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Autore: Ciarax    13/08/2020    2 recensioni
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«Per il resto delle ferite dovrai aspettare fino a Konoha, più di così non possiamo fare. Al momento rischiamo solamente di peggiorare la situazione» gli disse in tono pacato guardandola tramite le fessure che la maschera aveva all’altezza degli occhi.
L’Anbu fece un cenno d’assenso e nell’arco di pochi secondi si ritrovò sulla schiena dell’albino. Dopo essersi assicurato di non arrecarle ulteriore dolore, Kakashi disse ai ragazzi di riprendere la marcia per quelle poche centinaia di metri che li separavano dal Villaggio della Foglia.
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Il ritorno improvviso da una missione di livello S dopo anni di assenza, la speranza di un ritorno alla normalità cui un membro degli Anbu non può aspirare. Tra pericoli e minacce che rischiano di distruggere completamente ciò che rimane di una famiglia proveniente dallo sconosciuto Clan guardiano del villaggio della nebbia e dal rapporto quanto mai problematico e misterioso con il potente Clan Hyuga.
I rapporti tra i due Clan hanno stabilito le conseguenze di ciò che capiterà dopo il ritorno a Konoha della giovane Anbu.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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CAPITOLO 1 - CASA
 
            L’intera foresta era tranquilla, solo un’ombra stonava con il paesaggio tutt’attorno. Si muoveva rapida e furtiva, saltando di ramo in ramo ad una velocità sovrumana, tra zone rade, piccole radure e zone di fitta boscaglia. Il sole filtrava quel tanto che bastava da illuminare il sottobosco, rigoglioso e verde.
Il cinguettio degli uccelli si interruppe d’improvviso, quasi avvertissero il pericolo imminente. Fruscii e colpi secchi di rami spezzati si diffusero in quel silenzio opprimente.
La figura continuava a scappare spaventata da qualcosa, non perdeva tempo, nonostante l’evidente sforzo fisico al quale continuava a sottoporre il corpo sciupato e malridotto. Era da due giorni che correva senza sosta, ormai era allo stremo delle forze.
Continuava a ripetersi di non dover mollare ora che la meta era vicina.

            Come se qualche Kami avesse ascoltato le sue parole, tra le fronde degli alberi riuscì a scorgere per qualche attimo i volti in pietra degli Hokage. Ciò le diede una scarica d’adrenalina non indifferente, distraendola però da ciò che le accadeva intorno.
Mentre si preparava a compiere un altro balzo su un ramo, mise il piede in fallo, finendo col precipitare a terra con un tonfo. Il dolore alle articolazioni si fece sentire più forte di prima mentre tentava di rialzarsi facendo leva sui gomiti.
Tutto inutile.

            Si limitò allora a strisciare di qualche metro, arrancando per la fatica verso un albero, su cui poggiò la schiena malandata. Sapeva di non poter perdere minuti preziosi, Konoha era a pochi passi da lei ed era della vitale importanza tornare a casa tutta d’un pezzo.
Chiuse gli occhi per un istante respirando a fondo. Riuscì a percepire fugaci spostamenti di chakra a qualche centinaio di metri di distanza, molto probabilmente erano sicuri di catturarla viste le condizioni gravi in cui versava.
Perse per qualche attimo contatto con la realtà, tenendo la mente completamente staccata da tutti e cinque i sensi. In un gesto automatico si morse pesantemente la lingua fino a farla sanguinare nel tentativo di rimanere vigile, alcuni suoni seppur ovattati iniziarono a raggiungere le sue orecchie. Riconobbe i rumori di una battaglia probabilmente a pochi metri di distanza da lei.

            Con una lentezza estenuante poggiò le mani sulla corteccia dell’albero dietro di lei e facendo forza con le braccia tentò di tirarsi su. Mantenne gli occhi chiusi, concentrandosi su ciò che veniva percepito dal suo udito ancora non perfettamente funzionante. La situazione ancora non le era molto chiara, pochi attimi prima aveva percepito dei gridolini infantili probabilmente bambini, e due voci più adulte e mature che conversavano. Non riuscì a seguire il loro discorso anche se qualcosa gli suggeriva che una delle voci gli era familiare, anche se in quel momento tutto ciò che avvertiva era una scarica di dolore dopo l'altra lungo le gambe. Strinse le mani talmente tanto da ferirsele con la corteccia su cui stava trovando un minimo di sostegno.
Si avvertirono improvvisamente rumori di armi metalliche cozzare tra loro con una violenza spaventosa, alcune urla che misero ancora più in allerta la kunoichi e il silenzio che scese rapidamente attorno a lei. La ragazza avverti pochi attimi dopo la gamba sinistra cedere facendole perdere l'equilibrio e la flebile presa lungo l'albero, sbilanciandosi in avanti venne prontamente afferrata da qualcuno che ebbe la premura di poggiarla delicatamente a terra.
 ...
            Erano in cammino solo da alcune ore ma il biondino era impaziente di tornare a casa per gustarsi una bella ciotola di ramen; perciò, decise opportunamente di accelerare fin troppo il passo. I due compagni, maestro compreso, non ne furono granché entusiasti ma decisero di assecondarlo desiderosi di tornare al villaggio il prima possibile. L'albino che capitanava il piccolo team di Genin era sicuramente il più provato dalla missione conclusa da poco, lo scontro con un ninja temibile come Zabuza non era certo in programma e l'uso prolungato dello Sharingan lo avevano logorato fisicamente. L'unica cosa che voleva in quel momento era tornare al villaggio il prima possibile in modo da potersi godere un po' di meritato riposo, e se avesse avuto un po' di tempo libero avrebbe anche finito di leggere il suo libro preferito, che aveva lasciato stare per la troppa stanchezza.
            Durante il ritorno a casa non aveva smesso un attimo di tenere la guardia alzata, dopo quella rocambolesca avventura non aveva più intenzione di farsi cogliere impreparato. Solo qualche volta si era fermato ad osservare quel piccolo gruppo sotto la sua custodia, erano appena diventati ninja e avevano già combattuto contro un nukenin di grado S, ciò non avrebbe fatto altro che fortificarli. Sperò segretamente che il futuro non avrebbe smorzato troppo in fretta quella loro innocenza infantile che lo metteva di buon umore.
            Kakashi fu riportato bruscamente alla realtà quando avvertì alcuni rumori nel fitto del bosco, pericolosamente vicini. Scartò immediatamente l'idea di un'azione avventata potendosi trattare anche di un semplice animale, il suo istinto però gli suggerì che qualcosa si stava avvicinando. Soppesò per un attimo la situazione finendo col concludere che avrebbe aspettato il momento opportuno prima di compiere qualunque azione, non era nello stato ottimale per poter intraprendere un altro scontro diretto e non voleva mettere di nuovo in pericolo la vita dei suoi allievi. Tese l'orecchio e si concentrò alla ricerca di un possibile attacco che non arrivò mai, fu colto anzi dalla sorpresa quando avvertì un improvviso tonfo a pochi metri da loro.
            Con un ordine fermò immediatamente i ragazzi davanti a lui che si girarono confusi, stavano per domandargli cosa stesse succedendo ma Kakashi li bloccò con un gesto della mano, facendogli cenno di fare silenzio. La prima a capire la situazione fu Sakura che tremò impercettibilmente, il secondo fu l'Uchiha che portò la mano lungo la tasca legata alla gamba, pronto a combattere. L'unico che non colse immediatamente il pericolo fu il giovane Naruto che, nonostante ciò, rimase saggiamente in silenzio, ripromettendosi di farla pagare al maestro Kakashi per aver smorzato il suo entusiasmo.
            «Rimanete un attimo qui e tenete gli occhi aperti» si raccomandò il Jonin aspettando un cenno da parte dei tre prima di sparire in un baleno.
Decise di occuparsi personalmente della faccenda rinunciando ad evocare Pakkun o uno dei suoi cani ninja, avrebbe risolto in fretta quel piccolo inconveniente. Si spostò saltando di ramo in ramo nella direzione da cui aveva sentito provenire il rumore, si fermò quando notò una figura accasciata sotto un albero. Afferrò d'istinto un kunai pronto al combattimento, ma osservando meglio notò che lo sconosciuto aveva indosso la divisa da Anbu. Avvicinandosi di qualche metro Kakashi scoprì che si trattava di una donna, i capelli raccolti in una coda e le forme sotto la divisa gli erano sfuggite in un primo momento. Rimase ad osservare la maschera a forma di lupo che portava sul viso, graffiata in più punti e coperta parzialmente da alcune ciocche che le cadevano davanti.

            La ninja sembrava svenuta ma non riuscì ad avvicinarsi ulteriormente che evitò per un soffio un kunai che andò a piantarsi a pochi centimetri dal viso dell'Anbu. Il Jonin allarmato si voltò indietro e vide un piccolo gruppo di ninja avvicinarsi in fretta e furia. Avevano le uniformi e il copri fronte del villaggio del Suono, dettaglio che lo mise ancor più in guardia. Il piccolo gruppo nemico composto da poco più di cinque membri si fermò a distanza di pochi metri dal ninja della Foglia. Per un attimo furono indecisi su come proseguire, avendo ricevuto solo l'ordine di uccidere l'Anbu ma non si sarebbero fatti alcun problema a spargere altro sangue.
            «Togliti di mezzo» urlò un uomo sulla quarantina che era probabilmente il capo del gruppetto.
Il copia-ninja non si mosse ed osservò i loro movimenti, non gli parevano ninja alle prime armi ma neanche una reale minaccia per un ninja del suo calibro; tuttavia, si ritrovò costretto a difendere la kunoichi ancora priva di conoscenza.

            «Andatevene. Siete nella Nazione del Fuoco, tornatevene a casa» disse senza una particolare alterazione della voce ma già pronto a scoprire lo Sharingan. Alcuni ninja del Suono impallidirono visibilmente non appena realizzarono chi avessero davanti, Kakashi sperò che la sua notorietà li convincesse a cambiare i propri piani. Tuttavia le sue speranze svanirono quando avvertì un piccolo gemito alle proprie spalle seguito da impercettibili movimenti. Il gruppo non perse tempo e ridusse drasticamente la distanza che li separava dai ninja della Foglia con i kunai sfoderati e pronti. Kakashi intervenne tempestivamente e bloccò la loro avanzata con alcuni kunai accuratamente lanciati in modo da ferire le gambe dei nemici, alcuni di questi finirono col cadere goffamente a terra con una gamba fuori uso mentre due di loro erano ancora in piedi.
Eseguì rapidamente i sigilli ed evocò una sua copia in modo da occuparsi di un nemico alla volta. I due Kakashi si separano di poco ed ingaggiarono un combattimento ravvicinato contro i due del Suono ancora in piedi, l'albino notò che erano gli unici in grado di tenergli quasi testa essendo visibilmente più forti rispetto ai loro compagni.
  Tuttavia non aveva alcuna intenzione di prolungare ancora per molto la battaglia, ma quando si stava preparando per sferrare un'altra tecnica entrambi i Kakashi vennero colpiti e sotto lo sguardo attonito degli uomini del Suono sparirono sotto una nuvola di fumo.
            «Ma dov'è andato?» sbraitò il ragazzo più giovane. Il capo del gruppetto strinse la mascella dalla rabbia, si stavano facendo sopraffare da un semplice ninja e per di più di un villaggio nemico. L'uomo non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi intorno che avvertì la terra sotto i propri piedi tremare violentemente, due mani sbucarono dal terreno e afferrandolo per le caviglie lo trascinarono nel suolo fino a far comparire solo la testa. Anche l'altro ragazzo fu sopraffatto dalla Decapitazione Sotterranea e non ebbe il tempo di difendersi.
            In pochi minuti anche gli altri tre ninja finirono fuori gioco, Kakashi quasi si sorprese che in pochissimo tempo li avesse già sistemati. L'albino sospirò e alzandosi venne colto di sorpresa quando udì alcuni rumori dietro di lui, si girò di scatto ma con sua sorpresa il rumore proveniva dall'Anbu che a quanto pare aveva ripreso conoscenza e tentava di alzarsi in piedi. Osservò le sue gambe tremare sotto l'evidente sforzo fisico e le dita delle mani che si stringevano convulsamente attorno alla corteccia fino a ferirsi. Il petto si alzava e abbassava in modo irregolare, respirava a fatica e non ci mise molto a cadere sotto il proprio peso.
Kakashi l’afferrò con uno scatto raggiungendola in meno di un secondo, delicatamente poi la poggiò con la schiena contro l’albero accertandosi che non avesse problemi nella respirazione.
Si allontanò di qualche passo e si accovacciò, fissando quella maschera dalle sembianze lupine, ammaccata e distrutta in poi punti.       

            La ragazza avvertì un groppo in gola che le provocò qualche colpo di tosse, ancora frastornata fece qualche respiro profondo tentando di riprendere le forze in modo da tornare il prima possibile a casa. Stancamente aprì gli occhi e quasi le venne un colpo quando si accorse di essere osservata da qualcuno, in un primo momento aveva pensato che fosse uno dei suoi inseguitori ma poi si accorse che indossava la divisa della Foglia. Rimasero a fissarsi qualche attimo finché l’occhio non le cadde sulla chioma albina e spettinata del ninja. L’Anbu tentò di muovere le gambe ma benne sopraffatta da un dolore lancinante lungo le articolazioni, che le fece emettere un gemito soffocato.
            «Meglio che non ti muovi, potresti avere alcune ossa rotte» disse Kakashi non appena si udirono degli schiamazzi poco distanti.
La ragazza annui mentre osservò poco al di sopra della spalla del ninja un gruppetto di Genin sui dodici anni, tutti e tre avevano uno sguardo allarmato e una volta notata la straniera due di loro afferrarono prontamente un kunai. Il Jonin si voltò e una volta alzatosi li fece tranquillizzare anche se con scarsi risultati, specialmente per un certo biondino che continuava a rivolgere uno sguardo di diffidenza verso la kunoichi. Non aveva ricordi molto felici degli Anbu.

            «Sakura hai delle bende?» domandò d’improvviso Kakashi mentre rivolgeva uno sguardo veloce alle ferite della ragazza.
Sakura rimase per un secondo pensierosa per poi abilmente aprire lo zaino che aveva dietro la schiena, tirando fuori in pochi attimi una manciata di bende arrotolate e cerotti. Il copia ninja non perse tempo e afferrando ciò che Sakura gli porse iniziò a fasciarle le mani in modo da fermare il sangue che ancora usciva dalle ferite recenti; si dedicò poi a quelle che ad un’occhiata più attenta gli sembrarono ferite più gravi, il tessuto dei pantaloni strappato in più punti rivelava parecchie escoriazioni e la gamba sinistra in particolare sembrava quella messa peggio, con una vistosa chiazza scura all’altezza del polpaccio che aveva attraversato anche le protezioni della divisa da Anbu.

            Kakashi non si arrischiò a dare uno sguardo più approfondito poiché temeva il rischio di peggiorare quella che gli sembrava un’emorragia ancora in corso, decise pertanto di rimediare un ramo abbastanza dritto e di fissarlo con qualche laccio lungo la gamba della castana facendogli poi cenno di non provare ad alzarsi.
            «Per il resto delle ferite dovrai aspettare fino a Konoha, più di così non possiamo fare. Al momento rischiamo solamente di peggiorare la situazione» gli disse in tono pacato guardandola tramite le fessure che la maschera aveva all’altezza degli occhi.
L’Anbu fece un cenno d’assenso e nell’arco di pochi secondi si ritrovò sulla schiena dell’albino. Dopo essersi assicurato di non arrecarle ulteriore dolore, Kakashi disse ai ragazzi di riprendere la marcia per quelle poche centinaia di metri che li separavano dal Villaggio della Foglia.

            L’arrivo al villaggio fu meno tranquillo di quanto non si fosse aspettato, appena il trio giunse alle porte del villaggio un annoiato Kotetsu gli fece un cenno di saluto prima di notare la figura apparentemente svenuta che era poggiata sulla schiena del Jonin. Diede perciò uno strattone all’amico appisolato al suo fianco prima di saltare con un balzo oltre il bancone delle registrazioni per chi entrava e uscita da Konoha, Izumo dapprima confuso corse dietro al compagno senza dar credito ai tre giovani Genin e a Kakashi.
            «Ehi, Kakashi!» esclamò Kotetsu agitando in aria il braccio per attirare la sua attenzione.
Kakashi fermatosi per un attimo salutò cordiale entrambi i chunin adesso fermi davanti a lui, che fissavano insistentemente la ragazza che si trovava sulla sua schiena. L’albino voltò per un attimo la testa dietro di lui, percependo il respirare lento dell’Anbu si tranquillizzò un poco e rivolse la sua attenzione ai piccoli Genin che aspettavano poco pazienti dietro di lui.

            «Sakura, Naruto, Sasuke potete anche andare a casa. Questa missione non è stata semplice, andate a riposarvi» disse loro mentre l’Uchiha gli rivolse un cenno prima di incamminarsi, Naruto che fino a pochi secondi prima guardava in cagnesco l’Anbu se ne andò contento come una pasqua, pronto a rifocillarsi con una dozzina di ciotole di ramen. Per ultima rimase Sakura che guardò titubante la ragazza svenuta e rivolse uno sguardo preoccupato al proprio maestro.
            «Tranquilla Sakura, di lei me ne occupo io» la tranquillizzò Kakashi, vedendola sorridere e salutarlo con un gesto della mano.
Izumo e Kotetsu invece che erano rimasti ad osservare la katana che la ragazza incosciente portava sulla schiena, non appena notarono la sua maschera sbarrarono gli occhi dallo stupore.

            «Dove l’hai trovata?» domandarono entrambi ancora stupiti di rivedere un volto –o in questo caso maschera- conosciuta.
            «A mezzo chilometro da qui. Era inseguita da alcuni ninja del Suono, ora meglio che la porti in ospedale penso abbia ferite gravi» rispose conciso il Jonin prima di girarsi e incamminarsi verso la struttura ospedaliera di Konoha.
            «Kakashi non preoccuparti, ci possiamo pensare noi. Abbiamo appena finito il turno qui per cui non ci sarebbero problemi, sono sicuro che anche tu non vedi l’ora di andare a riposarti un po’» lo fermò Izumo poggiandogli una mano sopra la spalla e, dopo un piccolo cenno di assenso, si prodigò per caricarsi sulle spalle l’Anbu, ben attento alla gamba steccata.
            I due ragazzi sparirono in poco tempo e lasciando il Kakashi solo con i suoi pensieri, nonostante quell’imprevisto gli avesse dato parecchio da pensare al momento la sua maggiore urgenza era quella di concedersi un po’ di riposo. Dopo lo sforzo causato dall’utilizzo prolungato dello Sharingan e la battaglia fuori programma di poco tempo prima sentiva il corpo sull’orlo del cedimento, mentre si avviava per le strade di Konoha pensò di andare a fare rapporto all’Hokage l’indomani.



--- Note ---
Penso che sarò il più breve possibile, prima long fic in assoluto che pubblico e deve essere a causa di un colpo di testa se ho deciso di metterla qui visto che sono anni che è in cantiere questa storia. Ho una lentezza nello scrivere i capitoli che ha dell'epicità.
Spero che questo capitolo introduttivo non sia stato noioso e possa aver attirato la vostra curiosità, è un po' un mix tra esperimento e cose magari già viste ma è una storia a cui tengo molto e ho pensato valesse la pena mettermi in gioco.
Un clan con una storia alquanto discutibile e una coppia di fratelli che non si vede da anni, tutto ciò che rimane di una famiglia distrutta fin nelle ossa.
Sono curiosa di sapere che ne pensate!
   
 
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