8 dicembre 1965
 
Sirius non aveva compreso appieno cos’è che rendesse lui e la sua famiglia tanto superiori rispetto a quelle persone che al di là della sua abitazione camminavano sorridenti ed ignari della sua presenza.
Non sembravano pericolosi, né bramosi di potere o di rubare la loro magia.
Erano persone comuni, che andavano per la loro strada, ormai abituati alla mancanza del numero dodici in Grimmauld Place!
Ma il numero dodici c’era, c’era eccome! Era solo celato a quelli che i maghi chiamavano “babbani”.
Sirius mise le piccole mani sul vetro, fissando con sempre maggior interesse quelle persone.
«Più in fretta Lily, o perderemo il treno.» sentì dire.
Una bambina dai lunghi boccoli rossi e gli occhi verdi si girò verso di lui (forse sentendosi osservata) e sorrise, come se potesse vederlo.
Ma non poteva, giusto?
 
8 dicembre 1976
 
Lily si staccò dalle sue labbra sentendo ancora l’odore di Whisky Incendiario avvolgerla.
Fu un attimo, ed una mano andò ad abbattersi prepotente sulla sua guancia.
L’urto, stranamente forte per una ragazzina così minuta, fece barcollare Sirius (o forse era l’alcol ancora in circolo?).
«Andiamo Evans… che reazione esagerata per un bacetto.»
“Ma che cazzo dici, Sirius?”
«Black… ma sei fuori di testa? Credevo fossimo… amici.»
Sputò fuori l’ultima parola con rabbia e disprezzo.
Sirius avrebbe voluto dire tante cose. Avrebbe voluto dare la colpa all’alcol, alla vita schifosa che aveva avuto, mentre lei era l’unica cosa ancora pura e buona nella sua vita, insieme a James.
James.
Dio. Che cazzo aveva fatto?
Con che coraggio sarebbe tornato in dormitorio dopo aver baciato la ragazza che gli piaceva? Che piaceva ad entrambi?
Poteva dire a James del bacio e dare tutta la colpa al troppo Whisky di Lumacorno, ma il suo migliore amico guardandolo negli occhi avrebbe capito la bugia a fin di bene.
Avrebbe capito che quel bacio, in una parte remota del suo cuore, era stato agognato, desiderato.
«Lily, io…»
La ragazza scappò via, nell’oscurità del lungo corridoio del terzo piano.
Sirius allungò una mano come per afferrarla o trattenerla, ma la giovane era ormai un punto rosso lontano.
Si accasciò contro la parete, lasciando che le mura del castello lo sorreggessero: Dio, che cosa aveva fatto?
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Eccomi qua! Una flashfic scritta alle due di notte. Siate clementi.
A presto!
 
Giulia