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Autore: vanessie    04/09/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

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* Questa storia senza fini di lucro è esclusivamente di mia proprietà. I protagonisti sono personaggi da me inventati nella fanfiction “Following a Star”, che fa parte della serie “Sunlight’s ray parte 1-2-3”. Non è necessario averle lette, ma in “Following a Star” ci sono alcuni capitoli in cui si pongono le premesse per questa storia e in cui avvengono alcune vicende tra i personaggi in età infantile o adolescenziale, quindi vi consiglio di leggere almeno quei capitoli (cap.218, 219, 221, 222, 224, 225, 226, 228, 229). IL CONTESTO IN CUI SONO INSERITI NON HA NULLA A CHE FARE CON LA FANFICTION DALLA QUALE SONO STATI PRESI. Chiunque voglia citare la mia storia è pregato di richiedere l’autorizzazione.

 

Capitolo 1

“Matthew Black”

 

 

POV Kate

Matthew Black era appena tornato in Irlanda. Si trovava a casa dei suoi genitori e sua sorella Jennifer. Quella sera ci avevano invitati per una cena di rimpatrio: mamma, papà ed io. Ero molto in ansia all’idea di vederlo. In quei precedenti sette anni ci eravamo sentiti spesso, sia su Facebook che su Whatsapp, però vederci e parlarci dal vivo era tutta un’altra cosa. Inoltre lui mi piaceva un casino. A dirla tutta mi era sempre piaciuto un casino, fin da quando ero piccola, ma il fatto che le nostre madri fossero migliori amiche, che io e lui fossimo cresciuti insieme e quindi fossimo anche noi migliori amici, mi aveva sempre trattenuta dal seguire il mio cuore. Quando eravamo adolescenti lui si era più volte dichiarato ed io lo avevo sempre respinto, con la scusa che lui fosse un anno più piccolo di me. Il punto non era tanto il fatto che lui fosse piccolo, quanto che avevo paura di perdere la sua amicizia, se le cose non avessero funzionato per il verso giusto. Durante quei sette anni in cui Matt si trovava a New York per frequentare il college, avevo curiosato continuamente sui suoi profili social, soffermandomi sulle fotografie che postava, pensando che fossero semplicemente meravigliose, non solo perché lui amava la fotografia e quindi ricercava lo sfondo ideale, quanto soprattutto perché ero letteralmente ammaliata da lui. Insomma era sempre stato molto carino fin dalla nascita, con i suoi occhioni azzurri e i capelli biondi, che negli anni si erano scuriti, divenendo castani. Durante il nostro distacco però lui era diventato un uomo e aveva cambiato il suo aspetto, strutturando il suo fisico, probabilmente in palestra, e anche i lineamenti del viso erano diversi, più adulti. I capelli si erano scuriti diventando castani, l’aria innocente del suo visetto angelico di quando era un ragazzino del liceo era quasi sparita, sostituendosi con qualcosa di diverso: era fottutamente sexy. E non stavo esagerando. Per queste ragioni ero leggermente in ansia per quella sera, quando lo avrei rivisto non con una semplice fotografia sullo schermo, ma faccia a faccia. Ricordavo ancora il timbro della sua voce, che era cambiata con la crescita, il suono della sua risata, così come l’odore della sua pelle, seppur in maniera sfocata dal passare degli anni.

Insieme ai miei genitori mi recai a casa di Kevin ed Evelyn. Ci accolsero con calore come al solito. Era il 3 luglio, dunque la serata estiva li aveva spinti a organizzare una grigliata di carne e verdure da servire per cena. Kevin indossava infatti un grembiule da cucina. Dopo i convenevoli ci invitarono a seguirli nel giardino sul retro. Appena varcata la porta notai subito vicino al barbecue la figura di un ragazzo di profilo, che indossava una canottiera bianca, un paio di jeans, le cuffie nelle orecchie. Avvampai al solo pensiero e iniziai ad avere la tachicardia. “Sono arrivati gli ospiti Matt” disse sua madre. Lui alzò gli occhi dal barbecue.

 

cap-1

 

Doveva essere una mia suggestione, ma pareva proprio che il suo sguardo fosse puntato su di me. Tolse le cuffie e ci sorrise “Ciao Matt come sei cresciuto” lo salutò mia madre abbracciandolo. Mio padre gli diede una stretta di mano dicendo poi “Wow che bello rivederti!”. Era il mio turno, feci un sorriso appena accennato e mi avvicinai per scambiare due baci sulla guancia. Dovevo avere l’aspetto di un peperone. Evelyn si allontanò con mia madre per parlare vicino alla tavola imbandita. Kevin invece restò con mio padre al barbecue, invitandoci a sederci o allontanarci per parlare. Seguii Matt fino al dondolo che si trovava vicino all’estremità destra del giardino. Ci sedemmo posizionandoci lateralmente, per poterci guardare negli occhi e adesso ero fottuta, gli occhi erano sempre stati il punto forte del suo viso, con quel colore del cielo. Gli sorrisi con l’imbarazzo alle stelle, era così bello e aveva un profumo buonissimo.

 

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“Com’è andato il viaggio?” gli domandai per rompere il ghiaccio “È andato bene, sono atterrato a Dublino nella notte, per fortuna senza ritardi” “Mi fa piacere” risposi. “Come stai, Kate?” “Sto bene. E tu?” “Anch’io sto bene” “Come procedono i tuoi studi al college?” chiesi “Sai che mi sono laureato in medicina e chirurgia un anno fa. Adesso ho appena finito il primo anno della scuola di specializzazione in pediatria. Sono in pari con gli esami e dovrò affrontare il secondo anno, dopodiché potrò cominciare a lavorare. In realtà già lo faccio, perché durante gli studi è concesso fare il tirocinio in ospedale” spiegò. “Sì ricordo che mi avevi parlato del fatto che vi fanno stare al pronto soccorso” risposi. “Il tuo lavoro invece come procede?” “Bene anche se purtroppo trovare un posto fisso è molto difficile, per cui in questi anni ho cambiato più di un lavoro, in ogni caso adesso mi trovo bene, ho conosciuto delle colleghe molto carine e ho fatto nuove amicizie” spiegai. Lui annuì e mi rivolse un sorriso. Ero così imbarazzata…sorrisi anch’io e distolsi lo sguardo, puntandolo verso le nostre madri. “Tutto ok, Kate?” “Sì sì, scusami” “Ti vedo un po’ strana stasera a dire il vero” puntualizzò. “È solo che…non so cosa dire perché sono un po’ in imbarazzo” confessai “Perché?” “Perché non ci parliamo faccia a faccia da tanto tempo” “E quindi? Ci siamo parlati tante volte tramite Whatsapp e Facebook” affermò.

 

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“Questo è vero, ma è diverso, anche perché inizialmente ci parlavamo per telefono, poi con il passare degli anni ci siamo solo scritti” “Non capisco perché sei in imbarazzo, sono lo stesso ragazzo che hai salutato quando sono partito per gli Stati Uniti. Sono la stessa persona con cui sei nata e cresciuta fino ai tuoi 19 anni e ai miei 18. Sono ancora il tuo migliore amico o almeno lo spero” disse. “Hai ragione Matt, il problema sono io, non sei affatto tu. Il punto è che non ci vediamo da tanto tempo, sono passati sette anni, quindi devi solo darmi del tempo per riabituarmi” “Hai tutto il tempo che vuoi” precisò. Gli sorrisi “Sai che hai le guance molto rosse?” chiese. “Ohhhhh sì che lo so, fa parte del mio attuale imbarazzo” “Okay, anche se ancora non ho ben capito di cosa ti vergogni” “Beh se proprio vuoi saperlo, il punto è che sei diverso da quando avevi 18 anni” ammisi “Diverso in che senso? Ti assicuro che sono sempre lo stesso, non sono cambiato” “Sì sei diverso, non parlo del tuo carattere, mi riferisco al tuo aspetto, insomma sei diventato davvero…” mi interruppi “…molto carino” riuscii a finire la frase, vidi chiaramente che trattene un sorriso “Wow grazie” rispose. “È la verità” ribadii.

 

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La nostra conversazione venne interrotta da Evelyn che ci richiamò a tavola. L’argomento della serata fu ovviamente Matthew. I miei genitori gli fecero molte domande in merito ai suoi studi, ai suoi progetti, alla sua vita newyorkese. Era affascinante sentirlo parlare con quella passione del suo sogno infantile di diventare un pediatra. Era sempre stato un tipo intelligente ed io sapevo che sarebbe riuscito a realizzare quel desiderio, che adesso era vicinissimo da raggiungere. Era altrettanto bello sentire come si fosse ambientato in una città lontana e molto diversa dalla sua. Aveva fatto nuove amicizie, era riuscito a cogliere la cultura e le tradizioni americane. Nel suo processo di cambiamento non c’era solo l’aspetto, che ovviamente era mutato con la crescita. Si vedeva che era cambiato anche nel modo di vestire, nel modo di approcciarsi agli altri, nel modo di pensare. Tuttavia riuscivo ancora a scorgere quel ragazzino con il quale ero cresciuta. La grigliata di carne e verdure fu molto appetitosa, ce la gustammo tutti per poi passare al dolce. Quando venne il turno degli alcolici di fine pasto, tornai dentro casa con mia madre ed Evelyn per riportare le stoviglie sporche. “Tesoro non preoccuparti” mi ammonì Evelyn “Torna pure in giardino con Matt” concluse. Feci come voleva. Mi avvicinai a lui, che si era appena alzato da tavola.

 

cap.1n2

 

Tornammo a sederci sul dondolo, insieme ad una bottiglia di birra. Per fortuna avevo ritrovato la calma, le guance rosse erano sparite. “Sono sicura che i nostri amici sono felicissimi di rivederti” iniziai a dire “Sono felice anch’io per il fatto che domani sera li rivedremo. Ci sarai?” mi chiese. “Sì, verrò” “Credevo che uscissi con il tuo ragazzo” “Non domani, non posso perdermi il tuo ritorno nel gruppo” precisai. “Thomas, giusto?” “Sì” “Vi ho visti sulle foto di Facebook” affermò “Uno di questi giorni te lo presenterò dal vivo” “Da quanto tempo state insieme?” “Da quasi due anni” “Avete già dei progetti per il futuro?” “Stai alludendo al matrimonio?” chiesi divertita “Qualcosa del genere” “No, non ancora, è troppo presto e poi non penso sia un suo progetto dopo la sua ultima esperienza” chiarii. “In che senso?” “Avrai notato che Thomas è più grande di me” affermai “Sì, ma non so quanti anni abbia” “Trentasei. Ha dieci anni più di me” “Non pensavo fossero così tanti” ammise. “Sai lui è…separato, ha già un matrimonio alle spalle” “Davvero? Ma ha anche dei figli?” “Una figlia” confessai. “Ohhh, cioè voglio dire…è normale che un uomo di trentasei anni abbia avuto già delle esperienze molto serie alle spalle, ma non immaginavo che avesse una famiglia” “Beh è così” “Ma come mai si sono separati, se non sono indiscreto?” “Lui dice che non andavano d’accordo” raccontai. Matt diede un sorso alla bottiglia di birra e tornò a osservarmi “Conosci sua figlia?” domandò “No, non voglio mettere in mezzo una bambina fino a quando le cose tra noi non saranno diventate serie al 100%” spiegai “I tuoi genitori che dicono?” mi chiese. “Conoscono Thomas e sanno della nostra differenza d’età e del fatto che sia separato” “Non gli hai detto della figlia?” domandò. Scossi la testa “Non ancora” “Penso che dovresti farlo” “Lo farò…capisci che già non sono felicissimi per il fatto che sia stato sposato” “Perché a me lo hai detto?” “Perché…sei il mio migliore amico” affermai sincera.

 

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“Tu invece hai qualcuna in America?” dissi per cambiare argomento “No, non frequento una ragazza seriamente da qualche anno. Sai non ne ho il tempo, sono quasi sempre al college, o sui libri per preparare gli esami, o in ospedale per il tirocinio. Insomma non sono proprio il ragazzo ideale che una mia coetanea sogna” “Per cui diciamo che ne frequenti una al giorno!” esclamai divertita, pensando che un tipo bello e attraente come Matt, di certo non aveva problemi a trovare una che ci stesse. “Non esattamente una al giorno, ma diciamo che può essere così. Non fraintendermi, non sono il tipo di ragazzo che salta da una relazione all’altra senza dare la minima importanza, però in questo periodo della mia vita forse è la soluzione migliore per me e soprattutto per la persona che frequento. Non saprei dedicarle molto tempo e non mi sembra giusto” spiegò.

Il suo ragionamento filava liscio, non avrei potuto dargli torto. Qualsiasi ragazza avrebbe preferito la sincerità, piuttosto che un rapporto serio, al quale però lui non poteva prestare molta attenzione. “Lo so che non sei quel tipo di ragazzo” affermai. Lui sorrise “Mi mancava parlare con te” aggiunse “Mi sei mancato molto anche tu” confessai. Momento di silenzio…quindi proseguii “Insomma siamo cresciuti insieme, ho trascorso 19 anni della mia vita sapendo che tu eri lì se avevo bisogno di un consiglio, di fare una risata, di uscire e di confidarmi. Quando te ne sei andato, ho passato un brutto periodo. Ero sola, non avevo nessuno al mio fianco di cui potevo fidarmi come con te. E poi…il giorno prima che tu partissi…insomma ti ricordi, no?” domandai allusivamente. Quello per me era stato il giorno più bello, ma anche più brutto della mia vita. Il più brutto perché sapevo che il giorno successivo Matt sarebbe partito per gli Stati Uniti. Ero consapevole che fosse la scelta migliore per lui e che era giusto che lo facesse. Il giorno più bello perché finalmente mi ero lasciata andare: gli avevo detto esplicitamente che anch’io ero sempre stata innamorata di lui, sebbene avessi sempre finto di non avere interesse da quel punto di vista. Quell’intera giornata trascorsa insieme era stata magnifica. La ricordavo perfettamente in ogni suo dettaglio. Ci eravamo scambiati tanti di quei baci da perdere letteralmente il conto e alla luce del sole, perché di nascosto in realtà ci eravamo già baciati. Lasciai i ricordi in un angolo, tornai a concentrarmi sulla nostra conversazione. Lui annuì a quella mia domanda retorica. “Certo che mi ricordo quel giorno” precisò ridendo.

 

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Poi aggiunse “Era il giorno che aspettavo da un’infinità di anni. Ancora sinceramente non capisco il motivo per il quale tu non ti sia decisa prima a dirmi realmente che provavi dell’interesse per me oltre l’amicizia” “Forse è stato meglio così, sarebbe stato complicato lasciarti partire se tra noi ci fosse stata una storia, piuttosto che una giornata di baci” affermai. “Kate è ora di andare!” esclamò papà raggiungendoci vicino al dondolo “Di già?” chiesi. Il tempo quella sera era volato. All’inizio ero stata molto imbarazzata con lui, poi avevamo cominciato a parlare e tutto era tornato come ai vecchi tempi: semplice, spontaneo, naturale. Non mi andava di dirgli ciao, avrei preferito restare con lui ancora per un po’. Matt se n’era accorto e forse provava le stesse cose, tanto che disse a mio padre “Non preoccuparti Ben, la riaccompagno a casa io più tardi, così possiamo parlare ancora, sempre se a te sta bene, Kate” “Certo che va bene” risposi. I miei genitori salutarono e lasciarono la casa di Kevin ed Evelyn. Restai con Matt in giardino ancora a lungo, fino a notte fonda. Parlammo più approfonditamente di tutto: dei suoi studi, del suo lavoro all’ospedale, delle sue amicizie americane, dei suoi sogni. Gli raccontai meglio del mio lavoro, delle mie amicizie, del fatto che a entrambi fosse pesato non potersi vedere per sette lunghi anni. Lui aveva preferito non tornare mai, i suoi genitori e sua sorella erano andati a trovarlo, ma lui non aveva più rimesso piede a Dublino fino a due giorni prima. Aveva preferito così per accelerare gli studi, del resto era stato velocissimo, si era laureato in medicina e chirurgia nel giro di sei anni, di cui cinque di corso e uno di tesi, dopodiché aveva cominciato il primo anno di specializzazione e già l’aveva finito.

L’orologio segnava le tre notte quando lui mi lasciò davanti alla porta di casa mia. Era stata una serata bellissima, mi mancava un casino poter parlare di tutto e apertamente con un amico. “Adesso che il tuo imbarazzo è passato, spero che in questi giorni potremo di nuovo vederci” affermò. “Sì, certo che ci vedremo. So che resterai qua per le vacanze estive e sono due mesi che voglio trascorrere insieme a te, te l’ho detto, mi sei mancato” risposi sincera. Ci scambiamo il primo vero abbraccio della serata, accompagnato da due baci sulla guancia. “Buonanotte Matt” “Notte Kate” concluse osservandomi mentre mi richiudevo la porta alle spalle.

 

NOTE:

Ciao a tutti, sono un'autrice nuova in questa sezione delle storie originali romantiche, anche se scrivo su Efp dal lontano 2012 nella sezione Twilight. Come anticipato nelle note iniziali, i protagonosti di questa storia, Matthew e Katelyn, sono due personaggi di mia invenzione ereditati dall'ultima fanfiction che ho pubblicato e, anche se non è necessario leggere quella fanfiction (Following a star) per capire il senso delle loro nuove avventure, vi consiglio di leggere almeno quei capitoli che li riguaradano per avere una maggiore comprensione del loro background in età infantile e adolescenziale (cap.218, 219, 221, 222, 224, 225, 226, 228, 229).

Inside your skyblue eyes si apre con Matt e Kate che si rivedono faccia a faccia dopo sette lunghi anni. Sono cresciuti insieme come migliori amici, si conoscono dalla nascita e quando erano adolescenti tra loro ci sono state una serie di cose che oltrepassano l'amicizia, così come dei discorsi seri e profondi sui loro reciproci sentimenti. La lontananza raffredda sempre i rapporti, le loro vite sono proseguite in maniera diversa, ma rivedersi innesca in entrambi il desiderio reciproco di condividere tutto ciò che è accaduto in quei sette anni di distacco. Katelyn non nega a se stessa di provare ancora dei sentimenti per il suo migliore amico, che crescendo è diventato ancor più carino e soprattutto molto attraente. Spero di avervi incuriosite e che mi seguirete. Come avete visto dalle foto e dalle gif, per interpretarli ho scelto come "attori prestavolto" Zac Efron e Zoey Deutch.

Come nel mio stile di scrittura, questa sarà una storia romantica e introspettiva con molti capitoli, che pubblicherò puntualmente ogni venerdì! Grazie per la vostra attenzione e a presto,

Vanessie

 

P.S: Se come me siete fan di Zac Efron vi invito sulla mia pagina facebook a lui dedicata: Zac Efron Italy

   
 
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