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Autore: Lyneea    01/09/2020    0 recensioni
Piccola Dramione natalizia ambientata pochi anni dopo la fine della guerra.
Sono passati più di cinque anni dalla fine della guerra e a pochi mesi dalla fine del conflitto Hermione è scomparsa dal mondo magico senza lasciare alcuna traccia. La magia ha tolto molto alla riccia e la ragazza non è riuscita a sopportare oltre di vivere in quel mondo che le aveva portato via l’amore dei genitori, gli amici e quello che pensava essere l’amore della sua vita.
Draco invece si è rifatto una nuova vita, trasferendosi a New York e diventando uno stimato medimago.
L’invito al matrimonio del suo migliore amico Blaise, porterà Draco a tornare a Londra proprio a qualche giorno dal Natale e dopo un incontro “con il destino”, il biondo incontrerà anche la sua anima gemella proprio nel posto dove meno si sarebbe aspettato.
Nota dell’autrice: In questa storia non sarà presente Ron. Per una volta ho deciso di far scomparire il rosso dalla mia storia visto che quando è presente nelle mie storie non finisce mai bene.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Buonasera a tutti,
Quale miglior giorno se non il primo settembre per pubblicare un nuovo capitolo? Come tutti i potterhead , ogni anno torno "a casa" in questo giorno, quindi ho pensato fosse il giorno più appropriato per tornare a fare quello che amo di più: scrivere.
Chiedo immensamente scusa per il tempo che ho fatto trascorrere prima di aggiornare questa storia. Nella mia mente quando avevo pensato a questa storia l'avevo immaginata come una breve storia natalizia ma poi, come spesso accade quando scrivo, nella mia testa la storia si era complicata tanto da non permettermi di terminarla in tempi (natalizi) accettabili.
Così è rimasta lì, con mezzo capitolo pronto, in un angolo della mia mente senza più essere continuata.
Per fortuna qualcuno mi ha fatto notare l'enorme lasso di tempo passato da quando avevo pubblicato il capitolo precedente, spronandomi così a terminare il mezzo capitolo che avevo pronto.
Spero che il risultato non vi deluda e ringrazio quelli che hanno avuto la costanza di aspettare il proseguo di questa storia.


Buona lettura

Lyn


 

 

Capitolo 3 
Sogno o non sogno, questo è il dilemma...

 

 

L'ultima cosa che avrebbe desiderato Hermione quella mattina era che la sveglia suonasse strappandola al suo sogno. Con un colpo secco la riccia mise a tacere il marchingegno babbano e si girò dall'altra parte mettendosi il cuscino sulla testa. Dopo dieci minuti di tentativi di riaddormentarsi la ragazza capitolò e si alzò dal letto. Nell'alzarsi il galeone, che era rimasto nelle sue mani per quasi tutta la notte, cadde a terra tintinnando. Subito la riccia lo raccolse, mettendosi a guardarlo attentamente. Quella piccola moneta l'aveva riavvicinata alla magia. Quella piccola moneta l'aveva avvicinata per la prima volta a Malfoy. Un solo oggetto, all'apparenza comune aveva avuto il potere di far accadere due cose che la donna non avrebbe mai neppure sperato di realizzare. Strinse tra le sue mani la moneta sospirando. In entrambi i casi quell'avvicinamento non era stato doloroso come Hermione aveva temuto un tempo. Se solo le fosse tornato un po' di quel coraggio che gli appartenenti alla sua casa avevano sempre dichiarato di avere, forse lei avrebbe potuto tornare sui suoi passi. Presentarsi dai suoi vecchi amici e chiedere scusa per come era sparita. Oppure levarsi la maschera davanti a Malfoy e fargli sapere chi era in realtà. Il problema era che lei non pensava di averne conservato nemmeno un briciolo di quel coraggio. Sospirando ripose con cura la moneta sotto il cuscino. Visto il suo potere la cosa più saggia era non portarsela in giro, ma tenerla a casa dove non avrebbe rischiato di perderla.
Andò a sciacquarsi la faccia in bagno per schiarirsi le idee e mentre si guardava allo specchio, le tornarono in mente sprazzi di quello che era avvenuto la sera prima, quello strano sogno in cui si era connessa con la mente di Malfoy.

Inizio Flashback
«Lo so che è difficile da credere, ma ti assicuro che è la verità. Finché terrai con te quella moneta potremo incontrarci ogni notte nei nostri sogni.»
Hermione rimase in silenzio per molti istanti, guardando shoccata il padrone del sogno. 
«Immagino che pensi di essere impazzita...» Esclamò il biondo vedendo che non diceva una parola.
«Impazzita no, magari è solo un effetto collaterale dello champagne di questa sera. Te l'ho detto che reggo poco l'alcol.» Spiegò la donna sorridendo.
«Beh non penso che possa essere questo il caso. Dovresti avere un'immaginazione davvero fervida per elaborare un sogno talmente strano non trovi?» Chiese il biondo alzando un sopracciglio.
«Non mi conosci. Ho davvero molta inventiva quando mi ci metto.» Rispose la riccia. Anche se non era sicura che quello potesse essere un qualcosa di più di un sogno, era meglio non rischiare. Se avesse rivelato la verità a Draco credendo che fosse solo frutto della sua immaginazione e poi avesse scoperto che in realtà era tutto vero, avrebbe rovinato quello strano rapporto che era nato con lui.
«Va bene "Miss Jean", per dimostrarle che non è colpa dell'alcol questo strano sogno domani verrò al locale e le racconterò tutto quello che è successo qui stanotte.» 
A quell'affermazione Hermione ammutolì a disagio e, nonostante la maschera, il biondo colse il cambio di umore della sua "ospite." « Cosa ho detto di sbagliato?» Domandò perplesso.
«.Non vorrei che te la prendessi, ma mi mette a disagio l'idea che tu possa tornare al locale.» Confessò la riccia incerta.
« Per quale motivo?» Chiese il biondo facendosi attento.
«Ti ho già detto ieri sera che mi infastidisce ricevere del denaro per passare la serata in tua compagnia e poi...» 
«E poi?» Ripeté Draco attento a cosa potesse turbare la ragazza così tanto nella sua compagnia nel mondo reale.
«Stasera dopo che sei andato via ho avuto qualche problema...» 
«Che genere di problema?» Domandò il biondo cercando di non far vedere i sentimenti che stava provando in quel momento.
«Come tu sai io sono una cameriera diciamo "anomala" per il tipo di locale in cui lavoro. Sono riuscita ad ottenere questo lavoro più che altro per la mia diligenza nello svolgere i compiti assegnati, oltre che per la puntualità e l'onestà...» Esclamò Hermione titubante su come spiegare al meglio la difficile posizione in cui si trovava.
«Sento che nel tuo discorso si nasconde un ma...» La incitò lui sempre più curioso e nervoso di scoprire che problemi avesse avuto la ragazza a causa della sua visita.
«Ma questa è una condizione che può mutare da un momento all'altro. Vedere dalle telecamere la nostra serata ha portato il signor Morgan a credere che io potessi uniformarmi al ruolo che hanno le altre ragazze al locale. È stato molto difficile convincerlo del contrario e penso che se la nostra serata dovesse ripetersi non riuscirei più a mantenere il mio ruolo di "solo" cameriera lì.» Confessò la riccia imbarazzata.
«Ad essere sincero sarei molto tentato di venire al locale a dare una bella lezione a quel viscido individuo...» Replicò Draco tentato di usare addirittura la bacchetta per far ragionare quel disgustoso babbano. «Ma capisco il tuo punto di vista e per ora mi terrò lontano da quel posto.» Asserì l'uomo piuttosto infastidito.
«Ti ringrazio...» Mormorò lei più tranquilla.
«Posso farti però una domanda. Da quel poco che ti ho conosciuto mi sembri fuori posto in quel luogo. Voglio dire sei intelligente, sveglia e penso che troveresti con facilità un lavoro più adatto a te. Perché quindi continui a stare in un posto dove chiaramente le tue qualità non sono per niente apprezzate e dove devi lottare per mantenere la tua identità...» Non riuscì a trattenersi dal dire il biondo.
«Non sempre si può fare quel che si vuole. Ho dovuto smettere di sognare e tornare con i piedi per terra. » Commentò amara la donna. «Il lavoro dal signor Morgan mi fa guadagnare abbastanza per mantenermi e "vivere" dignitosamente.» 
«Si ma il tuo è vivere o solo sopravvivere?» Domandò il biondo in tono serio. «La felicità può essere trovata, anche nei tempi più bui, se ci si ricorda solo di accendere la luce... » 
Hermione rimase shoccata nel sentire Draco Malfoy citare Albus Silente. Il mondo si era proprio ribaltato: lei era diventata una cinica che sopravviveva alla meglio nel mondo babbano mentre Malfoy citava Albus Silente e aiutava gli altri come medimago. Questo pensiero la fece sentire ancora più misera di come si fosse sentita negli ultimi anni.
«Belle parole... Vorrei poter vivere anche io in un mondo dove si può ancora sognare, dove si può cercare la felicità invece che accontentarsi di trovare un lavoro che ti permetta di pagare i conti e mangiare tutti i giorni.» 
«Ma tu stai vivendo in un mondo dove si può ancora sognare! Guardati intorno, se è possibile incontrare una persona "importante" in sogno, se è possibile ancora credere in un po' di magia come quella che ci ha permesso di ritrovarci qui oggi, allora è possibile anche cambiare il proprio destino e vivere!» Esclamò il biondo accalorato. Non sapeva nemmeno lui per quale motivo, ma tutta quella rassegnazione che aveva visto nei suoi occhi lo addolorava. In fondo era solo una sconosciuta babbana di cui non conosceva nemmeno il volto. In qualche modo però Draco sentiva di dover aiutare quella donna, di voler aiutare quella donna a rinascere dalle sue ceneri. Se ad uno come lui era stata data la possibilità di reinventarsi , questa chance doveva essere data sicuramente anche a Jean.
« Peccato solo che fra poche ore dovrò svegliarmi e tutto questo non sarà altro che un ricordo...» 
«Senti, capisco il motivo per cui tu non voglia che io torni al locale, ma possiamo sempre incontrarci al di fuori di tutto questo. Vediamoci per un caffè domani così avrò modo di darti la conferma che tutto questo non è solo frutto della tua spiccata immaginazione.» Disse il biondo prendendole la mano con un gesto impulsivo.
Nonostante Hermione sentisse dentro di se il forte desiderio di accettare quella proposta e "mettersi a nudo" davanti a Draco, la paura di rivedere il vecchio, crudele Malfoy che la tormentava ai tempi della scuola prese il sopravvento.
Sospirò, scuotendo piano il capo. «Mi dispiace ma non mi sento pronta a vederti "nel mondo reale".» Mormorò impacciata abbassando lo sguardo.
«Posso sapere perché?» Chiese l'uomo divorato per la prima volta dopo tanto tempo da quel senso di inadeguatezza che lo aveva perseguitato fin da quando era un ragazzino. « Ho forse frainteso la situazione?» Dopotutto aveva pagato per passare del tempo con lei e forse, nonostante con le sue parole avesse giurato il contrario, per lei la serata appena conclusa poteva essere stata solo un obbligo.
Quella domanda spinse Hermione a rialzare lo sguardo. Non era questo che voleva che lui pensasse. Perché nonostante la situazione fosse abbastanza assurda, la riccia doveva ammettere che lui non aveva frainteso per niente la situazione. « Non hai frainteso la situazione Draco... È solo che sono sicura che quando mi vedrai in volto perderai tutta questa voglia che hai di incontrarmi e sinceramente non voglio che questo accada...» 
«Sono sicuro che non accadrà Jean.» Esclamò lui più sereno. Si avvicinò a lei non staccando nemmeno per un secondo lo sguardo e le prese il viso tra le mani. «Ho smesso di dar peso all'apparenza ormai da molto tempo.» Aggiunse Draco avvicinando le labbra a quelle di lei e baciandola con una dolcezza che Hermione non avrebbe mai associato all'algido principe delle serpi che conosceva ai tempi di Hogwarts. 
Fine Flashback 


Hermione arrossì violentemente ripensando a quel bacio. Era stato inaspettato ma molto piacevole. La donna si chiese con sempre più urgenza se quello che aveva vissuto la notte precedente fosse veramente solo frutto della sua immaginazione o se invece ci fosse qualcosa di vero.
Pur avendo vissuto a stretto contatto del mondo magico per parte della sua vita, la donna non aveva mai sentito di una moneta in grado di fare qualcosa di simile a quello che era successo la notte precedente. Era anche vero però che quel bacio le era sembrato terribilmente vivido e reale, molto diverso dai sogni che era solita fare.
Ad un certo punto della "serata", Hermione era stata quasi tentata di rimangiarsi la richiesta che aveva fatto a Draco di non tornare al locale tanta era l'urgenza di sapere se quello fosse stato solo un sogno oppure no. Poi però la razionalità aveva preso il sopravvento e la donna aveva desistito. La cosa migliore era lasciare le cose come stavano e vedere come si sarebbe evoluta quell'assurda situazione.
Come era solita fare, anche quel giorno Hermione si recò al lavoro diurno con largo anticipo rispetto all'orario di inizio del turno. Alla donna non era mai piaciuto arrivare troppo a ridosso con l'inizio del lavoro . Questa era una caratteristica caratteriale che era rimasta immutata nel tempo fin da quando frequentava Hogwarts.
«Per fortuna sei arrivata Jean!» Esclamò Nadine, una delle colleghe con cui Hermione si trovava meglio a lavorare.
«Perché? Non mi dire che mi sono persa l'ennesimo divo dello spettacolo che è venuto qui a prendere un caffè.» La babbana seguiva molto i personaggi del mondo dello spettacolo londinesi ed era capitato più di una volta che fosse convinta di aver riconosciuto qualche attore o cantante famoso e che si fosse messa ad inseguirlo per mezza Londra fregandosene di finire il proprio turno di lavoro. Hermione in quei casi l'aveva sempre coperta con il titolare. Nadine, sebbene eccentrica per i suoi standard le era molto simpatica e quando poteva le dava volentieri una mano. 
«No, magari fosse un divo... C'è un tipo "strano" al tavolo 3. Indossa un assurdo mantello nero dal quale ho intravisto uno strano oggetto. Sembrava una specie di punteruolo in legno.» Esclamò preoccupata la donna. «Ha preso solo del caffè che non ha praticamente toccato e quando gli ho chiesto se desiderava altro mi ha chiesto se oggi lavoravi... Secondo me è uno squilibrato Jean, voglio dire chi indossa al giorno d'oggi un mantello e va in giro con un punteruolo in legno. Secondo me è un emulatore di Jack Lo Squartatore.» 
Sentire quelle parole fece avere un moto di terrore nella strega. Qualcuno era riuscito a scoprire la sua nuova identità ed era venuto a cercarla. Il primo che le venne in mente fu Draco Malfoy. Lo aveva sempre ritenuto una persona intelligente anche quando la perseguitava ai tempi della scuola. Forse si era tradita la sera precedente e aveva dato un indizio su quale fosse la sua occupazione diurna. In quel caso non poteva farsi vedere da lui altrimenti l'avrebbe riconosciuta come Hermione Granger e sicuramente non l'avrebbe presa molto bene. Oppure, cosa ancora più grave, aveva già capito chi fosse in realtà. Dopotutto a scuola girava voce che il rampollo dei Malfoy fosse un Legismen molto dotato che sotto l'ala di Piton era diventato ancora più inarrestabile. Magari aveva trovato il modo di leggerle la mente anche tramite quello strano sogno ed era giunto lì per sbugiardarla. Visto che il bacio era stato così vivido magari c'era più libertà di movimento rispetto ad un sogno normale. Hermione si rese conto di stare andando in paranoia. Doveva calmarsi e capire innanzitutto di chi si trattasse. «Nadine calmati, non penso che Jack Lo Squartatore andasse in giro con punteruoli di legno...» Disse alla babbana nel tentativo di calmarla.
«Adesso dimmi, per caso questo cliente bizzarro ha i capelli biondo chiaro quasi bianchi e gli occhi azzurri simili al mare quando c'è una tempesta?» 
«No... veramente è moro e gli occhi mi sembravano verdi.» Rispose la babbana guardando l'amica con curiosità. «È la prima volta però che ti sento fare una descrizione così vivida degli occhi di qualcuno. C'è forse un amore all'orizzonte?» Domandò guardando maliziosamente l'amica. Le due si conoscevano ormai da più di quattro anni, ma era la prima volta che Nadine sentiva la donna parlare in quel modo di qualcuno.
«Ma... ma quale amore all'orizzonte.» Rispose Hermione balbettando. Sentiva le guance andarle in fiamme per l'imbarazzo.
«Tornando all'argomento "serial killer", il tipo bizzarro ha una strana cicatrice sulla fronte e porta degli occhiali rotondi che andavano di moda una ventina di anni fa... Che facciamo? Chiamiamo la polizia?» 
Qualsiasi dubbio sull'identità dello strano cliente vennero dissipati da quell'ultima descrizione. «No... penso di conoscerlo e ti assicuro che è innocuo.» Esclamò mettendosi la giacca della divisa. «Ci penso io.» Senza dar peso alle proteste della babbana, la riccia si diresse verso il tavolo del "tipo strano". 
Nonostante fosse di schiena, Hermione riconobbe subito quello che in un'altra vita era stato il suo migliore amico.
Arrivò fino quasi in prossimità del tavolo del mago quando ebbe un attimo di titubanza. Non sapeva proprio come iniziare, non sapeva come approcciarsi con lui. In fondo era scappata via senza nemmeno salutarlo e averlo rivisto qualche sera prima le aveva già provocato una fitta di nostalgia. Nonostante questo però la riccia pensava che fosse troppo tardi per tornare indietro sui suoi passi. Aveva rinunciato alla magia e lo scotto da pagare era quello di dover rinunciare anche ai suoi amici. 
«I caffè babbani non sono certo buoni come quelli che fanno a Diagon Alley, forse dovresti prendere una cioccolata...» Mormorò impacciata per rompere il ghiaccio. 
Harry si girò illuminandosi in volto non appena riconobbe Hermione. Incurante del posto dove fossero, si alzò dal tavolo e abbracciò stretta la sua migliore amica. «Ero sicuro che fossi tu Jean Granger...» Mormorò il moro al suo orecchio.
Hermione rimase spiazzata da quel gesto così spontaneo. Erano passati molti anni da quando qualcuno l'aveva abbracciata e tornare tra le braccia dell'amico fu quasi come tornare a casa dopo tanti anni.
«Harry... sto lavorando...» Mormorò cercando di contenere l'emozione provata in quel momento. Per la seconda volta nel giro di pochi giorni sentiva il desiderio incontrollabile di tornare sui suoi passi e questo desiderio illogico , visto quanto male le avesse fatto quel mondo, le faceva molta paura.
«Hai ragione scusa...» Rispose il moro staccandosi immediatamente da lei. «Ma non dovevi iniziare fra venti minuti?» Aggiunse poi tirando fuori uno strano orologio a cipolla dal taschino.
Hermione vide con la coda dell'occhio la sua collega babbana sgranare ancora di più gli occhi. Sicuramente l'aver visto quello strano oggetto aveva fatto convincere ancora di più la donna di essere davanti ad un serial killer emulatore di Jack Lo Squartatore.
« Ma non vi fanno lezioni di babbanologia in accademia? Metti via quell'orologio che la mia collega pensa già di trovarsi davanti ad un nuovo Jack Lo Squartatore e questi oggetti retrò non aiutano.» Eppure Harry era cresciuto fra i babbani. Come aveva potuto pensare di passare inosservato vestito in quel modo. «Come fai comunque a sapere quali sono i miei orari?» Chiese poi alzando un sopracciglio.
Il moro si grattò la nuca a disagio. «Hai ragione... Ero così nervoso oggi che non ho pensato a mettere qualcosa di un po' meno appariscente e Daphne stamattina aveva un impegno di lavoro ed è uscita presto. Lei sicuramente avrebbe notato il look troppo eccentrico per il centro di Londra.» Disse lui parlando a raffica. Era evidente che quell'incontro lo aveva messo in agitazione più del dovuto. «La verità è che conosco il tuo orario perché ho assunto un investigatore babbano per trovarti. Era fondamentale che riuscissi a trovarti in tempi brevi.» 
«Daphne?» La riccia scandagliò la memoria cercando di capire di chi stesse parlando il moro. Non ricordava di nessuna Daphne ai tempi della scuola e poi che fine aveva fatto Ginny. I suoi dubbi aumentarono ancora di più quando sentì l'amico dire che aveva assunto un investigatore per rintracciarla. « Investigatore? È successo qualcosa di grave?» 
Harry si diede dell'idiota per aver nominato la compagna. Non che fosse un segreto che lui e Daphne Greengrass si frequentassero, ma Hermione mancava dalla sua vita da così tanto tempo ed era meglio cominciare a raccontare le cose per gradi. « Vedi, molte cose da quando sei andata via sono cambiate... Io e Ginny non stiamo più insieme e Daphne è il nome della mia nuova compagna. Ti sono venuto a cercare sotto richiesta proprio di Ginny. Lei sta per sposarsi e vorrebbe averti accanto quel giorno.»
L'espressione facciale della riccia mutò repentinamente sentendo quelle affermazioni. «Tu e Ginny non state più insieme e lei si sposa con un altro? Cosa diamine vi è successo?» Domandò alquanto shoccata.
«Beh, diciamo che è stato merito tuo...» Rispose il moro.
Hermione non lasciò il tempo all'amico di finire la frase che subito ribatté: « Non darmi colpe della tua rottura con Ginny, io nemmeno c'ero.» Esclamò risentita.
« Io non ho parlato di colpe ma di meriti... Con la tua scomparsa ci siamo resi conto di stare insieme perché era quello che si aspettavano tutti da noi due. Ormai eravamo più fratello e sorella che una vera coppia.» 
La riccia fece mente locale su quanto appreso negli ultimi giorni al club e quello che gli aveva appena detto il vecchio amico e aggiunse: «Quindi Ginny sposerà una serpe mentre tu stai con una nuova ragazza di nome Daphne...Aspetta non mi vorrai dire che la tua Daphne è per caso l'algida regina delle serpi dei tempi della scuola Daphne Greengrass?» 
«Ti beccheresti una bella fattura se ti sentisse chiamarla così...» Esclamò Harry ridacchiando. Poi colse anche la prima parte della sua affermazione e aggrottò la fronte. «Scusa ma tu come facevi a sapere che Ginny sposerà un serpeverde. Io non te l'ho detto.» Aggiunse pensieroso.
Hermione si diede dell'idiota. Lei non avrebbe dovuto sapere di Zabini. Era in difficoltà ma il pensiero di confessare che si fossero incontrati inconsapevolmente solo pochi giorni prima la mise ancora più a disagio. Aveva avuto la possibilità di farsi riconoscere almeno da Harry al locale ma si era vergognata di come si guadagnava da vivere. «Ho fatto uno strano sogno giorni fa... Ginny e Zabini che si sposavano e quando tu mi hai detto che lei stava per sposare un altro... Beh ho pensato a lui. Ma magari il mio sogno non c'entra nulla.» Non era mai stato brava a dire bugie ma in quel momento la fortuna sembrava dalla sua. Harry era così contento di averla ritrovata dal non capire l'inganno.
«L'ho sempre detto che la Cooman si sbagliava quando diceva che non eri portata per la divinazione » Esclamò Harry distendendo il volto.
Hermione sentì i muscoli facciali che si rilassavano. Per fortuna il moro aveva creduto alla sua spiegazione. La donna ripercorse con la mente tutto quello che Harry le aveva detto da quando lo aveva rincontrato e capì che doveva mettere un freno a tutte quelle informazioni, perché più lo sentiva parlare e più desiderava ritornare a far parte del suo mondo e questo la donna lo riteneva impossibile. «Mi dispiace Harry...» Mormorò quindi di punto in bianco abbassando lo sguardo. «Ma non posso presenziare al matrimonio di Ginny. Scusati da parte mia con lei ma la cosa è impossibile.» Detto questo si alzò e sempre senza guardarlo aggiunse: «Ora devo tornare al lavoro. Mi ha fatto piacere sapere che le cose ti vanno bene..» Non riuscì a terminare la frase che lui le bloccò un polso. 
«Perché Hermione? Perché non puoi tornare almeno per un giorno a far parte delle nostre vite?» Chiese serio in volto. Tutta la spensieratezza provata poco prima era stata dissipata dalle sue ultime parole.
« Perché non sono più una strega, non faccio più parte del tuo mondo. Non posso tornare "indietro" dalla decisione che ho preso.» Disse lei sospirando rammaricata.
«Non dire assurdità! Puoi scappare finché vuoi dal mondo magico ma non potrai mai smettere di essere una strega. Ancora non riesco a capire perché il solo fatto che Ron fosse un idiota ti abbia spinto a rompere i legami con tutti e scappare via da quella che è stata una famiglia per gran parte della tua vita.» 
Hermione strattonò il polso riuscendo a liberarlo dalla presa dell'amico. « Ormai ho deciso, quindi scusati con Ginny ma dovrete fare a meno di me al suo matrimonio.» Esclamò la riccia allontanandosi definitivamente dal tavolo del moro.
Harry rimase seduto al tavolo ancora quasi un'ora e in quel lasso di tempo Hermione non si avvicinò più a lui. La donna aveva mandato l'altra cameriera a prendere un eventuale ordinazione e quando lui aveva domandato di essere servito da "Jean", la ragazza molto poco diplomaticamente gli aveva detto di considerarsi fortunato che la sua collega non avesse voluto chiamare la polizia perché da quello che aveva visto lei durante il loro incontro, ci sarebbero stati gli estremi per una bella denuncia.
Alla fine sembrava che Harry si fosse arreso. Si era alzato dal suo posto e, dopo averle lanciato un'ultima occhiata da lontano, era sparito tra la folla londinese di metà pomeriggio.
Hermione, ancora frastornata dal colloquio con l'ex migliore amico, era stata taciturna per tutto il turno e aveva tirato un sospiro di sollievo quando era giunta finalmente l'ora di andare a casa.
Dopo essersi cambiata, la donna s'incamminò verso la fermata della metrò. Per fortuna quel giorno avrebbe avuto un po' di tempo in più rispetto al solito prima di andare al club. Sentiva il bisogno di farsi un rilassante bagno caldo dopo tutte le emozioni avute durante quella giornata. 
La riccia stava passando accanto ad un vicolo quando d'un tratto si sentì trascinare al buio nella stradina angusta. Avrebbe voluto urlare ma c'era qualcosa di indefinito che le copriva la bocca con forza, impedendole di emettere un fiato. Fu solo quando Harry tirò giù il cappuccio del suo mantello dell'invisibilità che la donna cominciò a capire cosa le stesse capitando. Il moro non era tornato alla carica da solo. Insieme a lui c'era la sua fidanzata ai tempi di Hogwarts, Ginny. Il giovane Auror lasciò andare la presa sulla sua bocca e poi si scostò in modo che la sua ex fidanzata potesse avvicinarsi ad Hermione.
La rossa non disse una parola, si limitò a stringere quella che aveva sempre considerato una sorella, tra le sue braccia.
«Ginny...» mormorò la riccia con la voce impastata per l'emozione rispondendo al suo abbraccio. Era stato già così difficile tenere a distanza Harry poche ore prima. Se ci era riuscita era stato solo perché sul luogo di lavoro non poteva certo avere quel tipo di dimostrazioni di affetto e questo l'aveva aiutata a darsi un contegno. In mezzo a quel vicolo però, la riccia sentì che pino, piano, tutte le difese che si era creata per proteggersi stavano cedendo.
Harry sembrò non aversene a male per la reazione molto diversa che aveva avuto la riccia a quella dimostrazione d'affetto da parte di Ginny. Aveva capito che non avere nessuno sguardo indiscreto addosso avesse portato Hermione ad una reazione più rilassata e sincera rispetto a quella che aveva avuto al caffè dove lavorava. L'uomo decise anzi di unirsi a quell'abbraccio e sentì Hermione trattenersi a stento dal singhiozzare. Forse insieme, lui e Ginny sarebbero riusciti a convincere l'amica a tornare sui suoi passi.
«Oh Hermione, non sai quanto mi sei mancata.» Mormorò la rossa tranquillizzandosi tra le sue braccia. Quando Harry le aveva parlato della reazione che l'amica aveva avuto poche ore prima, Ginny aveva veramente temuto di non riuscire a convincerla a cambiare idea. Sentendo però la sua commozione in quel momento, il suo cuore ricominciò a sperare di poter riavere indietro "sua sorella" almeno per un giorno.
«Anche tu... anche voi.» Si ritrovò a dire sincera la donna. Le parole erano uscite senza che lei riuscisse a metterci un freno.
La rossa scostò l'amica quel tanto che bastava da riuscire a guardarla negli occhi. «So che è anche colpa mia se te ne sei andata e di questo non riuscirò mai a perdonarmi.» 
«Colpa tua?» Domandò stupita la donna. «E perché mai? » 
«Se avessi seguito l'istinto e ti avessi raggiunto in Australia quando quel cretino di Ron è tornato a casa, non ti saresti sentita abbandonata da tutti.» In quel periodo Ginny aveva già cominciato ad avere le prime avvisaglie che il rapporto con Harry stava mutando, per questo non si era sentita di andare dall'altra parte del pianeta per sostenere l'amica in quel momento difficile. Quando Hermione era sparita si era sentita responsabile di non esserle stata tanto vicino come invece la riccia aveva fatto negli anni precedenti con lei.
Hermione scosse la testa, non aveva mai fatto una colpa all'amica per non averla seguita. 
La riccia stava per dar voce ai suoi pensieri quando le parole di Harry la spiazzarono definitivamente: «Capisco come si sia sentita Ginny. Anche io non sai quante volte mi sia dato dello stupido egoista per non aver rimandato di sei mesi l'accademia per accompagnarti in quel viaggio.» Disse l'uomo accarezzando dolcemente il viso di Hermione. «Sono stato un ingrato oltre che un pessimo amico. Dopotutto quello che tu hai sempre fatto per aiutarmi e sostenermi durante la guerra, non avrei dovuto mettere le mie priorità davanti alle tue.» Aggiunse imbarazzato. «La verità è che dopo la guerra volevo solo un accenno di normalità nella mia vita. Non volevo essere più ricordato solo come il "Salvatore del mondo magico", ma solo come un normalissimo cadetto dell'accademia.» 
«Ragazzi... ormai è acqua passata.» Mormorò la riccia stringendo le mani ad entrambi. In quei sei mesi passati da sola in Australia c'erano stati momenti di sconforto in cui si era sentita abbandonata da loro, ma sentendoli parlare in quel modo aveva capito cosa anche loro stessero attraversando in quello stesso periodo. «Dal punto di vista emotivo il vostro supporto sarebbe stato molto importante, ma nessuno dei due avrebbe cambiato la realtà dei fatti...» 
«Non sono sicura che avere il supporto della "tua famiglia" non avrebbe potuto portare ad esiti imprevisti.» Esclamò la rossa guardando intensamente Hermione. Lei la considerava la sorella che non aveva mai avuto, indipendentemente da come erano andate le cose con il fratello. Non aveva mai avuto il rapporto stretto che aveva avuto con la riccia con nessuna delle sue cognate. Per questo il suo desiderio più grande era quello di averla accanto il giorno che avrebbe sposato Blaise. «In ogni caso forse ti avremmo aiutato ad affrontare meglio quel momento difficile.» 
Hermione dovette ammettere che se avesse avuto accanto Ginny ed Harry durante quel periodo doloroso della sua vita, forse avrebbe preso decisioni meno drastiche rispetto a quelle che aveva fatto all'epoca. «Probabilmente hai ragione ma ormai le cose sono andate in maniera differente.» Mormorò la riccia dispiaciuta. «Ho deciso di allontanarmi dal mondo magico e spero che entrambi possiate rispettare la mia scelta.» Aggiunse cercando di ritrovare un po' di razionalità.
Harry stava per ribattere qualcosa ma fu bloccato da un gesto con la mano da parte della sua ex fidanzata. «Hermione se tu sei felice lontano dal mondo magico, se hai trovato di nuovo un posto dove sentirti "a casa", non è nostra intenzione stravolgere la nuova vita che ti sei creata. Ma la verità è che io ti vorrei accanto a me il giorno delle mie nozze. » Mormorò Ginny stringendo le mani dell'amica. « Ti chiedo solo questo. Poi se non vorrai più mettere piede nel mondo magico o non avrai piacere di rivederci, spariremo dalla tua vita.» 
Quelle parole colpirono molto la riccia. Avrebbe affermato il falso se avesse dichiarato di essere minimamente felice della nuova vita che si era creata. Si era allontanata dal mondo magico per non soffrire più, perché non le fosse portato via nient'altro. Ma da quando aveva preso quella decisione non aveva smesso solo di soffrire, lei aveva smesso di vivere. Si limitava a sopravvivere senza costruire più niente per il futuro. Senza contare che anche se nessuno le aveva portato via i due amici, con il suo gesto lei li aveva comunque persi.
Certo, era un azzardo accettare quella richiesta. Era stato già difficile lasciare la prima volta i suoi amici e aveva paura di non riuscirci una seconda volta. Però rivederli aveva riacutizzato quella forte nostalgia che aveva sentito dopo la prima separazione. Voleva esserci almeno per il matrimonio di Ginny. Dopo tutto quello che entrambi avevano detto no si sarebbe mai perdonata di non essere presente a quella cerimonia.
«Va bene... ci sarò.» Mormorò sorridendo alla futura sposa. «Di solo a tuo fratello di starmi il più lontano possibile. Non voglio dovergli rivolgere la parola nemmeno una volta quel giorno.» 
«Non ti preoccupare, Ron non ci sarà!» Rispose la rossa esultando per essere riuscita a convincere Hermione a presenziare.
«Come, non ci sarà? Hai forse intenzione di ritirare l'invito che gli avevi fatto alle tue nozze?» Chiese la donna preoccupandosi di poter essere la causa di quell'assenza. «Dopotutto è tuo fratello. Mi sembra impossibile che non sia presente.» 
«Sinceramente io non avrei voluto invitarlo. Non abbiamo più un rapporto da quando è scappato in Francia. Mia madre però ha insistito che io lo invitassi. Lui però, come suo solito, mi ha tolto dall'impasse rifiutandosi di venire al matrimonio visto che sposo un serpeverde.» Raccontò la rossa ancora amareggiata per il comportamento del fratello.
Hermione rimase shoccata da quelle parole. Non provava più nulla per Ron ormai da tanto tempo ma sapere di quel comportamento non fece che confermare quanto fosse stata una benedizione quella sua ennesima defezione, tanti anni prima.
Alla fine i tre erano rimasti a parlare insieme a lungo ed Hermione aveva fatto in tempo solo a passare da casa per cambiarsi velocemente, prima di doversi recare al club. Quando entrò dall'entrata di servizio del locale, la donna venne fermata da uno dei buttafuori e venne tirata da parte per parlare senza orecchie indiscrete. 
«Jean, poco fa si è presentato quel tipo con cui ti sei "intrattenuta" ieri sera.» Il cuore della donna cominciò a battere all'impazzata sentendo quelle parole. Certo, anche se razionalmente non era una scelta saggia passare un'altra serata in compagnia di Draco al locale, Hermione non riusciva a sentirsi infastidita per questa iniziativa da parte del biondo.
«Davvero?» Esclamò cercando di fare la faccia più impassibile che le venisse.
«Si, secondo me ti sei andata a scegliere la gallina dalle uova d'oro...» Disse ammiccando. «Ho sempre pensato che tu fossi molto più intelligente di quello che facevi vedere...» Aggiunse con aria sempre più compiaciuta. 
Hermione si spazientì sentendo quelle allusioni e cercò quindi di tagliare corto il discorso con il buttafuori. «Quindi dove si trova?» Chiese cercando di mantenersi calma.
«Dove si trova chi?» Chiese l'energumeno perplesso.
«Il cliente che ho servito ieri sera...» Sicuramente lui invece non brillava certo per il suo intelletto. Fu il pensiero di Hermione in quel momento.
«Ah... lui è andato a casa. Mi ha lasciato una lauta mancia per consegnarti questo bigliettino senza che Morgan lo scoprisse.» Esclamò consegnandole una busta sigillata con la ceralacca. «Se vi servisse di nuovo un messaggero di al tuo amico di rivolgersi di nuovo a me. Da delle mance davvero strepitose.» Aggiunse allontanandosi.
Hermione corse in bagno per aprire con tranquillità la missiva del serpeverde. Ammirò la fattura della carta pergamena con cui era fatta la busta e la raffinatezza del logo dei Malfoy inciso con la ceralacca per sigillare la busta. Se qualcuno dieci anni prima le avesse detto che si sarebbe ritrovata a guardare con tanta ammirazione una busta proveniente da Draco Malfoy probabilmente gli avrebbe riso in faccia.
Dopo aver contemplato a sufficienza la missiva, Hermione si decise a strappare il sigillo e aprirla. 
"Nel caso tu ti fossi convinta di avere una fervida immaginazione...
Draco"
La donna sorrise nel leggere quelle poche parole. Quindi non era stato tutto un semplice sogno. Veramente la notte precedente aveva incontrato Draco Malfoy in quella specie di sogno condiviso e lui l'aveva baciata. Sentì le gote imporporarsi a quel pensiero. Sembrava tutto così surreale quel giorno. Prima " l'incontro" con Malfoy, poi la visita di Harry e di Ginny al suo lavoro e la decisione di partecipare al suo matrimonio. Avere la certezza che anche lo strano sogno della notte precedente fosse vero, le mise addosso una strana sensazione. Non aveva più baciato nessuno dopo Ron, non si era più lasciata coinvolgere da nessuno per paura di essere delusa un'altra volta da qualcuno. 
Il pensiero che da lì a poche ore lo avrebbe rincontrato nei suoi sogni, fece fremere d'impazienza la riccia. Moriva dalla voglia di conoscere qualcosa d'altro su quell'uomo tanto diverso dal ragazzino viziato che la perseguitava da piccola. Sebbene si rendesse conto che le informazioni che riceveva come "Jean" fossero sicuramente edulcorate rispetto alla realtà. Draco non poteva certo mettersi a raccontare di essere un mago e di cosa era cambiato dall'ultima guerra magica ad una babbana qualunque. E in fondo la donna non poteva pretendere niente di più visto che era lei per prima a non avergli detto la verità.

 

 


Eccoci arrivati alla fine di questo terzo capitolo.
Hermione viene strappata via da quello strano sogno dalla sua sveglia. È la prima volta dopo tanto tempo che la donna vorrebbe non dover tornare alla sua quotidianità. L'aver incontrato un uomo così diverso, dal bambino viziato che la insultava da ragazzina sconvolge la riccia. Sembra proprio che i ruoli si siano ribaltati visto che è proprio lui che cerca di spronarla a credere ancora ai suoi sogni e ad avere speranza per il futuro. Questo radicale cambiamento nell'atteggiamento del biondo, spinge Hermione a chiedersi per tutto il corso della giornata se quello che ha fatto sia solo un sogno provocato da quello di cui la donna sente la mancanza.
Le emozioni tuttavia non sono terminate perché a sorpresa, per la seconda volta in pochi giorni, la riccia incontra quello che ha sempre considerato il suo migliore amico. Harry, seppur animato dalle migliori intenzioni, non usa le parole adatte per convincere Hermione a tornare, almeno per un giorno, sui suoi passi. Sarà infatti Ginny a riuscire a far cedere la riccia.
Solo sul finire di quell'emozionante giornata la donna avrà finalmente la certezza di aver condiviso la notte precedente con Draco, caricandola di aspettative per il loro futuro incontro.
Chissà come sarà il loro incontro al matrimonio? Hermione è certamente in vantaggio rispetto al biondo perché sa con chi sta realmente parlando. Nel contempo però la donna è anche in una posizione di maggior fragilità rispetto al medimago per via delle aspettative che il suo cuore potrebbe crearsi inconsciamente per quel incontro .
Quando ho deciso di creare questa nuova storia avevo preventivato che fosse una breve Dramione natalizia. Non ho cambiato idea per quello che riguarda la sua lunghezza, penso quindi di riuscire a finirla in due, tre capitoli al massimo.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia.
A presto
Lyn

 

  
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