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Autore: CedroContento    07/08/2020    2 recensioni
Come ogni storia di Re e Principesse che si rispetti anche questa comincia, come molte altre, con "C'era una volta..."
Quindi, c'era una volta una terra lontana lontana chiamata Avior.
A sud di questo paese altri Cinque Regni più piccoli vivevano in pace sotto la protezione del Re di Avior, Re Karl.
Il giorno in cui il sovrano di Avior dovette decidersi a prender moglie scelse di ospitare a palazzo le principesse in età da marito provenienti dai Cinque Regni, in modo da poter scegliere tra queste la sua sposa.
Astoria, principessa di Tabita, viene così strappata alla sua tranquilla esistenza e catapultata tra gli intrighi di corte, sarà lei a conquistare l'enigmatico Re?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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Capitolo 5

Cheyenne

Astoria era affacciata al balconcino della sua stanza. Era piccola ma tutto sommato accogliente. Si stava godendo l'aria fresca della sera, fuori si era fatto scuro e non distingueva molto del panorama, le sembrava di intravedere un giardino e sentiva il frusciare degli alberi ma avrebbe dovuto aspettare il mattino dopo per scoprire cosa le riservasse la vista.
Pensava al suo incontro di poco prima con Re Karl. Anna aveva avuto ragione quando aveva detto che era bello: alto, spalle larghe, capelli scuri e folte sopracciglia sotto cui facevano capolino due penetranti e intelligenti occhi chiari.
Sbadigliò, cominciava a sentire la stanchezza del viaggio e si accorse che anche Anna, intenta a sistemare le sue cose, spesso si rigirava senza meta o tornava su suoi passi cercando di ricordare cosa voleva fare “Anna vi spiace finire domani? Mi sento stanca vorrei riposare, e poi ormai quel che serve fino a domani mattina è sistemato, andate a riposare anche voi”.
Anna non obbiettò, la guardo anzi con gratitudine, prima di andarsene però si assicurò ancora una volta che ad Astoria non mancasse nulla, poi uscì augurandole la buonanotte.
La cameriera era uscita da meno di un minuto, quando qualcuno bussò alla porta. Senza che Astoria avesse il tempo di aprire bocca la porta si aprì e una testa ricoperta da morbidi boccoli biondi si affacciò nella stanza. “Credevo non se ne sarebbe più andata!” cinguettò la ragazza che si era appena infilata nella sua camera e ora richiudeva furtivamente la porta alle sue spalle per poi buttarsi sul grande letto a baldacchino e da lì osservarla.
“Mmmh non riesco a inquadrarvi” deliberò dopo qualche secondo “Ma spero siate più simpatica delle altre due, Iris è una smorfiosa malefica mentre Diana...beh credo non averla mai sentita parlare ancora e poi sta sempre rintanata nella sua stanza”.
Astoria si chiese se la ragazza si aspettasse veramente che lei sapesse di chi parlasse o ancor meglio chi fosse lei, intanto quella aveva preso a girare qua e là e a frugare senza troppi scrupoli fra le sue cose. “Se posso permettermi… voi chi dovreste essere?”
La ragazza si girò verso di lei stupita, spalancando le braccia disse “Sono Cheyenne! Non mi verrete a dire che non avete indagato sulla concorrenza?! Ah cielo siete un tesoro!” si mise a ridere di gusto. “Beh io so tutto di voi Astoria, e magari indagando ancora più a fondo potremmo scoprire anche di essere parenti chi lo sa, vostra madre è duchessa di Piautos no?”.
Cheyenne era la principessa di Piautos scoprì poi Astoria.
L’esuberante principessa decise di prenderla in simpatia, se non altro in nome della loro ipotetica parentela. Ma Astoria dovette ammettere che si rivelò un'amica preziosa nei giorni seguenti, senza lei a farle da guida sarebbe stata persa.
Cheyenne effettivamente sapeva veramente tutto di tutti, parlava un sacco e non sempre era necessario che Astoria intervenisse nelle conversazioni per farla felice. All'apparenza poteva sembrare una ragazza vivace e frivola ma nascondeva una grande intelligenza e perspicacia.
Le raccontò che Iris aveva un carattere terribile, stava antipatica pure al Re e lui non l'avrebbe mai sposata lo sapevano tutti, solo Iris pareva ignorare la cosa “Si crede chissà chi solo perché la sua famiglia è la più ricca dei Cinque Regni…o quasi” commentò.
Di Diana le disse che proveniva dal regno di Ain e che sua nonna aveva origini eltaniane e la cosa a corte dava fastidio a qualche nobile che sosteneva che il Re non avrebbe neanche dovuto prendere in considerazione un matrimonio con lei per quel motivo “Se non fosse così bella, ci farà sfigurare sempre Astoria! Perfino il principe Nicolas la guarda hai visto?!” disse sbuffando una volta Cheyenne mentre passeggiavano nel parco. Astoria aveva incrociato un paio di volte Diana alla dependance e doveva convenire che era veramente bella come una dea: slanciata, con lunghi capelli neri lisci come seta, occhi verdi e la pelle ambrata.
Di Re Karl invece in quei giorni non ebbero più notizia, Cheyenne era stata la seconda a giungere a corte dopo Iris e aveva passato un paio di pomeriggi insieme a lui a passeggiare nei giardini “É così noioso Astoria, barboso…” le confessò sofferente una volta. Astoria venne investita da un'ondata di nostalgia di casa, Cheyenne nei modi le ricordava proprio la madre, le venne il sospetto che non fossero veramente imparentate “É rimasto serio tutto il tempo, quasi non ha spiccicato parola!” le raccontò Cheyenne imbronciata. Astoria però pensò che la scarsa loquacità del Re poteva dipendere dal fatto che Cheyenne non smettesse mai di parlare ed era quindi molto difficile intervenire nei suoi discorsi.
“Suppongo che però questa sera a cena lo rivedremo, anzi sarà il caso di cominciare a rientrare altrimenti ci toccherà prepararci in fretta e furia e a me proprio non va”.
Era agosto, Astoria e Cheyenne passavano molto tempo a passeggiare nei vasti parchi che circondavano la reggia, al riparo dal sole caldo all'ombra degli alberi, come facevano anche molti altri nobili di corte. In questo modo Astoria ebbe modo di fare diverse nuove conoscenze, più o meno gradite. Quando invece Cheyenne aveva qualche altro impegno, la principessa di Piautos infatti aveva un’agenda molto più fitta di quella di Astoria per quanto riguardava gli eventi mondani, la principessa di Tabita ne approfittava per andare nell'enorme biblioteca del palazzo, non era molto frequentata, a nessuno andava di chiudersi lì dentro con quelle belle giornate, lì era sicura di trovare un po’di quiete.
Girarono su se stesse nel vialone per tornare da dove erano venute, all'improvviso però un cespuglio si mise a tremare alla loro sinistra e un giovane uomo spuntò tra le foglie e i rami dell'arbusto “Victor ma cosa ci fate lì!?” rise Cheyenne avvicinandosi al nobile dai ridenti occhi azzurri, aiutandolo a sgrovigliarsi da un ramoscello che gli tratteneva la giacca.
“Ah Cheyenne sei un angelo e, lasciamelo dire, oggi sei ancora più splendida del solito! Mi nascondevo da lord Timothy comunque, è appena passato, sai non credo di essergli tanto simpatico...” disse lisciandosi gli indumenti con le mani e rimuovendo qualche fogliolina.
“Non avrà qualcosa a che fare col fatto che ti abbia scoperto in atteggiamenti intimi...con sua moglie!?” lo canzonò lei, i due si guardarono con affetto ridendo.
“Astoria!” esclamò poi Victor accorgendosi di lei “Anche voi siete meravigliosa, inutile dirlo. Non è giusto che quel musone del Re abbia a disposizione tante bellezze ed è ancora più oltraggioso il fatto che non ne approfitti!”
Re Karl non era un grande simpatizzante di lord Victor, e il sentimento era reciproco, questo dipendeva dal fatto che quello aveva l'abitudine di sedurre le mogli dei nobili, anche se non lo aveva cacciato formalmente, gli aveva chiaramente fatto capire che la sua presenza era poco gradita a palazzo. Eppure Cheyenne era sicura del fatto che fossero stati amici un tempo.
Fecero ritorno nelle proprie stanze scortate da Victor che le intrattenne con la sua incrollabile allegria lungo il tragitto.

Per la cena di quella sera Anna consigliò ad Astoria di indossare un vestito giallo pastello che le lasciava scoperte le spalle e le acconciò i capelli in un morbido semi raccolto. Mentre le sistemava i capelli le spiegò come si sarebbe svolta la serata. “Vi riunirete in uno dei saloni più piccoli del secondo piano, non tutti quelli che vedrete lì ceneranno insieme a voi, non è una cena particolarmente importante ci saranno pochi ospiti, una volta lì sarà il Re a decidere quando vi metterete a tavola, quando aprono la sala da pranzo aspettate che uno dei valletti vi indichi dove sedervi mi raccomando” le ricordò ancora.
Fatto tesoro delle ultime raccomandazioni, Astoria si diresse a palazzo.

Il salone da ricevimento del secondo piano veniva usato per i ricevimenti più intimi. Le pareti dorate della stanza erano adornate da candelabri e grandi specchi appesi uno difronte all'altro, si riflettevano all'infinito creando l'illusione che la stanza fosse immensa, dall'alto soffitto a volta decorato da intarsi pendeva un brillante lampadario di cristallo che si rifletteva sul pavimento di parquet tirato a lucido. Ampie porte finestre davano su un terrazzo affacciato sul lungo vialone fiancheggiato dai cipressi e la grande fontana dell'ingresso principale.
Astoria individuò Cheyenne che parlava con il marchese Gustavo e il figlio maggiore di quest'ultimo. Gustavo era un aristocratico schietto e allegro, che aveva passato ormai la mezz'età da un pezzo, aveva un grosso pancione e un viso cordiale, quando il padre di Re Karl era ancora in vita erano grandi amici, e Karl stesso lo teneva in grande considerazione, per questo era praticamente sempre presente agli eventi di corte. Aveva tre figli: due maschi ormai grandi e una figlia appena adolescente, Greta, che però quella sera non aveva portato con sé. Astoria si unì volentieri a quella compagnia.
Conversavano ormai da quasi mezz'ora quando Astoria sentì una voce alle sue spalle che la fece sussultare. “Perdonatemi posso rubarvi Astoria per qualche minuto?” riconobbe la voce del Re.
Si voltò timidamente a guardare il bel volto che le sorrideva educatamente.
“Dovete maestà dovete! Guardate com'è bella questa sera, merita tutte le vostre attenzioni!” tuonò il marchese giovialmente, facendo voltare nella loro direzione i presenti. Cheyenne le fece un occhiolino d'incoraggiamento mentre Re Karl la conduceva in un angolo un po’ più appartato del salone dove avrebbero potuto conversare tranquillamente, nel farlo le sfiorò appena la vita e Astoria a quel tocco appena accennato sentì lo stomaco che si aggrovigliava.
“Come state, vi siete ambientata bene qui a corte?” cominciò col chiederle Karl, fissandola impudentemente negli occhi senza distogliere lo sguardo.
Astoria ebbe la sensazione che la stesse studiando. In soggezione fece per rispondere, ma qualcosa alle spalle del Re la distrasse. Un ometto tutto nervoso aveva preso a seguirli, e cercava ora in ogni modo di farsi notare dal sovrano che però continuava a dargli ostinatamente le spalle. Sospirò e con amarezza disse “Un po’ mi spiace dovervelo dire proprio ora che avete trovato un momento per me ma...c'è un signore dietro di voi che cerca disperatamente di parlarvi credo” ammise rassegnata.
Karl si accigliò, guardò contrariato con la coda dell'occhio nella direzione del disturbatore “Si me ne sono accorto, ma sono io che non desidero parlare con lui, voglio parlare con voi. Venite” le sussurrò con aria complice.
Erano vicini ad una delle porte che davano sul terrazzo e Karl la sospinse fuori e si richiuse la porta alle spalle “Ecco, ora non ci darà più noia!”
Astoria sorrise del suo tono soddisfatto.
“Quindi ditemi, vi siete sistemata bene, sono di vostro gradimento gli alloggi?” riprese lui da dove erano stati interrotti.
“Sono accoglienti sì, dal balcone ho una vista meravigliosa sui giardini, in realtà però se ne intravede uno che passeggiando non sono proprio riuscita a trovare, il che è un peccato perché sembra così bello” disse Astoria appoggiandosi di spalle alla balaustra di pietra.
“Non lo avete trovato perché è un giardino segreto, solo poche persone possono accedervi. Era mia madre a prendersene cura” le rivelò Karl dopo qualche istante di silenzio, tradendo una punta di malinconia nella voce, avvicinandosi a sua volta al parapetto.
“Mi dispiace non intendevo intristirvi” disse lei sinceramente dispiaciuta di leggergli quel sentimento negli occhi.
“Affatto...anzi mi fa piacere venga ancora apprezzato. Visto che prima mi avete fatto delicatamente notare che vi ho trascurata, ed è vero” alzò una mano per fermare Astoria che aveva aperto la bocca per giustificarlo “domani pomeriggio vi porterò a vederlo, se vi fa piacere ovviamente”.
“Mi farebbe piacere” rispose lei regalandogli un sorriso raggiante.
“Allora è deciso” sentenziò lui soddisfatto guardandola ancora una vota a lungo, assorto, facendole battere inconsapevolmente il cuore irrequieto nel petto.
Improvvisamente Astoria fu del tutto consapevole di quanto fossero vicini. Per un attimo che durò meno di un battito di ciglia lo sguardo di lui passò dagli occhi alle labbra di Astoria...
“Ah ecco dove vi siete nascosti!” il principe Nicolas spalancò teatralmente la porta finestra spezzando la magia, si unì a loro sul balcone, non accorgendosi di aver appena interrotto qualcosa. Astoria si rese conto di aver trattenuto il fiato fino a quel momento, cercò di riprendere a respirare normalmente.
Nicolas non era solo, dietro di lui spuntarono due dame, una delle quali, riconobbe Astoria, era la principessa Iris, non aveva ancora mai parlato con lei, Cheyenne la evitava come la peste. Iris le sorrise forzatamente rivelando ad Astoria che aveva qualcosa di verde incastrato tra gli incisivi superiori, probabilmente aveva masticato delle foglioline di menta per rinfrescare l'alito.
Approfittando del fatto che Karl e Nicolas fossero momentaneamente impegnati in una conversazione che non le riguardava, Astoria cercò di avvisare Iris a gesti, ma quella non capì, la guardò con aria allo stesso tempo incerta e sprezzante.
“Beh io sto morendo di fame! Che ne dici fratellone ci mettiamo a tavola?” Nicolas aveva alzato il volume della voce, rivolgendosi ora di nuovo anche alle signore.
“Certamente. Astoria prego” concesse Karl, porgendole il braccio.
Inaspettatamente poi si rivolse ad Iris, senza però degnarla di uno sguardo. “Ah Iris, credo che Astoria stesse cercando di farvi capire che avete qualcosa tra i denti” disse con noncuranza.
Astoria, colta alla sprovvista, strinse involontariamente il braccio di Karl per non perdere l'equilibrio, intenta a gesticolare non aveva notato che il Re non l'aveva persa d'occhio un istante.
Camminò a testa bassa, il volto in fiamme, avrebbe voluto sprofondare per l'imbarazzo. Alzò lo sguardo quanto bastava per vedere Iris lanciarle un'occhiata furente, se il suo sguardo avesse potuto lanciare fiamme l'avrebbe incenerita all'istante.
Karl, ignaro o indifferente, la scortò fino alla sala da pranzo, come aveva detto Anna era adiacente al salone. Non ebbe bisogno di aspettare che un valletto le indicasse dove sedersi perché Karl stesso la fece accomodare nella parte centrale della tavolata, lì si congedò per prendere posto a capotavola.
Con sollievo notò che Iris sedeva ad un estremo del tavolo, non casualmente all'altra estremità rispetto al Re, abbastanza lontana da permettere ad Astoria di sottrarsi al suo sguardo carico d'odio, e fu ancora più sollevata quando il marchese Gustavo sedette accanto a lei, con un sonoro sbuffo, increspando la tovaglia davanti a sé col suo pancione. Astoria contò diciassette coperti.
La tregua durò poco. Lo sguardo le cadde sulle posate, notò delle pinze somiglianti a quelle per schiacciare i gusci delle noci, si chiese a cosa servissero e la risposta le arrivò spietatamente alla seconda portata, aragoste. A Tabita non erano soliti mangiare aragoste, Anna doveva ignorarlo altrimenti l'avrebbe sicuramente avvisata. Astoria guardò afflitta l'enorme crostaceo nel suo piatto non sapendo di preciso dove e come cominciare ad affrontarlo. Intorno a lei gli altri commensali avevano cominciato ad utilizzare le pinze per frantumare il guscio dell'animale e la sala riecheggiò di innumerevoli e sinistri crack crack che scoraggiarono ancora di più il suo appetito.
“Principessa Astoria cosa succede, non vi hanno mai servito l'aragosta per variare dalle solite patate e cavoli?!” le arrivò una voce velenosa alla sua destra, Iris non aveva perso tempo per vendicarsi e ora ridacchiava soddisfatta della sua battuta, ma nessun altro rise con lei perché ognuno teneva discretamente d'occhio Re Karl e lui era serissimo.
Cheyenne, poco distante, fulminò Iris con lo sguardo e le fece il verso accompagnandolo ad una linguaccia impertinente, il tutto ovviamente, non sfuggì alla principessa di Errai.
“Questo violerà sicuramente ogni regola del galateo ma, che mi venga un colpo, se serve a salvare una damigella in difficoltà mi perdonerete! Forza!” esclamò con il suo allegro vocione il marchese al suo fianco e dicendo questo scambiò il proprio piatto, dove aveva appena finito di pulire l'aragosta e separato la polpa pronta per essere mangiata, con quello di Astoria.
Lei si commosse per questo gesto e gli sussurrò un affettuoso “Grazie, siete il mio eroe” sorridendo sollevata.
Gustavo di rimando le fece l'occhiolino “Ci siamo passati tutti”.
Fecero per brindare alla loro ma non ebbero il tempo di far tintinnare i calici che il Re dal suo posto volle aggregarsi, si alzò sollevò il suo bicchiere e pronunciò con scherzosa solennità.
“Brindo alla vostra Gustavo, a voi e alle vostre coraggiose gesta cortesi che non temono neanche le regole più rigide del galateo, siete un esempio di valore per tutti noi, questo però ve lo dico sinceramente” aggiunse infine più serio sorridendo.
“Bravo ben detto!” balzò su Nicolas al suo fianco, guadagnandosi così un’occhiata in tralice dal fratello, alzando a sua volta il calice verso il marchese.
Questo gradì lo scherzo e rise di cuore, conosceva quei due fin da quando erano bambini e sapeva che non c'era ipocrisia o scherno nelle loro parole. Karl era affezionato a Gustavo e quella sera la stima che provava nei confronti di quel uomo crebbe ancora di più, così come l'interesse per quella dolce ragazza che in quel momento gli sedeva a fianco.
   
 
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