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Autore: Sian    27/08/2020    2 recensioni
Fanfiction partecipante alla Challenge #PiùgioieperSaguruHakuba , indetta dalla pagina Facebook "Detective Conan Fanfiction (Italian Fan)" // Aesthetic: Investigated.
Saguru Hakuba è alle prese con un'indagine. Trova con molta facilità degli indizi, deducendo il luogo dove avrebbe risolto il caso. Ma, anche se lo aveva immaginato, non poteva credere di trovarsi di fronte a Kaito Kid, non poteva credere che Kaito Kuroba fosse più avanti di lui di un passo. Solamente per...
Dal testo:
«In realtà, volevo tanto farti gli auguri di buon compleanno.»
Kaito gli si avvicinò al viso, a distanziarli solamente la tesa del suo cappello bianco. Potevano osservarsi negli occhi, come entrambi avrebbero sempre voluto.
Ma l'espressione di Saguru non lasciava passare nessuna emozione; [...]
Allontanarsi da lui era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. [...] Sicuramente quel detective stava ancora pensando a quanto male avesse interpretato e dunque rovinato la sua perfetta immagine da principino saccente.
«Ci si vede in giro, Sherlock Holmes!»
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante alla Challenge #PiùgioieperSaguruHakuba , indetta dalla pagina Facebook "Detective Conan Fanfiction (Italian Fan)"

Aesthetic: Investigated


Il secondo se stesso
(1380 parole)


Aveva capito tutto. Sapeva dove avrebbe trovato ciò che poteva definirsi la soluzione dell'intero caso. Non era solo un omicidio. Non era solo una rapina. E non era nemmeno solo un rapimento di una povera e innocente bambina.
Era proprio lì la ricompensa che forse sarebbe spettata all'autore di tutti i crimini sopraelencati. Sempre che non venisse ucciso prima dal vero colpevole architetto di tutto ciò che era stato compiuto fin'ora.
Il criminale era anche lui una vittima di un assurdo intreccio, ancora non sapeva se costretto da un'altra persona oppure se volenteroso di sporcarsi le mani per accaparrarsi la ricompensa.


Come poteva un uomo commettere gesti così tanto folli? Poteva solamente corrispondere ad uno di quegli uomini viscidi, senza dei valori, senza volontà di vivere. Quella domanda gli ronzava sempre in testa ad ogni risoluzione del caso, voleva dannatamente sapere perché commettere atti ignobili. Inorridì al solo pensiero di quante persone di quel calibro esistevano al mondo; ormai averci a che fare era diventata la quotidianità visto il grande numero di casi risolti dal miglior detective liceale in circolazione, Saguru Hakuba. E non era un caso che condividesse le stesse iniziali con Sherlock Holmes, uno dei suoi piccoli vanti sia nella sua terra natia che nella città londinese.


Aveva trovato un piccolissimo indizio, su quella panchina, dove aveva giurato di aver visto una volta Kaito Kid nelle sue sembianze originali, quelle di Kaito Kuroba. Ma ancora adesso non seppe dire a sé stesso se fosse stata realtà, o solamente un'allucinazione per tutte le volte che era finito a pensare ossessionatamente a lui.
Avrebbe frequentato ancora a lungo quel luogo, nei paraggi di quella panchina, finché non si sarebbero incontrati di nuovo. Lì. Allo stesso posto.
Ma era ancora più assurdo aver trovato proprio lì l'indizio alla soluzione di questo caso.


Non faceva altro che pensarci. Kaito Kid, quel ladro, possibile che sapesse del suo ritorno a Tokyo per svolgere qualche indagine per conto di suo padre? Ma aveva un senso se, come era certo di sospettare correttamente, Kaito Kid fosse proprio Kaito Kuroba: glielo avrà riferito Aoko Nakamori, la figlia del sottoposto del padre di Hakuba.
E se quella deduzione si fosse rivelata giusta, che motivo aveva Kaito Kid di farsi coinvolgere in un caso del genere? Spacciarsi per il criminale, perché quello era ciò che stava facendo, oltre ad avere pochissime abilità nel celare la sua presenza.
Ma Saguru sapeva che Kaito non era come tutti i normali, come se chiamarli normali fosse corretto, criminali con cui aveva a che fare. Lui era un ladro, ma gentiluomo. Lui ne aveva tanti di valori a cui aggrapparsi. Lui era capace di voler vivere, e se avesse potuto, avrebbe fatto anche rivivere.


Sotto alla panchina aveva raccolto l'indizio lasciatogli: era un foglio dimenticato e piegato regolarmente, pieno di lettere senza un apparente senso. Quel foglio così disordinato di lettere sembrava all'improvviso combaciare sulla cartina della zona interessata per quel caso. Le lettere del foglio, se cercate nell'ordine corretto sulla carta geografica, mostravano un intreccio a cui corrispondeva un solo luogo: il caveau a cui era arrivato.


La ricompensa per aver commesso quei crimini era lì. E lui sarebbe andato a prelevarla prima che ci fossero stati dei danni a colui che si era sporcato le mani per compiere quei delitti. Perché era ovvio che non sarebbe vissuto a lungo quel criminale: sarebbe rimasto ucciso dalla mente diabolica che c'era dietro a questo caso, il vero colpevole, colui che aveva architettato tutto; e la ricompensa era solamente una copertura, una trappola per ammazzarlo. E se il primo uomo avesse rischiato di morire non avrebbe mai scontato la giusta pena per i crimini che aveva commesso nell'intento di ottenere la ricompensa.


Ed era proprio questa motivazione dietro a questo caso che lasciava senza parole il detective londinese, poiché il valore della ricompensa, sia che fossero tanti soldi o un oggetto di valore, non sarebbe valsa di certo più di una vita, o più di una bambina scomparsa, o più dei soldi di un commerciante. Come si poteva uccidere un uomo, rapire una bambina e rubare in un negozio, solamente per ricevere qualcosa di valore? Non c'erano indizi per sapere se il colpevole era stato costretto o se la ricompensa era una delle ragioni per cui aveva condotto il criminale a compiere atti ignobili; e questa ragione mai l'avrebbe capita.

L'unica cosa che importava era di dover arrestare entrambi i criminali, sia l'esecutore sia colui che aveva messo a disposizione la ricompensa.
Saguru sprezzava davvero tanto il movente di questi criminali, motivo per cui sperava di metterli dietro le sbarre entrambi e ancora vivi.

Di quel passo, doveva essere arrivato al luogo della ricompensa prima di tutti, dove avrebbe dovuto trovare il pazzo che aveva messo in gioco qualcosa di valore per uccidere ancora.


Quel posto era protetto da un codice di sicurezza. E avrebbe mentito se avesse detto di non saperlo. In pochi secondi trovò la soluzione, entrando nel caveau, aspettandosi una qualche trappola.


Ma quello che si parò di fronte a lui era al limite della sua immaginazione. O meglio, non era così distante quando raccolse il foglio con le lettere indizio sotto alla panchina, proprio quella panchina dove aveva visto Kaito Kuroba nei panni di Kaito Kid. Però, sapete com'è... Quando sperate di esservi sbagliati, quando sperate per il bene di una delle persone a cui tenete di più.

Era un'illusione forse aver messo in dubbio che potesse non essere corretta la sua deduzione. Lo sapeva che le sue deduzioni erano sempre giuste, ma questa volta avrebbe voluto che non fosse così; avrebbe voluto smettere di essere il miglior detective per una sola volta.


Si guardò di fronte, trovando un altro se stesso.
Ridicolo. Che cosa stava tentando di fare?
La sua stessa immagine già all'interno del caveau aveva tra le mani un gioiello inestimabile.
Quel ladro nei suoi panni era esilarante. Che cosa avrebbe dovuto dirgli per fermarlo?
Il secondo se stesso restò immobile nella stanza; poco più in là vi era il corpo svenuto dell'architetto di tutto, probabilmente stava aspettando la sua vittima al caveau, ma non aveva messo in conto che sarebbero arrivati a fermarlo un ladro gentiluomo nei panni di un detective, e il vero detective pochi secondi dopo.


Decisamente, era uno spettacolo talmente ridicolo che Saguru, quello vero, non mancò una smorfia sul suo viso.

«Non ti consiglierei di rubare questa ricompensa, Kaito Kid.»
L'altro se stesso rimirò il gioiello che teneva tra le mani, ascoltando il suo rivale.

«Soprattutto non puoi farlo nelle mie sembianze.»
Il sosia continuò il suo silenzio.
«Per una volta tanto che non eri il mio obiettivo, ti sei messo in trappola da solo, Kaito Kuroba.»
Sperava di averlo spaventato rivelando la sua identità. Eppure la sua copia rimase impassibile.
«Posso dirti che non sei per niente capace ad impersonarmi? Dovresti smetterla di prendere le mie sembianze, Kuroba-kun.»


Una risata.

«Hmpf, siamo molto permalosi qui, eh, bastardo di un Hakuba!»
Estrasse da non si sa dove una cordicella, non prima di aver messo al sicuro nelle sue tasche l'oggetto della ricompensa.
«Segui un mio consiglio: dovresti prenderti un bel giorno di ferie, altrimenti il tuo bel faccino da detective si deteriora.»
Tirò la cordicella, smascherandosi. Il suo mantello bianco poteva ora splendere da solo, assieme al suo cappello e al suo monocolo.


«In realtà, volevo tanto farti gli auguri di buon compleanno.»
Kaito gli si avvicinò al viso, a distanziarli solamente la tesa del suo cappello bianco. Potevano osservarsi negli occhi, come entrambi avrebbero sempre voluto.

Ma l'espressione di Saguru non lasciava passare nessuna emozione; ora il suo viso era realmente impassibile, come Kaito Kid aveva cercato di impersonarlo pochi istanti prima. Ma secondo le spiccate abilità di quel detective londinese, no, Kaito Kid non era per nulla capace a impersonarlo.
«Mi sono divertito ad essere un passo avanti nelle tue indagini. La prossima volta non ti darò la soluzione su un foglio, scordatelo, bastardo.»

Fece una breve pausa, allontanarsi da lui era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare, ma si avvicinò all'uscita dal caveau senza essere minimamente fermato. Sicuramente quel detective stava ancora pensando a quanto male avesse interpretato e dunque rovinato la sua perfetta immagine da principino saccente.

«Ci si vede in giro, Sherlock Holmes!»




Note Autrice:

Buonsalve a tutti °-°
Innanzitutto. Buon Compleanno Hakuba! è sempre bello festeggiare i compleanni di personaggi non reali <3

Non lo so come mi sono ritrovata a scrivere su un personaggio di cui attualmente non conosco (pietà, devo ancora finire di vedere Magic Kaito, oltre a tutti i filler dell'anime di DC).

Cioè in realtà lo so. Perché le challenge del gruppo sono sempre così d'ispirazione!
Questa è stata una vera e propria challenge in tutti i sensi per me, soprattutto scrivere su un personaggio che non ho ben presente. Io spero tanto che sia venuto almeno un minimo IC e decente, e soprattutto di aver scritto qualcosa shounen-ai di cui sono molto arrugginita. Nel caso negativo mi scuso profondamente con i fan di Hakuba.
In ogni caso, mi sono proprio divertita a pensare e scrivere questa (e altre) ff per la challenge! *-* Mi sono resa conto che, nonostante non l'abbia ancora inquadrato, Saguru Hakuba (e conseguentemente Kaito Kid. EH) è facile da scrivere, quasi naturale! Non pensavo ahahah

A presto con altre fan fiction! -ne arriverà un'altra per questa challenge. Se faccio in tempo a rispettare la scadenza XD-


Sian

   
 
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