Armin gli aveva offerto una tazza di tè fumante dicendogli che l’avrebbe ascoltato. Eren non faceva altro che mugugnare qualcosa di incomprensibile a denti stretti e non accennava a spiegare perché era corso a casa sua preda della rabbia e della frustrazione.
«Mi ha spezzato il cuore, capisci? Gli ho dato l’anima in questi mesi, Armin! Ero sempre lì a consolarlo per i suoi problemi con quel biondo del cazzo e lui… perché mi sono innamorato di Levi Ackerman? Dannazione, perché?» 
«L’unica cosa che ho capito nella faccenda è che questo ragazzo con cui ti frequentavi ti ha spezzato il cuore, ma non so cosa dirti se non mi racconti com’è andata.» 
«Non ho voglia di parlarne. Ormai è acqua passata. Mi ha abbracciato prima di dirmi che si sposava. E fu allora, quando mi abbracciò, che io capii che ero solo un amico. Uno da prendere per i fondelli.» 
«Eren calmati. Cosa ti ha promesso esattamente?»  
Da quando era arrivato a casa di Armin a vomitare addosso all’amico tutti i suoi problemi, solo in quel momento Eren si rese conto che in realtà lui di Levi non aveva mai parlato molto, con nessuno. Aveva iniziato a frequentare quel ragazzo più grande di lui come fossero amici di vecchia data e poi Levi gli aveva detto di essere gay. A Eren il cuore era balzato nel petto in un tripudio di felicità, fino a quando l’altro non aveva aggiunto che presto si sarebbe sposato.

«Non te lo sto dicendo perché per questo non potremo vederci più, Erwin non è così ottuso. Semplicemente, volevo sapere se per te è un problema.» 
Ed Eren si era messo a piangere lì nel bar, davanti alle loro tazze di tè fumanti e davanti a Levi, mentre la pioggia imperversava fuori. E Levi lo aveva abbracciato, gli aveva chiesto scusa per il modo brusco che aveva di esporre i propri pensieri, ed Eren si era sentito una vera merda.

«Niente. Sono solo io che mi faccio film mentali.» 
«Potreste comunque continuare a essere amici, no?»  
«E sorridere al ragazzo che se lo sbatte? Non ci tengo, grazie.» 
«Io penso che se ti ha fatto una confidenza così personale in qualche modo tiene a te. Potresti provare a dargli una possibilità.» 
«Mh.» Eren finse di bere del tè per avere il tempo per riflettere. «Forse hai ragione, anche se il mio cuore soffre a saperlo nel letto di un altro. A proposito… non avevi detto che avresti avuto ospiti?» 
In quel momento, suonarono alla porta e Armin si scusò e andò ad aprire. Ritornò con i suoi ospiti. Sulla soglia della porta della cucina, Erwin Smith era incuriosito dal fatto che suo cugino Armin non fosse solo, mentre Levi Ackerman era alquanto spiazzato nel vedere Eren li e ritrasse la mano che teneva a Erwin, ma Eren l’aveva già vista. 
Il cuore del giovane Jaeger era ormai spezzato, ma doveva almeno accettare di essere un semplice amico se voleva continuare a vedere il suo amato Levi.