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Autore: Rosette_Carillon    30/08/2020    0 recensioni
Il dolore per la morte di Yuki è sempre lì, ormai fa male come una vecchia cicatrice, e non più come una ferita fresca, ma c'è.
Bastano poche semplici parole, un appuntamento mancato e delle chiamate senza risposta, per far temere a Mafuyu che il passato non sia poi così lontano.
[HarukiXAkihiko] [MafuyuXRitsuka]
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Kaji, Haruki Nakayama, Mafuyu Satō, Ritsuka Uenoyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                     Replica
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Il telefono segna le 06:10 del pomeriggio, e Uenoyama non si vede. Gli ha scritto un messaggio, e ha atteso la risposta, ma non è ancora arrivata. Non c’era nulla di cui preoccuparsi, giusto? Dovevano vedersi, dopo le prove, per andare assieme da Haruki e Akihiko ma, dopotutto, un quarto d’ora di ritardo può capitare.
L’ha chiamato. Nessuna risposta.
L’ha chiamato una seconda volta, una terza e una quarta continuando a non ricevere risposte, il telefono squillava a vuoto.
Forse era successo qualcosa, doveva esserci un motivo per quel ritardo. Certo, ma quale?
Si guarda attorno sperando di scorgere la figura del ragazzo ma, non vedendo arrivare nessuno e non sapendo cosa fare, decide di andare a cercarlo.
<< Ultimamente passi davvero tanto tempo con Hiiragi e Shizusumi. >>
<< Uhm? Sì, bè… le prove. Qualcosa non va? >>
<< No, >> Mafuyu scuote la testa e tace per un momento << è- >> deglutisce. Ritsuka lo guarda in attesa, la lattina sollevata a mezz’aria << è solo che vorrei passare più tempo con te. >>

<< Oh, scusa, >> Uenoyama ridacchia colpevole << hai ragione. Mi sono fatto prendere un po’ troppo dalle prove. >>
<< No, no, va bene, >> Mafuyu si affretta a precisare, agitando le mani davanti a lui << è- >> scuote la testa e sorride << va bene, davvero. Non importa. >>
Va prima alla sala prove, perché è lì che Ritsuka dovrebbe essere, assieme a Hiiragi e Shizusumi, ma al suo arrivo non c’è nessuno. Chiede al proprietario, e lui gli risponde che no, non ha visto nessuno che corrisponda alla descrizione che Mafuyu gli fornisce.
Il ragazzo esce dall’edificio a passi lenti, stordito, la sua mente lavora freneticamente per cercare una spiegazione, per decidere cosa fare e non farsi prendere dal panico. Non sta avendo molto successo: il suo cervello sembra essersi bloccato, e il cuore gli batte forte rimbombandogli nelle orecchie, stordendolo.
Forse ha capito male lui, forse quel giorno non c’erano le prove, forse Ritsuka ha avuto un imprevisto. Potrebbe aver scambiato il suo turno di pulizia con un compagno di classe per avere un altro pomeriggio libero.
Decide di andare a scuola. Corre più veloce che può, fermandosi a riprendere fiato solo quando non riesce più a stare in piedi, e quando arriva a scuola si sente soffocare e le gambe gli tremano.
Vicino agli armadietti incontra Waka: non sa dove sia Uenoyama, ma non è rimasto a scuola, è andato via subito dopo la fine delle lezioni.
Mafuyu non riesce a parlare. Si volta e se ne va, ignorando i richiami della ragazza. Non sente la sua voce, sente solo la sua mente che cerca di trovare una spiegazione a ciò che sta succedendo e, allo stesso tempo, cerca di ignorare la prima ipotesi che continua a tornargli prepotentemente in mente.
Rivede un corpo appeso, privo di vita, una chitarra abbandonata. L’unico suono che riesce a sentire è la sua voce che chiede di essere considerato, che palesa un odio più violento di quanto non sia in realtà per la musica che li sta allontanando.
Ha paura che succeda tutto di nuovo, una replica dell’errore che ha commesso con Yuki.
Rallenta la sua corsa, prova a fare l’ennesima telefonata. Non risponde nessuno, non sa cosa fare. Cammina senza meta, ogni tanto accelera, ma poi rallenta nuovamente non sapendo che direzione prendere.
Quando arriva a casa di Haruki e Akihiko le gambe quasi non lo reggono più, non ha più ossigeno nei polmoni.
Farneticando parole sconnesse, crolla addosso a Akihiko, che lo rimette in piedi e lo fa entrare. Haruki li raggiunge subito sul divano. Gli parlano, sente le loro voci, ma non riesce a distinguere le parole. Sente solo dei suoi senza senso; poi qualcuno gli mette fra le mani un bicchiere di acqua fredda. << Bevi. Piano. Adesso bevi, poi ci dici cos’è successo. >>
<< U-enoy-yama…scomparso. >>
Gli altri due si scambiano uno sguardo incerto. Poi Haruki prende il suo telefono, ma Mafuyu scuote la testa << no-n risponde, >> riesce ad articolare, e la presa salda di Akihiko abbandona le sua spalle. << Chiamo sua sorella, >> dice il batterista, cedendo il posto sul divano a Haruki.
Mafuyu lo guarda cercare il numero, stringe forte il bicchiere e smette di respirare. Va in apnea e inizia a tremare.
<< Yayoi? Ehm, ciao…sì. Ah. Sì, sì, capito. Grazie. >> Chiude il telefono << Uenoyama è uscito, è per strada. Sta arrivando. Ha il telefono scarico, è per quello che non ti ha risposto, >> sorride confortante << si può sapere che genere di scenari apocalittici ti sei immaginato? >> scherza per cercare di allentare la tensione.
Mafuyu continua a stringere il bicchiere con entrambe le mani, si morde il labbro inferiore e comincia a singhiozzare di sollievo, e di paura. Tristezza, solitudine, senso di colpa.
Sono tante le emozioni che lo travolgono, e lo stordiscono, aggrediscono la sua mente e il suo fisico. Non riesce più a respirare.
È Akihiko a calmarlo, perché Haruki si fa prendere dal panico a sua volta, allora si fa da parte.
<< Cerca di seguire il mio ritmo. Ispiri per quattro secondi, trattieni per sette, espiri per otto. >> Si siede accanto a lui e lo prende per le spalle << inspira, così. Adesso trattieni, bene. >>
Mafuyu sta per addormentarsi quando Uenoyama arriva.
Quel pomeriggio avrebbero dovuto discutere della band, dei nuovi brani e Mafuyu insiste per iniziare quella discussione, di cui sente solo l’inizio. Non ci mette molto prima di posare la testa sulla spalla di Uenoyama, solo per riposare gli occhi, pensa, e invece si addormenta.
Gli altri non lo svegliano, continuano a parlare così, con Mafuyu che dorme, ora con la testa sulle gambe di Uenoyama.
<< Ehi, Uecchi, >> lo chiama Akihiko << va tutto bene fra voi due? >>
<< Eh? S-sì. >>
Gli altri due musicisti si guardano interdetti. << Mafuyu era davvero preoccupato, >> continua Haruki.
Uenoyama abbassa lo sguardo e accarezza i capelli del ragazzo che dorme << glielo chiederò più tardi, >> mormora. Ha intenzione di restare con lui quella notte, non importa a casa di chi, ma non vuole lasciarlo solo.
 << Oggi non avevo le prove, sono state cancellato, >> gli spiega più tardi, mentre entrambi sono a letto, l’uno accanto all’altro. << Ho fatto tardi al nostro appuntamento perché il treno su cui viaggiavo ha avuto un guasto. Quando sono arrivato, tu non c’eri più, e non sapevo se anche tu fossi in ritardo, o se te ne fossi già andato. Mi sono accorto solo in quel momento di avere il telefono scarico, allora sono tornato a casa, e poi Akihiko ha chiamato mi sorella. >>
<< Mh, >> Mafuyu si rannicchia contro il suo corpo, la testa contro il suo petto e gli occhi chiusi. È stanco, sul punto di addormentarsi, ma ora non vuole più cedere al sonno. << Non mi lascerai come ha fatto Yuki, vero? >> chiede con voce flebile e assonnata.
Uenoyama rimane talmente stupito da quella domanda, che non riesce a rispondere.
<< Non importa se vuoi passare più tempo con Hiiragi e Shizusumi, va bene, >> sbadiglia, << puoi passare con loro tutto il tempo che vuoi, ma non lasciarmi. >>
Uenoyama lo stringe forte a sé, comprendendo finalmente le sue paure. << No che non ti lascio. Ti amo. >> Mafuyu ricambia quella stretta con un abbraccio morbido, dovuto alla stanchezza. << Ora dormi. >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
NOTE: il fatto che il testo sia caotico è più o meno voluto
^_^;: volevo cercare di dare l’impressione di essere nella testa di Mafuyu, che va nel panico e non riesce più a ragionare.
La tecnica che usa Akihiko si chiama ‘4-7-8’, e serve per calmare il respiro in caso di ansia.






 
  
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