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Autore: Estel_naMar    20/08/2020    13 recensioni
Maelstrom, il vortice formato dalle correnti del Mare del Nord.
E se quel vortice non fosse soltanto un fenomeno naturale? Se quel vortice fossi io? Se d'improvviso venissi messo di fronte alla consapevolezza di un'esistenza illusoria, tenterei di riavvicinarmi alla realtà o rimarrei a crogiolarmi nel fascino della finzione?
Ebbene, nulla potevo, se non lasciarmi risucchiare. Così, caddi nel mio sogno contraffatto.
✠ Storia partecipante al contest "Profumo d'autunno" [drabble contest] indetto da LuNe_EFP/Asia Dreamcatcher sul forum di EFP
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest "Profumo d'autunno" [drabble contest] indetto da Asia Dreamcatcher sul forum di EFP  - Pacchetto Aster.





Maelstrom


 

 

Maelstrom, il vortice formato dalle correnti del Mare del Nord. Nessuno aveva mai preso la briga di concedermi una più approfondita spiegazione a riguardo. 

Eppure, nel turbinio delle ultime foglie cadute e della neve che scendendo dal cielo tentava di risalirmi le narici, io lo vedevo distintamente quel gorgo prendere forma tutt’intorno.

Malgrado tanto a lungo lo avessi combattuto, ora che sfioravo dolcemente la mia esistenza, seppur plastica, assaggiandone il sapore (sapeva di dipinto deliziosamente costruito), io ho realizzato di non esser più dotato della capacità di ignorarlo. Nulla potevo, se non lasciarmi risucchiare. Così, caddi nel mio sogno contraffatto.

 

 

 

• † •

 

 

 

«Nathaniel», affermò con fermezza la donna che avevo imparato ad amare, che mi sedeva di fronte. Le rivolsi uno sguardo sfuggente: non avevo intenzione di ascoltarla. Sentii un piccolo sbuffo di disapprovazione e poi vidi le sue dita sul mio volto. 

«Hai presente la sensazione di una melodia ammaliante e perturbante e coinvolgente e… sconvolgente? È nella mia testa e preme: dice che ho venduto troppo, non mi è rimasto niente», le risposi.

Nate, dice che era solo una splendida bugia.

Osservavo i dettagli della sua mano, ma non percepivo quel suo tocco. I raggi del sole mattutino attraversavano gli spiragli delle tapparelle, sul muro vedevo unicamente la mia ombra. 

 

 

 

• † •

 

 

 

Avevo fatto della musica la mia intera esistenza, ma presto era divenuta di dominio pubblico – e con lei lo ero divenuto io. 

Avevo imparato a convivere con la consapevolezza della frivolezza, scambiando la mia anima instabile con qualche grammo di illusione. Un finto uomo in un finto mondo, asservito alla forza incontrastabile della massa. 

Un uomo rotto dalle sue stesse mani e innamorato dell’unica donna che le desse una parvenza di autentico e reale, ma come poteva esserlo se tra tutti gli uomini aveva scelto quello che si alimentava a fiabe e sogni di libertà, seppur vivendo una costante prigionia? 

 

 

 

• † •

 

 

 

Le trillavo i capelli, mentre lei con le mani si sciacquava via dal volto i resti della nostra comune magia. Gliele intrecciai con le mie unendo così anche le nostre angosce, quelle reali e tangibili e quelle che avevo potuto conoscere stando a contatto con lei. 

«Nate, è un addio questo. Devi tornare alla tua vita», aveva affermato con una pacatezza disarmante.

Avevo già nostalgia di lei: il mio sentimento scorretto e incoerente, quello da cui dovevo fuggire, quello che mi logorava e che al contempo mi rendeva senziente. Come potevo semplicemente andarmene? 

I mesi ci avevano consumati e dilaniati, non possedevo più la forza di oppormi: desideravo solo adagiarmi.

 

 

 

• † •

 

 

 

Così, sono divenuto un uomo di polvere che nella vita è riuscito a disfarsi soltanto di sé. Dopo aver bruciato tutti i pezzi che mi rendevano umano, ero briciole spazzate via da quel vortice che non era niente, se non la mia malsana esistenza. 

La neve mi era entrata dentro e io mi ero afflosciato su un letto di foglie e colori tanto caldi quanto fredda era la mia anima. Intorno tutto era grazioso e confortante e sublime. Non potevo andare via.

Ormai lontano dalle regole che invano cercavo di impormi, gravitavo nella mia personale finzione: un’aleatoria e malinconica serenità. 

 

 

 



 

 

 

 

LOOK AT ME!

Sono scomparsa in questa estate, ma ho scoperto che le drabble sono un’ottima soluzione se non si ha troppissimo tempo per scrivere.

Ebbene, per questo breve lavoro si ringrazia Asia Dreamcatcher per aver indetto un contest che mi ha palesemente lanciata in questo stream of consciousness.

Per quanto io ritenga che sia bene non dare troppe spiegazioni alle drabble così da lasciare al lettore la libera interpretazione, un paio di specifiche necessito di farle:

- Il motivo per cui il raiting è arancione è che nel testo vi sono una serie di riferimenti alla droga – sebbene impliciti – e, visto che comunque l’esito finale non lo definirei esattamente propositivo, ho preferito così;

- L’intero testo è ispirato a Fake Plastic Trees dei Radiohead, canzone e gruppo che amo molto, e alla storia che ha portato Thom Yorke a scrivere questo brano. Proprio per questo: quando utilizzo il termine “plastica” in riferimento all’esistenza, non attingo tanto al suo significato in italiano (più vicino a “duttile” o “malleabile”), quanto più al significato implicito che prende nella canzone (quindi più “artificiale”, “costruita”);

- Nathaniel avrà un suo racconto in “Racconti di eccezionale ordinarietà” e, se mai ce la farò a finirla, anche una sua personale long. Al contrario, non ho fatto il nome della ragazza, né approfondito la loro storia per evitare di spoilerare io stessa i miei “scritti futuri”;

- Le drabble sono lunghe 100 e 110 parole in modo alterno. Volevo dare anche un titolo a ciascuna: come potete notare ho presto rinunciato eheh

 

Spero che a voi arrivi almeno un poco di ciò che è partito dalla mia testa scrivendo questa cosa e che a me arrivi almeno un poco di quello che si è formato nella vostra,

 

a presto e grazie a chiunque passerà da qua anche solo per una lettura, 

 

Bongi


   
 
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