal cerchio formato dai familiari del riccio. Gli occhi di Harry si restringono, come se riuscisse a percepire che Louis sta cercando di mantenere una certa distanza tra loro.
“Il Dr. Hausman, il mio psicologo, vuole che io chieda alle persone che mi conoscono di portarmi qualcosa che possa tirarmi su di morale, mentre sono qui. Sembra abbastanza preoccupato per il mio umore.” Harry alza gli occhi al cielo. “Comunque, suppongo di essere d’accordo con lui sul fatto che non sono molto contento ed elettrizzato all’idea di essere bloccato in questo posto.”
“Sembra meraviglioso.” Dichiara Anne. “Ti porteremo tutti quanti qualcosa entro domani.”
Gemma ignora la madre e chiede. “Deve essere qualcosa che riguarda gli ultimi tre anni? Qualcosa che possa aiutarti a ricordare?”
“No, non penso sia necessario.” Risponde Harry, increspando la fronte mentre pensa alla domanda posta dalla sorella. “Solo qualcosa che potrebbe essere importante per me, o qualcosa che potrebbe ricordarmi un momento felice del passato.”
“Benissimo, ci daremo tutti da fare allora.” Insiste Anne. “Domani ti porteremo qualcosa, tesoro.”
Tutti iniziano ad uscire dalla stanza per ordine di Anne, Louis si domanda se dovrebbe seguire il loro esempio.
“Puoi restare?” gli sussurra Harry subito dopo.
Louis si gira per assicurarsi che il riccio stia sul serio parlando con lui, anche se sa che è così. Quel tono di voce morbido e dolce Harry lo usa soltanto con lui, quasi gli fa venire le lacrime agli occhi sentirlo di nuovo.
“Si, posso restare un po’.”
Anne increspa le labbra e gli lancia un’occhiataccia prima di chiudere la porta alle sue spalle. Rimangono finalmente soli.
“Non devi portarmi niente.”
“Lo farò.” Replica Louis.
“Non è necessario.”
“Lo so, ma voglio farlo.”
Cala un silenzio confortante tra loro, che Louis non sa come colmare. Sono passati anni da quando hanno chiacchierato l’uno con l’altro, anche se per Harry non è la stessa cosa.
Il riccio fa oscillare le gambe attorno al lato del letto, come se volesse avvicinarsi a lui. “Si, ora riesco a muovermi meglio.” dice, come per rispondere alla domanda inespressa di Louis. “Niall e Zayn non ti tengono al corrente riguardo la mia situazione? Ho firmato un documento dove-“
“Non ho chiesto niente a loro.”
“Oh…” lo sguardo di Harry diventa improvvisamente triste.
Louis avrebbe voluto non esprimere quel pensiero ad alta voce, sospira profondamente e decide di dire la verità. “E’ tutto molto strano, Harry. Non ho nessun diritto di intromettermi nella tua guarigione.”
“Lou?” esclama Harry all’improvviso. Louis sente quel nomignolo vibrargli nel petto.
“Si?”
“E’ davvero difficile stare senza di te.”
“Cazzo.” Louis si fa scivolare le mani sul viso dopo la dichiarazione del riccio.
“Mi dispiace. È solo che- possiamo ricominciare? Come amici, almeno per adesso. So che non è giusto per te, ma è davvero difficile andare avanti quando l’ultima cosa che ricordo è che eravamo insieme e poi…” Harry si ferma prima di prendere un lungo respiro. “Scusami. Va bene se non vuoi farlo, ma se hai intenzione di andartene e non tornare mai più, voglio almeno sapere cosa è successo tra noi.”
Louis si avvicina al letto e ingoia il senso di colpa che minaccia di risalirgli in gola. “Cosa pensi sia successo?”
È un codardo. Lo sa perfettamente.
Harry gli lancia uno sguardo penetrante. Sa che Louis è in una fase di stallo. “Ho messo insieme alcuni pezzi, credo. Ho visto le foto sul mio cellulare e ho parlato con Liam. So di averti perso, so che è stata colpa mia. E ho perso anche Niall e Zayn. Quindi sono arrivato alla conclusione che ho fatto qualcosa di sbagliato. I miei unici amici ora sono mia sorella e qualcuno che mi ha conosciuto al liceo durante una partita di baseball. Lavoro nell’unico posto in cui ho giurato che non avrei mai lavorato e apparentemente parlo regolarmente con mia madre. Posso indovinare alcuni motivi, e mi dispiace per me stesso perché la persona che sono diventato non sembra molto felice. Oh e per finire sono apparentemente ossessionato dal golf. Per quale fottuto motivo?”
Louis non può fare a meno di ridere ed Harry lo copia immediatamente, sul suo viso si forma un sorrisetto sbilenco. Il momento svanisce velocemente e Louis sa che deve fornire al riccio qualche spiegazione.
Si avvicina alla finestra della stanza e fissa il laghetto ghiacciato sottostante. Non vuole guardare Harry mentre gli racconta la verità. “Non ho saputo aiutarti. È sempre stato il mio ruolo, sai? Aiutare le persone. Alla fine non sono riuscito ad aiutarti.”
“In cosa hai fallito?”
“Ti ho perso molto prima che fossi tu a lasciarmi, Harry.”
“Che cosa significa?” domanda Harry.
Louis gli lancia un’occhiata. Il riccio è seduto in posizione eretta e sembra arrabbiato e frustrato, troppo simile all’Harry degli ultimi anni e tutto ciò gli fa provare dei brividi di terrore, quindi distoglie lo sguardo.
“E’ complicato ma a che fare con alcune cose che hai detto. Non sei mai stato soddisfatto di lavorare alla John Selley, eri perennemente frustrato con tua madre. Almeno, questo è quello che sono riuscito ad elaborare da solo, non me ne hai mai parlato sul serio. Ho provato a supportarti in tutto questo, tuttavia ho avuto difficoltà a capire – perché hai voluto rinunciare alla tua arte per lavorare con la tua famiglia, ma tu non hai voluto il mio supporto.”
Louis fa una pausa ricordando la fredda notte che ha lasciato Harry. Il riccio resta in silenzio, continuando ad ascoltarlo.
“Tu – hai iniziato a bere molto, a tornare a casa tardi. Ti sei allontanato così tanto che non sono riuscito a raggiungerti in nessun modo. Abbiamo avuto tantissime discussioni, fino a quando un giorno non me ne sono andato.”
“E’ andata così? E’ successo tutto molto velocemente, allora?”
“No, Harry. Non è stato per niente veloce. Sono passati mesi e mesi di discussioni e litigi. Non credo di aver mai capito il motivo – beh sicuramente il denaro, o perché sei andato a lavorare con la tua famiglia se l’hai sempre odiata. Penso ci sia stato qualcosa che non mi hai raccontato, quindi si me ne sono andato, e tu non hai fatto niente per fermarmi.”
“E’ davvero difficile per me immaginarlo in questo momento. Non capisco perché sono finito a lavorare per mia madre, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è che sicuramente  non ho avuto altra scelta.” Harry sospira profondamente. “Una volta mi ha lasciato senza soldi…”
Louis sposta di nuovo lo sguardo su Harry. Il riccio lo sta già guardando, come ha sempre fatto. Lo sta guardando come non ha mai fatto nessun’altro, sia nel bene che nel male.
“Non mi hai mai raccontato molto. Ho sempre saputo che sei tornato a casa dopo essere stato a Northwestern per un anno. Mi hai detto che…”
“Avevo nostalgia di casa.” Conclude Harry con una risata. “Hai creduto a quello che ti ho detto quella volta, Lou? Al posto che tornare a casa sono venuto subito da te.”
Louis sente le guance diventare rosse. “Immagino di aver pensato che… che noi…”
“Ci fossimo innamorati sul serio, si. L’ho pensato anche io.” Harry si passa una mano tra i capelli. “L’unica cosa che mi viene in mente è che mia madre mi ha tolto tutti i fondi. Non credo che sarei mai andato volontariamente a lavorare per John Selley a meno che non fossi obbligato per cause di forze maggiori.”
“Ma – avremmo potuto risolvere tutto, Harry. Se tu me lo avessi detto avremmo potuto cercare un appartamento più piccolo e più economico, o vendere una macchina o qualcosa del genere.”
“Non lo so… so soltanto che tutto quello che ho è suo. Lo sai anche tu, no? L’appartamento, le macchine, i soldi sul mio conto. Beh, immagino che ora ho qualcosa di mio dopo aver lavorato per anni all’azienda. Ma allora niente è stato mio sul serio. Ho sempre saputo che mia madre avrebbe potuto minacciarmi. Sai quanto è rimasta delusa dai miei voti all’università e dalle feste alla Northwestern, un giorno è venuta e mi ha fatto le valigie, sai? Prima mi ha iscritto alla St. August, poi si è presentata nella mia stanza, mi ha fatto le valigie e mi ha detto di salire in macchina, sostenendo che fossi una delusione per la famiglia. Tuttavia è la cosa migliore che mi sia mai capitata perché mi ha portato da te.”
C’è così tanta speranza negli occhi di Harry che Louis deve distogliere lo sguardo di nuovo. Non è sicuro che venire in ospedale sia stata la cosa giusta da fare, il riccio sembra avere ancora qualche speranza per loro due. Quando Louis guarda di nuovo fuori dalla finestra è sorpreso di vedere che si è già fatto buio, la luce sta svanendo piano piano. “Dovrei andare…”
“Quando ti rivedrò?”
Il tono dolce della voce di Harry è troppo difficile da gestire.
“Domani. Tornerò domani e ti porterò delle cose che ti fanno felice, ok?”
“Ti mando il mio programma di terapia, così sai quando sarà libero.”
Louis annuisce. “Il mio numero è sempre lo stesso.”
“Okay, ti scrivo io allora, così saprai quando venire.”
Louis si incammina verso la porta.
“Grazie ancora…” sussurra il riccio.
“Per cosa?”
“Per avermi detto la verità.”
Louis lo fissa a lungo, cercando qualche segnale sul viso dell’altro. Non trova nulla, quindi apre la porta rapidamente e scappa da quella stanza.
 
 
 
 
 
 
 
Giovedì 9 Gennaio.
 
 
Harry guarda l’orologio. Ha ancora qualche minuto prima che Zayn arrivi per iniziare la terapia. Esita qualche secondo prima di inviare il messaggio che ha appena scritto. Fa ancora fatica a scrivere correttamente, sicuramente ci lavorerà oggi insieme a Zayn, ma è comunque riuscito a scrivere un messaggio per informare Louis riguardo i suoi orari.
 
“Ciao, se ti interessa oggi ho terapia al mattino e al pomeriggio sono libero.”
 
Si astiene dal raccontare quanto siano noiosi i suoi pomeriggi, visto che li passa quasi sempre in solitudine, oppure quanto siano frustranti le sue mattine dedicate alla terapia. Aspetta ancor qualche minuto prima di decidersi a premere invio e inviare il messaggio di testo, proprio mentre Zayn bussa alla porta.
La sessione con il moro non è una delle migliori, Harry si comporta come con Niall il giorno precedente, ma Zayn si astiene dal chiamarlo coglione, sebbene Harry abbia la sensazione che lo stia pensando. Dedicarsi a queste attività è così frustrante per lui, in qualche modo è più umiliante esercitarsi ad abbottonarsi una camicia e scrivere il suo nome, piuttosto che esercitarsi a camminare correttamente, anche se non è sicuro del perché. Un altro punto da aggiungere all’elenco di cose che dovrebbe chiedere al Dr. Hausman.
Sa che sta andando alla grande e le persone hanno iniziato a dirgli che potrà tornare presto a casa sua. E’ passato più di un mese da quando è stato ricoverato, totalmente incapace di fare qualcosa nella sua vita che sembra essersi trasformata in un incubo. Tornare a casa non sembra ugualmente una cosa molto allettante, continuano a dirgli che avrà a disposizione delle infermiere a domicilio, e nuovi terapisti occupazionali fino a quando non sarà in grado di fare tutto da solo. Odia l’idea di avere un’infermiera con lui 24 ore al giorno, ma a quanto è la regola quando il paziente subisce delle gravi lesioni alla testa.
“E se non volessi un nuovo terapista? Perché non posso restare con Niall e Zayn?”
Sua madre gli mette a poto i cuscini sul letto, come se lui non fosse in grado di farlo da solo. “Lavorano soltanto in ospedale, quindi a meno che tu non voglia restare qui ancora a lungo, hai bisogno di nuovi medici che ti facciano assistenza a casa.”
Harry restringe la macella, sa che non c’è alcun motivo per arrabbiarsi con Anne, anche se la madre sta godendo per il fatto che non potrà più parlare regolarmente con Nialle  Zayn. “Perché non mi hanno detto nulla a riguardo?”
“Sono sicura che te ne parleranno presto.”
Harry odia il tono ragionevole che la madre sta usando con lui. “Allora perché non posso andare a casa adesso?”
“Non mi ascolti quando parlo?” Si che l’ha ascoltata. Vuole soltanto che Anne smetta di usare quella voce, quella che utilizza quando sa di avere il controllo sulla situazione. Harry è riuscito nel suo intento, ora la voce della madre è irritata e infastidita. “Hanno detto che non appena riuscirai a muoverti con un deambulatore potrai andare a casa.”
Non è esattamente quello che gli ha detto la dottoressa Ahmad; la dottoressa ha detto che non appena sarà in grado di usare il deambulatore per andare da solo in bagno, potrà tornarsene a casa. Harry per un attimo pensa di rispondere a tono alla madre, ma alla fine decide di restare zitto. Preferisce che Anne se ne vada piuttosto che restare a discutere con lei per tutta la giornata. “Quindi, non devi tornare a lavoro?”
Anne si schiarisce la gola ma non dice nulla a riguardo al suo palese suggerimento di andarsene, raccoglie semplicemente la borsa dalla sedia vicino alla finestra, la apre e tira fuori un mazzo di chiavi che gli consegna senza dire una parola.
“Cosa sono queste?”
“Le chiavi della tua macchina.” Anne fa una pausa. “Questa è la cosa che ti ho portato, il tuo terapeuta ha detto che potrebbe aiutarti. Qualcosa di felice, ricordi?”
Harry osserva il portachiavi sconosciuto, elegante, nero e argento con l’emblema di un toro.
“Una Lamborghini?” Non può fare a meno di chiedere con un tono di voce incredulo.
“Si, una Lamborghini.”
Che tipo di persona è diventata ora che guida una Lamborghini? Se fosse stato da solo avrebbe buttato le chiavi fuori dalla finestra, anche se è consapevole del fatto che le finestre in ospedale non si possono aprire. “Che cosa è successo alla mia Range Rover?”
“Hai ancora la tua Range Rover, ma ho pensato che ti sarebbe piaciuto vedere la tua Lamborghini e pensare a quanto sarà bello poterla guidare di nuovo, un giorno.”
Harry rilassa nuovamente le spalle, almeno ha ancora la sua Range Rover. Si domanda se sia la stessa oppure un modello più recente, al momento non ha voglia di chiedere altri dettagli a sua madre. Il fragile sorriso sul volto di Anne gli fa capire che la donna sospetta che l’oggetto che gli ha portato non sia di grande conforto. Harry gli fa un cenno di riconoscimento prima che la madre esca dalla stanza lasciando dietro di sé una scia di costoso profumo.
Suo padre e sua sorella si presentano per pranzo. Harry rigira la palla da baseball tra le mani, esaminando le firme. “Molto bello.” quindi alza gli occhi su suo padre e gli fa un piccolo sorriso.
“Ho pensato che ti sarebbe piaciuto vederlo di nuovo. C’è la maggior parte degli autografi dei giocatori, è davvero speciale per te. Una delle poche cose, oltre alla fotografia, in cui ti ho visto veramente interessato.”
Harry tiene gli occhi sulla pallina. “Ho aspettato tutta la vita per vedere la vittoria dei Cubs e ora non riesco nemmeno a ricordarmelo. Sai che fortuna…”
“Lo ricorderai. È stata una bellissima giornata, la ricorderai prima o poi. Lo so.” L’assoluta certezza nella voce di suo padre lo sorprende. Non ha mai pensato che suo padre fosse in grado di prendere decisioni da solo, sempre messo in ombra da Anne e dalla sua natura dominante. Di rado Harry ha visto uno sguardo cattivo sul viso di suo padre, forse mai. Harry sente che ci sono tantissime cose che non riesce ancora a capire, così tante cose che gli gira la testa.
Non sa nemmeno quale domanda porre al padre per mettere a tacere tutti i suoi dubbi, quando Gemma gli consegna una scatola. “Grazie Gemma.”
Harry apre la scatola bianca, rivelando un assortimento di cioccolatini decorati splendidamente. Lancia un sorriso genuino alla sorella, è veramente grato del loro aiuto. Anche se non riesce a ricordare quando e come è avvenuto il cambiamento nel loro rapporto, è chiaro che adesso si vogliono bene. Non gli ha portato i cioccolatini di Godiva, ma quelli di Lampariello, la pasticceria in cui è solito andare fin da quando è piccolo. Gemma lo conosce davvero bene.
Si domanda se la sorella sappia che è proprio in quel locale che lui e Louis hanno avuto il loro primo appuntamento. Già in quel momento Harry ha capito che Louis era quello giusto. Dal primo sorso alla sua cioccolata calda in tazza, quando la panna montata gli ha sporcato il naso e l’ha fatto starnutire. Louis in quel momento è scoppiato a ridere, restringendo gli occhi e formando delle deliziose rughette ai lati. Harry ha sempre saputo di voler rivivere quel momento per sempre, di voler far sorridere Louis per tutta la vita. Ha sempre saputo di voler dare a quel fantastico ragazzo di fronte a lui tutto se stesso.
Harry prova a nascondere quel momento del passato in fondo al suo cuore. Non ha bisogno di iniziare a piangere un'altra volta, soprattutto non di fronte a sua sorella e suo padre. “Grazie per i regali. Entrambi significano molto per me.”
Gemma sembra un po’ preoccupata mentre lo abbraccia forte, Harry rivolge un grosso sorriso ad entrambi per tranquillizzarli prima che tornino a lavoro. Controlla il suo cellulare ma non trova alcuna risposta da parte di Louis, vede soltanto che il maggiore ha ricevuto e letto il suo messaggio. Alle tre del pomeriggio si sta annoiando a morte, nessuna terapia in programma, quando Liam bussa alla sua porta.
“Ehi Harry, ti ho portato qualcosa. Non riesco a portarti qualcosa del tuo passato purtroppo, quindi ti ho portato qualcosa di più recente.”
Liam gli consegna un’intera pila di riviste sul golf. Come può essere diventato una persona così tanto diversa rispetto a prima? Chi diavolo legge tutte queste riviste? Harry si limita a prenderle e a sorridere educatamente. Si blocca quando nota un piccolo foglietto, una brochure.
Liam si avvicina e indica il volantino. “Oh si, ho fatto stampare un prototipo per la brochure del torneo di quest’anno.”
Harry si è dimenticato del John Selley Classic. Certo, se fosse davvero appassionato al golf si sarebbe interessato anche al torneo indetto dall’azienda. “Grazie Liam. È davvero gentile da parte tua.”
Liam sorride, gli occhi che si increspano leggermente negli angoli. “Nessun problema, sono felice di aiutarti. Tutti sperano che tu guarisca presto. Uhm – non so se te lo ricordi, ma l’evento Birdies For Charity è a breve, e di solito raccogliamo tantissimi fondi per  le varie organizzazioni.”
“Si certo.” Harry annuisce.
Tuttavia non apre nessuna rivista quando Liam esce dalla stanza per tornare a lavoro. Non riesce a capacitarsi del fatto che si sia appassionato al golf, quando improvvisamente qualcuno bussa alla porta e il suo cuore inizia a battere furiosamente. Deve essere Louis. Harry è contento che la sua frequenza cardiaca non venga più monitorata o potrebbe essere molto imbarazzante il fatto che tutti possano vedere quanto si agita ogni volta che Louis entra in quella stanza.
“Entra!”
Harry osserva attentamente il maggiore entrare dalla porta, i capelli spettinati che spuntano da sotto un cappellino di lana, il naso e le guance rosse per il freddo. Vorrebbe avvolgerlo stretto e non lasciarlo mai più andare. Prende fiato, cercando di stabilizzare il respiro.
“Ehi, Harry.” Louis gli fa un sorriso che non raggiunge gli occhi, ma Harry prenderà tutto ciò che l’altro ha da offrirgli.
“Ehi Lou.” Si alza più dritto sul letto, sporgendosi in avanti come se potesse avvicinarsi a Louis.
Il maggiore esita un istante prima di avvicinarsi, come se fosse nervoso per qualcosa. Harry in quel momento nota che ha in mano un bicchiere di plastica di Starbucks. Non sarebbe una cosa del tutto insolita, se non per il fatto che il bicchiere è rosa sfumato di bianco sul fondo.
Gli occhi di Harry guizzano verso l’altro ragazzo. È una cosa banale e semplice, lo sa, ma è ancora molto di più di ciò che sembra. È una cosa che potrebbe portargli soltanto qualcuno che ha trascorso molto tempo con lui. L’unica cosa che Harry ordina da Starbucks, indipendentemente dal fatto che sia luglio o febbraio, è la bevanda che tiene Louis tra le mani. Sono sempre andati da Starbucks nel fine settimana per iniziare al meglio la giornata con un cappuccino e un pasticcino per Louis e una bevanda per Harry. Erano soliti passeggiare fino al locale più vicino per poi sedersi sugli sgabelli che si affacciano sulla vetrata e chiacchierare per ore.
Louis fa un altro passo avanti e mette il bicchiere sul comodino, come se avesse paura a passarglielo direttamente.
“Grazie.” Dice Harry, cercando di controllare il tremore nella voce. “Non ne bevo da – beh, immagino di non sapere quanto tempo sia passato, giusto?”
Doveva essere una battuta la sua, ma Louis non ride.
“So che non è niente di importante, ma ho pensato che forse…” Louis si passa nervosamente le dita tra i capelli.
Harry vorrebbe poter ancora fermare le dita dell’altro ragazzo con le proprie. Se avesse potuto muoversi, forse non sarebbe stato in grado di fermarsi.
“Significa tanto per me.” Harry prende il bicchiere con due mani per non rovesciarlo e ne beve un lungo sorso. Assapora la fresca cremosità del latte di cocco e il gusto del lime. Quando alza lo sguardo mentre succhia la cannuccia, vede una scintilla negli occhi blu di Louis, qualcosa che era abituato a vedere quotidianamente, e una sensazione di trionfo si deposita dentro di lui. Anche con Harry in un letto d’ospedale, il maggiore riesce a malapena a nascondere un ghigno di fronte a quella scena.
Infine, Louis distoglie lo sguardo, le guance rosse per il freddo o forse per qualcos’altro. Harry appoggia la bevanda sul vassoio prima di rovesciarla per davvero.
“Ti ho portato anche qualcos’altro.” dice Louis.
“Cosa?”
“Si, um…” Louis si schiarisce la voce e le sue guance diventano ancora più rosse mentre prende una busta dalla tasca del cappotto. Esita un momento e poi la passa ad Harry prima di voltarsi per togliersi giacca, sciarpa e berretto. Harry sorride, sapendo che a Louis non piace essere visto con i capelli spettinati. “Posso aprirla?”
Torna nel presente e cerca di distogliere lo sguardo da Louis per posarlo sulla busta. Non è sigillata, quindi apre la linguetta e tira fuori la fotografia. Sente immediatamente un nodo in gola e le emozioni stanno prendendo il sopravvento su di lui.
È difficile essere obiettivi  sul proprio lavoro, quindi si sofferma ad ammirare a come la luce colpisce il soffitto dell’edificio nella foto, facendolo brillare come se fosse d’oro. Gli affreschi sulle pareti gli fanno immediatamente capire che si tratta della Galleria delle Mappe all’interno dei Musei Vaticani, una gigantografia di quella foto è appesa nel salotto di casa sua. Questa copia è molto più piccola e si trovava nella stanzina di Louis in clinica.
Cerca di trattenere le lacrime che lo stanno per soffocare, senza avere il coraggio di guardare Louis. “Grazie.”
Harry cerca di inspirare profondamente, riguardando la foto nota una piccola figura al centro. Le spalle dell’uomo sono voltate e per chiunque altro quella figura non significherebbe nulla, una silhouette senza volta, ma per Harry quella persona è tutto.
“Ti ricordi –“
“Ricordo ogni momento di questo viaggio.” Harry sa che la sua voce esce più dura di quanto vorrebbe.
A Roma, Harry aveva  pensato per la prima volta di sposare Louis. Aveva capito di amarlo un anno prima, mentre bevevano in un bar della loro città, a Roma invece sapeva che non avrebbe mai amato nessuno quanto Louis. Sapeva che era presto parlare di matrimonio, non gliene aveva parlato nemmeno anni dopo, quando l’argomento matrimonio sembrava già più ragionevole. Ma l’aveva sempre saputo.
Sembra che Louis gli abbia restituito tutto indietro, come se potesse, in qualche modo, fargli riprendere tutti i pezzi del suo cuore che gli aveva dato nel corso degli anni. Harry sa che non ha alcun senso quello che sta pensando. Forse Louis semplicemente pensava che quella fosse una bella fotografia da fargli vedere.
Sente Louis indietreggiare per allontanarsi. “Mi dispiace. Non volevo – ho oltrepassato il limite. Dovrei andarmene.”
Harry si sente confuso, l’ultima cosa che vuole è che Louis se ne vada. “Per favore, no. Rimani.”
Louis annuisce e si lascia cadere nella sedia più vicina al letto.
 
 
 
 
 
 
Sabato 11 Gennaio.
 
 
Louis toglie la neve dagli stivali mentre Stuart entra in casa. L’aria gelida gli è penetrata nelle ossa. Stuart è riuscito a malapena a passeggiare intorno a casa loro prima di voler rientrare. La casa è silenziosa, tranne il cane che beve l’acqua dalla ciotola.
Zayn non è ancora tornato dal suo appuntamento, quindi apparentemente sta andando alla grande. Louis fa un sorrisetto mentre si prepara una tazza di caffè, ha bisogno di riscaldarsi. Mentre aspetta, il suo telefono vibra.

Ehi Lou, sei occupato oggi?

Il cuore di Louis comincia a battere forte, chiedendosi cosa vuole Harry da lui. E’ da un po’ che messaggiano, e non lo va a trovare da qualche giorno. Pensa se inventarsi una scusa oppure raccontare la verità.

Fa troppo freddo per fare qualsiasi cosa.

Louis prende la tazza di caffè e si siede su una sedia, il telefono tra le mani. Non riesce nemmeno ad essere infastidito dal fatto che sta aspettando con ansia la risposta del riccio.

Mi domandavo se potevi andare al mio appartamento per prendermi un po’ di cose. Sono così annoiato che potrei mettermi ad urlare.

Louis si morde il labbro inferiore mentre fissa il messaggio. Il pensiero di mettere piede in quell’appartamento lo riempie di terrore, eppure, sa che cederà. Non è mai stato così debole per nessuno come per Harry. Il riccio ha bisogno del suo aiuto, non può tirarsi indietro.

Certo, cosa ti serve?

Sorseggia il caffè caldo mentre aspetta la risposta di Harry.

Il mio portatile, non so dove sia. Potresti prendermi anche un paio di libri di cucina? Voglio sognare cosa potrò cucinare una volta uscito da qua. Ah e prendi anche qualche libro da leggere, sul mio comodino dovresti trovarne alcuni. Sicuramente li avrò già letti ma non li ricordo ahah

Non gli ha chiesto di fare chissà cosa, ma Louis vorrebbe soltanto appoggiare la testa sul tavolo e dormire. Dovrà frugare in tutto l’appartamento di Harry per cercare ciò che ha chiesto. Può farcela. Sa che Harry si starà annoiando parecchio in ospedale da solo. Anche l’ultima battuta che ha fatto non passa inosservata.

Sicuro!
 
Un’ora dopo sta uscendo di casa quando si rende conto che non ha la chiave per entrare nell’appartamento di Harry. Rimane congelato sull’ingresso di casa, il cappotto pesante sulle spalle. Appoggia la fronte contro la porta, vorrebbe sbattere la testa fino a dimenticare ogni cosa. Tira fuori il cellulare e, con un sospiro, cerca il numero di Gemma.

Ciao Gemma, sono Louis. Harry mi chiesto di prendere alcune cose nel suo appartamento. Ti dispiacerebbe darmi le chiavi? Fammi sapere se oggi sei disponibile. Grazie.

Deve aspettare soltanto un minuto prima di ricevere una risposta.

Possiamo incontrarci tra quindici minuti, se sei libero.

Louis sospira di sollievo.

Sarò lì fra quindici minuti. Grazie.

Guarda lo schermo del cellulare e vede che Gemma sta scrivendo un messaggio. Proprio quando i suoi nervi stanno per scoppiare, la ragazza si decide ad inviarglielo.

Grazie per quello che stai facendo per lui.

Louis sospira profondamente, immobile sulla soglia di casa senza riuscire a muovere un passo. Cerca di immettere aria pulita nei polmoni mentre conta fino a quattro prima di incamminarsi. Ora si sente un po’ più calmo. Controlla nuovamente il telefono e si dirige verso l’auto, combattendo contro il freddo gelido.
Il viaggio fino in città non è abbastanza lungo per riscaldare la sua auto, e in men che non si dice arriva nel complesso di appartamenti lussuosi vicino al fiume. È passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che è stato in quel posto. Quando deve attraversare il ponte per andare dall’altra parte della città, per forza di cose bisogna passare di fronte all’appartamento del riccio, tuttavia Louis cerca sempre di evitare quella strada.
Trova Gemma nella hall che lo sta aspettando, affascinante e impeccabile come sempre. La ragazza cerca di non battere i denti per il freddo.
“Ciao Louis.”
“Ehi.” Risponde avvicinandosi, sente il naso colare e vorrebbe avere un Kleenex a portata di mano. “Fa freddissimo.”
Lei sorride brevemente e lo lascia entrare nell’ascensore. Il silenzio tra loro non è scomodo, ma Gemma lo rompe prima che le porte si aprano. “Sono contenta che ti abbia scritto.”
Louis non è sicuro di come rispondere, quindi annuisce e basta. Gemma apre la porta con una tessera magnetica.
“So che è annoiato ma non ho idea di cosa ha bisogno. Non è sembrato contento da tutte le cose che gli ho portato nei giorni scorsi.” Dice la donna mentre entrano nell’attico e Louis cerca di tranquillizzarsi. “Non conosco molto bene questo Harry, ma so che lo sai.”
Gli occhi di Louis scorrono sulla figura della ragazza. “Si, credo di si. Mi ha chiesto cosa portargli, quindi…”
“Te l'ha detto lui?” Gemma aggrotta le sopracciglia prima di chiudere la porta di casa.
“Si, il portatile e alcuni libri. Inoltre mi ha detto di scegliere alcune riviste di cucina.”
Gemma annuisce e si dirige verso le grande finestre per guardare il panorama all’esterno, lasciando Louis da solo a cercare gli oggetti richiesti dal riccio. Decide di partire dal portatile, dal momento che la scrivania di Harry si trova nella zona giorno. E’ abbastanza ovvio che il computer non si trova sulla scrivania, ci sono soltanto alcune penne e un diario fotografico rilegato in pelle.
Louis cerca disperatamente di non pensare a quanto tutto sembra rimasto uguale al passato. Le stesse fotografie appese al muro, lo stesso tavolino da caffè, lo stesso tappeto sul pavimento.
Sa che i libri di cucina si trovano su grandi scaffali neri vicino alla cucina, e trova una collezione di riviste ancora più numerosa di quanto ricordasse. È chiaro che Harry ha acquistato nuovi libri, nel tempo in cui sono rimasti separati. Louis ne sfoglia alcuni e decide di portargliene alcuni vecchi e uno nuovo. Non è sicuro di quali preferirebbe avere Harry.
Per quanto Gemma affermi di non conoscere questo Harry quanto Louis, appena si trova di fronte ad un’altra libreria si rende conto, in realtà, che nessuno conosce realmente il più piccolo. Questo Harry è colui che è stato ferito e si è risvegliato con una parte della sua vita completamente sparita. È stupido non averci pensato prima, ma lo fa sentire male pensare a quanto Harry debba sentirsi solo. Non è sicuro di quanto tempo rimane di fronte alla libreria, fissando il nulla.
“Stai cercando qualcosa?”
Per lo spavento, Louis lascia quasi cadere i libri a terra. “Si… vuole dei libri da leggere, quelli che tiene sul comodino. Vado a prenderli e guardo se il portatile è in camera.”
Si affretta per il corridoio prima che la donna vede le emozioni contrastanti sul suo viso. Appoggia la mano sulla maniglia della camera da letto di Harry – la loro camera da letto – e inizia a tremare. Cerca di inspirare profondamente, deve entrare, deve essere forte. Non può cadere a pezzi di fronte a Gemma.
Apre la porta della stanza, le tende sono leggermente aperte, permettendo alla luce di flirtare all’interno, illuminando la polvere che volteggia nella camera, gli fa ricordare il ghiaccio all’esterno. Il letto di Harry dev’essere come l’ha lasciato la mattina prima dell’incidente, mezzo sfatto, un paio di pantaloni della tuta ai piedi del letto. L’anta dell’armadio è aperta e Louis si avvicina per chiuderla.
È stranamente intimo essere di nuovo in quella stanza, intimo e sbagliato. Se quell’uber non avesse fatto l’incidente, quella notte, Louis non sarebbe mai stato qui. Gli sembra di vivere in un universo alternativo. Certo, in un’altra vita questo sarebbe ancora il loro appartamento, e questa sarebbe la loro camera da letto. Cerca di togliersi quei pensieri dalla testa.
Il portatile di Harry si trova sul comodino, ancora collegato ad una presa elettrica. Sotto di esso c’è un libro con un segnalibro a metà. Ad Harry sono sempre piaciuti i libri cartacei, reali – nessun ebook. Louis scollega il portatile e prende il romanzo, uno storico di Ross King. La cupola rossa sulla copertina serve solo a ricordargli che una volta avevano programmato di andare in vacanza a Firenze, prima che tutto andasse a pezzi. Harry stava per caso programmando un viaggio in quella città?
Esita per un istante, vorrebbe portare un altro libro al riccio, ma non trova altro all’interno della stanza. Probabilmente è meglio non rimuginare troppo e andarsene velocemente. Esce dalla stanza, chiude la porta dietro di sé con il desiderio di poter chiudere di nuovo quel capitolo della sua vita.
Come può sopportare Harry di vivere in un posto che una volta hanno condiviso? Dormire nella stessa stanza in cui hanno dormito insieme? Sedersi ad un tavolo in cui hanno litigato un’infinità di volte? La loro relazione non ha significato niente per Harry? Louis vuole scappare e non tornare mai più a visitare quell’appartamento, ma prima deve affrontare Gemma. Cerca di calmarsi e torna nella zona giorno.
La ragazza è in piedi alla scrivania di Harry. “Fatto?”
“Si, um – certo. Ha solo un libro in camera, credo che gli porterò soltanto questo.” Prova a sorridere ma fallisce miseramente, sicuramente si capisce lontano un miglio che ha qualche problema a restare in quella casa. Getta uno sguardo alla cucina e sente il viso arrossarsi per i ricordi dell’ultima volta in cui è stato in quel luogo – Harry che lo fa sedere sul bancone, mentre gli bacia il collo e gli toglie i vestiti.
In ascensore restano in silenzio, ma è un silenzio diverso, molto più teso, forse si sentono entrambi a disagio dopo essere stati nell’appartamento.
“Adesso vai in ospedale?” chiede Gemma.
“Si, immagino che ci andrò subito. Non ho niente di meglio da fare. Intendo dire, preferisco portargli tutto subito visto che si sta annoiando parecchio, non che non voglio andare a trovarlo…”
“Louis…” Gemma gli lancia uno sguardo strano, quasi malinconico. “Grazie per essere qui, e per esserci per Harry. So che non deve essere facile, ma voglio che tu sappia che lo apprezzo, e che lui apprezza. So che è un po’ strano in questo momento, ma è grato per il fatto che tu gli stia vicino anche se non state più insieme.”
“Oh, io – non importa, veramente. Non è un problema.” Non riesce a finire di parlare, ma entrambi sanno cosa avrebbe voluto dire.
Saluta Gemma nell’atrio del condominio e aspetta che la sua macchina si riscaldi prima di partire. Le gomme scricchiolano sulla neve fresca e sul ghiaccio, mentre guida lentamente attraverso la città. Ha bisogno di prendersi un po’ di tempo prima di arrivare dal riccio in ospedale, deve elaborare tutto ciò che ha provato entrando in quell’appartamento.
Mentre si incammina verso la stanza di Harry tenendo tra le braccia tutti gli oggetti da lui richiesti, fa dei respiri profondi per infondersi coraggio. Harry ha bisogno di vedere qualcuno che lo conforti, non ha assolutamente bisogno di confrontarsi con i problemi di Louis e del loro passato insieme.
Bussa ed entra nella stanza, fissando l’enorme sorriso sul volto di Harry.
“Dammi qua.” Dice Harry, prendendo il portatile e il libro. Louis glieli consegna docilmente, restituendogli il sorriso. Il nervosismo che ha provato fin dal primo momento in cui Harry gli ha scritto quella mattina, sta sparendo lentamente, contento del fatto che il riccio stia sorridendo felice per aver trovato qualcosa con cui passarsi il tempo.
Dopo ciò che ha realizzato nell’appartamento dell’altro ragazzo, si ritrova a studiare questo Harry che nessuno conosce davvero. Harry esamina la copertina del libro e la rivista di cucina con le sopracciglia aggrottate. L’Harry che ha conosciuto avrebbe urlato dall’eccitazione per poter leggere un nuovo romanzo storico o un libro di cucina, questo Harry invece sembra quasi diffidente.
Un accenno di sorriso aleggia agli angoli delle sue labbra mentre sfoglia la rivista di cucina più vecchia. “Grazie per l’aiuto, Lou.”
“Prego, non c’è alcun problema, davvero.”
Il sorriso di Harry svanisce all’istante. “Non dirlo, deve essere difficile per te tornare in quel posto. Avrei chiesto a Gemma di andarci, ma non so se avrebbe capito di cosa avrei avuto bisogno.”
Un’altra cosa bella di Harry, è che dice tutto senza peli sulla lingua.
Louis annuisce semplicemente. “Ho trovato tutto facilmente, Gemma è venuta con me, mi ha fatto entrare.”
“Non ci ho pensato, scusami. Non ho riflettuto sul fatto che non saresti riuscito ad entrare.”
“Va tutto bene, Harry, davvero. Si, è stato difficile entrare nell’appartamento, ma allo stesso tempo felice di prenderti alcune cose per rendere la tua degenza leggermente più tollerabile.”
“Beh, lo apprezzo davvero.” Harry si siede dritto sul letto e muove le gambe per mettersi comodo. Il modo in cui si muove è così diverso, più rigido, non è più l’Harry sicuro che Louis ha conosciuto anni prima. Sa che l’incidente e le ferite che ha riportato sono la causa del modo in cui si muove. “Sai che stanno pensando di mandarmi presto a casa.”
“Davvero? E’ fantastico, H.”
“Si…” Harry sorride di nuovo, le fossette che appaiono sulle guance rosse e ricordano a Louis l’Harry del college, quel ragazzo felice e spensierato con meno fardelli addosso. “Non vedo l’ora di uscire di qui. Forse ti cucinerò qualcosa prendendo spunto da questo libro di cucina. Come ringraziamento, intendo.”
“Non mi devi niente, Harry.”
“Solo per ringraziarti, per favore.”
Louis percepisce il tono leggermente ansioso dell’altro ragazzo. Un’altra grossa differenza rispetto all’Harry del passato.
“Si, Harry. Va benissimo.”
 
 
 
 
 
Lunedì 13 Gennaio.
 
 
“Harry, smettila di controllare il tuo telefono.”
“Beh, usare il cellulare non è una delle attività che mi hai consigliato di fare?”
Zayn non sembra impressionato dalla sua risposta. “Non mi interessa molto. Sei tu quello che non sarà in grado di abbottonarsi la camicia se non si allena, non io.”
“Ma quando mai mi sono abbottonato le camicie?” chiede Harry incuriosito, ma Zayn continua a fare l’indifferente.
“Sembra che tu abbia fatto molta pratica con il telefono, quindi è ora di passare ai bottoni.”
“Bene.” Harry posa il cellulare e lascia che Zayn lo aiuti a togliersi la maglietta per esercitarsi coi bottoni. “Li odio.”
Zayn ridacchia. “Lo so, ma a lavoro dovrai indossare le camicie. Penso che ti tornerà utile imparare ad abbottonarti i bottoni.”
Lavoro. Un campo minato che Harry non è ancora pronto per affrontare, se deve essere onesto. Ha pensato molto alla possibilità di tornare a casa sua, ma nessuno gli ha parlato di tornare a lavorare. Si domanda quando sarebbe successo.
Il telefono di Harry vibra di nuovo per l’arrivo di un messaggio, lo prende velocemente ma uno sguardo assassino di Zayn gli impedisce di leggerlo. “E se fosse – non importa.”
“Importante?” domanda Zayn.
Harry si ferma un secondo prima di dire quello che sta pensando. “E se fosse Louis?”
“Non ho capito che vi state sentendo per messaggio…”
“Non ci sentiamo spesso, ci scriviamo qualche volta. Non ha…” Harry si schiarisce la gola e giocherella col cellulare. “Non te l’ha detto?”
La faccia di Zayn non lascia trasparire alcuna emozione. “No, ma devi ancora imparare ad abbottonarti la camicia da solo e mandare messaggi a Louis non ti aiuterà a migliorare.”
Harry alza gli occhi al cielo.
“In realtà –“
“In realtà, cosa?”
“Forse lo fa.”
Zayn sembra pensieroso. “Che ne dici se, non appena avrai finito di abbottonarti la camicia, ti do il permesso per leggere il messaggio?”
“Davvero?”
“Si, è utile avere una motivazione.”
Harry abbottona la camicia il più velocemente possibile, le dita che lavorano senza inceppi. Sorride a Zayn quando ha finito e afferra il telefono.
So che sei un bravo cuoco, ma non sono ancora sicuro di poter mangiare qualcosa fatto interamente con il cavolfiore.
Sta per rispondere al maggiore quando Zayn gli ruba il cellulare dalle mani. “Non ti ho detto che avresti potuto rispondere.”
“Cosa?”
“Sbottona la camicia e potrai rispondergli.”
Harry brontola mentre slaccia i bottoni goffamente. Si è concentrato così tanto sul lavoro che non ha notato Zayn guardare lo schermo del suo telefono per leggere il messaggio.
“A proposito di cucina…”
“Non abbiamo parlato di cucina. E non puoi leggere i miei messaggi.”
“Togliti quella camicia e potrai rispondergli riguardo il tuo cavolfiore. Infine parleremo dei tuoi obiettivi per il futuro.”
Harry prende il telefono dalle mani del moro e quasi lo lascia cadere a terra, ma riesce a trattenerlo prima che si schianti. Digita rapidamente una risposta:
Proverò la ricetta prima di fartela assaggiare. Se non rispondo è perché Zayn mi tiene in ostaggio in cellulare.
Zayn tende la mano per prendere il telefono, sogghignando.
Harry sospira e glielo restituisce. “Adesso?”
“Hai voglia di provare ad abbottonarla ancora una volta? Mentre parliamo dei tuoi obiettivi.”
Harry si ferma al bottone centrale, lasciando la camicia aperta. “Sicuro che non vuoi farmi esercitare anche con le scarpe?”
Vede un lampo di pietà attraversare il viso di Zayn prima che risponda. “Devi essere più concentrato Harry. La nostra ultima sessione sarà tra qualche giorno, il che è positivo. Significa che potrai tornare a casa, non avrai più bisogno di queste cure, ma penso che tu sappia che la strada verso il recupero completo è ancora lunga.”
Harry scrolla le spalle. “E’ quello che continuano a dirmi. Sono soltanto felice di poter uscire da qui.”
“Si, sarà bello tornare a casa per te, ma sarà anche un grosso cambiamento. Dovremmo trovare alcune cose per mantenerti motivato a continuare la terapia.”
“Farò semplicemente le cose che abbiamo fatto qui. Posso mandare un messaggio a Louis dopo aver svolto bene un compito. Facile.”
“Harry…” riesce a vedere Zayn lottare per trovare le parole giuste. “Non può riguardare sempre tutto Louis, soprattutto quando si tratta della tua guarigione.” C’è una sorta di tristezza nel tono dell’amico. “Fallo per te stesso, Harry. Recupera e cambia la tua vita, ma fallo per te.”
Harry non dice niente. Sa che ciò che ha detto Zayn è importante, ma non può fare a meno di pensare al maggiore.
“Va bene, parliamo di alcune cose che vuoi imparare a fare. Vedendo quelle riviste di cucina, presumo che desideri tornare a cucinare.”
Harry spalanca la bocca, non aveva tenuto in considerazione il fatto che non sarebbe stato in grado di cucinare correttamente.
“Vedo che non ci hai pensato. Il tuo nuovo dottore potrà aiutarti, quindi non farti prendere dal panico. Esaminerò altri obiettivi e poi tu mi dirai se li trovi appropriati o se desideri aggiungere qualcosa.”
“Va bene…” risponde Harry, sentendosi a terra per aver pensato di poter tornare a cucinare come se non fosse successo nulla.
“I tuoi obiettivi resteranno simili, ma saranno adattati al tuo ambiente domestico. Riguardo il tuo obiettivo di comunicazione, possiamo includere alcune uscite con gli amici, piuttosto che socializzare soltanto usando il telefono. Riguardo l’attività fisica, oltre a vestirti da solo, possiamo aggiungere cose come cucinare, lavare e pulire.” Zayn fa una pausa. “Fai il bucato vero? O hai una domestica che fa tutto quanto?”
Harry sbuffa. “Si, mi faccio il mio bucato, e ho anche una domestica. Ehm – almeno penso di averla.”
“Bene, bene, possiamo vedere come vanno le cose fra qualche settimana. Sempre riguardo l’attività fisica, ho pensato che potresti aggiungere qualcosa, ad esempio prendere in considerazione la terapia acquatica della clinica in cui Lou – beh, la clinica che si occupa delle cura ambulatoriali.”
La terapia acquatica non gli sembra una cattiva idea, probabilmente sarà più facile muoversi in acqua. “Si, mi piace.”
La faccia di Zayn tradisce un certo disagio. “Non sono sicuro di quanto ti interessi la fotografia, adesso, ma anche la gestione delle fotocamere può far parte dei nuovi obiettivi.”
Queste parole scuotono Harry nel profondo. “Uh, si. Metti qualcosa a riguardo.” Si sta ancora riprendendo da quell’ultima affermazione del modo, quando Zayn continua a parlare.
“Avremo bisogno di sapere di quali attività necessiti di fare per poterti aiutare a tornare a lavoro. È qualcosa di cui potrai discutere con il nuovo dottore.”
“Merda. Si, va bene. In realtà non so davvero cosa faccio a lavoro. Immagino che ne dovrò parlare con Liam.”
Zayn annuisce. “Suona bene. Voglio anche parlarti del tuo ritorno alla vita di tutti i giorni, so che sei desideroso di andartene dall’ospedale, ma penso che dovremmo parlare di cosa ti aspetterà. Può essere molto frustrante tornare a casa e sentirsi come se non potessi fare tutto ciò che hai sempre fatto senza problemi. Quando sei in ospedale, le persone che ci lavorano fanno tutte le cose al posto tuo, e il paziente non si rende conto che una volta tornato a casa dovrà essere in grado di fare tutto da solo.”
“Va bene. Penso che riuscirò a sopportare i cambiamenti, al massimo tirerò qualche pugno al muro per la frustrazione.”
Zayn sbatte le palpebre, sorpreso. “Okay, ma se pensi di tornare a casa e tirare pugni al muro si vede che il tuo dottore non sta facendo proprio un bel lavoro.”
“Un lavoro fottutamente fantastico, invece.” Risponde Harry con un sorriso.
“I muri del tuo appartamento sono in mattoni, temo che dovrai provare a contenerti se non vuoi farti male. Più avanti potremmo aggiungere la guida. Ovviamente, andare da un posto all’altro non sarà difficile per te a livello finanziario, ma alla fine, probabilmente, vorrai tornare a riavere indietro la tua indipendenza piuttosto che chiamare un taxi ogni volta che vuoi uscire di casa.”
Harry annuisce mentre lancia un’occhiata alle chiavi della sua Lamborghini, in cima ad una pila di riviste di golf. Sa che non andrà da nessuna parte con quella macchina, ma sarà bello riavere indietro la Range Rover ed essere in grado di muoversi autonomamente.
“Bene, abbiamo un’ultima sessione dopo questo, poi avremo finito. Io…” Zayn si schiarisce la gola. “Spero che terrai a mente ciò che ti ho detto, Harry. La tua guarigione – spero che lavorerai per te stesso. Meriti di riavere una vita.”
Dopo che Zayn se ne è andato, Harry pensa a tutto ciò che si sono detti. Le parole dell’amico hanno un fondo di verità, eppure Harry non è ancora sicuro di riuscire a mettere in pratica i consigli del moro. Tutto continuano a dirgli che deve riprendere in mano la sua vita. E se non lo volesse? E se volesse una nuova vita? Una in cui non ha rovinato la sua relazione con Louis?
Questo pensiero gli fa venire in mente di prendere il telefono, lo schermo si illumina ed Harry vede un messaggio non letto. Louis gli ha inviato una gif di un personaggio dei cartoni animati legato ad una sedia.

Hai bisogno che venga a salvarti?

Harry non può fare a meno di ridere e sentire una piccola scossa nello stomaco, come se fosse tornato alla prima cotta adolescenziale. Ignora tutto ciò che gli ha suggerito lo psicologo, il fatto di andare lentamente e costruire prima un’amicizia con Louis. Il fatto è che non ha mai voluto essere soltanto un amico per Louis.

Il mio tormento se ne è andato, finalmente. Rimane soltanto un’altra sessione di tortura.

Harry osserva i tre puntini sullo schermo, segno che il maggiore sta scrivendo.

Ancora uno? Significa ciò che sto pensando?

Harry sente il cuore martellare nel petto mentre riflette su quello che sta per dire.

Si, uscirò mercoledi. Pensi di poter venire a trovarmi? Per aiutarmi a sistemarmi.

E’ così nervoso che accidentalmente invia il messaggio troppo presto. Si maledice sottovoce mentre prova a pensare a cosa scrivere per rimediare, le dita che armeggiano sulle lettere mentre digita alcune ragioni convincenti. Quasi lascia cadere il telefono quando inizia a vibrare per una chiamata in arrivo.
Fissa il nome di Louis sullo schermo, prima di rispondere. “Ciao.”
“Ehi, H. Spero non sia un problema se ti ho chiamato.”
“Certo che no, puoi chiamarmi quando vuoi.” Gesù, sembra patetico.
“Ehm, si. Va bene. E’ una bellissima notizia che finalmente potrai tornare a casa, sono davvero contento.”
“Si, Zayn continua a dirmi che sarà difficile tornare a casa alla vita di tutti i giorni, ma non riesco a non essere felice. Voglio soltanto andarmene da qui.”
“Si, ha senso. Hai chiamato qualcuno per aiutarti a sistemare tutto?”
“Um, volevo parlarti proprio di questo. Ho pensato che potresti tornare a casa con me, almeno il primo giorno. Potresti aiutarmi a capire un po’ di cose.” La spiegazione sembra incerta anche alle sue stesse orecchie.
C’è una breve pausa ed Harry sente il cuore schizzargli in gola.
“Si, posso farlo. Se hai bisogno di me –“
“Si, certo. Ho bisogno di te.” Cazzo, sta correndo troppo, ma non riesce a fermarsi.
“Sei sicuro di non voler il tuo…” Louis si ferma come se stesse pensando a chi nominare, chi potrebbe aiutare Harry a tornare a casa.” Tua sorella?”
“No, preferirei avere te. Conosci tutti i miei problemi e forse puoi aiutarmi a capire come muovermi nell’appartamento.” Non sa nemmeno con cosa avrà bisogno di aiuto, ma gli sembra una buona scusa per convincere il maggiore.
“Vero, potrei aiutarti, suppongo. Mercoledì ho un appuntamento ma verrò non appena avrò finito di lavorare, se per te va bene.”
“Si… Louis?”
“Dimmi.”
“Grazie, apprezzo quello che stai facendo.”
“Di niente. Farei qualsiasi cosa per te, sono sempre pronto per aiutare un amico.”
Sa che è vero. Louis è sempre pronto per aiutare un amico o un conoscente in difficoltà. Harry sa di approfittare della situazione, ma non gliene importa. Se mai gli tornerà la memoria, l’unica cosa che sa per certo è che non ha mai smesso di amare Louis Tomlinson, e non ha mai smesso di sperare che sarebbero potuti tornare insieme.

 
   
 
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