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Autore: whitemushroom    07/08/2020    3 recensioni
"In un mondo dove dimenticare è un dogma, accetteresti di diventare la mia eresia?"
Monologo delirante di Kazusa Futahito.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kazusa Futahito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Walk on, wandering souls,
For your respite we pray
Let our humble song
Clear your hearts of dismay
Rekindle the flame in your souls and set you free
So walk on and become the light that guides the way


In linea teorica è semplice: chiudere a chiave la porta del laboratorio, staccare il COMM, mettere nero su bianco la relazione e spedirla al Bureau prima di domani mattina.
Sui primi due punti ci siamo. Ed a ben vedere i fogli sono qua davanti, la penna pure, eppure sono tre ore che non si forma nemmeno la più stupida riga.
E la colpa è tua.
Sì, perché, di chi dovrebbe essere, scusa?
È come essere pesanti e leggeri allo stesso tempo. Come fluttuare tra le nuvole, osservando lo scintillare del mare all’orizzonte, ma con una catena che preme le caviglie e le tira verso la terra fino a spezzare le gambe.
Mi fai male.
È iniziato ieri, dopo la battaglia al confine occidentale, quando i comunicati hanno annunciato il nostro trionfo sulle truppe di Milites e gli stormi di Concordia.
Centottantamila soldati di Rubrum caduti. No, centottantamila e trecento sette.
Eri uno di loro, vero? Perché se fossi vivo ricorderei il tuo nome, ma ricordare ed essere ricordati è un lusso dei vivi.
Dovrei decidermi a finire questa stupida relazione.




You stare up at the stars
In the clear, endless skies
Slowly fading lights
Shining back in your eyes
Completely consumed with your search for certainty
You’ll lose sight of everything and get left behind


Dicono che dimenticare sia un dono dei Cristalli per farci andare avanti, per liberarci dal peso del dolore per la perdita di qualcuno: un modo per viaggiare leggeri verso il futuro, per non rimanere attaccati a qualcosa che finirebbe solo per rallentarci. Sembra che solo i ricordi dei l’Cie possano sopravvivere nei cuori della gente, perché il loro coraggio e la loro dedizione siano lo stendardo fiammeggiante da innalzare durante le battaglie per il trionfo del Dominio.
Ed è vero, non provo dolore. Non piango, se capisci quello che intendo.
Non si piange per qualcuno di cui in fondo non si ricorda nemmeno il nome, dico bene?
È solo che questo vuoto non va via.
Su consiglio di Emina ho preso un po’ di tranquillanti ed ho aspettato qualche giorno ma, credimi, questo buco non passa.
Di solito il modo migliore per non pensare è buttarsi a testa bassa sul lavoro, ma più guardo le mie carte, gli appunti, le tabelle da compilare e più invece la testa torna sempre in questo squarcio che mi ritrovo nel petto.
Smettila.




We can leave this place together
All alone, you and me,
We both know the road to follow
And where it may lead
But if the world should come between us and you fall behind
Then just call me
Let your voice reach out, and tell me to wait because


Io devo capire chi sia l’imbecille che tiene un Tonberry domestico! Uno che non ha paura di essere sgozzato nel sonno, è chiaro! Perché anche un cieco capirebbe che questa bestiaccia è addomesticata, quel cretino del padrone gli ha pure messo un vestitino! Lo hanno trovato quelli della Class Zero a rovistare tra gli avanzi della mensa, e quei ragazzini sono stati fortunati a non ritrovarsi almeno tre dita in meno, lo sanno anche quelli del primo anno come reagiscono i Tonberry agli estranei!
Ma la cosa che non capisco è perché lo abbiano portato qui da me! Sono un anatomista, dannazione, non un veterinario!
Pazienza, domani mattina saprò cosa vivisezionare.




All I know is that I want to be with you
To be the one that, ‘till the end, you can hold onto
I’ll keep you safe, so place your trembling hand in mine,
I’d give everything for you to say that you’ll stay by my side


Io giuro che muoio.
Seriamente, un’altra volta e mi prende un infarto, perché non posso svegliarmi nel cuore della notte e ritrovarmi quegli occhietti luminosi e maligni addosso e tutto il mio set di bisturi piantato contro il cuscino.
Io non capisco come quel mostro sia entrato in camera mia -forse uno spirito vendicatore di tutti i Moguri che potrei aver dissezionato per le mie tavole anatomiche- ma magari se resto immobile quello non mi attacca e se ne va, in fondo è un predatore. Vuole il sangue.
Il mio sangue.
Non se ne va. Santo Cristallo, non se ne va.
E cosa sono questi fischi? I Tonberry non emettono alcun verso,
Sta … male?
Appena leva quel coltellaccio dalla mia faccia giuro che lo metto in un cilindro di contenzione e domani altro che vivisezione, fa un bel volo nell’inceneritore e tanti saluti!
  
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