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Autore: Flamewolf2    30/08/2020    7 recensioni
Nuovo account, vecchia storia! Sono Flamewolf, ho perso i dati d'accesso della mia vecchia storia. La riprendo da qui, almeno finché il problema non viene risolto. Scusate il disagio.
La guerra è finita, ma Capitol esige vendetta. La gente ha la memoria corta, ha bisogno di promemoria...
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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4° giorno- Alba

 

Melody Russell, tributo del distretto 7, 16 anni

Raccolgo la corda di cavi, e la osservo con intensità, come se potessi aggiustarla con il solo sguardo. Era il nostro ingresso sicuro, ora non ci rimane più niente. Ed ora?

“L'hanno rotta” sentenzia Daisy “Guarda qui” aggiunge indicando un punto preciso in con è stata recisa in malo modo “Chiunque sia stato, voleva essere l'unico al piano superiore”.

Annuisco debolmente dopo aver tossito un altro po', ma in realtà non riesco a smettere di pensare di aver perso la nostra occasione. Speravo di entrare in tranquillità senza essere osservata, nello stesso identico modo con cui ero uscita. Ma ora....

Daisy mi dà uno schiaffetto alla mano, facendo cadere la corda “Lasciala stare, quella non ci porterà da nessuna parte. Cerchiamo un'altra via secondaria”.

Annuisco con maggiore forza. Ha ragione, stando qui non combineremo nulla. Forse possiamo ancora evitare lo scontro con gli altri. Ho così tanta paura! Cosa sta per succedere? Non vedo gli altri tributi da molto tempo, e non ho idea di come potrebbero essere cambiati da allora. Si saranno trasformati in macchine assassine senza scrupoli? Avranno pietà di me? Mi sono sforzata di passare inosservata, e di non stare antipatica, forse la mia invisibilità mi proteggerà anche stavolta. Non credo che qualcuno mi consideri un pericolo, ma arrivati a questo punto dei giochi, non so più cosa pensare. So solo che ogni mio respiro, potrebbe essere l'ultimo, e il pensiero è così doloroso da farmi impazzire! Pensare a papà che mi aspetta a casa non aiuta, posso solo affidarmi a Daisy. Tuttavia, se si stancasse di me proprio per questo, così come hanno fatto i miei vecchi amici? Sono una frana assoluta!

La mia alleata mi afferra per il polso, ed inizia a trascinarmi lungo il perimetro di tutta la scuola, sperando di trovare una finestra aperta o qualcosa del genere, ma sono tutte sbarrate con assi di legno. L'unica che non lo è, ha diversi armadietti davanti che ne impediscono l'entrata. Proviamo a spingerli via con tutte le nostre forze, ma non ci riusciamo. Sono incastrati alla perfezione.

“Qualcun altro ci ha anticipato” osserva la rossa nervosa.

Sento il battito accelerarmi. Davvero non abbiamo alternative, quindi? Siamo davvero costrette ad affrontare gli altri? Come possiamo fare? Siamo disarmate, e deboli! Io non ho forza fisica, non ho mai fatto a botte con nessuno! L'unica volta che ci ho provato, è stata la prima serata qui, e ho fatto una figuraccia a dir poco pessima! Daisy ne è capace? È così magra! Un Logan o un un Santos potrebbero sopraffarla senza alcuna difficoltà!

“Chi facciamo?” le chiedo dopo un nuovo colpo di tosse, mentre avverto il fiato accorciarsi, e le ascelle inumidirsi di sudore. “Daisy! Che facciamo!” ripeto in tutta fretta, senza darle il tempo di rispondere.

Daisy chiude gli occhi, e prende un profondo respiro, evidentemente per cercare un piano, un'alternativa, o che ne so io! Aspetto per qualche secondo, ma la situazione non cambia! È ancora ferma lì a pensare!

“Daisy!” la richiamo scuotendola per il braccio.

“Non lo so!” sbotta lei stizzita, liberandosi dalla mia presa.

Deglutisco, capendo bene di aver oltrepassato il limite. Sono la solita, è per questo che sono sola, che nessuno vuole avere a che fare con me. Sono un assoluto disastro. È normale che finirà per odiarmi, una come lei merita un alleato forte e sicuro di sé. “Scusa” sussurro a bassa voce, cercando di non piangere. Non voglio pesarle ulteriormente.

“Scusami tu. Sono la solita brusca... ahi!” esclama Daisy all'improvviso, voltandosi verso la propria mano.

Sto per chiederle cosa le sia preso, quando avverto qualcosa di caldo ed irritante colpirmi la guancia. Mi tocco la zona colpita, e mi annuso la mano. Sento un odore a me completamente estraneo, ma decisamente non piacevole.

“È iniziata” afferma con gli occhi sgranati Daisy, anche lei terrorizzata “Dobbiamo muoverci!” aggiunge poi stritolarmi il polso, prima che abbia la possibilità di replicare, o di lamentarmi per il dolore che mi sta procurando.

Daisy inizia a correre con foga, e mi vedo costretta a seguire il suo passo con estrema fatica. Quanto è rapida, e la continua tosse non mi aiuta affatto! Le gocce malsane stanno aumentando di numero, e mi accorgo che dove vengo colpita, la pelle diventa rossa. Non va bene così! Non oso immaginare come sarà la pioggia quando si sarà completamente convertita!

Raggiungiamo il piazzale, siamo le prime, ma gli altri non sono poi così distanti da noi! Ben ad esempio, è solamente ad un paio di metri di distanza, e dietro di lui c'è un gruppo formato da ben tre persone!
In lontananza intravedo anche il tributo del distretto 2, con in mano una lancia. Sta correndo come un forsennato, ha il viso praticamente livido! Sembra così feroce... che possibilità avrei con un gigantone come lui? Mi sento così piccola. Mi stringo forte a Daisy, sperando di provare la stessa sensazione di sicurezza che ho provato nei giorni scorsi standole accanto. La rossa questa volta non si ritrae, forse si sta davvero abituando alla mia presenza. Questo significa che siamo davvero amiche? Non me lo sono immaginata, allora? Avverto una sensazione di calore per tutto il corpo. Sono così felice...

Sento qualcosa sfrecciare, e subito dopo un dolore lancinante al petto. Il fiato mi muore, la bocca inizia ad annaspare in cerca d'ossigeno. Daisy si ferma, e mi lancia uno sguardo terrorizzato. È pallida come non mai, i suoi occhi sono sgranati all'inverosimile, e la sua presa è diventata improvvisamente morbida.
Sento le sue mani abbandonare il mio polso, mentre i suoi occhi si riempono di lacrime. La rossa si gira nuovamente verso la scuola, e riprende la sua corsa, lasciandomi indietro.

Cado sulle ginocchia, ed allungo la mano verso di lei, mentre una lacrima solitaria scivola giù per la guancia. Non abbandonarmi, ti prego! Daisy, ho paura! Non voglio morire! Non lasciarmi! Ho paura! Non voglio finire come la mamma! Ti prego...
Nuove frecce cadono dal cielo, sento gente urlare, ma è tutto ovattato e lontano. Il mondo si sta tingendo di nero, la testa mi gira. Continuo ad annaspare, ma faccio fatica a respirare, non riesco a rialzarmi, né a muovermi. Tutto brucia, il mondo sta cadendo a pezzi. Allungo la mano verso la porta della scuola, la mia salvezza, o forse no? Forse per me non c'è mai stata alcuna speranza.

Una nuova freccia fibra nell'aria.

 

Amalia Perez, tributo del distretto 4, 17 anni

La seconda freccia si conficca nel terreno, poco distante della prima. Sussulto, e singhiozzo, mentre mi paro la testa con entrambe le mani. So che è stupido, non credo che una cosa del genere possa salvarmi, ma non ho idee migliori al momento. So solo che non ci sono ripari nei dintorni, che dobbiamo muoverci, e cercare di raggiungere quell'entrata il prima possibile. L'aria è già cambiata, e ad ogni goccia che mi cade addosso avverto un leggero bruciore. Non è niente di intollerabile, ma è comunque fastidioso, così come il suo odore chimico ed innaturale. È solo l'inizio però, ne sono consapevole. Quell'avviso era fin troppo minaccioso e chiaro: se rimaniamo qui fuori, moriremo, e io non voglio finire così! Ho così tanta paura! Perché ci stanno facendo questo? Non capisco! Come possono trovare divertente tutto ciò? Basta guardarsi intorno! La ragazza castana è a terra, con la freccia conficcata nel petto. Si sta agitando, e boccheggia come un pesce fuor d'acqua, nella ricerca disperata d'aria. Ha le mani protese in avanti, verso solo Dio sa cosa. È uno spettacolo orribile, perfino peggiore della morte di Lucile. Scosto la testa altrove, ma non la situazione non migliora. Intravedo il ragazzino del distretto 10 urlare, mentre si tiene stretto un braccio con una ferita aperta, mentre Logan sta imprecando a voce altissima. È molto indietro, spero che arrivi alla scuola in tempo.

“Pensa a correre!” mi sgrida Yuki, spingendomi a riconcentrarmi verso l'obiettivo.

Gli faccio un accenno con la testa, e mi rivolto verso la porta d'ingresso, la nostra salvezza. Le gocce si sono fatte più grosse e dolorose, ma il mio compagno ha ragione. Non devo distrarmi, devo concentrarmi. Devo solamente pensare a salvarmi. Richard mi sta guardando, e sta facendo il tifo per me. Mi sembra quasi di sentirlo urlare dal distretto: “Muoviti, Amy” o “Più veloce, più veloce, cazzo”. Solamente a pensarlo, mi viene da sorridere. È lui che mi ha reso la donna che sono oggi. È lui che mi ha insegnato a combattere e a non arrendermi, non posso deluderlo. Per questo per quanto faccia male, chiudo gli occhi, e continuo a correre, anche quando sento un'altra freccia fischiare fino al suo bersaglio. Un altro tributo sussulta, per poi cadere a terra, ma non ho lusso di verificare che sia. Devo seguire il consiglio di Yuki.

Una piccola mano, con delle dita affusolate e femminili, mi afferra forte il polso, spingendomi a correre ancora più forte di prima, proprio mentre una quarta freccia fibra nuovamente.
Stringo gli occhi più forte che posso, ignorando il dolore alla milza, e il bruciore al petto. Ce l'ho quasi fatta, sono vicinissima! Troppo vicina per essere ancora sotto tiro! Ce l'ho fatta!

“Spostatevi, vacche del cazzo!” urla un vocione maschile, spingendo via di lato sia me che Annah.

Apro gli occhi, e riesco a malapena a riconoscere il moro il distretto undici, proprio mentre una quinta freccia fibra nell'aria. Santos ha gli occhi fuori dalle orbite, è completamente fuori di sé. È una fortuna che non sia io l'oggetto della sua rabbia, e purtroppo non ci vuole molto ad immaginare chi lo sia. Subito dopo veniamo raggiunte e sorpassate anche dal ragazzo del dieci, e anche da Isabelle, la quale non ha neppure il coraggio di guardarci in faccia.

Non mi importa degli altri tributi, non in questo momento almeno. Un paio di passi, e posso definirmi al sicuro. Mi volto verso i miei alleati. Annah mi sta ancora stringendo il polso con così tanta forza da farmi bloccarmi la circolazione. Scosto gentilmente il braccio per liberarmi, ma lei non cede, limitandosi a spingermi verso l'ingresso.

Non capisco. Perché fa così? Lo xilofono inizia ad emettere le sue prime note, ed è in quel momento che il sangue mi si gela nella vene. Un'orrenda sensazione mi assale. Dov'è Yuki?
Mi giro indietro in maniera meccanica, quasi obbligando un corpo ribelle, e lo trovo lì, con una freccia nel volto.

“Yuki Reed, e Melody Russell hanno appena lasciato questa vita”.

Il respiro mi si blocca a metà. Inizio a boccheggiare, in cerca di ossigeno, ma un grosso nodo all'altezza del petto mi impedisce di respirare. Il mondo diventa nero, mentre un urlo squarcia l'aria. Non è vero, non può essere successo! Mi rifiuto di crederci!
Apro la bocca, e sento un verso feroce, che non riesco in alcun modo ad associare a me, anche se la mia testa insiste nel dirmi che quella è la mia voce. Non è vero, dimmi che non è vero! Non lui! Non lui, ti prego!

Si stanno sbagliando, è ancora vivo, è solo ferito! Succedono cose incredibili nel mondo, a volte si riesce a sopravvivere a ferite apparentemente mortali! Yuki è senza ombra di dubbio uno di loro! Lui non può morire! È stato accanto a me fin dal primo giorno, ha asciugato ogni mia lacrima, condiviso ogni mio sorriso! Non può avermi lasciato! Lui non lo farebbe mai! Vi state sbagliando! Lui è vivo, è vivo!
Provo a lanciarmi verso il mio alleato, ma vengo afferrata da Annah “Lasciami andare! Lasciami andare!” urlo così forte da sentire male alla gola.

“È troppo tardi per lui, dobbiamo metterci al sicuro!” insiste lei, mentre mi afferra con entrambe le braccia cingendomi in uno stretto abbraccio da dietro.

Bugiarda! Non ci credo! Sta mentendo, è una fottuta bugiarda! Yuki è vivo, non può essere morto! Mi agito con tutte le mie forze, gridando e graffiando la mora. Perché mi sta fermando? Ha bisogno del mio aiuto! Yuki sta bene! Si stanno tutti sbagliando! È una bugia, deve essere una bugia! Non può essere morto! Mi rifiuto di crederci!
Annah mi stringe con maggiore forza, arrivando perfino a piantarmi le unghie nella carne.

“Ti prego! Ti prego, Amalia, ascoltami!” mi richiama fra i singhiozzi, mentre una nuova freccia viene scoccata “È morto, se n'è andato! Ti prego, non voglio abbandonarti! Dobbiamo andare” aggiunge per poi scoppiare in un pianto a dirotto.

Mi blocco. Perché sembra così disperata? Perché sento che gli occhi mi pizzicano? Perché sto tremando? Non capisco, non capisco più nulla! Sono così stanca! Yuki... Richard... dove siete? Ho tanta paura! Ho freddo, e fame! Sto impazzendo! Sono stanca! Fa così male! Voglio soltanto urlare! Ditemi che non è vero, per favore!

“Andiamocene” mi sussurra la mora dopo avermi accarezzato il volto.

Annah ha sempre avuto gli occhi così azzurri? Mi ricordano il ghiaccio. Ti ricordi il ghiaccio, Richard? Non nevica quasi mai al quattro, per questo eravamo così stupiti quell'inverno. Avevamo provato a fare una “sirena di neve”, ma senza alcun successo. Secondo te c'era anche Yuki da qualche parte in quella spiaggia? Forse è ancora lì! Mi sta aspettando, forse, devo andare! Annah ha ragione.

Annuisco debolmente, senza togliere gli occhi di dosso dalla mia alleata.

Annah sorride debolmente, per poi trascinarmi via, senza staccarsi un attimo dalla mia mano. Ce l'ha così piccola e fredda...

 

Zerene Glendower, tributo del distretto 6, 18 anni

“Davvero?” mi chiede Jordan incredulo “Quella piccoletta era innocua!”.

Stringo l'arco innervosita “Hai idea di quanto sei difficile colpire bersagli in movimenti mentre fuori piovono cani e porci?” gli chiedo stizzita “Non stavo mirando a lei!” aggiungo per poi lanciare una nuova freccia, ma vuoi il nervoso, vuoi le difficoltà oggettive, finisco per centrare il terreno.

“Pazienza” afferma Jordan “Abbiamo altre quattro frecce tanto”.

Già, veramente troppo poche. Che fastidio! L'unica che sono riuscita a colpire per ora, neppure mi interessava come bersaglio. Miravo alla sua alleata, Daisy. Fra quelli ancora in vita, era una di quelle che aveva ricevuto il punteggio più alto alle prove. Invece guarda cosa ho fatto! Ho ferito mortalmente una talentuosa pianista, che avrebbe sicuramente potuto donare a questa ferita nazione un po' di sollievo con la propria musica! Scuoto la testa. No... non ho tempo di pensare a queste cose!
Carico un nuovo colpo, e miro al ragazzo del distretto 4, un altro di quelli che mi preoccupa parecchio. Ha mostrato un certo talento durante gli allenamenti, e poi è sempre stato così silenzioso e concentrato, che sono sicura che nasconda anche un bel cervello. Un avversario temibile, senza dubbio. Se voglio garantire la salvezza mia e di Jordan, lui è il prossimo. Mi dispiace tanto, non mi hanno lasciato scelta. Neppure io volevo essere qua.

Sposto il dito dalla corda fra un battito del cuore e l'altro, centrandolo in pieno volto. Il ragazzo cade a terra senza neanche un lamento. Mi chiedo se abbia fatto in tempo ad accorgersi di quello che gli è successo, e dare mentalmente un addio ai suoi cari.

“Tutto a posto?” mi chiede Jordan notando il mio turbamento.

Annuisco. Non è la prima volta che uccido, l'ho già fatto durante la ribellione. Certo, le mie vittime erano pacificatori che avevano scelto quella vita, non erano di certo giovani come loro, e...

Jordan mi appoggia la mano sulla spalla “Possiamo fermarci qui” dichiara.

Scuoto la testa, non è vero. Non finirà mai, non finché ne rimarrà uno solo, e quella persona devo essere io o Jordan, non ci sono alternative. Lo sguardo mi cade sulla ragazza del distretto 7. È ancora viva, e sta visibilmente soffrendo. Mi dispiace, non desideravo di certo questo! Se le avessi centrato almeno il cuore, a quest'ora sarebbe in un posto migliore. Di questo passo morirà soffocata dal suo stesso sangue, un modo orribile per andarsene. Devo rimediare, ho delle responsabilità nei suoi confronti. L'unico modo per scusarmi, è mettere fine alle sue sofferenze.
Prendo un profondo respiro. Sprecherò una freccia così, ma non posso lasciarla in questo stato, sarebbe troppo crudele, e io non sono un mostro.

Scocco un nuovo attacco, centrandola questa volta dritta in mezzo agli occhi.
Bene. Ho due frecce, ancora. Intravedo in fondo al gruppo il ragazzo del distretto 2. Deve essere il mio prossimo bersaglio. È fisicamente fra i più forti, in uno scontro ravvicinato non avremmo alcuna possibilità.

Tendo l'arco. Sono pronta.

“Sta arrivando qualcuno!” urla Jordan allarmato.

Ho un sussulto, e lascio andare la freccia senza aver preso la mira. Il mio penultimo colpo finisce per colpire nuovamente il terreno. Dannazione, Jordan!

“Mi hai fatto deconcentrare!” mi lamento a denti stretti.

“Ma sta arrivando veramente qualcuno!” ripete fra l'agitazione.

Tendo l'orecchio, ed inizio avvertire chiaramente dei passi pesanti in movimento. Chiunque sia, sta venendo verso di noi. Lancio un'occhiata confusa a Jordan. Cosa possiamo fare ora? Se usciamo da qui, rischiamo di incontrarlo.

Jordan si muove prima di me, ed inizia a spostare banchi e sedie, mettendoli davanti alla porta, formando così una barricata primitiva, in caso di necessità. Non è detto che stia proprio venendo qua, ma non si sa mai. “Continua, pure” mi invita lui.

Non so quanto possa funzionare una cosa del genere, ma decido di rispettare i suoi sforzi. Si sta dando da fare per il bene del gruppo, e non posso essere da meno.

Miro al ragazzo del due, il quale ha iniziato a muoversi a zig-zag dopo l'ultimo colpo. Deve aver capito che è lui il mio prossimo bersaglio. Non ho altra scelta però. Gli altri tributi ormai sono fuori portata. Quel ragazzone è la unica possibilità.
Scocco la mia ultima freccia, e rimango in attesa per scoprire se ha avuto successo o meno, mentre avverto il misterioso tributo cercare di sfondare la porta. Il colpo va dritto a segno, anche se non dove speravo.
Il biondo perde l'equilibrio, e cade con la faccia a terra, mentre il suo ginocchio inizia ad insanguinare, lì dove l'ho colpito. La ferita non è assolutamente mortale, ma con un po' di fortuna, l'ho messo comunque fuori gioco.

“Zerene, non resisterò ancora lungo!” grida Jordan, appiccicato alla porta per impedire l'ingresso del nostro avversario.

Mi lancio immediatamente in suo soccorso, e spingo anch'io, ma mi accorgo che le spallate del nostro nemico sono parecchio potenti, due scriccioli come noi non possono fare molto a lungo.

“Esci dalla finestra, passando per il cornicione puoi raggiungere un'altra stanza, e metterti al riparo. Ci penso io a lui” suggerisce il mio albino.

Sbuffo “Ma cosa vuoi fare tu?” gli chiedo “Sei al massimo un sollevatore d'ipotesi, Jordan!”. È solamente dopo aver finito la frase che mi rendo conto che si sta proponendo di sacrificarsi. No... mi rifiuto! Non gli farò fare una cosa del genere!

Apro bocca per oppormi a questo suo folle piano, quando il legno sopra di noi viene sfondato dalla punta di una falce. Merda! Non ci sono dubbi! Il tributo dall'altra parte è senza ombra di dubbio il ragazzo dell'undici! Se sapevo che era lui, avrei usato adesso la mia ultima freccia! Nella breve distanza, però? Sarebbe stato comunque rischioso... forse non avremmo avuto alcuna chance in alcun caso... Inutile pensarci però, non potrò mai scoprirlo.

“Non ha senso che moriamo entrambi! Abbiamo fatto una promessa, ricordi?” mi chiede Jordan.

Rimango ferma, imbambolata come una perfetta cogliona. Non posso lasciarlo, non voglio! Non può morire! Lui è il miglior amico!

“Muoviti, Zerene, cazzo!” mi urla addosso, per la prima volta completamente fuori di sé “Non resisterò ancora a lungo!”.

Stringo forte le palpebre, mentre una lacrima mi scivola giù per la guancia. Non ci posso credere di star facendo davvero quello che sto per fare. Bacio la guancia di Jordan per un'ultima volta, per ringraziarlo di tutto, e mi dirigo verso la finestra.

Siamo in alto, tre o quattro metri mi separano dal terreno. E se cadessi? Mi sento lo stomaco sotto-sopra!

“Zerene!” mi richiama Jordan rimproverandomi.

Ha ragione, devo superare questa paura, non posso rendere tutto questo vano. Oltrepasso il muretto ed appoggio il piede sul cornicione. Il primo passo è fatto, posso farcela, dai.

Metto anche il secondo piede, ed inizio a strisciare contro il muro, tenendo gli occhi chiusi per quasi tutto il tempo, finché non ho raggiunto la finestra più vicina.
Sto per scavalcarla, quando lo xilofono inizia a suonare, e subito dopo viene annunciato il nome di Jordan. Il mio petto viene colpito da una fitta, ed avverto chiaramente il mio cuore spezzarsi in due, ma non posso fermarmi! Devo andarmene da qui, devo correre!

Scavalco la finestra, e ritorno con i piedi piantati per terra. Inizio a correre più veloce che posso, mentre le lacrime continuano a solcare il mio volto.

 

Logan Arrow, tributo del distretto 2, 17 anni

Allungo le mani verso la fanghiglia, e cerco di aggrapparmi a qualcosa di solido, per quanto sia difficile trovare qualcosa che non sia stato ancora corrotto da questa pioggia malefica. Mi trascino in avanti, cercando di ignorare il dolore lancinante al ginocchio. Come faccio adesso? La mia gamba non risponde più ai miei comandi, non riesco più a camminare! Avrei bisogno almeno di un bastone, o di un alleato, ma sono solo, e mi tocca arrangiarmi con le mie forze.

Non manca molto all'ingresso, posso ancora farcela. Una volta arrivato alla scuola, penserò ad un modo per cavarmela. Forse, sarò sponsorizzato di nuovo, chissà. Da quanto mi sono separato da quegli stronzi, ho ricevuto un sacco di cose: garze, medicinali, e perfino un impermeabile! Devo dire che quest'ultimo dono, si sta rivelando molto utile in questo momento. La tela cerata mi sta offrendo una certa protezione contro un'intemperia innaturale che sta peggiorando di minuto in minuto. Lo sanno benissimo quelle poche parti non coperte; le mie mani si sono gonfiate, diventando completamente rosse. Ogni nuova goccia è un'agonia, ma sento di essere in grado di resistere ancora. Lo devo fare per il mio Nathan. Lo sto facendo preoccupare anche troppo, il mio povero amore.

Sto raggiungendo la porta, si può dire che è andata. Le cose non saranno di certo in discesa, ma non voglio arrendermi, non posso permettermelo, io non morirò! Ho già avuto troppe sfighe nella mia vita, mi merito un futuro tranquillo! Sono cresciuto in mezzo al degrado, ho sofferto la fame, mia madre è morta di AIDS quando avevo solamente sette anni, ho perso in guerra mia sorella, e il mio amore non è socialmente accettato! Mi sta bene lo stesso, davvero, ma solo se posso bilanciare tutto questo dolore in cambio di un po' di serenità. Sì, anch'io sarò finalmente felice! Smetterò di guardare con invidia le famiglie passeggiare serene lungo il quartiere commerciale, potrò avere un tetto privo di infiltrazioni d'acqua, e soprattutto potrò dormire ogni notte con il mio angelo personale, l'unica cosa veramente buona nella mia vita! Lui è stato uno dei pochi a non discriminarmi in quanto figlio di una prostituta, ma anzi, è sempre stato gentile con me, fin dal primo giorno. Nessuno è stato così disposto ad ascoltare i miei problemi, a parte la mia povera sorella, nessuno mi ha mai fatto ridere così tanto! Quando ha detto di amarmi, ho provato una tale gioia! Sorridevo e piangevo nello stesso tempo! È stato così bello! Il nostro primo bacio, poi? Ti ricordi, Nathan? In quel preciso momento esistevamo solo io e te, ce ne fregavamo del resto del mondo! Potevano anche scoprirci in quel momento, non ci sarebbe importato nulla. E poi, tutto è degenerato. Il distretto 13 è stato distrutto, i tuoi genitori sono stati catturati ed uccisi, l'annuncio degli Hunger Games, ed ora questo. Mi rifiuto di far finire le cose così! Non ci meritiamo tutto questo! Vedrai amore, troverò un modo di farcela anche da zoppo. Tornerò solo per te! Mi mancano solo pochi metri.

Una nuova goccia mi cade sulla mano, ma questa volta succede qualcosa di diverso. Il dolore è diventato incredibilmente più intenso, come se qualcuno mi avesse spento una sigarette addosso. Trattengo a stento un urlo, per poi lanciare un'occhiata rapida sul punto colpito. Sulla mano destra è apparsa una macchia bianca e molle, che faccio seriamente fatica a riconoscere come la mia pelle. È questo che ci succede allora se non ci mettiamo al riparo? Dannazione! Che razza di sadici di merda! Almeno sono quasi arrivato! È vero, ci ho messo un po', ma purtroppo ero parecchio distante dalla scuola quando è uscito l'annuncio. Volevo solamente il più possibile prendere le distanze da Diamond, e guarda cosa è successo!

Poco importa ora, però. Mi basta allungare la mano, e sono dentro. Sto effettivamente per farlo, quando la porta d'ingresso viene improvvisamente chiusa. Alzo gli occhi, e mi trovo Dingir aldilà della porta di vetro. Accanto a lui c'è una sedia, proprio sotto la maniglia, che la sta bloccando.

Sgrano gli occhi per l'incredulità, ignorando una nuova goccia di puro acido cadermi sul polso. Non vorrà mica....? No! Non, ti prego, apri!

Mi avvicino alla porta usando le mie ultime forze, ed inizio a battere sul vetro con entrambi i pugni, mentre Dingir mi osserva con un sorriso crudele. Dingir! Mi ero dimenticato di lui! Dov'era? Non l'ho visto correre con gli altri prima! Che sia rimasto nascosto nella scuola per tutto questo tempo? Oppure è semplicemente arrivato prima di tutti noi?

“Ma te guarda chi si vede!” esclama “Siamo in ritardo, giovanotto! Non puoi più entrare senza una giustificazione firmata da uno dei tuoi genitori!”.

Bastardo! Gli pare il momento di scherzare? Sto per urlarli addosso tutto il mio disprezzo, quando avverto un dolore lancinante al fianco. Mi volto indietro: lì dove sono stato colpito, la tela si è sciolta, e il liquido acido mi ha colpito in pieno, distruggendomi anche i vestiti.

Il mio petto viene serrato da una morsa di puro terrore, profondo e potente come non l'avevo mai provato in vita mia, neppure quando ho visto Atena morirmi davanti ai miei occhi. Inizio a battere con più forza contro la porta, fino a non sentire più le mani a causa del dolore. Non riesco a sfondarla, è troppo pesante! Se solo il mio ginocchio fosse integro!

“Niente giustificazione?” mi domanda sarcastico fingendo innocente stupore “Che peccato, signor Arrow, ci vediamo domani!” aggiunge per poi voltarsi dall'altra parte, ed iniziare ad incamminarsi.

Urlo, e continuo a battere contro la porta con tutte le mie forze, mentre le gocce acide aumentano di numero, distruggendomi l'impermeabile e il corpo.

“Apri la porta!” urlo fino a sentire male alla gola “Aprila!” urlo nuovamente fuori di me, mentre il dolore si fa sempre più intenso e diffuso.

Non posso morire così! Nathan! Aiutami, ti prego!

“Aprila!” grido ancora, ma ormai Dingir non si vede più.

Mi accascio al suolo, fra l'incredulo e il terrorizzato. Urlo e mi agito, sbraito e maledico il mondo intero, finché di me non rimane più nulla.

 

 

Ciao, scusate il casino, ma come ho detto nell'intro, ho perso i dati d'accesso del mio vecchio account, così come la mail d'iscrizione, che mi è stata chiusa. Ho scritto ad Erika per risolvere la questione, ma non ho idea di quando riceverò risposta. Pur di non lasciarvi orfani, continuo la storia in questo account d'emergenza, spero capirete. Pian piano ripristinerò qui anche i capitoli precedenti.

Rimangono 8 tributi, e vorrei chiedervi un favore, ovvero se mi mandate via pm quale sarebbe la vostra classifica ideale dei rimanenti, compreso chi vorreste come vincitore. Non è obbligatorio, soprattutto considerando che ho già i miei piani, ma in caso di indecisioni mi aiutereste!

Alla prossima!

 

p.s. i giusti sono stati sponsorizzati, riceveranno cibo nel prossimo capitolo.

 

Classifica:

24° Anona Dream, tributo del distretto 12, 17 anni, uccisa da Diamond (3 pov)

23° Iris Cruise, tributo del distretto 8, 15 anni, uccisa da Santos (3 pov)

22° Cole Mccalen, tributo del distretto 12, 15 anni, ucciso da Isabelle (2 pov)

21° Eric Murter, tributo del distretto 9, 18 anni, ucciso da Cole (3 pov)

20° Jacob Goldwell, tributo del distretto 8, 17 anni, ucciso da Logan (2 pov)

19° Cassandra Winsdor, tributo del distretto 2, 16 anni, uccisa da Diamond (3 pov)

18° Lucile Marshall, tributo del distretto 3, 17 anni, uccisa da un serpente velenoso (3 pov)

17° Annabelle Janice Mullins, tributo del distretto 5, 15 anni, uccisa da Violet (3 pov)

16° Violet Hardlock, tributo del distretto 11, 15 anni, uccisa da Kane (3 pov)

15° Milo Ruiz, tributo del distretto 7, 18 anni, ucciso da Santos (4 pov)

14° Kane Wave, tributo del distretto 5, 18 anni, ucciso da Isabelle (4 pov)

13° Diamond Johnson, tributo del distretto 1, 18 anni, ucciso da Dingir (4 pov)

12° Yuki Reed, tributo del distretto 4, 18 anni, ucciso da Zerene (3 pov)

11° Melody Russell, tributo del distretto 7, 16 anni, uccisa da Zerene (5 pov)

10° Jordan Cold, tributo del distretto 6, 17 anni, ucciso da Santos (4 pov)

9° Logan Arrow, tributo del distretto 2, 17 anni, ucciso dalla pioggia acida (5 pov)

 

Alleanze:

I giusti: Amalia, Annah

Solitari: Santos, Dingir, Ben, Isabelle, Daisy, Zerene

 

Masterkiller:

Santos (3 uccisioni)

Diamond (2 uccisioni)

Isabelle (2 uccisioni)

Zerene ( 2 uccisioni)

Altro (2 uccisione)

Dingir (1 uccisione)

Cole (1 uccisione)

Logan (1 uccisione)

Violet (1 uccisione)

Kane (1 uccisione)

 

Feriti:

Tutti -tranne Dingir e Zerene – (leggere ustioni, infreddoliti e bagnati)

Amalia (mentalmente instabile, fame, leggera sete, graffi, raffreddore)

Annah (fame,leggera sete, graffi alle braccia)

Ben (sfinito, fame, sete, ferita infetta)

Dingir (leggera sete)

Isabelle (fame, leggera sete)

Daisy (leggera sete, raffreddore)

Santos (leggera sete)

Zerene (lutto grave)

   
 
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