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Autore: Dian87    21/08/2020    2 recensioni
Dopo esser scappati dalla Cittadella per dare la caccia a Saren su Ilos, Shepard mantiene il controllo sulla sua nave... o almeno così crede...
Note su Shepard:
FemShep, terrestre e sopravvissuta su Akuze. Paragon 100%, renegade 10%
Love interest: Kaidan Alenko
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna, Jeff Joker Moreau, Kaidan Alenko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Joker, imposta il vettore per il Mare Marrone, sistema Vostok.» ordinò, in piedi davanti alla mappa galattica. «Andiamo a vedere cosa sta combinando questo Cerberus.»

«Ai tuoi ordini, comandante.» rispose il timoniere, armeggiando con i comandi. «A breve effettueremo il salto.»

"Pochi giorni di ritardo e poi andremo nei sistemi Terminus." pensò Shepard. "Giusto per sistemare questa faccenda prima di portare tutto l'equipaggio nella missione suicida." «Ufficiale Pressly, le lascio il comando. Per qualsiasi cosa sarò nella mia cabina.»

Tessa Shepard, sopravvissuta di Akuze e primo spettro umano, si ritirò dal ponte di comando. Ormai, dopo mesi e dopo missioni l'equipaggio della nave era diventato la sua famiglia e gli uomini la salutavano con un cenno del capo, riservando il saluto militare alle occasioni formali.

Quanti di loro avevano avuto dubbi nel momento in cui lei e Anderson avevano deciso di far partire la Normandy di nascosto?

«Sì, Joker, allora siamo a posto.»

Shepard sollevò lo sguardo di un azzurro chiarissimo sull'uomo che stava trafficando vicino ad un terminale. Kaidan Alenko, il biotico trentaduenne con impianti L2, stava controllando qualcosa... o almeno facendo finta, mentendo come un bambino preso con le mani nella marmellata.

«Shepard.» la salutò, con un caldo sorriso.

«Kaidan, tutto a posto?» gli chiese, con un lieve sorriso in volto, appena tirato per la stanchezza.

«Non preoccuparti, Joker mi ha spennato all'ultima partita di poker.»

Shepard incrociò le braccia, sbuffando.

«E così si gioca d'azzardo sulla mia nave...» guardò di traverso il biotico. «e senza invitarmi.»

Un sorriso dolce si formò sul viso del tenente. «Ti prometto che la prossima volta ti chiamerò.» appoggiò la mano sul braccio del comandante, il massimo che osava mentre erano in servizio.

«Va bene...» ricambiò il suo sorriso e appoggiò la mano su quella di lui. «Vado a riposare un po', chiamatemi quando arriviamo a Vostok.»

«Certamente, comandante.» il tenente si irrigidì in un saluto militare, ma poi le sussurrò. «Riposa bene, terremo noi sotto controllo la galassia.»

Shepard annuì e si ritrasse nella cabina lì vicino, ma prima che la porta si chiudesse alle sue spalle, udì un altro sussurro: «Joker, è andata, imposta le coordinate. Ci vediamo tutti al motore della Normandy.»

Un ammutinamento? Da parte di Kaidan Joker e chissà quanti altri dei suoi compagni? Non era possibile ma... vide sul tavolo il bicchiere con le compresse per gli integratori che la dottoressa Chakwas rifilava a tutto l'equipaggio per mantenerlo in buono stato nei viaggi intergalattici. Sorrise mentre il pensiero della dottoressa che l'inseguiva con una ciabatta perché non aveva preso i suoi integratori, come negli olofilm, e li prese, addormentandosi un attimo dopo sulla scrivania.

***

«Siamo sotto attacco!» una voce le rimbombò dall'auricolare, seguito da spari.

«Da dov'è uscito?»

Akuze... La sua squadra distrutta quando aveva solo ventitré anni... Cerberus... Era stato Cerberus...

Una bocca non umana si aprì per gridare...

Un'esplosione... 

***

Quando riaprì gli occhi, la scena non poteva essere più diversa.

Gli uccellini cinguettavano e svolazzano nell'aria, un vento dolce le si infilava nei capelli che non avevano il solito chignon ma erano lasciati lunghi, un verme le strisciava davanti agli occhi.

"Ammutinamento..." pensò. "Almeno mi hanno lasciato su un pianeta abitabile."

Vide se stessa fabbricarsi un tridente e una lancia e scoppiò a ridere. «Almeno ho meritato questo.» ridacchiò con le lacrime agli occhi.

Si mise seduta, guardandosi attorno. Si trovava in una radura, da un lato l'erba era schiacciata su due strisce e una lepre aveva trovato la sua triste fine sotto alle ruote del Mako; il sole era alto e a giudicare dall'altezza era mezzogiorno o ci mancava poco; il cielo era azzurro, come ogni pianeta in cui la terraformazione era già avvenuta, il che restringeva il numero di pianeti ad una manciata.

"Eden Prime?" il nome le formò un groppo in gola.

Certo, Jenkins non era il primo dei suoi compagni ad essere morto, ma il primo sotto al suo comando... poi c'era stata Ashley.

Si nascose il viso tra le mani e singhiozzò a lungo, mentre calde lacrime le scorrevano sul viso. Aveva detto a Kaidan che l'avrebbe pianta quando la missione sarebbe stata finita, ma ora, con l'equipaggio ammutinato e chissà dove con la sua nave, come poteva finirla? Tanto vale a piangere Ash...

 

Il sole percorse ancora un lungo tratto prima che i singhiozzi si fermassero e si pulisse la faccia dal resto. Era in una radura, certo, e vicino a lei il terreno si alzava fino ad una vetta grigia e senza vegetazione. Valutò la distanza ed il sole, forse c'è l'avrebbe fatta a raggiungere il limite della vegetazione entro il tramonto ed imprecò sonoramente quando si rese conto di non avere armi, omni-gel, medi-gel e factotum con sé.

«Su, Shep, come durante l'addestramento.» sibilò, alzandosi e incamminandosi tra gli alberi.

 

Uno scoiattolo le era saltato davanti gli occhi e sorrise vedendo la coda voluminosa che sbucava dal tronco. Se solo avesse saputo, da bambina, che il mondo era così bello forse non si sarebbe unita alla gang, forse avrebbe fatto richiesta di arruolamento in una delle accademie prima anche se non aveva nessuno che le pagasse la retta... Su qualsiasi pianeta si trovasse, era decisamente meglio di quel buco.

Un tuono improvviso fece saltare lo scoiattolo su altri due alberi prima che sparire dalla sua visuale e alzò lo sguardo al piccolo scorcio di cielo che si trovava tra le fronde fitte: un azzurro tale che le faceva male agli occhi.

Con un calcio ruppe un ramo abbastanza grosso da un albero e lo impugnò a due mani, ripetendosi quali macchinari avrebbero potuto fare un tale rumore: navi batarian? Veicoli di Cerberus? Camminatori geth in addestramento? Come se questi ultimi ne avessero avuto bisogno...

Si spostò dalla copertura di un albero ad un masso, poi si acquattò dietro l'ultimo albero disponibile.

Riconobbe il veicolo che aveva appena sparato un colpo di cannone, un Mako di cui conosceva ogni singola botta perché l'aveva causata lei.

Alcune persone stavano entrando ed uscendo, riconobbe la sagoma della maggior parte come umani o asari, ma strinse le labbra nel vedere che c'erano anche un turian e un quarian. Rimpianse l'assenza del suo fucile di precisione e notò una grande casa in pietra e legno non molto distante dove tutti stavano portando il materiale. Osservò il tragitto più breve che fosse anche il meglio nascosto e impugnò meglio il bastone, attendo che calasse la sera.

***

Un'esplosione, corpi vaporizzati mentre delle lunghe navi con le zampe scendevano sul pianeta.

«Noi siamo.» disse una voce metallica che s'insinuava nella sua mente. «Il ciclo non può essere fermato.»

***

Si svegliò di soprassalto nel buio della notte. Non poteva essere su Eden Prime perché erano passate troppe poche ore dal suo arrivo a quel posto. Una luce era accesa all'interno della casa di legno e pietra, ma non giungeva alcuna voce. Controllò che nessuno fosse di pattuglia e poi si lanciò in avanti. Si accucciò sotto alla finestra tenendo il bastone con entrambe le mani.

«Il materiale è pronto?» chiese una voce che risuonava da lontano, sicuramente il quarian.

«Sì, gli uomini l'hanno scaricato.»

Il cuore ebbe un sussulto come riconobbe la voce cui appartenevano queste parole, anche se il tono risultava atono, assente, come se...

Si spostò verso il lato della finestra e si sollevò quel tanto necessario per vedere la figura di Kaidan di spalle. Non sembravano esserci altre persone in quella stanza, ma alla sua destra c'era la sagoma della porta e la luce proveniva da un terminale su cui non riusciva a leggere nulla.
Scivolò sotto alla finestra e raggiunse la porta. Un respiro a fondo, chiudendo gli occhi, e uno ad occhi aperti. Se fosse stato controllato... se...

Calciò con forza la porta, scardinandola, e si slanciò sul quarian con il ramo sollevato per colpire.

Kaidan si voltò di scatto e lanciò una sfera che fece sollevare Shepard e da altre due parti giunsero altre due sfere con il medesimo effetto.

Le luci si accesero, illuminando la sala, Shepard potè vedere uno striscione con una scritta che andava oltre alla sua comprensione.

BUON RIPOSO, COMANDANTE

«Cosa...?»

«Te l'ho detto che era idiota.» ruggì la voce di Wrex, che spuntò dalla destra del comandante. «Shepard è una guerriera.»

Shepard sentì che l'energia che la stava tenendo sollevata diminuiva a poco a poco, appoggiandola di nuovo a terra.

«Dovevi vedere la tua faccia, comandante.» rise Joker, seduto su un letto a castello. «Almeno sappiamo tutti che sei ancora umana.»

«Non capisco...» ammise il comandante.

Liara si fece avanti questa volta. «Abbiamo notato una certa... stanchezza... negli ultimi tempi. Con tutta questa faccenda di Saren, i Razziatori e gli incubi, pensavamo che un po' di riposo ti avrebbe potuto fare bene.»

«E così abbiamo pensato di obbligarti ad un po' di riposo.» terminò Tali. «Lo so che nella Flottiglia sarebbe considerato ammutinamento, ma se un comandante è stanco, tutta la nave ne risente.» fece una pausa, lanciando un'occhiata a Kaidan. «Ma non preoccuparti, non ti abbiamo abbandonata completamente.»

Kaidan le si avvicinò, abbracciandola e facendola affacciare da un'altra finestra. «Non sarà il Canada, ma domani capirai perché abbiamo scelto questo posto...»

Riflesso in un lago di montagna, le stelle tremolavano silenziose.

  
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