Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: DiasproInmay    20/08/2020    1 recensioni
Afala, giovane allieva di Xandra, prova forti remore nei confronti della sua maestra. Dopo averla aiuta a recuperare le istruzioni del rito proibito, le viene vietato di partecipare alla resurrezione e alla conseguente missione per salvare il mondo di Ariadonne.
Rimasta senza la guida della sua maestra, cerca la sua strada, in attesa di sapere l'esito delle sorti di Ariadonne.
Questa storia è una side story de "La Sacerdotessa di Ariadonne"
!!!Per maggiori informazioni leggete attentamente il prologo o andate sul mio profilo!!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A quella riga interruppi la lettura, il mio animo era così agitato che sentivo di stare per essere vittima di un attacco di panico. Le parole della maestra non potevano che confermare i nostri dubbi più atroci...
La sera precedente, quell’esplosione di potere, non era altro che la scia della rottura dell sigillo che aveva raggiunto anche noi, nonostante fossimo così lontani. 
Per un attimo sentii lo stomaco contorcersi, la mia mente, il mio corpo stesso, rigettavano la notizia tanto da provocarmi forti conati.
Silas rimase lontano, come se incosciamente fosse stato a conoscenza del contenuto di quella lettera e avesse paura di confermare le sue sensazioni.
Vomitai e finalmente mi sentii meglio. Mi pulii la bocca con l’acqua dell’otre e, più consapevole tornai alla lettura dellla sua lettera.
 
Nella mia testa non smettevano di riecheggiare le voci del consiglio, che si accanivano su di me, loro lo sapevano, loro mi avevavano avvisata e io ero stata così sciocca e accecata dalle mie ragioni per non prevedere quell’evenienza. E se fossi stata davvero io a provocare la liberazione di Uriel? 
Se avessi dato ascolto al consiglio, lei si sarebbe comunque risvegliata? Quel dubbio mi ha fatto sprofondare nella disperazione più nera. La Venerabile non accenna a recuperare nessuno dei ricordi della sua vita precedente e Uriel era libera e pronta a mettere le mani su tutti i regni di Ariadonne.
Nonostante tutto abbiamo ingoiato il rospo e abbiamo proseguito il nostro viaggio. Più di prima è necessaria una controffensiva, una strategia per evitare che tutto ciò che successe durante la prima guerra possa riaccadere.
Adesso che abbiamo la certezza che l’umano sacrificale non si trova sui monti Euruko possiamo, con ritrovata speranza, dirigerci verso i monti Liri e sventare una volta per tutte i piani di Uriel.
Adesso abbiamo passato qualche giorno ad Amarfinie, stiamo riposando dopo un primo incontro faccia a faccia con Uriel.
Ci credi che, neanche dopo qualche ora dalla sua liberazione al lago, è scesa a valle per intimorire noi e la Venerabile Ginzokena che stava aiutando il nostro popolo nella battaglia contro la pioggia acida? Tutti questi anni in prigionia non l’hanno aiutata a comprendere le sue malefatte, anzi, sembra più decisa che mai.
Per fortuna sembra che neanche Ginozkena sia cambiata, e questo sarà la nostra salvezza. ma, nonostante tutto, la situazione è critica.  Con tutta la sua buona volontà, sta progredendo in maniera troppo lenta… ammetto di avere il timore di non farcela. 
Afala… cosa ho fatto? Ho davvero condannato Ariadonne alla distruzione?
 
Quella era davvero la lettera più funestra che avessi mai ricevuto in vita mia, la missiva che meno mi sarei aspettata di leggere, la maestra era così sconvolta che non aveva neanche terminato la lettera con i suoi soliti saluti.
«E’ tutto a posto?» mi chiese Silas vedendomi tremare. 
Posò una mano sulla mia spalla per cercare un contatto con me ma io continuavo a guardavo incredula quelle paro mentre delle lacrime rigavano il viso finendo sulla carta della pergamena, rovinando l’inchiostro.
«E’ finita!» urlai voltandomi in preda al pianto «E’ finita, Uriel… lei si è liberata» la mia affermazione sembrò turbarlo.
«Non è possibile» disse fiondandosi su di me, mi rubò la lettera dalle mani e cominciò a leggerla con foga.
Sentivo il mondo crollarmi addosso, la mia mente si proiettava al futuro e a tutto quello che saremmo stati costretti ad affrontare. La morte sarebbe tornata ad essere padrona delle nostre strade.
«E’ terribile» esclamò dopo aver concluso la lettura, la piegò con cura dopodichè me la poggiò sui palmi delle mani.
«Rispondi subito alla tua maestra! avvisala di ciò che stiamo facendo» con delicatezza guidò le mie dita a chiudersi a pugno per farmi stringere con determinazione la missiva. Ma io avevo difficoltà a comprenderlo, la mia testa era altrove, i rumori intorno a me erano diventate sfumature di una realtà che non volevo accettare.
«Afala!» invocando il mio nome poggiò le mani sulle mie braccia e mi scosse, quel suo gesto mi fece tronare in me «E’ importante che noi arriviamo a destinazione, non ti perdere proprio adesso. Dobbiamo trovare l’antidoto per quel veleno e fornirlo a tutti i guerrieri sui campi di battaglia» 
«Sì» affermai asciugandomi gli occhi inumiditi «Hai ragione. Dobbiamo andare!» ripresi camminando con passo deciso mentre sprofondavo nella sabbia.
«Aspetta, prima è il caso che avvisi la tua maestra della nostra missione» mi raggiunse fermandomi.
«Risponderle?» ripeteii come confusa «Non so se funziona».
«Per quale motivo lei non dovrebbe essere mess al corrente?» controbettè.
«No, sono daccordo con te ma vedi... E’ da quando che è partita che tento di comunicare con lei ma sembra come se le mie lettere non le arrivassero. Lei mi scrive di continuo in attesa di una mia replica. Non so più come fare» dicendo quello presi una pergamena dallo zaino «Posso riprovarci ancora ma… cosa cambierebbe dalle altre volte?» strinsi la mano a pugno con forza schiacciando la carta.
Silas mi guardò con un’espressione neutra, sembrava distratto dopodichè uscì una mappa e alzò la testa al cielo. Non capivo cosa volesse fare.   
«Saremo costretti a fare una deviazione» affermò riarrotolando la pergamena.
«Una deviazione?»
«Sì, ti porto da qualcuno che può aiutarti con quell’incantesimo. Non possiamo certo spedire una lettera così urgente con i metodi tradizionali» affermò avvicinandosi a me «Anche se il sole è ancora alto, partiamo subito, lui abita da questi parti» mi allungò una mano, segno che dovevo aggrapparmi di nuovo a lui. 
Sospirai e lo guardai incuriosita. Non l’avrei mai detto che lui potesse avere delle capacità di comando. In poco tempo è riuscito a contenere il mio disagio ed indirizzarmi ad una soluzione.
Mi appoggiai a lui e subito Silas prese il volo, sorreggendomi con entrambe le braccia e, in men che non si dica, lo vidi planare in una oasi.
Non chiesi informazioni su quellla misteriosa persona ma se lui pensava che mi avrebbe potuto aiutare con il mio problemino di magia, non avevo motivo per dubitare della sua valutazione.
«Che posto magnifico! Proprio nel bel mezzo del deserto!» affermai guardandomi intorno.
Mi sembrava di essere atterrata in un enorme giardino, con una piccola capanna di legno al centro, quasi del tutto ricoperta dalla vegetazione. 
Ci avvicinammo all’entrata e Silas bussò.
Il silenzio ci avvolse, nessuno sembrava abitare quel luogo.
«Sei sicuro che ci sia?» gli domandai con l’entusiasmo calante, forse mi ero fatta troppe aspettative.
Silas aprì la bocca per pronunciare la sua risposta e contemporaneamente la porta si aprì.
Un giovane uomo dai corti capelli candidi spuntò dall’uscio, indossava vesti lunghe ed era sporco di terra sul volto e sulle mani.
«Cosa ci fate in questo luogo, viaggiatori?» domandò con tono seccato.
«Siamo venuti qui per parlarvi, il mio nome è Silas» si presentò «Mentre questa è la mia amica Afala» aggiunse poggiando una mano sulla mia spalla.
L’uomo dai capelli bianchi e dal sorriso di circostanza, si voltò verso di me diventando pallido.
«Non gradisco ospiti» esclamò distogliendo lo sguardo.
«Ci dispiace disturbarla ma abbiamo un problema che solo voi potete risolvere, è una questione di vita o di morte»
«Cosa vi fa pensare che io sia il vostro uomo?» esclamò indietreggiando e posando la mano sulla porta, era pronto a chiudercela in faccia.
Con passo svelto avanzai con il piede sinistro e bloccai l’uscio. Non potevo permettergli di fuggire!
Lui ebbe un sussulto e mi guardò turbato dalla mia esuberanza. Lo fissai a mia volta, a quella distanza così ravvicinata, mi ritrovai ad annusarlo, quell’uomo emanava un profumo dolcissimo. O forse proveniva da quel luogo misterioso?
«Il vostro nome gira ancora per il mercato nero della magia» affermò cercando di attirarlo con delle lusinghe, ma Silas aveva una strana concezione di complimento «Ma probabilmente ho sbagliato persona, andiamo Afala» continuò facendomi segno di andare via.
«Silas, non possiamo. Dobbiamo rispondere assolutamente a Xandra» tentai di persuaderlo ma lui era davvero intento ad andare via. Mi voltai verso lo sconosciuto e mi aggrappai alla sua tunica.
«La prego, la supplico» alzai il volto per scrutarlo ma di colpo arrossii, i suoi occhi, la sua carnagione chiara, le sue labbra sottili, mi sembrava l’uomo più bello che avessi mai incontrato. Arrosii quando i suoi occhi si porsero su di me e, senza che me ne accorgessi, cominciai a balbettare.
«Abbiamo bisogno del suo aiuto, Ariadonne ha bisogno di voi» aggiunsi facendomi coraggio.
«Vi ascolterò» acconsentì scacciandomi un pò bruscamente.
Lo ringraziai con un’enorme sorriso e, insieme a Silas, entrammo nella sua dimora.
Ci fece accomodare in un salottino, tutta la sua casa era arredata con elementi naturalistici. Sembrava un uomo molto legato alla terra.
«Quindi, fatemi capire, qual è il vostro problema» esclamò offrendoci del tè.
«La mia maestra, Xandra Dramailoran, è in viaggio da diversi giorni per una missione importante. Ci stiamo tenendo in contatto tramite lo litteravem onemaria, o perlomeno ci proviamo. Sembra che lei non riesca a ricevere la mie lettere» gli spiegai «E’ molto importante che lei riesca a ricevere quest’ultima missiva» l’uomo ascoltò le mie parole sorseggiando la sua bevanda dalla tazza. Era così adorabile! I miei occhi erano ipnotizzati dalle sue labbra e dalla sua lingua che si intravedeva quando le schiudeva.j
Quanto desideravo essere baciata da lui.
«Quando pronunci l’incantesimo usi un oggetto appartenuto alla tua maestra?» mi domandò alzando il tono della voce, per rimproverarmi.
«Sì» gli risposi stringendo le spalle.
«Afala» mi sentii chiamare da Silas «Tutto a posto?» mi domandò stringendomi il braccio. Mi guardava quasi pietrificato «Non è da te rispondere così mansueta. Sei tutta rossa, hai la febbre?» mi domandò posando le mani sulla fronte.
«Sto benissimo!» affermai allontanando la sua mano bruscamente «Il signor Rilas è così gentile» affermai cercando di non farmi sentire «Perchè non rimaniamo qui per la notte?» domandai al mio compagno di viaggio, desideravo passare più tempo con quell’uomo così affascinante.
«Non possiamo lo sai» affermò guardandomi in malo modo.
«Signorina» prese parola «Sentite per caso un odore particolare?» mi domandò incriciando il mio sguardo «Un odore che è particolarmente gradevole?» aggiunse sorridendomi.
Lo osservai con un sorriso ebete, qualcuno mi svegli, da quando il paradiso era sulla terra?  
«Come fate a saperlo?» gli chiesi corrispondendo il suo sorriso «E’ da prima che lo sento» adagiai la tazza sul tavolino e mi alzai «Quale fiore emana questo magnifico profumo?» gli domandai guardandomi intorno.
«Ma allora… è tutto vero!» esclamò Silas guardandomi con aria sempre più sorpresa, quasi sconvolta.
«Si fermi!» Lui di colpo si alzò tentando di fermarmi ma, per un fortuito incindente, mi ritrovai a cadere su di lui. Lo colpii e lo scaraventai a terra.
Quando il mio volto sprofondò sul suo petto potei annusare la sua pelle e finalmente compresi da dove arrivava quel profumo, era lui. 
Il mio cuore cominciò a battere come una furia e nei miei pensieri cominciò a crescere il desiderio di essere cinta dalle sue esili braccia ed essere sfiorata da quella pelle vellutata come il petalo di un fiore.
«Conviene sbrigarci» affermò alzandosi velecemetne in piedi senza neanche aiutarmi a rialzarmi.
«Fammi assistere all’esecuzione dell’incantesimo, ti dirò quale sia il problema» affermò attendendomi.
Con la testa tra le nuvole mi alzai annuendo, ero davvero contenta che lui mi stesse aiutando! Tirai fuori una pergamena e l’inchiosto e, piegata sul tavolino del salottino, comincia a scrivere la lettera che dovevo spedire.
 
Mia adorata Maestra,
avete ricevuto tutte le mie lettere?
Sapete oggi ho conosciuto un uomo davvero affascinante. Vorrei tanto poter stare con lui, conoscerlo e magari avere tanti figli con lui.
 
Silas improvvisamente fece un colpo di tosse e mi fulminò con lo sguardo, dalla sua espressione era evidente che stesse leggendo il contenuto della mia lettera.
«Non spiare!» affermai avvicinando la lettera al petto.
«L’antidoto, scrivi dell’antidoto!» mi rimproverò seriamente. Sbuffai e tornai subito alla lettera.
 
Silas vuole farle sapere che presto saremo nel territorio delle Nahikae della terra.
Vuole trovare l’antidoto per quel veleno che quella Uriel ha usato per uccidere la Swita. 
Chissà se anche Rilas può essere d’aiuto contro l’imminente battaglia contro Uriel.
Non conosco i suoi poteri ma deve essere proprio forte, quanto vorrei che mi proteggesse da tutti i mali.
Adesso devo salutarvi perchè Silas continua a guardarmi male. Immagino vorrà ripartire subito.
Fate buon viaggio  
Afala
 
«Bene! La lettera è pronta» affermai contenta mentre la sigillavo.
Rilas sospirò e mi fece alzare.
«Proseguiamo, adesso fa il tuo incantesimo» disse incrociando le braccia.
Io, persa dalla sua bellezza, ci misi un pò a rendermi conto che stava parlando con me. Mi fiondai sullo zaino e recuperai il bastone della maestra.
Chiusi gli cchi, presi lunghi respiri per rilassarmi e concentrarmi sulla maestra. Strinsi il bastone e pronunciai l’incantesimo.
«Nim myn nei ne ûnaner» percepii la lettera sul palmo della mia mano mutare in energia e fluttuare. Aprii gli occhi per seguire la scia dorata ma appena mi accorsi che Rilas aveva unito le nostre mani durante l’incantesimo mi distrassi.
«Rilas…» sussurrai imbarazzata.
«Allora? Riceverà la lettera?» domandò agitato Silas.
«Signorina Afala» udii la sua maestosa voce chiamarmi e il mio cuore si fermò «Non c’è nulla che non va con il suo incantesimo» disse allontanando la mano «Per assicurarci che questa missiva arrivi al destinatario ho unito il mio potere al vostri» A quelle parole mi sentii le gambe molli e il mio animo tremare dall'emozione.
«Anche per oggi Ariadonne è al sicuro» disse ironico, ma non mi diede fastidio, anzi, lo trovai estremamente amabile.
«La ringraziamo» disse Silas urtato «Adesso penso sia il caso di togliere il disturbo» affermò prendendomi sotto braccio.
«Purtroppo non ho spazio per gli ospiti» cominciò indicando la sua dimora «Fate buon viaggio» aggiunse chiudendo il discorso in maniera molto dura.
«Ci scusi ancora per il disturbo, signor Rilas» Silas mi strinse e mi trascinò fuori da lì.
«Rilas, arrivederci» mi liberai dalla presa del mio compagno e tornai dall’uomo «La prego, posso avere un suo ricordo?» affermai allungando il volto verso di lui.
Rilas rimase in silenzio e per un attimo mi sembro farsi vicino, tanto che chiusi gli occhi in trepidante attesa.
«Siete troppo gentile» Silas mi tirò nuovamente verso di lui dividendo il nostro bacio ancora prima che sbocciasse «La mia amica vi sta importunando, leviamo subito il discoro»
«La porti subito via» affermò coprendosi il volto con le mani. Senza neanche darmi un ultimo saluto si affrettò a rientrare e chiudere la porta dietro di sé.
«Afala» Silas mi trascinò lontano da quella casa e non parlammo finche il buio non calò «Come ti senti?»
«Sto bene» affermai confusa «Certo che quell’uomo poteva essere più gentile, ma tu sei sicuro che lui fosse la persona giusta?» gli domandai guardando l'orizzonte.
«Credevo che fossi offesa con me perchè ti ho impedito di baciarlo» mi spiegò ridendo.
«Ba-baciarlo?» lo guardai di traverso «Ma cosa dici! Ti ho detto che io sono una sacerdotessa!» gli rispiegai in modo che gli entrasse nella zucca.  Ma che scherzi sciocchi riusciva a partorire la sua stupida mente?
«Tu, davvero non ricordi niente?» mi chiese sorpreso «Ma allora le voci su di lui sono vere» 
«Voci?» ripetei ancora più confusa.
«Rilas è conosciuto come un talentuoso mago, la sua maestria era leggenda e in giovane età era conosciuto ogniddove» 
«Non dava proprio quella sensazione» commentai il suo racconto «E’ proprio vero che non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina» feci una pausa per riflettere «Come mai io non avevo mai sentito parlare di lui?»
«Tutti i re umani lo volevano alla loro corte» continuò il racconto senza rispondere alla mia domanda
«Umani?» esclamai sconvolta «Vuoi dirmi che lui è un umano?»
«No, in realtà si dice che sia un mezzo sangue. Si racconta che avesse delle splendide ali bianche e che un giorno una seguace oscura, invaghita di lui gli supplicò di diventare il suo amante, promettendole eterno amore. Lui rifiutò la proposta della donna e lei, in preda alla collera, lo punì maledicendolo. Se un giorno avesse mai trovato l’amore si sarebbe trasformato in una pianta, perdendo di fatto la sua vita»
«Un seguace oscuro» sussurrai quasi inrtimorita da quelle parole «E cosa centra la maledizione con quello che hai detto prima?» sembrava aver raccontato una favoletta per distrarmi dall’argomento principale.
«Quella donna lo voleva proprio morto perchè non ha voluto aspettare che potesse succedere per caso, sembra che qualunque bella donna gli si avvicini venga a sua volta incantanta e viene spinta a sedurlo per far si che lui si innamori e che la maledizione si concretizzi»
«Ma è terribile» affermai colpita dal suo racconto.
«Io credevo che fosse solo un marpione che si era invetato una scusa per abusare dei suoi poteri e approfittarsi delle ragazze. Ma oggi ho assistito ad una cosa davvero sorprendente»
Lo guardai alquanto scioccata.
«Mi stai prendendo in giro, spero»
«No» cominciò a ridere «E’ stato troppo forte, arrossivi per ogni sua parola, gli sei caduta addosso e lo palpavi come una ossessa, hai anche tentato di farti baciare da lui e nella lettera alla tua maestra hai scritto che volevi fare tanti figli con lui»
«Cosa?» strepitai imbarazzata «No è possibile, stai mentendo. Non posso aver fatto queste cose»
«Perchè dovrei mentirti? Abbiamo la lettera come prova, e grazie all’aiuto di Rilas arriverà sicuramente a destinazione»
A quelle sue parole il sangue mi si raggelò, la maestra non poteva leggere una lettera del genere! Cosa penserà della sua migliore allieva? Che si era lasciata andare alla lussuria…
«Non può essere! Non può essere!» strepitosi mettendo sotto sopra lo zaino alla ricerca di un’altra pergamena «Devo scrivere un’altra lettera! Devo spiegarle tutto»
Arrivata al fondo della mia sacca sprofondai nella disperazione più totale, avevo esaurito la pergamena magica e quella sera non mi fu possibile rimediare a quell’enorme errore.
Con l’umiliazione addosso mi congedai nervosa da Silas e mi avvolsi nella copertina di lana che avevo portato per il viaggio, e cercai di riposare.
Ebbi difficoltà ad addormentarmi ma, dopo diverso tempo, arrivai alla conclusione che la mia maestra, in qualche maniera, avrebbe capito che qualcosa non andava. Lei mi aveva praticamente cresciuto, sapeva che ero fedele ai miei voti.
Finalmente quel pensiero mi tranquillizzò e riuscii a dormire il tempo necessario per riprendere un pò le forze per l’imminente ripartenza.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: DiasproInmay