Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Luschek    05/09/2020    1 recensioni
{Raccolta di Missing Moments&What If sui Guerrieri, scritta in occasione della challenge Hurt/Comfort Time indetta sul forum "La Torre di Carta".}
- Capitolo "Inizio":
"Senza fiatare si recò da Annie e Bertholdt. Il bambino gli sorrideva in modo così dolce, che a Reiner parve di sentire la bocca zuccherata ad un certo punto."
- Capitolo "Mostro":
"Se soffrisse tanto quanto hanno sofferto le sue vittime, cambierebbe qualcosa?"
- Capitolo "Grazie":
"Una volta il semplice schianto di un piatto sul pavimento l'ha ridotto ad un’ombra tremante, poiché l'ha confuso col fragore dei massi del Wall Maria che si schiantavano sulle case."
- Capitolo "Tregua":
"Odia il tonfo sordo prodotto dall’impatto dei pugni contro il muro."
- Capitolo "Autodistruzione":
"Percepisce una brezza gelida sul collo, quando si accorge che il tintinnio delle pillole è identico a quello dei bossoli che piovono sul pavimento."
- Capitolo "Fine":
"Rispetto a chi si è lasciato dietro, non c’è nessuno a fargli compagnia in quel luogo dimenticato da Dio."
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Annie Leonhardt, Berthold Huber, Porco Galliard, Reiner Braun
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quel che non vi è stato raccontato'
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Prompt: A sferra un pugno contro il muro e urla di dolore e rabbia, B odia vederla così. 

 

Tregua 

 

Odia il tonfo sordo prodotto dall’impatto dei pugni contro il muro. Le porta in mente delle scene legate alla guerra, a cui non vuole pensare quando è a casa. L’odore stantio della polvere da sparo, del sangue secco sui palmi e di quello fresco dentro la bocca, l’olezzo dei cadaveri che bisogna trascinare fuori dalle trincee, affinché non contraggano malattie.  

Il gorgoglio roco che proviene dal fondo della gola di Porco, poi, non l’aiuta affatto a riprendere contatto con la realtà. I fischi degli spari le ronzano nei timpani, si alternano al rumore flaccido della pelle che impatta contro il cemento, e percepisce la carne contorcersi lì dove un tempo è stata trafitta dalle pallottole.  

«Maledetto!» 

Un colpo è così potente da sgretolare il cartongesso, riducendolo in brandelli talmente minuscoli da sembrare fiocchi di neve. Pieck però sa che la neve non è macchiata di sangue. 

Una fitta acuta le attraversa il petto, quando studia con attenzione le escoriazioni sulle nocche del ragazzo. Se i cazzotti fossero arrivati sul volto di Reiner, probabilmente questo non avrebbe più una faccia da mostrare in pubblico.  

È consapevole che rigirerebbe il coltello nella piaga, se facesse notare al ragazzo che le sue ferite impiegheranno un mucchio di giorni per guarire, dato che non ha ancora ingoiato la ragazza di nome Ymir. 

Finalmente lui può diventare ciò che ha bramato fino alla follia: un guerriero. Ma qual è stato il prezzo per diventarlo? 

«È morto per colpa sua... per colpa di Reiner!» 

In quell’orrendo mondo in cui sono nati, si sa che il prezzo da pagare per vivere è un’altra vita. 

Marcel, per permettere a Reiner di vivere, ha sacrificato la propria. Ymir, per evitare che Reiner venga già divorato da Gabi, dovrà dare la sua a Porco.  

“Vivere è un ciclo continuo di morti” conclude Pieck tra sé e sé, mentre zampetta in direzione di Porco. 

L’altro sbuffa dalle narici, ha il petto che si alza e si abbassa a ritmi irregolari. Persino il volto pallido è attraversato da un colorito porpora, a causa di tutto il sangue che gli è affluito al cervello per via della sua ira. 

«È un fottuto buco nero capace solo di mietere vittime» sussurra a denti stretti quello, poi solleva il braccio sinistro, pronto a caricare un altro pugno sulla parete intarsiata di scarlatto. 

La ragazza lo raggiunge in tempo per stritolargli il polso e bloccarglielo. 

«Un guerriero accetta la sconfitta.»  

Sono vane parole le sue, eppure spera sempre che riescano a far breccia nella corazza di dolore in cui lui si è riparato. Le pupille di lui luccicano verso di lei e questo basta per renderla lieta: perlomeno le sta prestando attenzione. 

«Non la tratta con indifferenza, non tenta di trasformarla in vittoria.»  

La sua mano, piccina se paragonata a quella in cui viene racchiusa, si macchia di sangue. Non è la prima volta che si carica del suo dolore e non sarà nemmeno l’ultima.  

«Egli è amareggiato dal dolore della perdita, soffre all'indifferenza.»  

C’era sempre lei, quando Porco ha picchiato il muro fino a rompersi le dita dopo che lui fu scartato come cadetto. Fu sempre lei a bloccarlo, per evitare che si spaccasse anche la testa, a causa della rabbia. 

«Dopo aver passato tutto ciò, si lecca le ferite e ricomincia tutto di nuovo.» 

Pieck lo aveva aiutato a ricomporsi, passandogli un poco alla volta tutti i pezzi in cui lui era crollato, finché non si era rimesso in piedi. Lo farà anche questa volta senza chiedere nulla in cambio. Se necessario, eseguirà questo arduo compito tutte le volte in cui lui avrà bisogno di una mano per superare gli ostacoli che la vita lancia contro di loro. 

 «Un guerriero sa che la guerra è fatta di molte battaglie: egli va avanti.» 

Intravede qualche lacrima premergli agli angoli degli occhi, mentre lui affonda il viso nei suoi capelli. Rosso ed ebano si intersecano l’uno nell’altro, così come la vita affonda le radici nella morte e viceversa.  

Il silenzio è calato nella stanza: è stata dichiarata una tregua. 

   
 
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