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Autore: Always_wa_71    31/08/2020    0 recensioni
La sua vita è sempre stata incasinata, e davvero non credeva potesse diventarlo ancora di più.
Ma la vita aveva altri piani. Era solo una semplice passeggiata, eppure è cambiato tutto.
Alexia Jules. Alec Lightwood.
È tutto da vedere...
·Dalla storia·
"Basta,basta... ti prego, basta"
"Alexia...ehi Alexia, guardami. Va tutto bene, è tutto okay. Ci sono io con te."
~
"Siamo qui per te, Alexia. Siamo tuoi amici."
"Io non ho amici, non ne ho mai avuti."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“Wow...è stupendo.”

“Puoi dirlo forte.” dice Jace ghignando

“Dai, entriamo.”

 

una volta entrati rimango davvero senza parole...è semplicemente wow.

Ci sono schermi tecnologici, attrezzature varie e tanti shadowhunters che si aggirano indaffarati senza prestare attenzione a noi.

 

“Vieni Alexia, andiamo da mia madre.”

 

seguo Alec e Jace fino a quella che credo sia la sala allenamento, dove una ragazza con lunghi capelli corvini si sta esercitando con una specie di...frusta?

 

“Ehi Izzy, vieni qui.”

“Jace, eccovi. Alla buon’ora, vi stavo aspettando per allenarci insieme.
Ooh, e lei chi è?”

“Izzy, ti presento Alexia. Alexia, lei è nostra sorella Isabelle.”

“Molto piacere Alexia, chiamami Izzy.”

“Ehm...piacere.”

“Izzy stiamo cercando la mamma, Alexia deve parlare con lei. Sai dov’è?”

“No Alec, sono qui da quando siete usciti per la missione. Prova nel suo ufficio però.”

“Grazie. Andiamo, Alexia.”

“Io resto ad allenarmi con Izzy, Alec.”

 

lui annuisce e mi fa cenno di seguirlo su per delle scale. E poi altre, ed altre ancora.

Ed io non ce la faccio più, sento il fiato che comincia a mancarmi, le gambe che cominciano a tremarmi e la testa pesante; non ora, non ora, devi resistere ancora un-

“Alexia, mi hai sentito?”

esco dalla trance e mi volto verso Alec, che ora mi sta guardando confuso

 

“Eh? Cosa?” “Ti ho chiesto se hai sentito quello che ho detto.”

“No scusa, io...io non t-ti ho sentito.” “Sei sicura di stare bene? Sei un po’ bianca.” “Sì, sì sto bene.”

 

Non sto affatto bene. La testa è sempre più pesante e devo sforzarmi per tenere gli occhi aperti. All’improvviso le mie gambe cedono, ed io cado per terra.

 

“Alexia! Ehi, ehi. Meglio se ti porto in infermeria, andiamo.”

 

sto bene, vorrei dirgli. Sto bene, non serve.

Ma mi sento sprofondare nell’oscurità, e ormai senza forze mi ci abbandono.

 

 

 

Sento di nuovo. Sento il mio corpo, le voci intorno a me. Sono su un letto, sento la morbidezza delle lenzuola che mi coprono, il cuscino soffice sotto la testa, ma non riesco ad aprire gli occhi.

Finalmente ci riesco ma devo richiuderli subito a causa della luce troppo forte. Ci riprovo un’altra volta con calma, e questa volta riesco a tenerli aperti e a guardarmi intorno. Il soffitto è molto alto, e sono circondata da bianco, bianco ovunque.

L’infermeria. Sono in infermeria.

 

Beh per forza idiota, sei svenuta. E davanti ad Alec, aggiungerei.

 

Mi devo alzare, me ne devo andare. Non mi interessa incontrare la madre di Alec e Jace, non voglio scoprire niente, non voglio far parte di questo mondo.

 

Idiota, loro conoscevano i tuoi genitori! È la tua occasione per scoprire chi sei veramente!

 

Cazzo. Non so che fare. Vado o rimango?

Comunque, devo sempre alzarmi, qualunque scelta io faccia.

Provo a tirarmi a sedere ma una fitta di dolore mi blocca.

Ci riprovo ed ecco di nuovo la fitta, ma stavolta me l’aspettavo e mi tiro su comunque

“Merda, merda, merda.” grugnisco riuscendo a sedermi sul bordo del letto

 

“Alexia! Sei sveglia!”

questa è Isabelle, che sta entrando dalla porta con in mano dei vestiti molto poco coprenti, diciamo.
 

“Ero andata a prenderti dei vestiti puliti per cambiarti, ma ti sei svegliata.”

“Quanto...quanto sono stata incosciente?”

“Oh per davvero poco, un quarto d’ora direi. Sennò a quest’ora saresti già in vestiti diversi.
 

Oh grazie al cielo
 

Beh, vado a chiamare Alec e Jace. Aspetta qui, okay?”

annuisco e lei esce.
 

Tempo 5 minuti ed è già di ritorno con i due ragazzi al seguito. Tutti e tre si avvicinano e cominciano le solite domande scomode.

“Stai bene?” “Cosa è successo?”

“Sto bene. Non è niente.”

“Beh a me non è sembrato niente. Quando Alec ti ha portato qui eri bianca cadaverica e respiravi a malapena.”

“Ho detto che sto bene, Isabelle. Era solo un calo di zuccheri, è da stamani che non mangio. Una volta finito il momento d’adrenalina sono svenuta. Ma sto bene, quindi smettetela di fare domande.”

alla mia risposta secca vedo le loro espressioni stupite e forse leggermente ferite, ma non mi interessa, come a loro non interessa di me. Sono solo una Jules per loro, una strana tra l’altro, dato che ho sempre vissuto tra i “mondani”.

 

“Beh? Non dovevo andare a vedere la vostra famosa madre?”

“Noi...io...sì, sì. Andiamo.” “Oh, grazie Alec.”

mi giro per prendere la mia borsa, ma non c’è. Di nuovo.
 

Mi rigiro e con la voce tremante pongo la fatidica domanda

“Dov’è la mia borsa?”

“Si può sapere perché è così importante questa maledetta borsa? Volevi tanto andare da Maryse, ora ci vai e basta.” Jace sembra davvero spazientito ora

“Voglio la mia borsa. Ora.”

“Senti, ora mi hai davvero rotto, ragazzina. Ci hai rovinato la missione, ma noi ti abbiamo comunque salvato la vita, abbiamo aspettato che ti svegliassi dopo che sei svenuta come un’idiota. E ora credi di poter fare le cose a tuo modo? Ah no, carina, qui comandiamo noi.”

“Jace! È abbastanza!”

 

ma io già non sento più, il mio cervello si è fermato a “ragazzina”…

e mentre i tre fratelli borbottano tra loro, io sento un’altra voce nella mia testa

 

“Ragazzina.

Debole!

Ora te la faccio pagare, ragazzina!

Malata!

Non ti vuole nessuno, ragazzina!

Matta!

Sei solo un fardello, ragazzina!

 

“No, no...”

Mi accascio a terra tra i singhiozzi e mi prendo la testa tra le mani, cercando in ogni modo di far scomparire la voce

 

Ragazzina...ragazzina...ragazzina!

 

“Basta, basta...ti prego, basta”

 

sento le lacrime scorrermi sulle guance, e non faccio niente per fermarle

 

“Alexia...ehi Alexia, guardami.”

È Alec, si inginocchia accanto a me e cerca di prendermi le mani

di nuovo mi allontano, e stavolta posso vedere il suo sguardo ferito, che però nasconde in fretta.
 

“Non ho fatto niente, non ho fatto niente, non sono stata io...per favore...”
 

“Alexia, ascoltami. Non è reale, non è reale; siamo all’Istituto, nessuno vuole farti del male. Forza Alexia, respira…”
 

con fatica, con molta fatica, cerco di silenziare la prima voce, la voce che mi tormenta da anni, e di ascoltare la seconda invece, quella meno familiare, ma quella più vicina a me
 

“Brava, così, respira. Va tutto bene, è tutto okay. Ci sono io con te.”

 

Finalmente riesco a far smettere quella voce, ed esitante rilascio la stretta che le mie mani avevano sulla mia testa, alzando lentamente lo sguardo verso Alec, che è ancora inginocchiato davanti a me, e che ha un sorriso rassicurante sul volto.

“Va tutto bene, tranquilla. Ora ti aiuto ad alzarti, okay?”
 

ancora scossa io annuisco e lascio che mi afferri le mani per tirarmi su
 

ma appena riguadagnato il mio equilibrio mi libero dalla sua stretta, spostando il mio sguardo su qualsiasi altro punto della stanza che non siano i due fratelli, davanti ai quali sono appena crollata
 

sì, hai fatto un bello show. Giusto perché volevi sembrare una ragazza forte, dico bene?
 

Bene, ora che la mia dignità è andata a farsi fottere, che diavolo faccio?
 

Dopo minuti di agonizzante silenzio e imbarazzo, decido che è ora di smuovere la situazione
 

“Ehm, che facciamo ora?”

“Oh, ehm, potremmo accompagnarti da nostra madre, che dici?”

“Sì, certo. Solo, potrei avere la mia borsa?”
 

con un sorriso indirizzato a me, Isabelle esce dalla stanza, rientrando poco dopo con in mano la mia borsa, che mi affretto a prendere e mettermi a tracolla.

“Grazie.”

“Di niente, ora andiamo.”

 

e così, insieme ai due Lightwood, mi dirigo verso l’ufficio di Maryse, mi sembra questo il suo nome;
arrivati davanti alla sua porta, Alec bussa e si sente in risposta un secco “Avanti.”















Buongiorno, buongiorno!!!
eccomi qui con il capitolo 4. so che è passato veramente tanto tempo dal mio ultimo aggiornamento, e mi scuso tanto.
Spero che questo capitolo vi piaccia e che in qualche modo ripaghi della lunga attesa.
A presto, 
J.

   
 
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