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Autore: JennyPotter99    10/09/2020    1 recensioni
CONTINUO STORIA "THOR RAGNAROK"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Al momento del Big Bang, dell’esplosione che creò tutto, nel nostro Universo venne mandato anche un potere inimmaginabile: le sei gemme dell’Infinito.
  • La gemma del tempo: verde all’occhio, capace di avere il controllo su passato, presente e futuro.
  • La gemma dell’anima: arancione splendente, in grado di manipolare le anime di vivi e morti.
  • La gemma dello spazio: viola, che rende il possessore capace di esistere in ogni luogo nel medesimo istante.
  • La gemma della mente: di un blu accecante, dona al suo possessore illimitati poteri mentali.
  • La gemma della realtà: gialla quanto il sole, permette di realizzare qualsiasi desiderio.
  • La gemma del potere: rossa come il sangue, dona l’accesso a tutto il potere e all’energia che sia mai esistita.
 
Molti anni prima- Jotunheim
 
Tutte le pietre, se riunite all’interno del Guanto dell’Infinito, donavano un potere infinito.
Mia conosceva benissimo quella “favoletta”, le veniva raccontata quasi ogni sera quando andava a dormire, da piccola, prima che le venisse assegnato l’arduo compito di infiltrarsi dentro Asgard e ottenere il trono per conto dei Giganti di Ghiaccio.
Laufey non era sempre stato un cattivo padre: certo, passava con lei pochissimo tempo, ma quegli attimi Mia cercava di goderseli sempre.
Un giorno in particolare, anche se giorno non era mai poiché a Jotunheim il sole non esisteva, suo padre la condusse su un pianeta di nome Vormir, simile al loro: cadeva la neve e faceva freddo, ma c’erano solamente loro.
Laufey teneva la piccola manina di Mia con difficoltà, essendo più alto di lei.
-Che posto è?- domando quest’ultima.
-Siamo Vormir, nessuno conosce questo posto a parte me.- rispose Laufey.- E’ la dimora della Gemma dell’anima.-
Mia si guardò attorno sorpresa, ma non vide nessuna gemma luccicante.- Ma dov’è?-
-Per ottenerla, bisogna fare uno scambio: donare l’anima di una persona cara.- spiegò il gigante. –Adesso lo sai anche tu: qui giace una cosa molto potente e se un giorno ne sarai in grado, se avrai fermezza e invulnerabilità, sarà tua.-
 
 
Di certo non si sarebbe aspettata che tutto ciò finisse nelle mani dell’ultima persona che voleva usarle per fare delle bene.
L’alieno Thanos, proveniente da Titanio, possedeva il guanto dell’Infinito e su una nocca era già attaccata la Gemma dello spazio.
Egli era alto forse più di due metri, la sua pelle era color viola schiarito, gli occhi azzurri e senza nessuna chioma sul capo.
Indossava un’armatura oro che intonava con il guanto.
Ovviamente, non era solo: insieme a lui c’erano i suoi “figli”, l’Ordine Nero.
Gamma Corvi, Astro Nero, Fauce d’Ebano, Super Massiva e Proxima Nox.
Apparentemente, il primo, poteva essere scambiato come un felino dai denti appuntiti: la sua armatura argentata terminava con un lungo mantello e, quella notte, teneva la sua lunga spada sulla gola di Haimdall, inerme.
Thanos e la sua nave avevano attaccato inaspettatamente quella di Thor e sopravvissuti di Asgard, quasi sterminandoli.
Era Astro Nero a puntare la sua enorme ascia sul collo di Mia, che non era riuscita a fare niente.
La mano del mostro era grande due volte la testa della donna e la teneva in pugno, pronto a stritolarla da un momento all’altro.
-Udite e gioite. Avete avuto l’onore di essere salvati dal potente titano.- disse Fauce, camminando tra i cadaveri. – Forse voi crederete che sia sofferenza, ma no, è redenzione.
Thanos, invece, teneva il delicato collo di Thor tra la sua mano destra e fissava Loki come se da lui volesse qualcosa di preciso.
Loki era teso, doveva dire le parole giuste, o sarebbe stato ucciso.
-Dov’è il Tesseract?- gli domandò Thanos, con la sua voce roca e profonda.
-Non ho idea di cosa tu stia parlando.- rispose Loki, con incredibile tranquillità.
-Il Tesseract è andato distrutto con Asgard!- esclamò Thor, pieno di ferite.
-Io non credo proprio.- proseguì Fauce d’Ebano, unendo le mani: un altro alieno dai straordinari poteri telepatici, pelle grigia e bocca sempre imbronciata. Girò intorno a Loki per studiarlo.- Tu l’hai preso.-
Loki si guardò intorno, fissò i morti a terra, donne e bambini, ma dopotutto loro non erano mai stati la sua famiglia.
-Consegnami la Gemma dello spazio.- continuò Thanos.- O uccido tuo fratello.-
L’altro alzò le sopracciglia in segno di assenso.-Fa pure, anzi, mi faresti un favore.-
-No!- gridò Mia, cercando di muoversi.
La mano viola iniziò a stringere sulla testa del Dio: Loki non ebbe nessuna reazione, gli rammaricava soltanto che Mia dovesse guardare.
La fissava come per dirle che gli dispiaceva e Thanos se ne accorse.
-Ah..- commentò, osservando il modo in cui i due comunicavano con gli occhi.- Dovremmo usare un’altra leva, allora.- continuò, facendo cenno ad Astro di stringere la presa su Mia.
Suo figlio ubbidì e prese a schiacciare la testa della donna come una nocciolina.
Mia gridò e Loki tremò, credendo che l’avrebbe davvero uccisa.
-Va bene, va bene!- esclamò Loki.
Astro lasciò la presa e Mia cadde a terra, ormai troppo debole per fare qualcosa.
Non solo aveva il corpo stanco, ma la sua testa scoppiava e le mandava pile di immagini del passato: i ricordi che aveva perso stavano riaffiorando.
A quel punto, Loki tese la mano e fece apparire il Tesseract, rubato nelle segrete di Asgard prima che fosse distrutta.
-Sei davvero il peggiore dei fratelli.- commentò Thor col fiatone.
-Vedrai fratello, la luce giungerà di nuovo su di noi.- disse Loki.
Thanos fece un sorrisetto soddisfatto e afferrò il cubo per poi stritolarlo in mille mezzi, fin che non ne rimase una piccola pietra azzurra. –La tua fiducia è mal risposta, Asgardiano.-
-Non sono Asgardiano.- puntualizzò il Dio dell’inganno.
Non appena venne a contatto con il guanto, si infilò nella fessura della nocca dell’anulare, accanto alla pietra viola.
-Tutto ciò è necessario, capite? E’ il fato.- disse poi. –Lo temi, lo eviti, il destino arriva comunque.-
Mia prese a strisciare verso Haimdall, volendo prendere la sua arma: forse il suo tentativo sarebbe stato vano, ma almeno poteva dire di averci provato.
-Ci sono altre due gemme sulla Terra. Prendetele, figli miei e portatele a me su Titano.- ordinò l’alieno.
-Non ti deluderemo, padre.- disse Proxima, inchinandosi.
-Scusate se vi interrompo.- si avvicinò Loki.- Grande e potente Thanos. Io, Loki, figlio di Laufey, principe di Asgard, Dio dell’inganno, chiedo umilmente di unirmi a te.-
Mia strinse il pugno sentendo le sue parole: il suo cuore si avvelenò di vendetta verso di lui, l’uomo che continuava a dirle di amarla, eppure le mentiva sempre.
Serrò i denti e afferrò la spada del guardiano, per poi drizzarsi in piedi e tentare di colpire Loki.
Il suo corpo si bloccò prima che potesse riuscirci: Fauce, con i suoi poteri telepatici, glielo aveva impedito.
-Potrebbe servirci.- commentò poi.
Mia fissò negli occhi Loki con disgusto. –Cerca di non farti uccidere.- gli sussurrò.- Perché se qualcuno deve farlo, quella sarò io.- gli disse a denti stretti. –Io ti trafiggerò il cuore, a fondo!-
Gli occhi di Loki si riempirono di lacrime e in quel momento capì di non avere più scelta di redenzione. -Non possiamo vincere.-
-Noi abbiamo un Hulk.- proseguì Mia.
Improvvisamente, l’astronave prese quasi a tremare quando intervenne Hulk ad attaccare Thanos.
Lo afferrò per le spalle e lo scaraventò sul bordo della nave più volte.
I due erano alti uguali, ma la potenza del pugno dell’alieno non eguagliava quello del mostro verde.
Strinse i polsi di Hulk e lo allontanò da se con una forza ineguagliabile: l’altro tentò di difendersi, ma ricevette solo colpi su colpi che lo fecero svenire a terra.
-Di questi tempi, scoprirete cosa vuol dire perdere.- continuò Thanos. –Essere nel giusto, eppure fallire.-
Da dove si trovava, Mia udiva Haimdall sussurrare qualcosa, come se stesse pregando.
-Odino, padre degli Dei, concedimi un ultimo atto. Te ne prego, salvali.- mormorò, guardando Mia. –Loro sono la nostra ultima speranza.-
Tutto d’un tratto, Mia e il corpo di Hulk vennero trasportati via da una luce color arcobaleno, come quella del Bifrost.
L’ultima cosa che la donna vide, fu Gamma Corvi che, avendo scoperto il trucco del guardiano, lo aveva trafitto a morte.
   
 
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