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Autore: _Atlas_    14/08/2020    4 recensioni
1997.
Axel, Jake e Jenna vivono i loro vent’anni nella periferia di Mismar, ubriacandosi di concerti, risate e notti al sapore di Lucky Strikes. Ma la loro felicità è destinata a sgretolarsi il giorno in cui Jake viene trovato morto, spingendo gli altri nell’abisso di un’età adulta che non avrebbero mai voluto vivere.
Diciotto anni dopo, Axel è un affermato scrittore di graphic novel che fa ancora i conti col passato e con una storia di cui non riesce a scrivere la fine.
Ma come Dark Sirio ha bisogno del suo epilogo, così anche il passato richiede di essere risolto.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo V
 
 

 
 
 

 
 
Febbraio 2015, New York City

«Cazzo...porca putt-»
Il resto dell’imprecazione gli rimase incastrata tra i denti mentre cercava di non farsi scappare dalle labbra le chiavi del suo attico e non far rovinare a terra  tutto ciò che stringeva tra le braccia: buste della spesa, chiavi della macchina, ombrello e cappotto inzuppato di pioggia dalla prima all’ultima cucitura.  Il telefono, immerso nella tasca bagnata dei jeans, prese a squillare proprio in quel momento.
«Pronto!» sbottò con fastidio una volta varcata la soglia di casa.
Axel percepì una nota di austerità nel silenzio che seguì e non ebbe bisogno di chiedersi chi ci fosse dall’altra parte della cornetta.
«Loraine?»
«Ovvio, un altro ti avrebbe già sbattuto il telefono in faccia» replicò la donna in tono acido.
«Sì, scusa. È che…» si guardò intorno con aria seccata e si sprimacciò i vestiti umidi «…lascia perdere. Perché hai chiamato?»
«Ci sono aggiornamenti sul fronte vendite.»
«Oh, bene! Cioè male, suppongo. Come siamo messi?»
Il sospiro pesante di Loraine solleticò l’orecchio di Axel. «Poteva andare peggio, per mia fortuna la tua immaginazione attira ancora molta gente.»
«La New Douglas come l’ha presa?» chiese mentre si lasciava sprofondare sul divano, sfogliando pigramente la sua copia di Dark Sirio. Il risultato delle vendite lo lasciava indifferente da quando aveva visto per la prima volta il proprio nome su uno scaffale della libreria, e di certo non per questioni morali. Non poteva negare di essere rassicurato dalla propria agiatezza economica, ma era anche vero che prima dell’uscita di ogni nuovo volume desiderava scavarsi una voragine nel terreno e seppellirsi vivo, anche se ciò non sarebbe comunque servito a cancellare le sue iniziali dagli scaffali delle librerie.
Loraine sembrava essersi accorta del problema, anche se aveva deciso di liquidarlo come un tipico caso di paranoia da scrittore insicuro, del resto in oltre trent’anni di carriera non era certo una novità per lei.
«Direi bene, tutto sommato. McNeill insiste sulla necessità di un epilogo e…Axel? Devo confessarti di non essere del tutto in disaccordo col suo punto di vista.»
Il silenzio tornò a insinuarsi nella loro conversazione, questa volta con una nota più pesante, a tratti opprimente.
«Non fraintendermi,» riprese l’agente «Dark Sirio è un capolavoro ed era da tempo che l’industria del fumetto non vedeva numeri di vendita così alti, ma non può continuare per sempre. Dopo diciotto anni rischia di diventare una storia banale, capisci cosa intendo?»
Axel si strofinò le palpebre cercando inutilmente di alleviare lo stress. «Capisco» disse sforzandosi di sembrare neutrale sulla questione.
«Che ne pensi?» indagò però la donna.
«Be’, credo di doverci riflettere. Non che abbia mai pensato di continuare in eterno, ma non ho mai davvero immaginato un finale» mentì.
Il finale, l’unico e il solo di cui Dark Sirio aveva bisogno, esisteva da quasi vent’anni: uno scarabocchio sigillato in un vecchio cassetto del quale ormai aveva perso la chiave.
«Direi che abbiamo ancora del tempo, non devi scriverlo domani» gli venne incontro Loraine.
Axel era d’accordo, ma il peso che gli si adagiò sul petto la pensava diversamente, sussurrandogli migliaia di altre cose che avrebbe preferito non sentire.
«Ne riparliamo, d’accordo?»

 
*

 
 
Non ne riparlarono.
Due settimane trascorsero lente, come se il tempo avesse deciso di punto in bianco di stravolgere la percezione che Axel aveva dei minuti e delle ore. Le giornate proseguivano con un andamento irregolare e a volte si sentiva come quando a dieci anni si divertiva a schiacciare i tasti del suo videoregistratore, riavvolgendo il nastro di un cartone animato per rivederne migliaia di volte la stessa scena. Ma se allora era l’amata videocassetta di Oliver&Company a scaldargli le emozioni, adesso l’unica scena che continuava a rivedere aveva se stesso come protagonista, incastrato in una storia maledetta che, per un tragico scherzo del destino, si era ritrovato anche a scrivere.
Non era un caso che l’assassino di Kai Alden Arp girava a piede libero da un ventennio, così come non era un caso che il senso di colpa di Damon Rivera fosse diventato il vero protagonista della vicenda, a dispetto della sete di vendetta con cui era stato presentato per la prima volta il personaggio. Era stato un giornalista della New Douglas a mettere Axel di fronte a quella evidenza, e se l’improvvisa nota di umana fragilità aveva messo sotto una nuova luce Dark Sirio, per Axel aveva rappresentato l’ennesima conferma di quanto la sua immaginazione e la sua vita proseguissero di pari passo.
Nemmeno la tempesta di neve di quella settimana riuscì a strapparlo dalla morsa dei suoi stessi ragionamenti.
I tetti imbiancati di New York avevano congelato il suo stato d’animo per poco più di mezza giornata, il tempo necessario per trovare finalmente una collocazione alle cianfrusaglie donategli dai suoi lettori durante il tour nelle librerie, svuotare la casella di posta elettronica e in particolare liberarsi delle e-mail che la C.A.M. si ostinava a inviargli, a periodi alterni e regolari, per complimentarsi del suo successo. Spesso Loraine rispondeva a quei messaggi al suo posto e ancora più spesso lo pregava di presentarsi di persona davanti a chi, tanti anni prima, aveva creduto in lui. Axel si divertiva a rispondere alle sue pressioni con battutacce e sguardi inorriditi, come se il suo fosse il capriccio di uno scrittore presuntuoso e del tutto dimentico del proprio passato, ma la realtà era che erano entrambi consapevoli, chi più e chi meno, di cosa rappresentassero davvero quelle mura accademiche e, in particolare, quella città.
 
 
 
 
«Stia attento!»
«Scusate» mormorò rischiando di travolgere una coppia di turisti all’incrocio di Madison Avenue.
Il ghiaccio sul marciapiede, per quanto scomodo e pericoloso, lo costringeva a concentrarsi su pensieri meno invadenti; se ne accorse non appena mise piede fuori casa, reagendo d’impulso e in modo inaspettato a un attacco di panico giunto di sorpresa che normalmente lo avrebbe costretto a barricarsi per giorni dentro il suo appartamento.
Il freddo gli si insinuò tra le tasche del giubbotto di pelle facendolo rabbrividire, ma ancora una volta preferì i tre gradi sotto lo zero a quello che avrebbe trovato se fosse tornato indietro, senza contare che erano passate settimane dall’ultima volta che si era concesso una passeggiata a New York in totale libertà. In quella occasione si era preso una sbronza colossale in un pub nei pressi di Times Square, una tradizione che si riservava ogni 31 dicembre allo scoccare della mezzanotte e, più in generale, in quei periodi dell’anno in cui New York brulicava di turisti e lasciava poco spazio ai paparazzi.
Nel mondo parallelo che aveva creato, anche Damon Rivera aveva perso la sua libertà, ma mentre Dark Sirio fiutava e cercava vendetta, lui restava in ombra al cospetto dei suoi nemici invisibili e spietati.
Spesso si chiedeva cosa sarebbe successo se per un giorno avesse vissuto la vita del personaggio che era nato dentro di sé.
«Non cambierebbe niente» mormorò a bassa voce, prima che il telefono gli iniziasse a vibrare in tasca.
«Dimmi» rispose dopo aver dato una rapida occhiata al display.
«Devo darti una notizia, e sono sicura che il tuo odio nei mie confronti crescerà in maniera esponenziale» disse Loraine saltando i convenevoli. Malgrado la nota ironica delle sue parole, Axel percepì chiaramente il suo tono di voce alternarsi tra il serio e l’allarmato e per un istante fu travolto da un’ondata di angoscia. «Avanti, spara.»
«D’accordo,» sospirò la donna «mi ha chiamato un certo Adam Layton, un ex illustratore e scrittore, nonché attuale dirigente del-»
«Della Comics Academy of Mismar» concluse Axel per lei, nonostante la bocca gli si fosse seccata all’improvviso.
«Vedo che sei informato,» commentò la donna con sospetto «non avevi passato gli ultimi vent’anni della tua vita a rinnegare le tue origini?»
Axel si morse la lingua e sbuffò infastidito «Arriva al dunque, per favore, cosa vuole la C.A.M.? Una foto autografata? Una nuova copia di Dark Sirio
«Vuole chiudere i battenti, Axel, e anche in grande stile.»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire» si schiarì la voce « che sarai l’ospite d’onore di una serie di conferenze che si terranno a Mismar a partire da questa primavera.»
Ci fu un momento di silenzio, teso e colmo di sorpresa, che Axel non riuscì a spezzare.
Perplessità, panico, confusione…Loraine dovette captare quelle sensazioni dai respiri affannati che non stava provando a trattenere: «So che l’idea ti fa ribrezzo e posso solo immaginare quanto possa essere difficile per te, ma penso che questo sia il minimo che tu possa fare per la scuola in cui hai pass…»
Axel scollegò il cervello e le parole di Loraine diventarono un fastidioso sottofondo mentre sentiva la testa vorticare, le gambe cedere e l’ossigeno mancargli nei polmoni.
Si sentì precipitare da un’altezza incalcolabile, senza paracadute o una vaga speranza di salvarsi. E più restava in silenzio, più precipitava, dimenandosi per aria alla ricerca di un appiglio che, se mai fosse esistito, non sarebbe comunque stato in grado di trarlo in salvo.
E intanto cadeva, senza fermarsi mai.
 
«Axel, ci sei?»
 
 
 
______________
 
 
 
  
 
NdA
Ciao a tutti!
Lo so, sono in ritardo e me ne scuso tantissimo…purtroppo ho avuto poco tempo per scrivere e nonostante il capitolo fosse quasi completo sono riuscita ad ultimarlo solo ieri D:
Ma bando alle ciance, come avrete capito la situazione per Axel inizia a farsi complicata e con questo cliffhanger finale direi che possiamo dare inizio alle danze eheheh Spero di stupirvi e soprattutto che possiate apprezzare il prosieguo della storia :) 
 
Nel frattempo ringrazio tutti voi che leggete, commentate e aggiungete la storia nelle varie liste, come sempre mi offrite un immenso sostegno <3
 
Alla prossima e felice Ferragosto,
 
_Atlas_
   
 
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