Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: pampa98    08/08/2020    7 recensioni
[Storia scritta per l'iniziativa "Scrivimi!" del gruppo Facebook "Caffè e calderotti"]
[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna]
Erano uno Stark e un Greyjoy, e un giorno sarebbero stati nemici. Lui lo sapeva bene: lo aveva saputo il giorno in cui aveva visto l’esercito del Nord uccidere i suoi fratelli e quello in cui era giunto a Grande Inverno, dove un bambino dai capelli ramati lo aveva accolto con un grande sorriso. Lo aveva saputo anche ogni volta che scherzava con lui, o gli insegnava qualche trucco nel combattimento e quando passavano ore e ore nella sua camera a parlare. La consapevolezza del loro inevitabile destino non era mai mutata nel suo cuore, mentre in quello di Robb sembrava non essere mai entrata.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Robb Stark, Theon Greyjoy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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UNA GABBIA COLOR DEL FUOCO
 


Ricordava bene il loro primo bacio. Era stato dopo uno dei loro allenamenti serali, quelli che appartenevano solo a loro, senza Jon e lontano dallo sguardo severo di Ser Rodrick. Per la prima volta Robb era riuscito a tenergli testa – stava crescendo in fretta e lo aveva già raggiunto in altezza, nonostante fosse molto più giovane di lui. Lo aveva disarmato e bloccato a terra, con la spada puntata alla sua gola. Theon aveva ridacchiato, deridendolo per aver impiegato tanto tempo per sconfiggerlo, ma in cuor suo sapeva che presto Robb lo avrebbe superato e non ci sarebbe più stato spazio per le risate e la complicità. Erano uno Stark e un Greyjoy, e un giorno sarebbero stati nemici. Lui lo sapeva bene: lo aveva saputo il giorno in cui aveva visto l’esercito del Nord uccidere i suoi fratelli e quello in cui era giunto a Grande Inverno, dove un bambino dai capelli ramati lo aveva accolto con un grande sorriso. Lo aveva saputo anche ogni volta che scherzava con lui, o gli insegnava qualche trucco nel combattimento e quando passavano ore e ore nella sua camera a parlare. La consapevolezza del loro inevitabile destino non era mai mutata nel suo cuore, mentre in quello di Robb sembrava non essere mai entrata.
Senza preavviso, il giovane lupo si sporse verso di lui, toccando le sue labbra con le proprie. Era un bacio incerto, impacciato, degno di un ragazzino vergine – quello che Robb era. Theon non si mosse, sorpreso e allo stesso tempo curioso di scoprire che cosa avrebbe fatto l’altro ragazzo. Robb mantenne il contatto per qualche secondo, poi alzò la testa, restando ancora fermo sopra di lui. Aveva il volto in tinta con i capelli e tremava come un coniglio impaurito; ma i suoi occhi erano quelli di un lupo. Lo fissavano, determinati: ricambia o maledicimi, era quello il loro ordine.
Theon sbuffò.
«E quello era un bacio secondo te?»
Strinse una mano nei suoi riccioli e lo tirò nuovamente verso di sé. Quella volta il contatto fu tutt’altro che casto. Theon lo spinse subito al limite, baciandolo con foga, pretendendo l’accesso alla sua bocca ed esplorandone ogni angolo. Robb ansimò contro di lui, in cerca di un’aria che l’altro non gli lasciava. Gli strinse le spalle, affondando le dita nella carne, ferendolo. Theon si chiese se fosse una richiesta di fermarsi, ma la lingua di Robb iniziò a danzare a tempo con la sua, acquisendo sempre più fiducia e controllo. Spostò le mani sul suo volto, tenendolo fermo, in trappola. In una gabbia color del fuoco, più stretta di quella in cui Theon già si trovava eppure più libera.
Lui aveva iniziato e lui aveva finito. Robb si allontanò bruscamente da lui, il rossore ancora evidente, così come evidente era il rigonfiamento nei suoi pantaloni.
«I-Io…» boccheggiò.
«Non dirmi che sei venuto?»
«Certo che no! Non sono mica un ragazzino.»
“Sì, invece”, avrebbe voluto rispondergli. Anche lui era eccitato, ma non era certo di voler proseguire su quella strada. Dove li avrebbe portati? Robb non era una puttana che poteva usare quando voleva: era suo amico e il futuro Lord di Grande Inverno e Protettore del Nord.
Jon Snow lo tolse dall’ingrato compito di dover distruggere sul nascere quello che c’era tra lui e Robb. Fu la prima e unica volta in cui Theon fu felice di vedere il bastardo.
 

La seconda volta che si baciarono fu dopo che Robb era diventato re. Lo aveva raggiunto nella sua tenda e aveva lasciato Vento Grigio a guardia, assicurandosi di tenere lontano visitatori indesiderati.
«Maestà» lo salutò Theon, eseguendo un mezzo inchino.
«Ti prego, no. Almeno tu evita quel titolo.»
«Lo odi già? Aspetta almeno di avere una corona sulla testa.»
Robb sospirò. Si versò un bicchiere di vino e lo bevve tutto d’un fiato. La sua mano tremava.
«Non so se sarò in grado di essere un buon re» disse.
«Nessuno lo sa prima di provarci» Theon si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla spalla. «Sarai comunque un re migliore di molti che ti hanno preceduto, di questo puoi esserne certo.»
Robb abbassò lo sguardo verso di lui. Il lupo che lo aveva condotto vittorioso in battaglia era rimasto fuori da quella tenda, insieme ai suoi alfieri che continuavano a brindare al Re del Nord. Con lui, Robb poteva mostrarsi semplicemente per ciò che era: un ragazzo di appena sedici anni con più responsabilità di quelle che avesse chiesto a gravargli sulle spalle.
«Lo spero» rispose. «Farò del mio meglio.»
Theon sorrise. «Lo so.»
Robb mosse un passo nella sua direzione e questa volta Theon sapeva cosa sarebbe successo. Il ragazzo apprendeva in fretta e ricordava perfettamente come baciarlo. Gli strinse il volto tra le mani, tenendolo vicino a sé, in una posizione scomoda – strana – per Theon.
«Non dovremmo» gli disse, divincolandosi dalla sua presa. «Anche se non ti piace, tu sei il re, e io solo un ostaggio.»
«Un protetto» lo corresse Robb. «E lo eri. Ora non più. Il passato è il passato, ma il mio regno sarà diverso. Ho bisogno di te al mio fianco, non come prigioniero, ma come alleato, come mio pari. Vuoi esserlo?»
«Sì.»
Quell’unica sillaba lasciò le sue labbra troppo in fretta, ma subito si rese conto di quanto suonasse vera tanto a Robb quanto alla sua mente. Lui era un alleato di Robb. Suo amico, suo fratello. Aveva stretto un legame più forte con lui che con qualsiasi uomo di ferro: perché non sarebbe dovuto restare al suo fianco?
«Allora non c’è altro da aggiungere» concluse Robb, facendolo stendere sul letto.
 

La terza volta Theon sapeva quando sarebbe avvenuta. Al suo ritorno con la notizia che la flotta di ferro si era unita alla sua causa, Robb lo avrebbe ringraziato ed elogiato davanti ai suoi alfieri, guadagnandosi qualche borbottio di dissenso assieme alla certezza di vincere la guerra, e poi privatamente lo avrebbe ringraziato a modo suo. Lo avrebbe baciato – o forse sarebbe stato Theon a iniziare quella volta – fino a quando nessuno dei due avrebbe avuto più fiato in corpo. Lo avrebbe spogliato e fatto adagiare sul letto – un letto che non sarebbe mai stato loro nonostante lo fosse – portandolo a dimenticare le loro differenze, i loro doveri e l’intero mondo intorno a loro. Per qualche ora sarebbero stati solo Robb e Theon.
Ma lui era un Greyjoy e Robb uno Stark. Alla delicatezza con cui Robb glielo aveva fatto dimenticare, si affiancò la violenza di suo padre nel ricordarglielo. Theon era un ostaggio degli Stark. “Noi non seminiamo”. Aveva dimenticato la sua casa al punto di non capire nemmeno che Balon Greyjoy avrebbe avuto la sua corona attraverso il ferro e non per gentile concessione del figlio dell’uomo che aveva massacrato i suoi eredi. E insieme a quella si sarebbe preso anche la sua vendetta.
Uno Stark o un Greyjoy?
Quando capì che non c’era più niente da fare, scrisse di nascosto una lettera a Robb. Non sarebbe stato semplice recapitargliela, ma doveva tentare. Era suo amico.
Uno Stark o un Greyjoy?
Sarebbe potuto partire anche lui nei giorni seguenti. Anzi, avrebbe dovuto farlo. Robb non lo avrebbe accolto come aveva sperato, ma non lo avrebbe nemmeno rimproverato: tutti sapevano che era un compito difficile, se non impossibile, quello che gli era stato assegnato. Forse lo avrebbe consolato: non lo avrebbe incolpato di aver mandato a monte i suoi piani, lo avrebbe semplicemente ringraziato per averci provato. Theon immaginò anche la risposta che gli avrebbe dato: “È naturale. Sei il mio compagno e il mio re.”
Uno Stark o un Greyjoy?
Quella lettera, quei pensieri, quei sentimenti appartenevano a Theon, solo a Theon. Non al principe delle Isole di Ferro. Non al figlio di Balon Greyjoy. Non a ciò che era.
Non c’era niente di Stark in lui. L’unico legame con quelle persone era Robb, ma non poteva essere un motivo sufficiente per tradire la sua casata. La luce della candela splendeva vivida di fronte a lui. Il rosso della fiamma gli ricordò i capelli di Robb e la gabbia in cui lo aveva rinchiuso, quella gabbia che non gli era davvero sembrata tale fino a quando non ne aveva scoperta un’altra, più stretta e invalicabile.
Avvicinò il biglietto alla fiamma.
La terza volta, Theon la trasformò in cenere.

 


Coppia: quei due personaggi di cui hai sempre desiderato scrivere, ma che per un motivo o per l'altro ti sei trovata un pochino a ignorare
Prompt (obbligatorio): "Ricordo quel bacio, impudente e ansimante, avevamo una voglia così disperata di non separarci da lasciarci i lividi".
Bridget Collins, "Il rilegatore"
Avvertimento: lime.
Mi è stato assegnato da blackjessamine.
   
 
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