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Autore: Marti Lestrange    10/08/2020    7 recensioni
Dal testo:
❝ Ci intimano di entrare e i Dissennatori incombono. Barty grida, si dimena; Rabastan tiene gli occhi chiusi e sussurra parole, nomi, ricordi; Bella li fissa, senza paura alcuna, fiera e bella e feroce, com’è sempre stata. E io, io rimango in silenzio, ma cerco i di lei occhi, li cerco ché so che saranno l’ultima cosa che vedrò, e saranno l’unica cosa che vedrò, fino al giorno del giudizio. Lei mi guarda. Entriamo. Comincia il nostro esilio.❞
[ raccolta in quattro movimenti sulla tortura dei Paciock, la cattura dei Lestrange e di Crouch e conseguente processo e incarcerazione ad Azkaban, il tutto narrato con quattro POV diversi, quelli dei quattro personaggi coinvolti; storia partecipante all’iniziativa “scrivimi” del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti” ]
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'RABASTAN LESTRANGE — head of the serpent'
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Storia partecipante all’iniziativa “scrivimi” del gruppo Facebook “Caffè e calderotti”.

 

 

Pacchetto proposto da Ferao:
Prompt: questa canzone (“Exile Vilify” dei The National) da usare come vuoi, puoi scrivere una songfic, puoi estrapolarne una frase, puoi ispirarti all’atmosfera, quel che ti pare;
Personaggio: a scelta;
Genere: a scelta;
Lunghezza: a scelta.

 

Elementi aggiunti da me:
Rating: arancione;
Altri generi: angst, guerra, introspettivo;
Tipo di coppia: het;
Contesto: Malandrini/I Guerra Magica;
Tipo di storia: raccolta mista (oneshot e flashfic);
Note: missing moments, raccolta;
Avvertimenti: contenuti forti.


 

In nome dei quattro.


[ In lingua cinese, la parola che indica il "quattro" (, pinyin: sì, jyutping: sei3)
ha un suono molto simile alla parola "
morte" (, pinyin: sǐ, jyutping: sei2)
in molte forme del cinese parlato;
analogamente, in
lingua giapponese e in coreano,
le parole che indicano il quattro,
shi (giapponese) e sa (, coreano),
hanno un
suono identico alla parola morte in entrambe le lingue. ]1

 

"Exile
It takes your mind again
Exile
It takes your mind again."

 

[BELLATRIX]

 

«No, Alice, scappa… Alice
«Crucio

Il corpo della donna cade, le membra scomposte sul pavimento lucido si contorcono come vermi. E le sue urla si uniscono a quelle del marito, le sue urla si uniscono alle mie risate, e salgono fino al cielo nero di morte.

Paciock è trattenuto dagli altri, ma viene anche il suo turno, quando Crouch lo guarda in viso e ghigna e quel ghigno è l’immagine di ciò che verrà. 

«Lasciatela andare… Alice!»
«Mi sono stufato di sentirti gridare… Crucio

E io rido, e rido, e rido, mentre agito la bacchetta sul corpo esangue di Alice Paciock, feccia per i vermi, scarto della società che noi stavamo per costruire, carne per gli avvoltoi che maciullano e strappano, il sangue vermiglio stillante dal becco affilato. 

Mi sento percorrere da un lampo di piacere, repentino e famelico, e i miei occhi incontrano quelli d Rodolphus, mentre lui mi osserva torreggiare sulla Paciock, e nella sua mente ci sono io, solo io, sempre e solo io, bellissima e potente e mortifera, e sono sua, solo sua, sempre e solo sua - bellissimo e potente e mortifero. 

Lascio andare per un attimo la donna e le sue urla si spengono, mentre quelle del marito non cessano e le risate di Rabastan e Barty si sostituiscono alle mie. Tendo una mano a Rodolphus e lui annuisce, mi bacia sulle labbra e mi morde la carne, mi lecca una mandibola, e io gli stringo il mento tra due dita. 

«Vuoi che continui?» gli chiedo indicando Alice.
«Non ti fermare», mi sussurra.

Gli sorrido. «Crucio

[Ritorneremo, Mio Signore, oh, sì, se ritorneremo, non ti lasceremo mai, noi, semper fidelis.]

 

( 276 parole )

 

🥀


"Does it feel like a trial?
Now you’re thinking too fast
You’re like marbles on glass."


[RABASTAN]

 

Rumori da Materializzazione, sussulti, passi, urla. 

Accade tutto così in fretta, troppo in fretta. Barty e io siamo chini su Frank Paciock e ci reggiamo a vicenda, la sua mano sulla mia spalla, mentre la potenza delle nostre Maledizioni ci scuote e il corpo dell’Auror sotto di noi quasi rimpicciolisce, il viso contorto dal dolore pulsante, le membra scomposte piegate in strani angoli, le pupille dilatate che gli esplodono dagli occhi. 

Ghigno.

Per prima cosa sentiamo i “CRAC” e poi le voci, tante voci, più di quante potremmo affrontarne, e in un secondo siamo accerchiati, mentre Bellatrix e Rodolphus si dedicano ad Alice Paciock - o almeno, a ciò che è rimasto, di Alice Paciock e di quel minuscolo corpo ridotto ad un cumulo di carne e filamenti e ossa. 

Ghigno

«Fermi dove siete, feccia!»

È un ringhio e riconoscerei quella voce ovunque, fin nelle più remote profondità o nel cuore stesso della terra, materna ma carnivora: Alastor Moody2. È venuto a prenderci. 

Ghigno.

[Il volto di Cassandra3 è l’ultima cosa che vedo prima che l’abisso mi prenda.]

 

( 178 parole )

 

🥀

 

"Does it feel like a trial?
Does it trouble your mind the way you trouble mine?"

 

[BARTY]

 

Sento tutto il mio corpo tremare, le dita delle mani, vincolate da un Incantesimo Incarcerante4, neanche si distinguono mentre cerco di tenerle a bada e di frenare il loro spasmo. Deglutisco mentre ci scortano nell’aula, e chiudo la fila dietro Bellatrix, trascinando i piedi improvvisamente pesantissimi, e la mia sedia è lì che mi attende, alta e nera e portatrice di presagi. 

«Siete stati condotti di fronte al Tribunale della Legge Magica perché siate giudicati per un crimine atroce…»

«Padre», inizio sollevando il capo di scatto, e lui se ne sta là, in piedi, grigio e terrificante e incombente come una vetta impervia, il viso contratto. «Padre… ti prego…» insisto, ma la voce dentro la mia testa non mi dà pace: non ti ha mai voluto bene, Barty, perché mai dovrebbe volertene ora?

«… del quale raramente abbiamo udito il pari in questa corte», prosegue a voce alta, a sommergere la mia. «Abbiamo ascoltato le testimonianze contro di voi. Siete accusati di aver catturato un Auror - Frank Paciock - e di averlo sottoposto a Maledizione Cruciatus, convinti che conoscesse l’attuale dimora del vostro signore in esilio, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…»

«Padre, non è vero!» insorgo, mentre le catene trattengono la mia invettiva. «Non è vero, lo giuro, padre, non rimandarmi dai Dissennatori…» Sento la menzogna colare dalle mie parole come sangue, ma non mi importa, non mi importa di mentire, tutto pur di non tornare laggiù. Sento addosso gli occhi di Rabastan, azzurri e letali, che mi fissano nervosi, e forse mi giudicano. 

«Siete inoltre accusati di aver usato la Maledizione Cruciatus contro la moglie di Frank Paciock, quando egli non vi ha dato le informazioni richieste. Avete progettato di restaurare il dominio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, e di tornare alla vita di violenza che probabilmente avete condotto quando era potente. Io ora chiedo alla giuria…»

«Madre!» urlo quindi, e so che lei mi può capire, so che lei mi può sentire, lei mi vuole bene, lei si batterà, si batterà per me, per il suo Barty. «Madre, fermalo, madre, non ho fatto niente, non sono stato io!» Menzogne, menzogne, menzogne: le mie parole suonano vuote persino alle mie orecchie. Chi voglio prendere in giro? Lei non parlerà, come non ha mai parlato in vent’anni, quando lui mi chiudeva in cantina, al buio, ordinandomi di “pensare ai miei peccati e di fare ammenda”, e io vi trascorrevo la notte, tremante, preda dei miei stessi demoni. 

«Io ora chiedo alla giuria», e ora mio padre grida, grida così tanto che le labbra gli tremolano e gli occhi gli sfuggono via dalla testa, «di alzare la mano se è convinta, come me, che questi crimini meritino una condanna a vita ad Azkaban!»

Mi immobilizzo, mentre la folla riunita si muove come un’onda, e vedo solo mani alzate, dappertutto, che mi circondano, immonde e patetiche. E l’applauso è così fragoroso che chiudo gli occhi per un momento mentre i suoni si fanno ovattati ma grotteschi e mi rimbombano nelle orecchie come il pulsare del sangue nelle vene, un battito di un cuore stonato. 

Urlo. Urlo fortissimo mentre mi agito sulla mia sedia, come preda di un sortilegio. «No! Madre, no! Non ho fatto niente, non ho fatto niente, non sapevo! Non lasciare che mi mandi laggiù, non lasciarglielo fare!»

E poi li sento rientrare, scivolano verso di noi lentamente, mentre gli altri si alzano. Rabastan mi lancia un’occhiata e non capisco se sia più colpita o disgustata. I suoi occhi lampeggiano. 

«Il Signore Oscuro risorgerà, Crouch! Gettaci pure ad Azkaban, noi aspetteremo! Risorgerà e verrà a cercarci, e ricompenserà noi più di ogni altro suo seguace! Solo noi siamo fedeli! Solo noi abbiamo cercato di trovarlo!»

Una mano putrida scivola su di me e mi ribello, voglio respingerli, mentre la sala intorno inveisce contro Bella e lei ride, e ride, e ride - e sa, forse, sa qualcosa che noi ignoriamo, un’incontrovertibile verità fatta di cieca fiducia e incondizionata lealtà e sanguinario sacrificio, e provo vergogna, per un attimo. Ed è proprio nelle venatura della mia corazza che si insinuano i Dissennatori, venefici e mortali. 

Bellatrix viene trascinata via, ammansita dalla malia dei Dissennatori, e Rabastan mi guarda ancora una volta mentre sfila davanti a me, prima di rivolgere lo sguardo in alto, su quelle gradinate, a cercare qualcosa - o a cercare qualcuno. 

«Sono tuo figlio!» urlo, in un ultimo, disperato tentativo. Che cosa dici, stupido?, mi sussurra la voce. Menti persino a te stesso, ora? «Sono tuo figlio!» Non mi importa, le urlo. 

«Tu non sei affatto mio figlio!» tuona lui. Ecco, sei contento, ora? Cos’hai vinto? «Io non ho figli!»

Vedo mia madre crollare, il suo piccolo corpo si contorce e cade, ma lui non se ne cura, non se ne cura affatto. «Portateli via! Portateli via, e che possano marcire laggiù!»

«Padre! Padre, io non c’entro! No! Padre, ti prego!»

Basta, mi sussurra la voce. Basta così

“BASTA”, urlo dentro la mia testa. 

Mi lascio scivolare via, giù giù verso l’oblio. Scalcio ancora per un attimo, prima che il freddo mi ammanti e io mi lasci cadere - questa volta, senza pensare più.

 

( 850 parole )

 

🥀

 

"Exile
It takes your mind again
Exile
It takes your mind again
Oh, you meant so much
Have you given up?"

 

[RODOLPHUS]

 

Le onde alte e nere si infrangono contro la terra brulla. Goccioline di acqua mi colpiscono il viso e sono una delle ultime cose a farmi sentire vivo - una delle cose che ricorderò con più nitidezza, dopo

La fortezza è alta e inespugnabile e tetra, la fredda pietra brumosa di licheni e muffe, nera come l’inferno più buio, e le urla che avvolgono l’aria salgono fino al cielo nero di morte. 

Veniamo scortati sull’isola da John Dawlish4 e altri tre Auror, uno per ciascuno. Dawlish tiene Bella a portata di bacchetta e io sono sorvegliato da Savage4. Ci puntano addosso le loro bacchette sudicie, e non sanno - non sanno che un giorno ritorneremo, più forti e spietati che mai, risorgeremo dalle nostre stesse ceneri, alla stregua di fenici, e ci ergeremo al di sopra di tutti loro. Lui lo farà per noi. Tornerà e noi torneremo con Lui.

Ci intimano di entrare e i Dissennatori incombono. Barty grida, si dimena; Rabastan tiene gli occhi chiusi e sussurra parole, nomi, ricordi; Bella li fissa, senza paura alcuna, fiera e bella e feroce, com’è sempre stata. E io, io rimango in silenzio, ma cerco i di lei occhi, li cerco ché so che saranno l’ultima cosa che vedrò, e saranno l’unica cosa che vedrò, fino al giorno del giudizio. 

Lei mi guarda. Entriamo. Comincia il nostro esilio. 

 

( 227 parole )

 

 


 

N.d.A.

  1. Fonte: wikipedia
  2. Ho pensato che Alastor Moody, uno degli Auror più capaci del Ministero, fosse a capo della squadra che ha catturato i Lestrange e Crouch.
  3. Cassandra Dolohov fa parte del mio personalissimo HC ed è un personaggio di mia invenzione.
  4. Non sappiamo esattamente in quali anni abbiano iniziato ad operare Dawlish e Savage, quindi ho scelto di includerli negli Auror già durante la I Guerra Magica.

 

Come specificato in alto, la storia ha origine da un prompt assegnatomi da Ferao, infatti tutte le citazioni arrivano dalla canzone “Exile Vilify” dei The National, che qui ho usato più come ispirazione e traccia, e ho assegnato un “pezzo” di canzone ad ogni personaggio descritto. In merito ai personaggi, ho scelto di raccontare la tortura dei Paciock, la cattura dei Lestrange e di Crouch e conseguente processo e arrivo ad Azkaban, da quattro diversi punti di vista, quelli appunto dei personaggi coinvolti, partendo da Bellatrix, scelta per la scena della tortura; Rabastan è colui che descrive l’arrivo degli Auror; Barty ovviamente è stato scelto per il processo e la sua è la parte più sostanziosa, dove i dialoghi sono completamente estrapolati da “Harry Potter e il Calice di Fuoco” di JK Rowling; infine, a Rod è toccato l’arrivo ad Azkaban. Troviamo un leggero accenno alla Bellatrix/Rodolphus e ad una coppia di mia invenzione, la Rabastan/Cassandra - chi ha letto qualcosa sul mio Rab ha già avuto modo di incontrarla.  Qualcuno mi ha detto che, senza volerlo, ho alimentato una coppia crack e slash, ma giuro che non l’ho fatto apposta; non dico niente, vediamo cosa ne pensate voi 👀 Ho preferito inserire l’avvertimento “contenuti forti” per via delle torture inferte ai Paciock, nonostante siano appena accennate.

Spero che la raccolta sia stata di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate.

Marti

   
 
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