Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Passion and Love    10/08/2020    0 recensioni
Eren sentì quegli occhi bruciare sulla sua pelle, quel ragazzo era un enigma.
Pensò che fosse Henry fra le sue braccia, fragile e passionale.
King, freddo e determinato, di fronte agli altri.
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ATTENZIONE! LA STORIA SI SVOLGE SU TUTTE LE STAGIONI DELL'ANIME, POSSIBILI SPOILER E RIFERIMENTI AL MANGA.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Berthold Huber, Eren Jaeger, Nuovo personaggio, Reiner Braun
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Jean balzò sul muro accanto a lui. - Non è il momento di essere pessimista!- gli urlò agitando una lancia esplosiva, -Abbiamo un obbiettivo e lo raggiungeremo!-
-Sì, hai ragione- convenne Henry cercando di non andare nel panico, doveva dominare le sue emozioni. Si impose di avere sangue freddo ed agire, seguì Jean e scagliò una lancia esplosiva in direzione di Reiner.
Furono momenti concitati quelli che seguirono, tra urla di disperazione e scoppi di esplosivi era difficile parlare e decidere sul da farsi. Henry cercò di capire quello che stava dicendo Connie dall'altra parte della strada, fu in quel momento che vide Mikasa.
La ragazza si era poggiata sulla lingua molliccia del gigante e con un urlo lanciò l'ultimo esplosivo.
Il corpo di Reiner fu lanciato in alto, i suoi occhi sgranati si posarono sul corazzato ormai inerte sul terreno.
Spalancò la bocca e con tutto il fiato che aveva in gola gridò come un animale in trappola.
Smise di urlare solo quando cadde sulla strada sottostante.
Quel urlo fece gelare il sangue a tutti i presenti. Henry vicino a Sasha seguì con lo sguardo la traiettoria che aveva fatto il corpo di Reiner una volta sbalzato fuori dal suo titano. -Dobbiamo prenderlo!- disse il castano iniziando a correre nelle direzione doveva aveva visto cadere il corpo del soldato.
-Guardate lassù?!- la voce di Armin lo fermò ed alzando lo sguardo intravide una semi specie di barile volargli sopra la testa, -Ma cosa?-
Hanji si era lanciata verso l'oggetto seguita dal suo assistente.
-Qualsiasi cosa sia la fermeremo!- fu l'ultima cosa che disse prima dell'esplosione.
Quando Henry riaprì gli occhi rimase paralizzato dall'orrore, intorno a lui c'era solo desolazione.
Tra il fumo e la cenere intravide la sagoma di Connie alzarsi da un cumulo di macerie -Sasha?!- lo sentì chiamare.
Accanto a lui la ragazza tossì rumorosamente. - Che cosa è stato?- chiese ad Henry.
-Guardate....- replicò lui con un filo di voce, gli occhi sbarrati dal terrore, mentre di fronte a loro si ergeva nella sua imponente e splendida forma il gigante colossale.
-E ora che cosa facciamo?- domandò la ragazza stringendosi al giovane.
-Dobbiamo fuggire.- fu la riposta di Connie.
-Ma c'è quel macigno!- urlò con gli occhi lucidi Henry, sentendo l'aria farsi inaspettatamente pesante.
-E fuori dalle mura ci sono altri giganti- aggiunse Sasha.
-Troviamo Eren- propose poi Connie, -E vediamo chi è rimasto in vita.- il suo tono era stanco e sconsolato.
Trovarono il resto della loro squadra sulle mura.
Superarono una recluta sporca dalla testa ai piedi che teneva fra le mani un braccio di qualche soldato, Sasha trattenne le lacrime mentre raggiungeva Hanjie.
La donna era ferita ad un occhio e in silenzio si stava facendo medicare da Armin.
-Dobbiamo raggiungere Reiner prima che si riprenda e bloccare Berthold.- la donna si guardò intorno con l'unico occhio sano, -siamo meno della metà di quando siamo partiti, ma Erwin sta già facendo salire altri soldati e dei cavalli. Bloccheranno il gigante bestia mentre Eren si occuperà del colossale-
-Cosa?- Henry spalancò gli occhi, -Ma è un piano suicida! Moriranno tutti!-
-E quale alternativa proponi?- gli chiese lei con arroganza, -Tanto peggio di così. Non dobbiamo permettere che Eren cada nelle loro mani è troppo prezioso-
King abbassò lo sguardo, sospirando per l'impotenza e la frustrazione.
-E se...- mormorò poco dopo illuminandosi, -E se io distraessi Berthorld? In fin dei conti vuole anche me-
-Tu?- Mikasa fece una smorfia, -Che vorresti fare?-
Armin lo guardò perplesso -Ragiona, in questo momento non è un bene che tu ti avvicini a lui- e indicò il gigante che si avvicinava lentamente a loro.
-Potrei farlo ragionare e distrarlo a parole, mentre qualcuno di voi gli inciderà la collottola, no?- propose come se l'operazione non fosse poi così rischiosa.
-Mah, a me sembra che tu voglia solo avvicinarti a lui!- Connie lo colpì su una spalla, facendolo ondeggiare. -Perché sei sempre disposto ad avere a che fare con Reiner e Berthold?-
Jean fermò l'amico bloccandogli il braccio, posando lo sguardo sul castano. - Lo capisci che se fai così nessuno di noi potrà credere alle tue parole?-
-Sto solo proponendo un piano per far sì che prendiate Berthorld, non voglio avere niente a che fare con lui!- affermò con aria offesa, per poi volgere lo sguardo su Eren, -Amo questa terra e cerco di difenderla come meglio posso.-
-Va bene.- interloquì Hanji alzandosi in piedi, -Ma è solo responsabilità tua ciò che ti potrà accedere. Non ho intenzione di rischiare i miei uomini per salvarti il culo!- lo fissò negli occhi con aria dura, -Sono stata chiara?-
-No!- questa volta fu Eren ad opporsi.
-Eren, se vuole sacrificarsi è libero di farlo- fece Mikasa con apatia.
-Ma come potete concepire che un ragazzo come lui possa tenere testa a...- ed indicò il gigante che con lentezza estenuante si avvicinava a loro, trascinando dietro sé morte e distruzione.
-MA VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?!-
-Sei davvero disposto a perdere la vita per noi?- chiese poco dopo Sasha, -Perchè io lo vedo un atto nobile....-
-No, no?!- obbiettò il moro con gli occhi arrossati, -Io non te lo permetterò! Dobbiamo fare così tante altre cose insieme-
-E le faremo- gli garantì il compagno, prendendogli le mani, -Deve proprio finire così male? Dai, un po' di ottimismo, non avrebbe detto così, Koe?- sorrise come un bambino.

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Berthold si fermò di colpo quando vide davanti a sé Henry. Il ragazzo se ne stava fermo sul tetto di una chiesa e lo fissava con intensità. Dio, pensò, com’è bello!
-Berthold, possiamo parlare?- gli urlò con un piccolo sorriso.
La faccia del colossale si abbassò verso il giovane soldato in attesa di sentire cosa avesse da dire. A Berthold sembrava così determinato nonostante si trovasse di fronte a un gigante.
Ma da vicino, Il moro notò che il ragazzo avesse gli occhi arrossati e l'aria smarrita.
-Avevi ragione, avevi sempre avuto ragione su questa terra- esordì con voce rotta.
Il gigante lo osservava con inespressività.
Dov'è il trucco? si chiese Berthorld, Sei sincero, Erick?
-Hai visto? Alla fine mi odiano tutti e mi hanno mandato qui per negoziare. Perché non volevano che altri si sacrificassero!- urlò con aria affranta, sembrava un attore nato.
Il gigante mosse appena la testa rimanendo in ascolto, non si rese conto della figura che stava per balzare sulle sue spalle.
Un luccichio di una lama saettò sul volto di Henry e un attimo dopo un urlo uscì dalla bocca del colossale.
Eren posò i piedi sulla base del collo del gigante mentre entrambe le spade affondavano nella muscolatura. -Questo è per Eldia!- urlò incidendo con più forza
Berthold urlò sentendo le sue braccia spezzarsi.
Henry piegato a coprirsi le orecchie per quel grido, tornò dritto rivolgendo un sorriso perfido alla scena che gli si presentava davanti.
Quel sorriso Berthorld non lo avrebbe mai dimenticato.
Il moro uscì dal corpo del gigante gridando di dolore, dietro di lui Eren lo strattonò con rabbia -Hai perso, coglione!-
Sasha esultò dal suo nascondiglio - Lo hanno preso!- ma in quel momento la terra sotto i suoi piedi iniziò a tremare.
-Cazzo!- Jean indicò un punto alla loro sinistra un gigante si stava avvicinando -Reiner si è ripreso!-
-Ma non doveva recuperarlo la squadra di Kevin?- chiese Connie con il panico stampato in volto.
Reiner sembrò ammiccare un sorriso e così lanciò verso di loro un qualcosa che non avrebbero più dimenticato.
-Oh, Dio....- sussurrò Hanji, vedendo rotolare vicino ai loro piedi la testa di Kevin.
Il gigante li ignorò e con un balzo animalesco si gettò sul colossale.
Eren perse la presa, scivolò sulla schiena ricurva del gigante e sbatté la testa sull'enorme colonna vertebrale.
-EREN!- l'urlo di Henry riecheggiò nell'aria, senza pensare, attivò la manovra tridimensionale e saltando giù dal tetto della chiesa, si fiondò sui due con l'intento di prendere il compagno.
Reiner stava per afferrare il moro, ma Mikasa li precedette entrambi.
La ragazza tagliò con la lama della spada la fune della manovra tridimensionale di Eren che lo teneva a penzoloni, schivò il piede del corazzato e tenendo l'amico su una spalla si allontanò il più velocemente possibile.
Reiner la guardò nascondersi tra le macerie di una casa.
Henry esalò un sospiro di sollievo. Ma non fece in tempo ad attivare il movimento della manovra tridimensionale che si ritrovò inghiottito dal buio. Dapprima non capì cosa fosse successo, ma quando ne fu consapevole sentì una fitta al cuore e il panico dilagare.
-NO, NO, NO!- gridò disperato sentendo sopra di sè la gigantesca lingua del corazzato imprigionarlo, tentò di girarsi per potersi liberare, ma più si muoveva più sprofondava nella saliva.
-EREEEEN!-
Reiner spostò l'attenzione su Berthold, ferito e svenuto.
Lo prese con delicatezza nella sua enorme mano nel momento stesso in cui arrivò al suo fianco il gigante cargo.
Guardò il suo simile, se ne stava a quattro zampe con Zeke tra le labbra.
Le lasciò sul dorso Berthold e con un passo raggiunse la casa dove Mikasa aveva trovato riparo.
-STAI LONTANO DA LORO!- la voce di Jean gli arrivò come uno schiaffo senza mani, si voltò per vedere tutti i suoi vecchi compagni di squadra volare verso di lui.
-Lascia perdere Reiner!- Zeke si contorceva tra i denti del cargo, sul viso una smorfia irrisoria.
Il biondo seguì con la coda dell'occhio la corsa del gigante quadrupede finché non sparì dietro le mura.

Già, noi Abbiamo Erick.

Mosse la lingua avvolgendola intorno al corpo del giovane, era eccitante il pensiero di poterlo toccare in quel modo. Lo sentì tremare e lottare contro il suo muscolo, smise ti torturarlo solo perché non era il momento adatto per certe cose.
Colpì con un pugno un muro, le macerie caddero sul nascondiglio di Mikasa, questo avrebbe distratto i ragazzi.
Diede un ultimo sguardo ai suoi vecchi amici prima di correre il più lontano possibile da loro.


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Jean aveva tirato fuori dai detriti Eren, i capelli arruffati e su una tempia un livido bluastro.
Il moro era semi cosciente, gli occhi appena socchiusi. -Henry..?- chiese cercando di stare sveglio, l'amico evitò di rispondere.
Hanji era chinata sul corpo di Mikasa, -Dovrai stare a riposo per qualche giorno, sei stata fortunata ad avere solo una storta alla caviglia.-
Un corpo cadde accanto alle due donne, lo guardarono svogliatamente prima di capire di chi si trattasse.
I capelli biondi sporchi di terra e sangue, le labbra tumefatte e il braccio mancante, Zoe tremò nel pronunciare il suo nome. -Erwin...-
Dietro di loro Levi si lasciò cadere a terra provato dalla fatica, non aveva nemmeno avuto la forza di piangere il suo vecchio amico.
Lo aveva trovato tra tutti i cadaveri di quei giovani, mezzo sepolto da massi enormi con gli occhi spalancati che fissavano il cielo.
Non era stato facile portarlo con sé, ma non aveva voluto lasciarlo lì ad aspettare chissà quanto per una degna sepoltura.
Levi alzò lo sguardo a quel cielo privo di nuvole, chissà se ora Erwin si sentiva libero.
-Eren- sussurrò Armin, mettendogli le mani sulle spalle, -Devi essere forte, dobbiamo ancora concludere la missione-
-Ma Henry?-
Il biondo abbassò lo sguardo e ad Eren non servirono ulteriori risposte.
-Capisco- mormorò con voce rotta. Gli sembrava di rivivere un maledetto dejavu, prima con Koe e adesso con Henry. -Chi la ha ucciso? Berthorld o Reiner?- domandò poi con un filo di voce.
-Forse è ancora vivo- replicò Sasha avvicinandosi ai due, -O almeno credo, Reiner lo ha imprigionato dentro la sua bocca, magari non lo ha divorato e lo ha solo rapito- ipotizzò, alzando le spalle.
A quelle parole Yeager sentì la disperazione farsi meno opprimente, l'idea che il suo Henry fosse ancora vivo lo rincuorava, anche se lontani oramai, quel pensiero gli ridava un briciolo di speranza.
-Coraggio- interloquì Hanji seguita da Mikasa e gli altri, -Abbiamo una missione da compiere- ed il suo sguardo si posò sulla chiave che Eren portava al collo.
Il castano annuì con un cenno della testa, stringendola con una mano.
Giunti nei pressi della cantina, Eren si avvicinò per primo alla porta, cercò di infilare la chiave dentro la serratura, ma la chiave risultava troppo grande per quella toppa.
-Cazzo, non è la chiave di questa porta- imprecò, serrando la mascella.
-Togliti!- gli ordinò allora Levi che con un poderoso calcio sfondo la porta senza tante cerimonie.
Una volta entrati nella stanza, venne accesa una piccola lampada ad olio per illuminare al meglio l'ambiente circostante.
La stanza appariva piccola, arredata da una libreria in legno contenente molti libri ed altri mobili sempre dello stesso materiale. Al centro vi era una scrivania, Mikasa involontariamente fece cadere a terra un bicchiere di legno e piegandosi per raccoglierlo, notò che il primo cassetto della scrivania avesse una serratura.
-Eren....- esordì attirando l'attenzione degli altri, -Qui c'è la toppa di una chiave-
Il ragazzo si avvicinò e chinandosi all'altezza della serratura, infilo la chiave facendo scattare un meccanismo metallico che fece aprire il cassetto, ma al suo interno non vi trovò niente.
-È vuoto?!- constatò Eren fra la delusione e la rabbia.
-Guarda meglio- gli suggerì Levi tastando i lati del cassetto, - C'è un doppio fondo- e tolto il falso fondo, i ragazzi trovarono tre libri. -Sembra che tutte le risposte alle nostre domande siano racchiuse in questi.-
Eren ne prese a sfogliare uno e vi trovò una foto dove vi era raffigurato un Grisha giovane con una donna e un bambino sconosciuti.
Lessero dell’infanzia di Grisha, in una terra economicamente, tecnologicamente e socialmente avanzata oltre il Wall Maria, chiamata Marley.
Da quel giorno, Eren cominciò a rivivere i ricordi del padre. Della morte di sua sorella Faye avvenuta per mano di alcuni soldati, di come il padre scoprì di fare parte del popolo degli eldiani,
discendenti della leggendaria Ymir Fritz che ottennero il potere dei nove giganti e lo usarono per regnare per centinaia di anni sulla Terra; motivo per il quale quando la nazione di Marley riuscì a sconfiggerli, vennero ghettizzati e tenuti sotto costante oppressione da parte dei marleyani. La famiglia reale e diversi eldiani fuggirono sull'isola di Paradis, dove vissero in isolamento all'interno delle tre mura da allora. Cresciuto, Grisha si unì a un gruppo clandestino per la restaurazione di Eldia, sposò Dina Fritz, l'ultima eldiana di sangue reale rimasta sul continente, ed ebbe da lei un figlio, Zeke. Quando Marley creò poi l'unità guerriera, Grisha e Dina cercarono di farvi infiltrare Zeke come informatore, ma il bambino li tradì alle autorità. I congiurati vennero deportati su Paradis, trasformati in giganti e condannati a vagare senza meta per quelle terre, inclusa Dina che venne trasformata nel Gigante Sorridente. Grisha tuttavia venne salvato da Eren Kruger, un eldiano sotto copertura nelle file dell'esercito marleyano che si trasformò nel Gigante d'Attacco e uccise tutti i marleyani lì presenti.
Eren Kruger rivelò a Grisha che coloro che acquisiscono il potere dei giganti muoiono dopo tredici anni e che il loro gigante può essere passato in eredità a un altro eldiano se questi lo divora o riformarsi in un nascituro dopo la loro morte; tutti i destini e le coscienze dei muta forma sono inoltre collegati dal Gigante Fondatore, il quale, dopo essere stato usato dal primo re delle mura Karl Fritz per costruire le mura e cancellare la memoria ai suoi sudditi, impone il suo volere di pace ai discendenti della famiglia reale di Paradis. Giunto al termine della propria esistenza, Kruger chiese a Grisha di divorarlo e di usare il Gigante d'Attacco per infiltrarsi tra il popolo delle mura, e sottrarre il Gigante Fondatore alla famiglia reale in modo da usarlo per ristabilire il dominio di Eldia.
Alla luce dei fatti, Historia ritenne poi opportuno rivelare alla popolazione delle mura tutta la verità sulla loro origine, sui giganti e sul fatto che l'attacco iniziato anni prima a Shiganshina segna il tentativo di un'invasione da parte del loro vero nemico, la nazione di Marley e una volta liberati sia Wall Maria che il Wall Rose, la popolazione racchiusa unicamente nelle mura del Wall Sina, poté fare ritorno alle proprie dimore e ricominciare da capo. Nel frattempo, l'unico falsario in tutta Eldia, su richiesta della regina stessa, venne accolto al distretto di Trost ed esaminando un rapporto scritto da Henry ed il diario incriminate, l'uomo affermò che il diario fosse un falso, poiché alcune lettere come la R o la D presentavano alcune piccole imprecisioni, ma disse anche che la scrittura del diario si avvicinasse in maniera spaventosa a quella originale. Riferì inoltre che la scomparsa degli altri tre falsari che vivevano sia nel Wall Rose che nel Wall Maria fosse avvenuta in circostanze alquanto strane. Parlò di alcuni testimoni che avevano affermato di aver visto due tizi, uno biondo, dalla corporatura robusta e l'altro un ragazzo moro e piuttosto alto, aggirarsi poco prima degli omicidi presso le loro abitazioni.
A quel punto, Eren ricollegò la caduta delle mura, la morte dei falsari e il ritrovamento del diario di Henry. I due corrispondevano alla descrizione di Berthorld e Reiner ed iniziò a capire il perché di quelle morti e del perché il falsario del Wall Sina fosse l'unico rimasto in tutta Eldia.
Reiner e Berthold avevano scelto gli altri tre perché il Wall Maria e il Wall Rose erano più accessibili e vulnerabili rispetto al Wall Sina, se avessero osato uccidere anche il falsario del Wall Sina, si sarebbero spinti troppo oltre e avrebbero destato sin troppi sospetti. Quindi togliendo di mezzo gli altri falsari, il povero Henry non avrebbe potuto provare la sua innocenza. Fra le continue battaglie, morti e le varie operazioni di riconquista, tutti avrebbero impiegato il proprio tempo e le proprie energie per altro e la cosa sarebbe passata in secondo piano. L'avevano studiata bene quei due, doveva ammetterlo.
Tutti capirono che Henry era solo stato il protagonista e la vittima di una farsa architettata nei minimi dettagli e che tutto quell’odio nei suoi confronti fosse stato ingiusto.
Crudelmente ingiusto.

 

And the hardest part
Was letting go, not taking part
Was the hardest part


-Non c'è dubbio- esordì Eren in sella al suo cavallo, -Su queste mura trasformavano gli eldiani in giganti e dall'altra parte....-
Armin lo guardò con stupore, mentre l'armata ricognitiva costeggiava le mura del porto di Paradis, una leggera brezza che odorava di salsedine innalzò un po' di sabbia. Si ritrovarono poi di fronte ad una duna di sabbia e giunti alla vetta, poterono vedere per la prima volta il mare in tutta la sua grandezza e immensità.
Nessuno osò fiatare.
La sorpresa era dipinta sui volti di tutti.
Solo Eren osservò quell’enorme distesa d'acqua con inespressività, come se la cosa non lo impressionasse minimamente.

 
And the strangest thing
Was waiting for that bell to ring,
It was the strangest start


-Hai visto?- fece poco dopo Armin con i piedi a mollo in quelle acque cristalline. - Te lo avevo detto Eren, un enorme lago salato che nessuno riuscirà mai a prosciugare, nemmeno mettendoci una vita- disse con sguardo liquido, -Ciò che ho sempre pensato corrispondeva alla realtà-
Eren, poco più avanti di lui, se ne stava voltato di spalle. -Sì- convenne dopo un lungo silenzio, - È davvero immenso-
Il biondo guardò la conchiglia che aveva raccolto dal fondale, sorrise. -Giá, Eren guarda questo, al di là delle mura....-

 
I could feel it go down
Bittersweet I could taste in my mouth


-C'è il mare- lo interruppe il moro con un tono strano, - E al di là del mare c'è la libertà- proseguì sempre voltato di spalle, -Ho sempre creduto che fosse vero, ma mi sbagliavo.-
Mikasa e Armin lo guardarono senza proferire parola.
-Dall' altra parte c'è il nemico- riprese con lo sguardo proiettato verso l'orizzonte, con un espressione triste e malinconica dipinta sul suo volto.

 
Silver lining the cloud
Oh and I
I wish that I could work it out


Dall'altra parte c'è un pezzo del mio cuore…


In quello stesso momento, qualcun’altro stava osservando le mura di Paradis farsi più piccole man mano che la grande nave avanzava.

 
Everything I know is wrong
Everything I do, it's just comes undone




Il ragazzo aveva i polsi legati, lo sguardo assorto e una fitta al cuore che lo stava dilaniando.
Addio Eren... non riuscì a trattenere le lacrime che silenziose e traditrici bagnarono il suo volto.
Henry alzò gli occhi al cielo, arrendendosi all'ingrato destino che lo attendeva.

 
And everything is torn apart
Oh and it's the hardest part,
That's the hardest part





 
TO BE CONTINUED




ANGOLO DELL’AUTRICE:
Grazie per aver seguito la mia storia, a presto con la seconda parte della storia: Escape from Marley.
La canzone che ho usato per questo capitolo si chiama: The Hardest Part dei Coldplay.
Ancora un grazie per aver dedicato un po’ del vostro tempo alla lettura della mia storia.
A presto!






 
  
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