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Autore: cin75    01/09/2020    5 recensioni
Per chi segue le mie storie, sa che c'è una serie, Slice of Life.
Beh!, se in quelle shot tutto avviene nell'arco di qualche giorno, in questa nuova raccolta tutto accade nell'arco di qualche minuto. Come dire: cotto e mangiato!
E come in quella serie, anche in questa, tanti J2 in tanti modi diversi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi!! eccoti.” esclamò Jared entrando nell’appartamento di Vancouver che condivideva con Jensen, dato che erano compagni di vita da circa otto anni.“Potevi aspettarmi, saremmo venuti insieme a casa!”
Jensen alzò lo sguardo verso di lui. Sembrava sorpreso. Forse fin troppo pensieroso.
“Sì...ehi!, ciao!” balbettò, in colpa. “No, ecco...Io avevo bisogno di un attimo per ...” sempre meno convincente.
“Jensen, che hai!?” fece il più giovane tra i due, andandogli di fronte ma restando in piedi dato che Jensen era e restava seduto alla poltrona del piccolo soggiorno.“E’ da qualche giorno che ti vedo ...strano”
Jensen deglutì. Si sentì scoperto, poiché Jared riusciva sempre a leggerlo, a capirlo anche quando non proferiva parola.
“Jared...ascolta. Ho bisogno di parlarti.” esordì tirandosi su dallo schienale e poggiando i gomiti alle ginocchia.
“Oh!” sussurrò Jared , conoscendo quel gesto.
Quel gesto che da sempre non presagiva niente di nuovo. Quel gesto che Jensen aveva usato quando , nei primi tempi della loro relazione, aveva bisogno di chiarirsi le idee. Lo stesso che aveva usato quando era stato costretto a rivelargli, prima dei social media, che l’aereo che Jared aveva messo a disposizione sua e di alcuni amici del cast, aveva rischiato di precipitare.
Qualcosa allora scintillò al centro del petto del ragazzo.
“E’ importante!” rinsaldò Jensen, notando che Jared era rimasto fermo esattamente dove stava. In piedi , davanti a lui.
“Riguarda noi?...quello che c’è tra noi?” azzardò con timore Jared.
“Da un certo punto di vista...”
“Sono giorni che ti osservo e sei….strano, preoccupato” fece non volendo subito confessare quello che, come un flash, gli stava accecando ogni pensiero coerente, ma poi , vedendo che Jared sembrava quasi dargli ragione, non resistette e sbottò: “Stai per lasciarmi, Jens?! Dopo tutti questi anni? Dopo tutto quello che...”
Jensen strabuzzò gli occhi, colto decisamente di sorpresa da quella domanda. “Cosa???….Ma come ti viene in mente?!” lo fermò dal dire altre assurdità, acuendo il tono vocale.
Solo allora Jared iniziò a muoversi di nuovo , anche se era solo uno spostarsi nervoso da un piede all’altro. “Non ...non lo so. Te l’ho detto... sei strano da giorni. A volte sembra che mi eviti….”
“Jared, no..” richiamandolo con le mani, indicando il divano.
“ Sul set eviti addirittura di spalleggiarmi mentre tento di dare gli ultimi tormenti ad Alex e Misha e poi oggi...”
“No, ascolta...” e poggiò il palmo della mano sul cuscino del sofà più vicino a lui.
“.. ti sei fatto accompagnare a casa senza aspettarmi e..” continuò Jared,
“Sta’ zitto, Jared!!” quasi gridò alla fine, fermando il farneticare del compagno.
“Ma cosa...”
Jensen respirò. Riprese il suo tono pacato. “Per favore...vieni qui, siediti e ascoltami. Ok?!” disse spostando lo sguardo sulla mano che teneva ancora ferma sul quel posto sul divano.
Jared fece un respiro profondo. Era pronto ad ascoltare, infondo Jensen aveva escluso la loro relazione da quel discorso.
“Ok!” fece e si sedette sul divano, accanto a Jensen  ancora sulla poltrona.
“Circa una settimana fa mi ha chiamato Eric..” iniziò Jensen
“Eric??” ripetè perplesso.
“Kripke. Quanti Eric conosciamo!?!” lo riprese, sorridendo all’innata sbadataggine del compagno.
“Sì, scusa...” si riprese immediatamente. “Come mai ti ha chiamato? Avevi ancora dubbi sul finale dello show!?” fece , ricordando la lunga telefonata che Jensen aveva avuto con il creatore della serie che loro avevano portato gloriosamente avanti per ben 15 anni. Gli servivano chiarezze su quel finale di serie, sulla sorte dei personaggi, sul senso di quella fine che Jensen stesso aveva definito come “finale semantico” mandando in loop le menti di molti fan che non riuscivano a dare un senso a quell’affermazione.
“No, no...quel treno è passato e devo farmene una ragione. Lui, insomma...cioè..” e parve perdersi di nuovo in quei pensieri che sembrava aver timore di condividere.
“Diamine, Jensen, sputa il rospo!!” esclamò a quel punto, Jared.
“Mi ha offerto un ruolo nella terza stagione di The Boys. Un ruolo abbastanza ricorrente e che dovrebbe dare una sorta di svolta ai personaggi principali che già ci sono.” disse tutto di un fiato.
Come togliersi un cerotto. Uno strappo secco e veloce. Ecco fatto!!!

Jared restò per un attimo in silenzio, fissando Jensen che , in ansiosa attesa della più che normale reazione, fissava lui.
Poi, il suo viso si illuminò di un sorriso sincero, quasi lo stesso che Jensen gli vide quando, una sera, quella fatidica sera, gli confessò: “Jared, ti amo!”
Ma questo sorriso era fatto di una luce pregna di una felicità diversa.
“E tu mi dici questa cosa... e sembri un condannato a morte tanto che mi fai pensare a ben altro!!” disse mettendogli una mano sulla spalla come segno di complicità, conforto: “...ma sei fuori di testa, Ackles!!?”
“Tu...tu ne sei felice?” azzardò Jensen che in tutta onestà si aspettava una reazione ben diversa.
“Ma che domande!!!”, e a quel punto, Jared lasciò il suo posto e scivolò a terra, in ginocchio davanti alle ginocchia di Jensen, così da ritrovarsi viso a viso. Gli prese il volto appena crucciato tra le mani, non diede tempo a Jensen di dire niente. Si sporse e lo baciò. Piano, dolcemente. Assaporando il sapore di quelle labbra che adorava, che sapevano sempre di menta e di Jensen. E approfondì con più dolcezza quella romantica unione quando sentì Jensen ricambiare con la stessa emozione. Quando sentì le mani del compagno accarezzargli la schiena. Su e giù, come un massaggio ammaliatore.
Poi, Jared, piano, si scostò appena appena. Solo il giusto spazio per poter parlare.
“Eric ti adora e adora come lavori, e tu adori lui e il suo modo di lavorare. Siete fantastici insieme e qualsiasi sia il personaggio che lui scriverà e tu interpreterai, lo renderete da Dio!!” lo rassicurò senza lasciargli il viso.
“Jared , sì...potrebbe essere come dici tu, ma non penso tu abbia ….” e sul suo volto di nuovo quell’insensata apprensione.
“Cosa?” lo fermò Jared, mentre le sue mani finivano sulle gambe di Jensen e lui finiva seduto sui talloni. “ Non pensi che io abbia capito il perché sembravi uno sul punto di esplodere sul set o fuori?”
“Ma...” sussurrò decisamente sorpreso Jensen.
“Stai pensando al fatto che io dovrò stare ad Austin per le riprese di Walker e tu..dopo 15 anni di avanti e indietro Texas-Canada, ti ritroverai di nuovo a fare il pendolare.”
Cavolo!!
Jared c’aveva preso in pieno e Jensen ebbe, per l’ennesima volta, conferma che il suo meraviglioso compagno lo conosceva talmente bene , da fargli quasi paura.
“Avevamo fatto dei progetti.” confessò a discolpa di quei timori.
“E con questo?” lo sorprese, l’altro.
Jensen lo fissò stranito. Ricordò quante serate avevano passato a fare quei progetti. Da quelli stupidi come il tempo che avrebbero avuto per ritinteggiare casa loro, a come far combaciare i loro vari progetti lavorativi, ora molto più semplici dato che si sarebbero svolti, non solo nello stesso Stato, ma addirittura nella stessa città.
“Dovevamo trovare il nostro equilibrio, niente più spostamenti, o settimane separati a causa di scene diverse e ora?...ora sto valutando addirittura di stare lontani per un set diverso!!” ribadì Jensen.
Jared sorrise, di un sorriso dolce, comprensivo e scosse appena un po’ la testa. Rinsaldò la presa sulle gambe di Jensen.
“Jensen , sei un attore. Come lo sono io. Recitare è il tuo mestiere come lo è il mio. Non possiamo….”
“Cosa? Programmare una vita più tranquilla per noi, per pensare ad un futuro insieme come una coppia normale?” insistette il biondo.
“Ma noi non siamo una coppia normale!” gli fece presente Jared.
A quell’uscita Jensen sembrò adirarsi. Sbuffò frustrato. Adorava il suo lavoro, ma al tempo stesso lo odiava quando gli impediva di vivere normalmente. Di poter vivere normalmente con Jared. Tentò perfino di alzarsi dalla poltrona, anche se Jared , spingendolo giù, lo costrinse a restare seduto.
“Non abbiamo finito!!” lo ammonì, sistemandosi meglio vicino alle gambe di Jensen.
“Cavolo Jared!!...sembra che tu mi voglia fuori dai piedi...” lo accusò. “.. mentre io mi sto scervellando da giorni su come restare insieme!!” Ora, invece fu Jared a guardarlo sospettoso. Strinse gli occhi, arricciò le labbra e poi, azzardò, tirandosi appena indietro, mettendo distanza tra lui e Jensen.
“Aspetta...aspetta...un attimo. Allora è come pensavo fosse all’inizio di questa conversazione!! Mi stai forse dicendo che se accetti il ruolo che ti ha offerto Kripke, tra noi tut...” ma non riuscì a finire perché dopo un attimo si rese conto che non riusciva più a parlare. Che respirava con difficoltà. Che un calore potente e pacificante lo stava improvvisamente avvolgendo. Che un’altrettanta improvvisa sensazione di passione e eccitazione stava prendendo il sopravvento su di lui.
Solo una cosa al mondo lo scaraventava in quello stato.
Jensen. I suoi baci.
Aprì appena gli occhi che non ricordò nemmeno di aver chiuso e ciò che vide, fu solo il volto del compagno accanto al proprio.
Non lo respinse. Anzi, vi si abbandonò completamente anche perché, Jensen stava rendendo quel bacio sempre più intimo, più caldo. E le sue braccia che lo stringevano non gli lasciarono scampo e lentamente, si ritrovarono entrambi distesi sul grande tappeto che era davanti al divano. Jensen si sdraiò accanto al compagno, sovrastandolo appena per non gravare troppo su di lui.
Jared lo avvolse completamente, abbracciandolo forte così da tenerselo vicino, alzando una gamba per poterla andare ad intrecciare con quelle forti del suo amante.
Quel bacio continuò per minuti che non seppero dire. Si respirarono addosso, imprimendosi nella mente i loro odori forti e mascolini. Si carezzarono come a volersi quasi marchiare.
Poi , fu Jensen a permettere ad entrambi di respirare di nuovo regolarmente. Ma prima di parlare si godette il sorriso beato del compagno, i suoi occhi lucidi ed emozionati. Godendosi l’effetto benefico che stargli vicino gli procurava.
“Non dirlo...non dirlo nemmeno per scherzo!” sussurrò baciandolo a fior di labbra.
Jared , alzando una mano verso il viso, ora, appena intristito, lo accarezzò dolcemente.“Ma allora perché questo tuo scervellarti..su come restare insieme?”
Jensen sorrise, forse di un sorriso amaro. O forse malinconico. Ma non si sottrasse al tocco del giovane.
“Ho amato Supernatural, lo amato tanto e non penso che amerò mai un altro mio progetto come ho amato questo...”
“Lo so, e sai che è lo stesso per me. Ma tu non puoi...” e Jared stava per dire “non puoi negarti di fare ciò che ami tanto!”, quando Jensen lo sorprese.
“Io non voglio più starti lontano per troppo tempo ...” confessò. 
Jared sentì un calore forte al centro dello stomaco. Non era al lavoro che stava pensando Jensen. Ma a loro. Esclusivamente a loro. Ne avevano fatta di strada dal capire cosa provavano l’uno per altro, a lasciarsi andare a quei sentimenti, a rendere prima le famiglie e poi il mondo intero , partecipe. Avevano lavorato sodo e sapeva quanto Jensen amasse il senso di famiglia, rinsaldato anche dal concetto fondamentale dello show. Capì che il compagno aveva bisogno di qualcosa di più concreto di una relazione portata avanti tra viaggi, set, e una casa che ancora non sentiva sua. Loro.
Così sentì il bisogno di rassicurarlo. Di fargli capire che nulla sarebbe cambiato. Che quello che stavano per affrontare era solo un altro passo per conquistare quella loro tanto agognata “normalità”
“Non dovrai farlo, Jens. E’ vero, avevamo fatto dei progetti: mentre io giravo la prima stagione di Walker , tu avresti completato la produzione del nuovo disco con Steve e poi...poi avremmo deciso cosa altro fare in base alle richieste di lavoro. Ma le cose cambiano, le cose cambiano sempre, e tu lo sai...”
“Non farmi Cass adesso!”
“No, no...ma lo sai che è così. Che nel nostro lavoro è così. Dobbiamo avere solo pazienza. Vuol dire che io verrò a Toronto quando saranno ferme le riprese ad Austin e tu tornerai a casa, quando il tuo personaggio non sarà di scena. Ma una cosa è certa...di una cosa voglio che tu sia sicuro.” e Jensen lo fissò come si fissa qualcuno che sta per rivelare la fine di una storia. “Portiamo a termine questi nuovi progetti e poi ci prenderemo del tempo per noi, senza ma e senza se. Spariremo dalla circolazione. Staccheremo i cellulari se ce ne sarà bisogno. Ma saremo solo io e te. La nostra vita.”
“Davvero?” chiese quasi timoroso che quelle fossero solo parole dette per farlo stare meglio.
“Non scherzerei mai su questo. Su me e te.” e lo baciò piano, con dolcezza. Come pegno di quella promessa. E sentì bene, soddisfatto, quando sentì Jensen sorridere in quel bacio.
“Non mi piace!” fece il biondo, carezzandogli il fianco.
“Cosa non ti piace?!”
“Quando tu sei il saggio e io l’isterico!” e poi chiuse un attimo gli occhi. Sospirò decisamente più rilassato. “Quindi...The Boys?!”
“E The Boys sia. Sarai un magnifico supereroe, spero meno stronzo di quelli che ci sono già nello show, ma andrà bene lo stesso.” scherzò Jared , sistemandosi meglio contro il corpo del compagno.
“Me lo auguro!!” convenne, Jensen.
Stettero per qualche altro minuto a coccolarsi così, semplicemente. Le menti più leggere. I pensieri meno pesanti.

Poi la curiosità di Jared prese il sopravvento.
“Chi dovresti essere?”
“Soldier Boy, a quanto pare!” rispose Jensen, non nascondendo un certo timore. “Non so ancora bene che tipo sia!”
“Un guerriero, però!”
“Già , almeno questo non sembra dover cambiare!”, e poi decidendo di provocare il giovane compagno: “Sai che potrebbe essere uno più o meno incline ai maschietti?!”
Jared strabuzzò appena gli occhi. Questo non è che gli piaceva molto, perché di attori decisamente affascinanti ne giravano in quello show.  Non che con Jensen ce ne sarebbe stato bisogno, ma che dire?!, non era di lui che non si fidava, ma di quelli che probabilmente gli sarebbero girati intorno.
Quindi, ci tenne a chiarire le cose.
“E tu sai che io so perfettamente il modo in cui tocchi gli attori in scena e me fuori dalle scene, quindi se solo mi accorgo di qualcosa...quelle mani te le spezzo ed Eric dovrà trovarsi un nuovo soldatino per il suo show!!”
Jensen rise di gusto, gettando la testa indietro come era suo solito fare.“Geloso!!”
“Decisamente!!” confermò Jared, gettandosi sul collo scoperto dell’altro. Troppo invitante. “Ehi! Jensen?” fece dopo aver finito di tormentare quella pelle che aveva ancora tra le labbra.
“Sì?” decisamente ansimante. Jared quando ci si metteva con quella bocca, sul suo collo, era capace di farlo impazzire.
“Ti ricordi come abbiamo festeggiato quando ho avuto la conferma che sarei stato Walker?” continuando a baciare ovunque ci fosse pelle da assaggiare.
“Mmmmh!!! notte decisamente e meravigliosamente movimentata!” rispose stringendosi e sistemandosi in modo da lasciare più spazio di azione al compagno. Jared sorrise malizioso e poi gli ricordò: “Già!! anche grazie al fatto che tu continuavi a canticchiarmi “You can leave your hat on” ….”
“Beh!! eri una visione con quel cappello da cowboy addosso...” e poi , spostandosi cautamente e sedendosi cavalcioni dell’altro: “...solo con quel cappello da cowboy addosso!”
Jared si mosse appena, il giusto per poter sentire meglio il corpo di Jensen e poter tenere ben salde le mani sui suoi fianchi. Poi sorrise. I suoi occhi brillarono.
“A che stai pensando?” fece Jensen e poi sembrò correggersi: “A parte quello a cui sto pensando io in questo momento!” lo provocò.
“Stavo pensando….quando finiranno i provini per Soldier Boy?”
“Se chiamo Eric e accetto...niente provini. La parte è mia. Eric la porta sullo schermo solo se io accetto!” riferì con una punta di soddisfazione. Infondo non era sbagliato provarla. Quando un regista e autore di uno show che ha fatto storia e di uno che la sta facendo, ti dice: “se lo fai tu è bene , altrimenti lascio perdere”, beh! vuol dire che il tuo lavoro lo fai bene!!
“Grandioso….allora che ne dici di fare una replica di quella notte...decisamente e meravigliosamente movimentata?!” suggerì, muovendo appena i fianchi verso l’alto con chiare intenzioni. Non proprio innocenti.
“Ma...io non ho ancora idea di come sarà il costume di Soldier Boy!!” rispose Jensen cercando di controllare la scarica elettrica che gli aveva appena attraversato la spina dorsale “Eric ancora non...”
“Beh!! sorprendimi.” lo fermò Jared. “Sei un soldato...trova un modo per conquistarmi!” lo provocò poi e con un gesto veloce, si liberò del peso del compagno , si tirò su e dopo averlo fissato malizioso, fece per andare verso il corridoio che portava alla loro camera.
Jensen si tirò su anche lui. Su di lui ancora lo sguardo del compagno. “E se volessi arrendermi a te, invece!” fece.
Jared sorrise quasi in modo impertinente , decisamente accattivante.
“Pessima idea...non sai quanto siano intense e peccaminose le storie da...trincea, molto stile Hemingway!!” parafrasò, rubando la battuta al suo personaggio.
“Odio quando citi le battute dello show!!” lo ammonì infatti, Jensen.
“Non è vero!!..lo ami!” lo provocò.
“No, io amo te!” precisò Jensen.
“E allora vieni di là con me!” disse sfilandosi la camicia che indossava. “Basta parlare, soldatino!” scherzò.
“Come vuoi tu, cowboy!” rispose a tono.
Poi la porta della loro camera da letto si chiuse alle loro spalle e fu….una notte decisamente e meravigliosamente movimentata.

 


Per il mondo e per entrambi
ho confessato un desiderio che sognavo, un amore migliore….

Ma non c’è niente di meglio del tuo amore!”

(Better Love, Hozier)


 
   
 
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