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Autore: Signorina Granger    30/08/2020    18 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
In un mondo dove il Ministro della Magia detiene un potere quasi assoluto e la sua carica è ereditaria, i Cavendish e i Saint-Clair, La Rosa Bianca e La Rosa Rossa, rappresentano le famiglie più potenti della società magica e per questo sono in competizione e conflitto quasi perenne. La faida durata secoli raggiunge uno stallo solo quando, nel 1865, George Cavendish, futuro Ministro, sposa una Saint-Clair, ma i conflitti si riaccendono pochi decenni dopo, quando nel 1900 egli disereda il suo unico figlio per motivi sconosciuti e nomina suo erede Rodulphus Saint-Clair, scatenando le ire della famiglia.
Dieci anni dopo Rodulphus viene rinvenuto morto per un apparente - ma inscenato - suicidio. La sua famiglia punta il dito contro i Cavendish: la guerra delle due rose è aperta.
Genere: Introspettivo, Noir, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Wars of the Roses




Prologo

L’orologio stava per rintoccare la mezzanotte quando Edward Cavendish giunse nella camera da letto di suo padre. Il mago esitò sulla soglia prima di bussare e aprire la pesante porta di mogano, dirigendosi senza dire una parola attraverso l’enorme stanza verso il capezzale di George Cavendish, ex Ministro della Magia. 

Fatta eccezione per le candele che circondavano il letto a baldacchino, la stanza era completamente avvolta nell’oscurità, e la neve cadeva, delicata e silenziosa, come una spettatrice di quanto sarebbe avvenuto. 

 

George guardava fuori dalla finestra e non diede segno di essersi accorto del figlio finché Edward non si inginocchiò accanto al letto: amava la neve. Era felice di andarsene in una notte del genere, e aveva chiesto alla moglie di non tirare le tende per poterla guardare.

George sapeva che sarebbe morto, quel giorno: fin da quando aveva aperto gli occhi, diverse ore prima, aveva compreso che quelle sarebbero state le sue ultime ore di vita. L’aveva confidato alla moglie, che come si aspettava non aveva battuto ciglio. 

Aveva però potuto scorgere qualcosa negli occhi chiari della donna con cui aveva condiviso 57 anni della sua vita, qualcosa che gli aveva ricordato perché l’avesse scelta come compagna: la fierezza, la determinazione del leone, una fiamma che in lei non si era mai spenta. 

Era una grande donna, Gwendoline Saint-Clair, lui l’aveva sempre ammirata. E George sapeva di potersene andare in pace, con la consapevolezza che ci fosse lei a gestire la situazione, dopo la sua dipartita. 

 

Lo stesso, però, non si poteva dire del suo unico figlio. 

“Volevate vedermi, padre?” 

Edward parlò con un tono neutro che non lasciò trasparire alcun dolore mentre Gwendoline stava in silenzio in un angolo, conscia che il marito desiderasse un ultimo dialogo con lui prima di andarsene. 

George, il volto stanco e pallido appoggiato sul cuscino di piume, riservò al figlio una placida occhiata annoiata e annuì, asserendo che il suo testamento era in buone mani e che voleva che le sue ultime volontà venissero rispettate in tutto e per tutto. 

“Se oserai cercare di impugnarlo, Edward, ne pagherai le conseguenze.” 

 

I freddi occhi chiari del padre lo trafissero come una lama, e il più giovane strinse convulsamente il lenzuolo che copriva il vecchio mago quasi come un sudario, tremante di rabbia: non gli importava se stava per morire, non l’avrebbe mai perdonato.

“Voi avete consegnato quanto di più prezioso avevamo ai Saint-Clair, padre. Come avete potuto?”

“Vuoi saperlo, Edward?” 

Con le ultime forze che gli erano rimaste George si sollevò sui gomiti per avvicinarsi al figlio, scrutandolo con un velo di disprezzo, e notò con una punta di soddisfazione il leggero ritrarsi del più giovane: anche in punto di morte esercitava un grande potere su di lui.

“Perché sei uno smidollato, Edward, ecco che cosa sei. Sei uno spregevole smidollato, non so come io e tua madre abbiamo potuto sbagliare tanto con te. E tuo cugino Robert è diventato un uomo arrivista e quasi meschino, sono felice che mio fratello sia morto prima di me, si è risparmiato il dolore di vedere suo figlio così. Dolore che a me, invece, è spettato. Per questo ho lasciato la mia carica ai Saint-Clair, voi non la meritate. Sopratutto tu, Edward.” 

“SONO VOSTRO FIGLIO! E i Saint-Clair non sono certo migliori di noi, padre!”

Edward era livido, quasi tremante di collera mentre si tratteneva dal strattonare suo padre, che tornò a poggiarsi sul cuscino per riservargli un’occhiata severa e terribilmente carica di qualcosa che il figlio aveva scorto troppo spesso negli occhi dell'uomo delusione.

“La mela a volte cade lontana dall’albero. E ricorda che stai parlando della famiglia di tua madre, ragazzo. Il sangue dei Saint-Clair scorre nelle tue vene. Dimmi, Edward, hai ucciso tu Rodulphus?” 

Da livido, il volto del figlio si fece pallidissimo, e Gwendoline si irrigidì mentre George al contrario non batteva ciglio, rilassato come se gli avesse chiesto che tempo facesse. 

“Non potete davvero credere che sia stato io, padre.”

“Hai sempre detestato i tuoi cugini. Cerchi di negarlo, ma non puoi, è un dato di fatto, in parte sei un Saint-Clair anche tu, ritengo che il sangue sia l’unica cosa che non mente mai. E il tuo risentimento è aumentato a dismisura quando ho nominato lui mio successore, e non te. So che non sei un uomo cattivo, Edward, ma sei vendicativo e pieno di rancore, e talvolta questo basta a farci commettere azioni deplorevoli.” 

Il corpo dell’anziano mago venne scosso da dei colpi di tosse mentre Edward si alzava, le braccia rigide lungo i fianchi e le mani strette a pugno mentre scrutava il padre dall’alto in basso. 

Forse per la prima volta in tutta la sua vita. 

E la cosa, tutto sommato, gli piacque parecchio, dopo una vita trascorsa nella sua ombra.

“Addio, padre.” 

Edward se ne andò a passo deciso e senza voltarsi indietro, chiudendosi la porta alle spalle mentre, nella camera da letto, sua madre si avvicinava al marito, prendendo il suo posto. 

 

 

“Dovevi essere così rigido con lui fino alla fine, George?”

“È quello che si merita. Ma sono felice di poter contare su di te, posso andarmene tranquillo, sapendo che gestirai la situazione per entrambi, mi fido di te come di nessuno.”

Gwendoline sorrise al marito mentre sedeva accanto a lui, sfiorandogli il volto pallido e pieno di rughe, ma sereno. 

Sapevano entrambi che sarebbe morto da tempo, e lei era pronta. 

 

George Cavendish venne ricordato a lungo da molti, nella comunità magica. 

Venne ricordato dalla sua famiglia con un uomo severo ma giusto, arguto e combattivo, e da chi non lo conosceva come uno dei migliori Ministri dell’ultimo secolo.

Chi ne conservò il ricordo più vivido fu però sua moglie, la sua più fidata consigliera, e in particolare Gwendoline non potè mai scordare le ultime parole che gli udì pronunciare:

“Scopri chi ha ucciso Rod, Gwen. E sopratutto, non fidarti di nessuno. Sono le nostre famiglie, e sappiamo di che cosa sono capaci.”

 
*
 
La mattina seguente


Villa di Theseus e Astrid Saint-Clair, campagna inglese
 

Astrid Saint-Clair appoggiò la tazza di porcellana sul piattino mentre lanciava un’occhiata all’orologio a pendolo di legno, sistemato nello spazio tra due delle grandi finestre ad arco della sala da pranzo. 
Erano appena le dieci: suo marito si era alzato ed era uscito di corsa un paio d’ore prima quando gli era arrivato un gufo da Londra.

Di norma Astrid non si immischiava nei suoi affari, ma Theseus non le aveva dato alcuna spiegazione e le era sembrato parecchio nervoso, quindi era comprensibile che fosse in pensiero per lui. 
Quasi come se le avesse letto nella mente, sua figlia – seduta di fronte a lei e impegnata ad imburrare del pane tostato – scelse quel momento esatto per chiedere dove fosse il padre. 

“È uscito presto, ma se non dovesse tornare per pranzo ce lo farà sapere, suppongo.”
“È domenica, perché è uscito così presto?”

Astrid non ne aveva idea, ma preferiva non far sapere alla figlia che suo marito si era precipitato fuori di casa senza dirle nulla, così liquidò il discorso asserendo con tono piatto che la cosa non la riguardava prima di accennare all’animale dal folto pelo nero e argentato accucciato accanto alla sedia della ragazza, che gli diede un pezzo di bacon: 

“Devi proprio farlo stare qui mentre mangiamo, Elizabeth?”
“Sente l’odore del bacon, mamma… preferisci che vada in giro per la campagna a depredare gli allevamenti dei vicini?” 

Elizabeth-Rose guardò la madre con un sopracciglio inarcato mentre la volpe mangiucchiava il bacon con aria soddisfatta e Astrid, lanciata un’occhiata torva all’animale dagli occhi ambrati, si portò nuovamente la tazza alle labbra senza aggiungere altro: ricordava fin troppo chiaramente quando, quattro anni prima, sua figlia era tornata da una passeggiata nei dintorni con un cucciolo di volpe nera tra le braccia, asserendo che se l’avesse lasciato solo avrebbe fatto da pasto a qualche predatore più grosso. 

Astrid non era stata troppo contenta di ritrovarsi un animale di natura selvatica in casa, ma Elizabeth sembrava certa di poterlo addomesticare e, in effetti, ci era riuscita. Forse anche troppo bene, visto che l’animale era solito seguirla ovunque andasse. 
La notizia si era persino diffusa in tutta l’alta società e i loro ospiti sembravano sempre molto curiosi di vedere l’animale, che tuttavia la padrona di casa insisteva per tenere lontano dai loro ricevimenti. 

Ci mancava solo che quella volpe saltasse addosso ad uno dei suoi ospiti. 

La donna stava per sottolineare alla figlia quanto fosse disdicevole avere un simile animale da compagnia per qualcuno nella loro posizione quando un rumore estremamente familiare attirò l’attenzione delle due donne, che si voltarono simultaneamente verso il camino: delle note fiamme verdi si erano appena accese, anticipando l’arrivo di un ospite. 

“Sarà tornato papà?”

Astrid non fece in tempo a rispondere alla domanda della figlia, perché qualcuno uscì dal grande camino di marmo ponendo fine ai loro dubbi: una donna bionda molto nota ad entrambe era appena apparsa nella stanza, impegnata a spolverarsi la cenere dal soprabito borbottando qualcosa contro la Metropolvere. 

“Oh, buongiorno zia.”

Elizabeth rivolse un sorriso educato alla donna, che ricambiò prima di rivolgersi alla padrona di casa, che invece si era fatta più seria che mai e si limitò a rivolgerle un cenno pacato, senza neanche alzarsi: 

“Alexis. Cosa ti porta qui? Theseus non è in casa.”
“Lo immaginavo, visto ciò che ho appena scoperto. George Cavendish è morto, stanotte.”

Alexis parlò senza scomporsi, felice, da una parte, di essere lei a dare la notizia alle pareti: le piaceva molto essere al centro dell’attenzione, dopotutto.

“Che cosa?”

Elizabeth lasciò cadere la fetta di pane sul piattino, disseminando sul pavimento alcune briciole che Phobos, la sua volpe, si affrettò a raccogliere mentre Astrid sembrava ancor più sconcertata della figlia: non riusciva a credere alle due orecchie.

“George è morto? Ma… come?”
“Sembra che stesse male da qualche tempo, ma nessuno ne sapeva nulla. Gwendoline non aveva detto nulla a nessuno, no?”

Alexis sedette su una sedia e Astrid scosse il capo, sconvolta. 

“A me no, ma forse a Theseus sì… ecco perché era così strano, stamattina. Ed ecco perché George si è fatto vedere poco, di recente.”

“Questo significa…” 

La voce di Elizabeth indusse entrambe le donne a guardare verso di lei, e la ragazza parlò con tono mesto, accennando una smorfia con le labbra:

“Che ora sarà tutto nelle mani di suo figlio?”
“Merlino, spero proprio di no… ci mancava solo questa.”

Alexis scosse il capo, ma nessuna delle tre ebbe modo di dire altro, perché il camino si accese di nuovo e pochi istanti dopo una quarta donna dalla folta chioma di capelli color rame si precipitò nella sala col fiato corto:

“Avete sentito? Zio George è morto!”
“Sì Amethyst, ho appena informato Astrid ed Elizabeth.”

Alexis liquidò il discorso con un cenno della mano mentre la cognata sedeva accanto a lei, mormorando di non riuscire ancora a crederci: 

“Theseus è al Ministero? John è accorso poco fa, appena abbiamo saputo… non posso credere che sia morto. Povera zia Gwen…”
“Beh, se era malato probabilmente sapevano che sarebbe successo. Ma è strano che non l’abbiano detto a nessuno.”

“Trovi strano che non l’abbiano detto a NOI, Alexis? Siamo pur sempre i Saint-Clair. Negli ultimi anni ci hanno riservato un trattamento di favore solo a causa di Gwendoline, ma ora che George è morto ho paura che le cose cambieranno. Era l’unico, in quel covo di serpi, ad essere bendisposti nei nostri confronti. Suo figlio ci odia a morte.”

Astrid incrociò le braccia al petto mentre si appoggiava allo schienale della sedia, piegando le labbra in una piccola smorfia mentre Alexis, al contrario, sbuffava contrariata e scura in volto:

“Nessuno lo sa meglio di me. Scommetterei tutto quello che possiedo che è stato Edward Cavendish ad uccidere Rod.”


A quelle parole la padrona di casa rivolse un’occhiata di sbieco alla cognata – nonché cugina – prima di accennare alla figlia, che stava seguendo in silenzio e con visibile interesse il loro scambio di battute: era estremamente raro che parlassero di certe cose in sua presenza, ed Elizabeth si stava godendo quella straordinaria opportunità. 

Opportunità, tuttavia, che trovò un epilogo non appena sua madre le si rivolse con un tono che non ammetteva repliche:

“Elizabeth, lasciaci sole, per favore.”
“Ma mamma…”

“Elizabeth-Rose, fa’ come ti dico. Io e le tue zie dobbiamo parlare in privato.”

La ragazza esitò, tentata di far notare alla madre che non era più una ragazzina e che lei, alla sua età, era già sposata e con figli, ma desistette di fronte all’espressione decisa della donna: quando parlava con quel tono e la chiamava col nome completo, Elizabeth sapeva di non avere possibilità di convincerla, così si vide costretta ad alzarsi e salutare le zie con tono risentito prima di uscire dalla stanza con la volpe al seguito. 

“Vieni, Phobos.”

La giovane strega stava attraversando l’ingresso per tornare in camera sua (sua madre insonorizzava sempre le stanze, quindi non aveva nemmeno senso cercare di origliare) quando s’imbatté in un piccolo animale bianco che le trotterellò incontro, facendola sorridere:

“Eccoti qui, Deimos…” 

Elizabeth si chinò e prese in braccio la volpe artica che suo padre le aveva portato da uno de suoi viaggi, accarezzandone il morbido pelo candido prima di voltarsi, preoccupata, verso la grande porta d’ingresso: suo padre non era ancora tornato. 

Qualcuno aveva ucciso suo zio, due anni prima. E George Cavendish era appena morto. Elizabeth poteva solo sperare che suo padre non fosse il prossimo della lista. 

 

 

 

......................................................................

Angolo Autrice: 

 

Inizio la mia prima storia dopo quasi due anni, e questa volta si tratta, com’è evidente, di un’ispirazione della Guerra delle Due Rose trasposta nel mondo di Harry Potter. 

Ci troviamo in una sorta di AU: gli eventi della saga non sono mai esistiti, così come tutti i personaggi, l’unica cosa che in questa storia rimane in auge è l’esistenza di Hogwarts e quella del Ministero, anche se con delle differenze, come avrete intuito leggendo il Prologo. 

 

Regole: 

  • Le iscrizioni sono aperte fino al 15/09, avete tempo fino alle 19 per mandarmi le schede 
  • Potete partecipare con un massimo di due OC, che possono essere membri della stessa famiglia (e quindi essere fratelli o cugini, accetto anche gemelli) come no. In questo caso potete scegliere se mandarmi personaggi che non hanno alcun legame tra loro oppure due amici o ex amici, o due sventurati amanti alla Capuleti e Montecchi. 
  • L’età degli OC dev’essere compresa tra i 20 e i 26 anni 
  • Non accetto Lupi Mannari, vampiri o Veela, ma se volete mandarmi un Animagus o un Metamorphomagus potete farlo. Chiaramente si tratta di capacità molto rare, quindi non accetterò molti personaggi del genere. 
  • Come sempre, vale la regola dei tre capitoli prima che io elimini il vostro personaggio dalla storia. 

Tutti gli OC devono far parte delle due famiglie, nessuna eccezione. Inoltre, vi chiedo di tenere a mente il contesto storico in cui ci troviamo (1912) quando create la scheda, quindi fate attenzione a tatuaggi, colori di capelli particolari o gusti troppo moderni. 

 

Scheda

Nome completo: 

Età: 

Ex casa: 

Prestavolto: 

Aspetto: 

Descrizione psicologica: 

Passioni e abilità: 

Fobie e debolezze: 

Percorso scolastico (in breve): 

Descrivere il suo rapporto con la famiglia: 

Cosa ne pensa della famiglia “avversaria”: 

Amicizie: (qui potete fare riferimento a personaggi di vostra invenzione che non fanno parte della storia o delle due famiglie)

Relazione: 

Animale: (sbizzarritevi, creature magiche sono ben accette)

 

Prima della selezione pubblicherò la seconda parte del prologo, dove presenterò anche i personaggi che qui non sono apparsi:

 

Famiglia Cavendish 

 

George Wilfred Cavendish III, 80 anni, ex Ministro della Magia, ex Serpeverde 
(Pv: Michael Caine)

Gwendoline Louise Saint-Clair in Cavendish, 75 anni, moglie di George, ex Grifondoro 
(Pv: Shirley MacLaine)

Edward George Cavendish II, 45 anni, ex Serpeverde 
(Pv: Jude Law)

Estelle Reynolds in Cavendish, 44 anni, moglie di Edward, ex Corvonero 
(Pv: Charlize Theron)

Robert Louis Cavendish, 50 anni, nipote di George e Gwendoline, ex Corvonero 
(Pv: Colin Firth)

Penelope Burns in Cavendish, 47 anni, moglie di Robert, ex Corvonero 
(Pv: Reneè Zellweger)

Famiglia Saint-Clair 
 

Rodulphus Sebastian Saint-Clair, deceduto da due anni, ex Ministro della Magia, ex Grifondoro
(Pv: Ewan McGregor) 

Alexis Silverstone in Saint-Clair, 46 anni, vedova di Rodulphus, ex Corvonero 
(Pv: Jennifer Aniston)

Theseus Rabastan Saint-Clair, 46 anni, fratello di Rodulphus, ex Grifondoro 
(Pv: Michael Fassbender)

Astrid Silverstone in Saint-Clair, 44 anni, moglie di Theseus, ex Corvonero
(Pv: Kate Winslet)

Amethyst Saint-Clair in Bouchard, 47 anni, sorella di Rodulphus, ex Tassorosso 
(Pv: Julia Roberts)

John Bouchard, 48 anni, marito di Amethyst, ex Serpeverde 
(Pv: Patrick Dempsey)

La mia OC: 

Elizabeth-Rose Saint-Clair, 23 anni, ex Serpeverde, figlia di Theseus e Astrid 
(Pv: Maria Zhgenti)

 

Tutti i vostri OC dovranno essere figli di una di queste coppie. Inoltre, avrei bisogno di un figlio maschio di Rodulphus e Alexis. 
Detto ciò mi sembra che sia tutto, quindi vi saluto. 
A presto!

 

Signorina Granger

 
   
 
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