Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Aky ivanov    29/08/2020    5 recensioni
Le rapine di Kaitou Kid non si fermano mai.
Il ladro gentiluomo manderà sempre il suo celebre cartoncino marchiato dal doodle, sia con la pioggia, sia con il caldo asfissiante.
Sia il giorno del compleanno di Saguru Hakuba.
Ma, è pur sempre di Kaito che si parla!
Le sue rapine...hanno spesso dei risvolti particolari.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tokyo, 29 agosto, ore 22:30

Il portellone d’acciaio della cassaforte sbatté violentemente.

Saguru non se ne curò correndo a perdifiato lungo il corridoio, la camicia appiccicata al torace in quel museo privo di aria condizionata. Nakamori aveva fatto spegnere il sistema di ventilazione con la speranza di indurre ladro Kid ad usarlo, spingendo il detective a chiedersi quanto lontano potesse giungere l’ingenuità dell’ispettore.

Kid ovviamente non l’aveva usato, anzi, per farsi beffa dell’insulto alla sua intelligenza aveva giocato con il termostato innalzando la temperatura interna oltre i venticinque gradi.

Il mantello bianco della sua preda svanì oltre il corridoio sulla destra, le suole stridettero sul pavimento nel repentino cambio marcia accompagnato dalla giacca svolazzante. La manica sollevata ad asciugare la fronte grondante.

«Kaitou Kid ti ordino di fermarti!»

L’urlo di Saguru fu coperto dalla miriade di identiche frasi sbraitate dagli agenti che correvano al suo fianco. Alcuni uomini della task force selezionata per quel furto si erano arresi qualche biforcazione precedente per via dell’afa, altri erano prossimi ad accasciarsi al suolo da un momento all’altro ma Saguru non era disposto ad arrendersi. Non osservando Nakamori in testa alla fila correre come un maratoneta alle olimpiadi. Che diavolo di allenamento faceva quell’ ispettore? Aveva venti anni in più dei suoi, fumatore accanito eppure correva più veloce di tutti loro al suo seguito.

Saguru stesso iniziava a credere di non avere più energie, inciampato in un ostacolo invisibile era quasi caduto a terra rallentando inevitabilmente la sua andatura. Affannato aveva anche sfilato la giacca gettandola stizzito in un angolo, rimpiangendo al contempo tutti i soldi spesi per comprare quel capo d’alta moda ridotto ora a misero straccio.

Arrestò la sua andatura dinanzi ad uno dei grandi finestroni spalancati da cui filtrava una brezza calda, volgendosi poi verso la nube di polvere lasciata dagli altri poliziotti. Kaito era passato di lì, eppure non era saltato oltre la vetrata per fuggire dato che nessun aliante si vedeva all’orizzonte.
Il ladro aveva ottenuto la sua gemma, aveva avuto un’opportunità di fuga servita su un piatto d’argento, perché continuava a farsi inseguire?

Un piccolo lembo candido svolazzante fu attirato dalla sua vista periferica, svanito repentinamente oltre una porticina malmessa. Senza pensarci la aprì inforcando le scale d’acciaio della zona di servizio dirette verso il tetto.

Uno, due, tre…quaranta.

Al conteggio del quarantesimo gradino si ritrovò sul tetto della struttura completamente immerso nel buio, i riflettori della polizia erano stati disattivati.

Saguru sbuffò camminando a tentoni sperando di non innescare alcuno stupido trucchetto.

«Kuroba lo so che sei qui! A che gioco stai giocando?» l’urlo si perse in quel marasma oscuro, morse le labbra innervosito da quel silenzio voltandosi da una parte all’altra senza riuscire a captare alcun suono «Vieni fuori! Non ho preso il primo aereo per venire a giocare a nascondino! Accidenti a te e i tuoi avvisi di rapina dell’ultimo secondo!»

Saguru si ritrovò a sbracciarsi nel vuoto ruzzolando sul pavimento, maledicendo lo scalino che al buio non era riuscito a vedere per tempo.
Quella giornata non l’aveva immaginata esattamente così.
Tra il jet lag, le ore di sauna in quell’hotel visionando schemi su schemi, le ramanzine di Nakamori urlate con un diaframma da far invidia ad un megafono, la sua casa ancora un miraggio lontano e la poltiglia viscosa su cui era appena caduto – e di cui non voleva assolutamente sapere l’origine – anche la sua pazienza poteva dirsi esaurita.

«KID! Giuro che se non ti fai vedere la prossima volta consiglio personalmente all’ispettore l’uso di una pistola per abbatterti!»

Saguru si voltò di scatto verso il fruscio avvertito a poca distanza, in quella notte dalla luna coperta oltre le nuvole un’improvvisa lucina si era accesa a pochi passi da lui. Alzatosi, aveva ridotto la distanza dal suo oggetto di indagine mostrando una certa cautela. Per quanto ne sapesse, poteva trattarsi della miccia di una batteria di fuochi d’artificio.

Abbassatosi a destinazione, le sue supposizioni si erano rivelate parzialmente esatte.

Il tenue bagliore era della fiammella di uno stoppino ma non per innescare uno spettacolo pirotecnico, bensì appartenente a una candelina.

Un sottile bastoncino di cera azzurro incastonato su un cupcake glassato nel medesimo colore o perlomeno così gli parve in quel piccolo alone luminoso.
Il particolare più accattivamene fu però la miniatura del cappellino di Sherlock Holmes accuratamente posizionato di sbieco sulla glassa.

«Happy birthday Hakuba-kun

Il trillo allegro e spensierato giunse alle sue spalle, lentamente si voltò ad osservare il ladro fantasma accovacciato in stile ranocchia con un sorriso a trentadue denti sul viso.
Saguru restò spaesato a contemplarlo, alternando lo sguardo da lui al piccolo dolcetto.
Doveva fargli notare che non aveva usato il tono di Kid ma la sua vera voce?
Dirgli che Kaito lo chiama così ma non Kid?
Sottolineare come in quella vicinanza la lucina del dolcetto tra le mani illuminava perfettamente i suoi lineamenti senza maschera?
Estrarre le manette e finalmente arrestarlo?

Sì, forse Saguru avrebbe dovuto fare una di quelle cose nell’ elenco.

Avrebbe dovuto, invece ignorò il tutto lasciandosi sfuggire un leggero sorriso.

«Di un po’, l’avviso di rapina inviato all’ultimo minuto proprio in perfetta coincidenza con il volo da Londra con i posti liberi, il filo di nailon teso nel corridoio, la finestra non scavalcata per fuggire, il sapone versato per farmi scivolare qui sopra…facevano tutti parte del tuo piano per farmi arrivare qui sopra il giorno del mio compleanno? Per ringraziarmi col dolcetto da quelle false accuse da cui ti ho scagionato all’ultimo colpo?»

Kaito si limitò ad un’alzata di spalle, le labbra inarcuate più verso un ghigno ironico.

«Non saprei, il detective di Londra fra i due sei tu non io»

Saguru sospirò rigirando il pasticcino fra le dita, le sue parole erano tutte esatte su questo non aveva dubbi. Mancava solo la giusta dose di stranezza per capire a fondo i meccanismi che azionavano la mente contorta di Kuroba, quel dolcetto avrebbe potuto tranquillamente consegnarlo sul davanzale della sua finestra insieme a un bigliettino firmato da quell’odiosissimo doodle.

«Già, tu sei esperto in fare magie»
«Esatto!» l’esclamazione gioiosa di Kaito fu seguita da un battito di mani da cui esplosero una serie di coriandoli, portando il mago accovacciato seduto davanti a lui «Quale miglior magia della serata se non l’esprimere un desiderio soffiando sulla candelina?»
Saguru si irrigidì sollevando i suoi occhi dilatati sulla figura del mago del chiaro di luna che l’osservava con quel sorrisetto compiaciuto stampato sulla faccia.
Una volta trovata la strada, il labirinto contorto della mente di Kaito diventava fin troppo chiaro.

Il suo desiderio del momento? Scoprire con certezza la vera identità di Kid.

Soffiò sulla candelina spegnendola all’istante.
«Oh, ottimo detective! Non dirlo cosa hai desiderato altrimenti annulli la magia!»

Saguru annuì divertito assecondando quell’inutile spiegazione, non c’era un bel nulla da annullare. Il suo desiderio si era già bello che realizzato all’accensione della candelina a causa di tutti quegli errori volontari e Kaito lo sapeva fin troppo bene.
Il suo amico idiota gli aveva regalato un cupcake.
Lo stesso identico dolce che per tutta la settimana si era vantato di saper cucinare alla perfezione nella chat del gruppo di classe.

 


Note finali

Un saluto a tutti gli utenti del fandom! <3

Sì, sono ancora viva anche se dai miei aggiornamenti può non smembrarlo! Spero che nonostante il periodo burrascoso che stiamo affrontando stiate tutti bene e mi raccomando continuate a prendervi cura di voi stessi con i giusti accorgimenti!
Prometto di portare a conclusione ciò che ho lasciato in sospeso ma nel frattempo ringrazio tutti coloro che sono arrivati alla fine di questa mia e alquanto breve ed inusuale storia! Vi ringrazio anticipatamente anche solo per darle una possibilità aprendola <3
L’ho scritta di getto dopo pranzo colta dall’ispirazione, o probabilmente volevo solo evitare di studiare (>.<) ma spero vi strappi almeno un sorriso!

Un grande abbraccio a tutti

Aky

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Gōshō Aoyama, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Aky ivanov