Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: storiedellasera    09/08/2020    5 recensioni
Un orrendo delitto è avvenuto nella spaventosa casa sul colle.
Una lettera, scritta dalla vittima poco prima di morire, rivelerà un terrificante scenario.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Se passate per il mio paese, vi ritroverete a osservare un manipolo di rudi e solide abitazioni agglomerate in un complesso di stradine vecchie e grigie.
Qui il tempo sembra non scorrere mai. E come prova di tale affermazione, vi basti pensare che alcuni usi e costumi della comunità del posto risalgono addirittura al secolo scorso.  

Attorno al paese si estendevano oscure foreste e montagne antiche.
Di notte quei luoghi si riempivano di suoni orrendi. Suoni così suggestivi da ispirare terrificanti storie che ho ascoltato fin da quando ero un ragazzino.
Ma ciò che spaventava più di ogni altra cosa l’intera comunità del luogo era la villa eretta su un solitario colle che torreggiava in prossimità del paese.
Mi sentivo irrequieto ogni volta che alzavo lo sguardo verso la nera sagoma della dimora. Avevo la sensazione di  essere scrutato, come se la villa possedesse un’anima propria.
Era disabitata da oltre cinquant’anni e nessuno se ne prendeva più cura.
Qualcosa aveva ucciso l’erba e le piante del suo immenso giardino. Quella terra aveva assunto il colore dell’antracite, un colore che ricordava la cinerea pelle di un cadavere.
Ciò che rimaneva degli alberi del giardino erano i loro tronchi contorti e i rami spogli.
Un cancello nero segnava il limite della spaventosa proprietà. Era usurato dal tempo e cigolava quando si alzava il vento.
La villa era più vecchia del paese stesso.
In effetti possedeva antichissimi elementi architettonici, con arcate gotiche e gargoyle posti sulla sommità della casa.
Si diceva che era stata costruita su delle fondamenta che risalivano addirittura ai tempi degli antichi romani.
Degli abitanti che dimorarono in quel luogo si sapeva poco e niente.
Eppure era ben noto che alcuni di loro praticassero diverse sedute spiritiche tra le mura della villa.

Dopo oltre mezzo secolo, la proprietà fu acquistata da un eccentrico signore.
Uno straniero, trasferitosi in paese per motivi a me sconosciuti.
Era un uomo solitario, colto ed elegante.
Di tanto in tanto lo vedevo passeggiare tra le vie del paesino. Non conosceva la lingua del luogo ma aveva imparato una dozzina di vocaboli che usava per salutare le persone e per rivolger loro alcune semplici domande.
La sua presenza aveva destato un acceso interesse in paese. Non si parlava d’altro che dell’eccentrico proprietario della villa.
Ma un giorno l’uomo smise di farsi vedere. Si chiuse nella sua dimora senza più uscire.
Ricordo che una volta scorsi la sua sagoma affacciata a una delle finestre della casa… o almeno credetti che fosse la sua sagoma.
Era immobile e pensai che mi stesse osservando.

Passarono altri giorni ma l’uomo continuava a restare in casa.
Una mattina d’autunno, un gruppo di impavidi uomini del paese entrarono nella villa poiché preoccupati per le condizioni del suo proprietario. Dovettero sfondare la porta d’ingresso per fare irruzione.
Io, insieme ad altri curiosi, restammo fuori dalla proprietà, intenti ad osservare cosa sarebbe accaduto. Durante l’attesa, un gelido brivido mi attraversò la schiena mentre una densa nebbia iniziò a scorrere all’altezza delle mie caviglie. Ma il mio timore si tramutò in paura quando sentii l’acuto cigolio del vecchio cancello, seguito dal verso di un gufo non molto distante dalla mia posizione. Allora la mia mente rammentò tutte le terrificanti storie a proposito dell’antica villa e dei boschi che la circondavano.
Sussultai, insieme agli altri curiosi, quando dall’abitazione si levarono le agghiaccianti urla degli uomini che si erano introdotti al suo interno.
In breve quelle persone uscirono dalla casa, in preda a un immane terrore. Non dimenticherò mai le loro espressioni e i loro occhi spalancati.
Quasi tutti deliravano cose insensate. Ma tra quei balbettii mi parve di udire diverse parole come “sangue”, “morto”, “presenza”.
La paura si impossessò anche di me e degli altri curiosi. In un istante iniziammo a correre verso il paese.

Ciò che videro gli uomini che entrarono nella villa segnò per sempre le loro menti.
Uno di loro perse addirittura l’uso della parola.
Il giorno seguente le autorità giunsero in paese, salirono sul colle ed entrarono nella dimora maledetta. Uscirono dopo diverse ore, pallidi in volto e con un corpo coperto da un telo. Era il cadavere senza vita dell’eccentrico proprietario della villa.
Fu ritrovato riverso nella sua stanza da letto, in un lago di sangue.
Era stato martoriato e scempiato in una maniera a dir poco orribile. I suoi vestiti erano lacerati e la sua carne in parte divorata. Intere ciocche di capelli erano stati strappati dalla sua testa.
Risparmierò, a voi lettori, altri dettagli che mi furono rivelati e che mi privarono del sonno per molte notti.

Gli ispettori interrogarono gli uomini che, il giorno prima, si erano introdotti nella casa.
Ma fu quasi impossibile ottenere da loro delle informazioni. Il terrore impediva infatti a quelle persone di parlare o di rammentare tutti i particolari che videro all’interno della villa.
Riuscirono solo a riferire che trovarono il proprietario della casa, nella sua stanza da letto, morto e immerso in una pozza di sangue.
Ma non riuscirono a menzionare una loro seconda scoperta. Si trattava di una cosa che li traumatizzò più del cadavere stesso: vicino al defunto, un’ombra li stava osservando nel punto più buio della stanza.
Furono in grado di rivelarlo solamente qualche tempo dopo, ma diedero solo qualche dettaglio di quella spaventosa ombra. Dettagli riguardanti la sua forma e il suo aspetto… dettagli che per me erano terribilmente familiari. Ripensai quindi alla sagoma che avevo visto attraverso una delle finestre della villa, ferma e intenta a fissarmi, e non fui più in grado di dire se appartenesse al proprietario della dimora o a qualcosa di indescrivibile.

Le autorità  continuarono con le loro indagini senza però ottenere alcun genere di indizio.
Ad aggiungere altro mistero al caso di omicidio, vi era un curioso particolare: tutte le porte e le finestre della casa erano chiuse dall’interno… ad eccezione della porta che era stata sfondata dal gruppo di uomini che trovarono per primi il cadavere.
Era ovvio che la polizia nutriva dei forti sospetti su di loro.
Ma la vera svolta delle indagini arrivò con il ritrovamento di un manoscritto della vittima, occultato da quest’ultima in un cassetto segreto di una credenza nella sua stanza da letto.
Le ultime pagine, scritte di getto dall’uomo, portavano la data del giorno in cui fu brutalmente assassinato, ossia il 13 Ottobre 1861.
Ci vollero diversi giorni prima di poterle tradurre nella nostra lingua.


Ecco riportato testo della maledetta testimonianza vergata dall’uomo ucciso nella casa sul colle:

Gli ultimi scricchiolii sommessi e i passi che riecheggiano in tutti i corridoi mi spingono a credere che le cose che vivono nei muri sono riuscite ad uscire e ora vagano indisturbate nella casa.
Si stanno avvicinando alla mia stanza da letto, dove mi sono nascosto da non so quante ore.
Non posso più uscire dalla villa e non riesco a chiamare aiuto.
Sento il pomello della porta tremolare. Le cose che vivono nei muri mi hanno trovato e ora cercando di entrare nella stanza.
E’ solo questione di tempo, prima o poi mi prenderanno.
So che sono in cinque. Li ho visti e li ho sentiti parlare.
L’unica cosa che posso fare è scrivere quel che saranno le mie ultime memorie. Nasconderò poi il manoscritto nella credenza, riponendo così al fato la mia terrificante testimonianza.

Tutto iniziò la scorsa notte.
Ricordo che mi trovavo nel grande salone, seduto sulla mia poltrona di fronte al camino. Il crepitio del falò e il tremolio delle fiamme ebbero un effetto soporifero sulla mia mente stanca. Senza alcun preavviso, reclinai il capo e caddi in un sonno profondo.
A svegliarmi fu una voce che sussurrava il mio nome.
Proveniva alle mie spalle.
Inutile dire che sobbalzai dalla poltrona, terrorizzato all’idea che qualcuno fosse entrato nella mia dimora. Vivo da solo da molti anni e non ricevo mai visite a quella tarda ora della notte.
Mi guardai attorno ma vidi solo ombre ondeggiare alla luce del fuoco del camino.
Allora mi mossi, lentamente, verso un mobile posto al mio fianco per prendere una lampada, così che potessi illuminare meglio la stanza buia.
Senza mai distogliere lo sguardo dal punto in cui udii i sussurri, iniziai a tastare la superficie del mobile, alla ricerca della tanto agognata lampada.
Una fredda mano e ciò che le mie dita toccarono. E prima che quella mano potesse agguantarmi, ritirai subito la mia per poi fuggire dalla sala, urlando.

Qualcuno mi stava inseguendo.
Sentivo i suoi passi alle mie spalle, mentre percorrevo gli oscuri corridoi della casa.
In quel momento sentii risate riecheggiare attorno alla mia persona. E allora vidi delle sagome di uomini deformi spuntar fuori dalle pareti. Allungavano le braccia verso di me nel tentativo di afferrarmi. Mi precipitai verso l’uscita della villa ma non riuscii ad aprire la porta malgrado tutti i miei disperati sforzi. La porta tremava, scossa dai miei tentativi di spalancarla… eppure restava sigillata. Ripresi la mia fuga poiché il mio oscuro inseguitore mi aveva quasi raggiunto, potevo sentire la sua presenza appena dietro di me.
Tremante e sconvolto, passai l’intera notte in camera mia, dove ora mi ritrovo a scrivere questa tremenda vicenda. Tentai persino di aprire e rompere le finestre ma queste sembravano esser diventate non sono inamovibili ma persino indistruttibili.

La pallida luce del mattino si irradiò nella mia stanza.
Potevo osservare il paese in fondo  alla collina e passai l’interno giorno ad escogitare un modo per avvertire qualche abitante del posto. Ma nessuno di loro riuscì a notarmi.
 
Durante il giorno iniziai a sentire dei sinistri scricchiolii in tutta la villa. Qualcosa o qualcuno li stava provocando.
Sentivo diverse entità camminare nei muri e avvicinarsi a me. Spiai, attraverso la fessura della porta, il corridoio fuori dalla mia stanza e vidi le deformi sagome umane cercare di uscir fuori dalle pareti. Erano cinque.

Non potevo più uscire dalla camera da letto.
Pensai che la luce del giorno avrebbe contrastato la paura che provavo in quel momento. Ma i raggi solari che entravano nella villa erano pallidi e grigi.
Ogni cosa, toccata da quella luce, appariva evanescente come il velo di un fantasma.  
Al tramonto ero quasi impazzito per il terrore.
Dall’esterno della mia camera sentivo dei sussurri di voci spettrali. Parole pronunciate nella lingua di questo luogo e, per tal motivo, erano a me incomprensibili. Riuscii a capire solo due di quei vocaboli: “casa” e “nostra”.
Ora è giunta la notte e la lampada che ho con me ha quasi terminato l’olio.
Le cose che vivono nei muri continuano a picchiare sulla porta della mia camera. Da un momento all’altro irromperanno al suo interno. Le loro intenzioni mi sono ignote e questo non fa altro che aumentare il mio terrore.
Ecco il primo cardine della porta cedere.
I miei assalitori si sono fatti ancora più euforici. Devo nascondere questo manoscritto nella credenza.
Non ho più tempo.

Gli ultimi scricchiolii sommessi e i passi che riecheggiano in tutti i corridoi mi spingono a credere che le cose che vivono nei muri sono riuscite ad uscire e che ora vagano indisturbate nella casa.
Si stanno avvicinando alla mia stanza da letto, dove mi sono nascosto da non so quante ore.
Non posso più uscire dalla villa e non riesco a chiamare aiuto.
Sento il pomello della porta tremolare. Le cose che vivono nei muri mi hanno trovato e ora cercando di entrare nella stanza.
E’ solo questione di tempo, prima o poi mi prenderanno.
So che sono in cinque. Li ho visti e li ho sentiti parlare.
L’unica cosa che posso fare è scrivere quel che saranno le mie ultime memorie. Nasconderò poi il manoscritto nella credenza, ripondendo così al fato la mia terrificante testimonianza.

Tutto iniziò la scorsa notte.
Ricordo che mi trovavo nel grande salone, seduto sulla mia poltrona di fronte al camino. Il crepitio del falò e il tremolio delle fiamme ebbero un effetto soporifero sulla mia mente stanca. Senza alcun preavviso, reclinai il capo e caddi in un sonno profondo.
A svegliarmi fu una voce che sussurrava il mio nome.
Proveniva alle mie spalle.
Inutile dire che sobbalzai dalla poltrona, terrorizzato all’idea che qualcuno fosse entrato nella mia dimora. Vivo da solo da molti anni e non ricevo mai visite a quella tarda ora della notte.
Mi guardai attorno ma vidi solo ombre ondeggiare alla luce del fuoco del camino.
Allora mi mossi, lentamente, verso un mobile posto al mio fianco per prendere una lampada, così che potessi illuminare meglio la stanza buia.
Senza mai distogliere lo sguardo dal punto in cui udii i sussurri, iniziai a tastare la superficie del mobile, alla ricerca della tanto agognata lampada.
Una fredda mano e ciò che le mie dita toccarono. E prima che quella mano potesse agguantarmi, ritirai subito la mia per poi fuggire dalla sala, urlando.

Qualcuno mi stava inseguendo.
Sentivo i suoi passi alle mie spalle, mentre percorrevo gli oscuri corridoi della casa.
In quel momento sentii risate riecheggiare attorno alla mia persona. E allora vidi delle sagome di uomini deformi spuntar fuori dalle pareti. Allungavano le braccia verso di me nel tentativo di afferrarmi. Mi precipitai verso l’uscita della villa ma non riuscii ad aprire la porta malgrado tutti i miei disperati sforzi. La porta tremava, scossa dai miei tentativi di spalancarla… eppure restava sigillata. Ripresi la mia fuga poiché il mio oscuro inseguitore mi aveva quasi raggiunto, potevo sentire la sua presenza appena dietro di me.
Tremante e sconvolto, passai l’intera notte in camera mia, dove ora mi ritrovo a scrivere questa tremenda vicenda. Tentai persino di aprire e rompere le finestre ma queste sembravano esser diventate non sono inamovibili ma persino indistruttibili.

La pallida luce del mattino si irradiò nella mia stanza.
Potevo osservare il paese in fondo  alla collina e passai l’interno giorno ad escogitare un modo per avvertire qualche abitante del posto. Ma nessuno di loro riuscì a notarmi.
 
Durante il giorno iniziai a sentire dei sinistri scricchiolii in tutta la villa. Qualcosa o qualcuno li stava provocando.
Sentivo diverse entità camminare nei muri e avvicinarsi a me. Spiai, attraverso la fessura della porta, il corridoio fuori dalla mia stanza e vidi le deformi sagome umane cercare di uscir fuori dalle pareti. Non potevo più uscire dalla camera da letto.
Pensai che la luce del giorno avrebbe contrastato la paura che provavo in quel momento. Ma i raggi solari che entravano nella villa erano pallidi e grigi.
Ogni cosa, toccata quella luce, appariva evanescente come il velo di un fantasma.  
Al tramonto ero quasi impazzito per il terrore.
Dall’esterno della mia camera sentivo dei sussurri di voci spettrali. Parole pronunciate nella lingua di questo luogo e, per tal motivo, erano a me incomprensibili. Riuscii a capire solo due di quei vocaboli: “casa” e “nostra”.
Ora è giunta la notte e la lampada che ho con me ha quasi terminato l’olio.
Le cose che vivono nei muri continuano a picchiare sulla porta della mia camera. Da un momento all’altro irromperanno al suo interno. Le loro intenzioni mi sono ignote e questo non fa altro che aumentare il mio terrore.
Ecco il primo cardine della porta cedere.
I miei assalitori si sono fatti ancora più euforici. Devo nascondere questo manoscritto nella credenza.
Non ho più tempo.




Dopo aver appreso il contenuto di quelle terrificanti pagine, gli uomini del paese iniziarono ad elaborare teorie sempre più orrende e fantasiose per spiegare cosa fosse successo al proprietario della casa. Ma gli ispettori rimasero razionali e credettero che l’eccentrico uomo avesse subito un'intrusione da parte di un gruppo di squilibrati… cinque a giudicare dalla sua testimonianza scritta.
Ciò spinse le autorità ad effettuare un secondo sopralluogo nella villa.
Fu così che venne scoperto, nei sotterrai della dimora, una stanza segreta scavata nei tempi in cui gli antichi romani camminavano su questa terra.
In quel luogo fu eretta, non so in quale epoca, una cripta di famiglia appartenuta a dei vecchi abitanti della casa. Cinque tombe furono ritrovate in quel sepolcro.
Il tempo aveva scurito, deformato e mummificato le salme di quei defunti.
Capelli strappati, vestiti lacerati e brandelli di carne dell’eccentrico proprietario della villa furono ritrovati tra le scheletriche mani di quei cinque e antichi corpi.  



   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: storiedellasera