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Autore: Red Saintia    09/09/2020    4 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Entrò di soppiatto, guardandosi intorno furtivamente, chiaramente non voleva essere visto da occhi indiscreti. Era stato poche volte in quel luogo e sempre per breve tempo, non si sentiva a suo agio in quelle quattro mura ed ogni volta un senso di oppressione e rabbia lo bloccava fino a farlo star male.

Tutto era in ordine, silente...

Segno che il custode di quella casa fosse ancora preso dagli allenamenti oppure occupato in qualche incaricato affidatogli dal Gran Sacerdote. Decisamente era una cosa che mal digeriva. Obbedire ciecamente ad ordini che non condivideva per una pseudo dea che non erano neanche certi si sarebbe un giorno palesata. Non riusciva a comprendere la scelta di suo fratello nonostante più volte gli avesse manifestato il suo dissenso l'unico risultato era stato che la discussione sfociasse in un litigio.

Quella non era la sua casa...non era il suo tempio, quella era la dimora del cavaliere di Gemini. E benché entrambi appartenessero alla stessa costellazione il fato aveva fatto in modo di favorire suo fratello nell'ascesa verso la gloria, relegando lui ad una mera comparsa.

Sorrise beffardo Kanon, perché lui al destino manipolato dagli dei non ci aveva mai creduto, e forse era lì per quello, per scoprire se dietro la tanto decantata santità di suo fratello si nascondesse qualche ombra tenuta accuratamente celata.

La camera da letto era in perfetto ordine, qualche scritto lasciato qui e là e vari oggetti occupavano un anonimo scrittoio. La sala da pranzo aveva il medesimo aspetto. Quasi si sorprese di tanta banalità mascherata da rettitudine. Kanon credeva fermamente che ogni essere umano fosse portato per sua natura a tradire ed ingannare. L'uomo si costruisce da solo la sua strada ed è artefice del suo destino, può aggirare qualsiasi ostacolo semplicemente eliminandolo come un fastidioso contrattempo.

Si fermò al centro della sala principale guardandosi intorno.

"A questo ambivi fratello mio? Puoi davvero ammettere a te stesso che hai sacrificato la tua intera vita per questo?"

L'eco della sua voce risuonò nella terza casa, e per la prima volta comprese che c'era davvero poco da invidiare di quel ruolo al quale non era mai stato destinato.

Forse era per questo che si trovava lì, per dimostrare a sé stesso che non serbava rancore o invidia. Per comprendere che la vita di suo fratello Saga non era solo onore e gloria, ma anche sacrificio e rinunce. Voleva convincersi di questo, perché l'alternativa significava odiare il suo stesso sangue per quello che gli aveva tolto, e benché lui non fosse un sentimentale di natura questa eventualità quasi lo disgustava. Era ormai deciso ad andar via, quando la sua attenzione fu attirata da una stanza all'apparenza più piccola delle altre, la cui porta al contrario del resto non era stata chiusa in precedenza. Non esitò ad entrarvi, seppur convinto non fosse poi tanto diversa dalle altre. Invece dovette ricredersi.

Quel luogo sembrava il cuore pulsare dell'intero tempio, si avvertiva l'energia e il cosmo di Saga, evidentemente suo fratello era solito trascorrervi molto tempo. C'erano molti libri, di ogni genere e argomento, e quella fu la vera sorpresa. Non immaginava che suo fratello si interessasse a certe cose...in verità si rese conto che di Saga conosceva davvero molto poco.

Sarebbe dovuto uscire di lì, si era trattenuto già oltre il dovuto. Eppure gli occhi caddero su di un tomo particolarmente antico lasciato aperto su un vecchio tavolino accanto ad una poltrona. Le pagine ingiallite scritte però in modo accurato e preciso lo incuriosirono ulteriormente. Lo maneggiò con cura notando una cosa che ben conosceva.

"Questo...questo marchio è il sigillo che i Sacerdoti di Athena appongono sugli scritti destinati agli annali del Santuario? Che diavolo ci fa questo testo antico qui?"

Non ci volle molto per capire che quel tomo era stato trafugato da suo fratello. Decise...che valeva la pena leggerne qualche pagina per scoprire il motivo di un gesto tanto rischioso e azzardato da parte del cavaliere di Gemini.

La lettura di quel testo lo coinvolse a tal punto da estraniarlo da tutto il resto. Solo quando ormai fu innegabilmente scoperto si accorse della presenza alle sue spalle...

"Che cosa ci fai tu qui? E soprattutto con le mie cose tra le mani?"

Non si scompose minimamente, né diede cenno di essere allarmato, si limitò a riporre ciò che stava leggendo senza neppure voltarsi.

"Ben tornato fratello...non è molto cortese da parte tua accogliermi in questo modo così ostile e sgarbato."

"Se ti intrufoli in casa mia senza permesso lo è eccome invece!"

"Casa tua?" ripeté "Un tempo mi dicesti che dovevo considerare questo tempio anche casa mia. Che non vi era ragione per la quale una dimora così grande non potesse essere abitata da due persone, oltretutto fratelli! Ma forse la tua visione delle cose è cambiata adesso..."

Saga strinse i pugni cercando stavolta di misurare le parole.

"Ricordo perfettamente ciò che dissi, ed era la verità. Sarebbe ancora così se tu non usassi questi tuoi modi furtivi e se non mi avessi più volte palesato la tua avversione per le regole imposte dal Grande Tempio."

"Regole...comportamento, dovere, virtù. Me ne hai parlato fino allo sfinimento. Ma non sono queste le cose che faranno echeggiare il tuo nome nei secoli a venire, non è questo che tornerà alla mente delle persone quando ricorderanno chi eri." Si alzò voltandosi faccia a faccia verso suo fratello. Era come specchiarsi in una fonte d'acqua limpida e cheta. Ciò che invece Saga vedeva di rimando osservando il suo gemello, era il riflesso di acque torbide che presto sarebbero mutate in dilagante tempesta.

"E tu vorresti essere ricordato così? Come un uomo che si nasconde nell'ombra, tramando, cercando di carpire debolezze e segreti per arrivare ai suoi scopi. Ben miserabile vita è la tua...ti compiango."

Credeva almeno di smuovere il suo orgoglio con quelle parole, ciò che ottenne fu solo un sorriso sarcastico di rimando.

"Non c'è peggior demone di colui che soffoca il suo vero io dietro la maschera della rettitudine. Sei bravo in questo Saga...lo sei da molti anni ormai. Un oratore zelante ed integerrimo, incanteresti le menti più eccelse. E dimmi...è per accrescere la tua conoscenza che questo tomo si trova nelle tue stanze e non nell'archivio della tredicesima casa. Dove in realtà dovrebbe essere?"

Solo allora Saga si rese conto che ciò che suo fratello stava leggendo con tanta attenzione era il libro che lui aveva segretamente preso senza il permesso di Shion.

"Tu parli troppo, e a sproposito. Non devi intrometterti in cose che non ti riguardano!"

"Oh...ma queste mi riguardano eccome. Ci sono racconti ed aneddoti davvero interessanti in questo scritto. Fatti accaduti oltre 240 anni fa...non dissimili a quelli attuali."

Kanon aveva sempre avuto il potere di innervosire Saga con i suoi discorsi, stavolta però non fu rabbia quella che avvolse l'animo del giovane dall'armatura dorata, bensì...paura.

"Quegli eventi non mi riguardano il alcun modo. Quel libro si trova qui per pura curiosità personale, nient'altro. Lo restituirò quanto prima."

"Giustificati pure quanto vuoi fratello, se serve a placare i tuoi rimorsi. Se ti fosse stato concesso leggerlo...non lo avresti di certo trafugato. Perché è questo quello che hai fatto vero? Lo hai preso senza permesso perché bramavi conoscere il destino di chi ci ha preceduti, ammettilo!"

"Non ho bisogno di giustificare niente. Conoscere i fatti del passato può impedire che certi errori avvengano in futuro. Tutto qui."

"Errori? Tu definisci errori quelli narrati in questo libro? Ribellarsi al volere del Gran Sacerdote in carica e di tutto il Santuario. Assassinare le pizie di Apollo e usurpare la tredicesima casa macchiando le mani di un fratello di sangue tu li chiami errori? Chissà se Shion è dello stesso avviso. Forse dovremmo chiederglielo?"

" Taci miserabile! Tu che semini odio e menzogna su qualsiasi cosa o persona posi lo sguardo cosa puoi saperne..."

Lo afferrò per il bavero della maglia e Kanon sentì nel suo tocco una potenza che non aveva mai avvertito.

"Non puoi negare che il destino di quei due somigli al nostro. Nati entrambi sotto la stella doppia di Gemini. Uno destinato alla luce, l'altro all'oscurità. La loro gloria è stata strettamente legata alla loro distruzione. Due facce della stessa medaglia che perseguivano lo stesso obbiettivo con mezzi differenti. Siamo noi Saga...io lo so, e lo sai anche tu. Lo sai da quando hai letto quelle pagine. Il destino di un uomo è legato alla costellazione d'appartenenza, non puoi negarlo in eterno."

"Sei un folle...io non sono un assassino, le mie mani non sono lorde di sangue. Se tu avessi condiviso il mio pensiero adesso il tuo posto sarebbe qui in questo Tempio. Ma tu hai preferito vivere da cane sciolto...senza regole né legge. Non mi coinvolgerai nei tuoi deliri Kanon."

"Sarei dovuto restare qui e farti da servo? Era questo che volevi? Avrei dovuto osservare giorno dopo giorno la tua ascesa mentre a me restavano le briciole. No...questo è il destino che tu volevi per me. Non certo quello che io voglio realizzare."

"Sciocco, come puoi pensare una cosa del genere. Sei sangue del mio sangue, saresti stato trattato con tutti gli onori."

"Ma sarei sempre stato il secondo! Io non sono secondo a nessuno, né mai lo sarò! Io non mi farò usare come quel Defteros, non sarò un burattino nelle mani di un manipolatore. Costruirò il mio destino da solo e con ogni mezzo se sarà necessario."

Saga lo lasciò andare, sapeva che non sarebbe mai riuscito a placare l'astio che suo fratello covava nei suoi confronti e ne fu molto amareggiato.

"Che tu ci creda o meno, non mi sono mai reputato superiore a te Kanon. Ma se oserai levare la mano contro il Santuario troverai in me il tuo peggior nemico."

Kanon si ricompose osservando il gemello e avviandosi verso l'uscita.

"Mio amato fratello se il presente non sarà troppo dissimile al passato credo che il Santuario dovrà preoccuparsi di eventuali avventori interni più di quelli esterni. Sai...quello scritto è stato molto illuminante."

"Ti avverto Kanon, se mai ci rivedremo non tollererò più discorsi del genere, e ti pregherei vivamente di non ripresentarti più qui in mia assenza o ti farò imprigionare."

"Non temere...non ho più ragione di venire tra queste patetiche e umide mura. La prossima volta che ci rivedremo sarai tu a cercarmi fratello, anche se temo...che sarà già troppo tardi. Goditi la gloria prima della caduta. Stammi bene..."

Uscì in silenzio, così com'era venuto. Saga quasi non se ne accorse, il suo sguardo perso tra le pagine di quell'antico tomo.

"Ho fatto male a prendere questo libro. Cercavo chiarezza e risposte, invece..."

Lo ripose dove nessuno avrebbe potuto trovarlo, promettendo a sé stesso che lo avrebbe riconsegnato quanto prima. Per la prima volta si ritrovò a pensare se il destino di una costellazione accomunasse in qualche modo tutti quelli nati sotto di essa, e tremò.

"Non farei mai nulla contro la dea né contro i miei compagni. Eppure..."

Eppure quella dea che tanto attendevano non si era ancora palesata, e se anche così fosse stato si trattava comunque di una neonata, seppur dotata di poteri divini, come avrebbe eventualmente affrontato un'orda di nemici. Il dominio sulla terra da millenni era oggetto di contese tra gli dei maggiori. Troppe avide mai volevano estendersi su di essa. Che male c'era in fondo desiderare un unico ordine, un unico sovrano in grado di governare con risolutezza e forza.

Strinse la testa tra le mani e si lasciò scivolare sul pavimento freddo di quella stanza.

"Scaccia da te questi pensieri Gemini...io non sono così, non ho lottato una vita intera per mandare tutto in frantumi."

'Ma non lo hai fatto neppure per accontentarti..non puoi negarlo. Tu sei destinato a grandi cose.'

"Chi è là, chi ha parlato?." nessuno rispose, perché non vi era nessuno nella terza casa. Il cosmo di Kanon era lontano, ciò che aveva udito era come la voce silente di una coscienza addormentata che tentava di destarsi.

"Sto forse impazzendo?" si chiese alzandosi, madido di sudore ed ansia. Ogni volta che si incontrava con Kanon era come se un'aura oscura calasse sul suo cuore.

Si spogliò delle sue vestigia dorate e si concesse un bagno ristoratore, sperando di annegare in quel tepore dubbi ed incertezze.

"Io so chi sono, e so cosa voglio" disse tra sé. Ma era davvero così? O forse Kanon aveva saputo scrutare nei suoi occhi qualcosa di latente che presto o tardi sarebbe emerso.

Forse, per quanto possiamo celare il nostro essere, ci sarà sempre qualcosa o qualcuno che spingerà la leva giusta per farlo riemergere. La vera lotta nella vita di tutti i giorni sta proprio nel far convivere l'angelo e il demone che è in noi sotto la medesima carne.





Eccomi tornata come promesso. Spazio ai fratelli stavolta, Saga e Kanon si incontrano e scontrano verbalmente alla terza casa. Noi conosciamo solo il frangente in cui Kanon propone al fratello l'assassinio di Shion e della piccola Athena. Io ho immaginato un colloquio più ampio e dettagliato in cui i due si scontrano sui loro diversi punti di vista riguardo ciò che davvero vogliono ottenere. Il destino dei cavalieri di Gemini in tutte le varie serie di Saint Seiya è sempre stato irto di difficoltà, scontri, perdite e tradimenti. Ovviamente sappiamo bene come sono andate poi le cose, in questa storia però ho cercato di scavare un po' più a fondo a livello caratteriale. Spero che ciò che ho scritto vi piaccia, a presto e grazie.

 

 

   
 
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