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Autore: genxha    11/09/2020    0 recensioni
Dopo essere stata salvata dall'eroe in nero, Marinette inizia a sospettare qualcosa sulla vera identità di Chat Noir, mentre Adrien si rende conto che la ragazza coi codini sia molto più di una buona amica. E che forse non sia proprio del tutto "una ragazza normale con una vita normale". Il tutto sullo sfondo della "vita da supereroi" dei nostri due beniamini.
I due ragazzi avranno presto un altro segreto da mantenere?
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Miraculous fanfic'
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La botola della camera di Marinette si apre e lei sale i pochi gradini, chiudendola subito dopo “Uffa” sbuffa “Sai, Tikki è bello avere tanti amici, ma… che fatica con sti regali” si lamenta con la Kwami che esce dalla sua immancabile pochette per posarsi sulla spalliera della sedia, sorridendo all’amica.
“Hai proprio ragione. Non mi aspettavo che venisse Kagami, mi avevi detto che la sua famiglia non festeggia il Natale”
“Nemmeno io me l’aspettavo” concorda Marinette “A proposito, preparati perché stanotte andiamo a portarle il Miraculous del Drago. Ho deciso che come l’ho dato ad Alya, deve averne uno anche lei. Sono indecisa su cosa fare con quello della Tartaruga, ma penso che prima o poi l’affiderò a Nino. Papillon non ha ancora avuto il tempo per colpire i vecchi portatori ma potrebbe farlo in qualsiasi momento” spiega, sedendosi sul divanetto. 

“E pensavo anche al Miraculous dell’Ape. Insomma, Chloé ha fatto quello che ha fatto e per adesso non posso fidarmi di lei. Anche se, alla fine, mi ha restituito il Miraculous senza problemi. Temevo di doverglielo prendere con la forza, invece me l’ha dato… Non capisco. Forse avrei dovuto darglielo all’inizio, quando i suoi genitori sono stati akumizzati, ma è successo tutto così in fretta e io….” Marinette si interrompe di colpo, l’espressione improvvisamente cupa.

Tikki le si avvicina “Marinette? Non ci pensare, ormai quel che è fatto è fatto.”

“Sì Tikki, hai ragione, ma non posso fare a meno di pensare che tutti quegli errori hanno delle conseguenze” risponde lei, guardandola

“Certamente,” concorda la Kwami “ma tutti facciamo errori, l’importante è imparare a non ripeterli. Tu hai una responsabilità enorme e… Tu hai rischiato, usando tutti i Miraculous, per salvare me e Plagg e… sei stata magnifica.” Tikki continua a osservare Marinette, la sua espressione diventare meno cupa ”Dimmi, cosa pensavi di fare col Miraculous dell’Ape?”


Marinette arrossisce leggermente “Sei… sei sempre gentile con me Tikki. Grazie… Ah, sì… Alya è rimasta colpita dal coraggio di Martine e… volevo offrirlo a lei, temporaneamente. Lo so, non la conosco ma non è da tutti buttarsi in difesa di… beh degli sconosciuti! Tu che ne pensi?”

“Beh, la Guardiana sei tu, e io mi fido di te. Magari chiedi anche a Chat Noir cosa ne pensa, potreste andare insieme a parlarle, che ne dici?” Risponde Tikki, sentendosi orgogliosa del coraggio della sua portatrice.

“Mi sembra una grande idea!” risponde la ragazza “Spero di non essere imbarazzata con lui come prima in negozio però… Non sapevo cosa dire! Perfino la mamma se n’è accorta!” commenta, mentre arrossisce di nuovo.

Tikki ridacchia “Già… Ma per te è quasi normale, Invece è la prima volta che vedo Adrien così.”

“Eh, hai proprio ragione... “ concorda Marinette, non riuscendo a trattenere un sorriso. “Tornando al discorso di prima, stanotte andiamo da Kagami, e lungo la strada avviso Chat Noir, non so dove abita Martine ma lui l’ha accompagnata a casa quando l’abbiamo salvata.”




Per Adrien la cena della Vigilia di Natale è stata la solita cena noiosa. Gabriel ha cenato con lui senza praticamente dire una parola e Adrien, finita la cena e tornato in camera, trova semplicemente un pacchetto sul suo letto. Il ragazzo lo mette da parte e si siede sul materasso con un sospiro, guardando il pacchetto di Marinette “lo aprirò domani” borbotta “Chissà se ha già aperto il mio. Spero che le piaccia”.
“Oh, sicuramente sì!” commenta Plagg mangiando uno spicchio di camembert “cosa hai scritto nel biglietto?” chiede poi.
“Ho scritto… uhm… Buon Natale a un’amica speciale e poi ho firmato. Perché me lo chiedi?” risponde l’altro.
“Mah così, visto che oramai hai scoperto che Codini è l’amore della tua vita…”
Adrien lo interrompe “A parte che si chiama Marinette, e poi sai che ho deciso di mantenere il segreto!”
Plagg fa per ribattere ma si ferma, come se stesse ascoltando qualcosa che sente solo lui “Parli del diavolo… c’è un messaggio da Ladybug” dice pochi secondi dopo.
Il ragazzo lo guarda, incuriosito “Un messaggio?” Si alza dal letto, poi si ferma “Ehi, anche lo scorso Natale la notte della vigilia siamo usciti di nascosto! Stavolta sei pronto?”
“E chi se lo scorda…” brontola il Kwami ”Ma stavolta porta con te del Camembert!” esclama a voce alta.
Adrien alza gli occhi al cielo “Sempre a mangiare… Plagg! Trasformami!”

Un lampo di luce verde e Chat Noir afferra il bastone, aprendolo in modalità telefono. 
Un paio di tocchi e dall’oggetto arriva la voce di Ladybug “Ciao, Micetto, so che magari ti aspettavi Babbo Natale ma… son vestita di rosso anche io, mi sa che dovrai accontentarti.” Si sente un accenno di risata, poi la voce prosegue, “Ho pensato a chi potrei… ehm potremmo affidare il Miraculous dell’Ape, ci vediamo al nostro solito posto tra, diciamo un’ora? Decidiamo cosa fare e poi magari lo portiamo.” una pausa “Beh… a dopo”.
Chat Noir si gratta la testa, poi prova a chiamare Ladybug, ma il bugphone squilla e scatta subito la voicemail “Ah… certo Mylady, qualsiasi cosa per te. A dopo.” registra il messaggio e lo invia, rimanendo trasformato e iniziando a camminare per la stanza.

Passati 5 minuti senza risposta, Adrien rilascia la trasformazione prima di scavare un solco nel pavimento a forza di fare avanti e indietro e accende il computer in attesa dell’ora dell’appuntamento con la sua Lady.




Ladybug atterra su un tetto, e si guarda attorno cercando di orientarsi in quella parte della città che conosce poco - Casa Tsurugi dovrebbe essere una di quelle ville laggiù - pensa, osservando un paio di ville stile primo Novecento a un centinaio di metri da lì.
La ragazza rabbrividisce per il freddo e lancia lo yo yo sul lampione più vicino, fermandosi in equilibrio sull’asta orizzontale. Il cielo promette neve e la notte della vigilia di natale è tranquilla in quel quartiere di lusso. Ladybug scende di fronte al cancello della prima villa, ma non è quella che le interessa - Sarà l’altra - riflette, correndo al cancello successivo - bene, è questa - conclude, facendo girare lo yo yo per salire sull’edificio dal lato opposto della strada.

Ladybug borbotta “Dove sarà la sua stanza?” mentre osserva le finestre buie al piano superiore della villa. Quasi l’avesse sentita, una finestra si illumina e Ladybug, aguzzando la vista, vede una chioma nera e riconosce Kagami. La ragazza spicca un salto, lanciando lo yo yo e usandolo come pendolo per arrivare sul tetto della villa, in corrispondenza della finestra illuminata.

Pochi secondi e Ladybug bussa ai vetri, facendo sobbalzare la giapponese, che si precipita ad afferrare un Bokken dall’angolo della camera e in un balzo è accanto alla finestra.

“Kagami? Sono Ladybug, tranquilla!” sussurra l’altra dall’esterno sporgendosi da sopra l’apertura.

Kagami apre la finestra, gli occhi spalancati per la sorpresa “Ladybug? Che succede? Un’altra Akuma?” le chiede in un sussurro, allarmata. 

“No no, tranquilla nessuna Akuma” Ladybug sorride alla ragazza “Avresti accolto così anche Babbo Natale?” le chiede, per stemperare la tensione, poi la guarda più seria “devo parlarti, posso entrare?”.

La giapponese attraversa la camera, arredata in legno chiaro con accenti rossi e un letto all’occidentale, per chiudere la porta a chiave “Entra, ma fai piano.” sempre parlando a bassa voce. Indossa la solita gonna corta a pieghe col tartan della scuola, al posto della giacca ha un maglione a collo alto dello stesso colore dei calzettoni neri.

Ladybug prende una ovale dall’interno dello yo yo, sotto lo sguardo curioso di Kagami “Questo è il Miraculous del Drago, che hai già avuto modo di utilizzare. Sono qui per chiederti, se vorrai, di diventarne la portatrice, almeno temporanea. Lo terrai con te per autodifesa, in caso Papillon dovesse tentare qualcosa contro di te” fa una pausa, guardando l’altra ragazza negli occhi e studiandone le reazioni “Inutile dire che se ci sarà bisogno di Ryuko in combattimento, ti chiamerò.” un’altra pausa “Nessuno dovrà sapere che hai questo Miraculous, mi rendo conto che sia una grossa responsabilità, e se non sei costretta ad accettarla”.

Kagami sostiene lo sguardo di Ladybug, poi lo sposta sulla scatola e deglutisce a vuoto “Ecco, io... “ esita un attimo “Mi stai facendo un grandissimo onore, Ladybug, fidandoti di me fino a questo punto. Io… Non so cosa dire. Non credo di meritarlo”
L’altra non sposta lo sguardo e le dice, sempre a bassa voce “Invece credo proprio che tu sia la persona giusta per averlo. Autodifesa a parte, sei una delle poche persone a cui l’affiderei senza esitazione”.

Kagami riflette per qualche istante, seria “Io… D’accordo, Ladybug” risponde con un lieve inchino “Accetto.”

Il viso di Ladybug si apre in un sorriso e porge la scatola alla giapponese, dicendo in tono solenne “Kagami Tsurugi, ti affido il Miraculous del Drago. Lo terrai con te in segreto, per proteggerlo e proteggerti da Papillon. Usalo per un bene superiore.”

Kagami prende la scatola con entrambe le mani e si inchina “Grazie di questo onore. Mi dimostrerò degna”.

“Grazie a te” risponde Ladybug “sono sicura che lo sarai. Longg ti spiegherà tutto. Ah, è goloso di litchi, ma penso che troverete facilmente un cibo che gli piaccia, se non ne hai. E buon Natale.”

“Buon Natale anche a te, Ladybug…” risponde Kagami, quasi senza pensarci “Ora è meglio che te ne vada, mia madre ha un udito sopraffino, sarebbe un po’ complicato spiegare cosa ci fai qui” sussurra, aprendo la finestra per fare uscire la ragazza in rosso.

“Ciao, spero che non dovrai usarlo troppo presto, il Miraculous, ma è meglio essere prudenti. Fai attenzione” si congeda, saltando sul davanzale e legando lo yo yo a un lampione fuori dalla cancellata.

“Fai attenzione anche tu!” la saluta Kagami “Buona fortuna!” fa, mentre Ladybug si lancia verso il lampione.



La zona della basilica del Sacre Coeur è affollata per la Messa di Natale e Ladybug è costretta a nascondersi accanto a un abbaino, su un tetto vicino. Prende il Bugphone e chiama Chat Noir, che risponde immediatamente con un allegro “Ehi, Insettina, non vedevi l’ora di sentirmi eh?”
“Sei sempre il solito, Chat Noir” risponde lei, cercando di non ridere “cambio di programma, sono arrivata e c’è troppa gente qui.Grattacielo di Montparnasse? Dovrebbe essere chiuso! Se no, terrazza del palazzo della TV.”
“Montparnasse va bene, Mylady! Ci vediamo lì tra 10 minuti!” risponde immediatamente il ragazzo, chiudendo la comunicazione.

Ladybug osserva il bugphone vagamente frustrata, poi si avvia in direzione del grattacielo, illuminato coi colori della bandiera francese. Quando ci arriva l’edificio è deserto e Chat Noir è già arrivato, Ladybug lo vede seduto sul parapetto della terrazza e si avvicina senza fare rumore, con un groppo in gola quando lo sente canticchiare la stessa filastrocca che cantava quando era diventato Chat Blanc. La ragazza fa un profondo respiro per calmarsi e poi lo chiama “Micetto, sono qui!”.

Chat Noir si gira con un sorriso, alzandosi con un movimento fluido e facendo i pochi passi che li separano “Ehi, ciao…sono arrivato prima io” risponde, una mano dietro la nuca “E Buon Natale, Mylady”

“Grazie, anche a te.” risponde lei, sorridendo “Senti, non volevo farti perdere troppo tempo, sediamoci, che si parla meglio da seduti, e poi fa anche freddo” prosegue, avvicinandosi una delle panchine del belvedere “per il Miraculous dell’Ape, pensavo di andare a chiedere a Martine se voleva aiutarci.”

Chat Noir si siede accanto a lei “Hmmmm” riflette “Hai freddo?” chiede a Ladybug, che è seduta con le gambe piegate, i piedi sulla panchina e si abbraccia le ginocchia. “Ti spiace?” chiede, avvicinandosi e mettendole un braccio attorno alle spalle, mentre sente le guance diventare rosse, come quelle della ragazza. - Ok Adrien ma non esagerare - dice a sé stesso.

Anche Ladybug arrossisce, ma lo lascia fare, godendosi il tepore per qualche istante di silenzio, “Allora, che ne pensi?” insiste, girando la testa per guardare Chat Noir in faccia.

“Che ne penso… Beh come mai proprio a lei?” domanda lui

“Volpe Rossa mi ha detto che non ha esitato un attimo a difendere due ragazzi che erano stati colpiti da Ficcanaso, mettendosi in mezzo e attirando la sua attenzione. E poi l’abbiamo vista combattere da akumizzata e ci ha dato parecchio filo da torcere, ricordi?”

“Beh, hai ragione, sulla seconda cosa.” concorda Chat Noir “sull’altra proprio non ricordo, ma non vedo perché non dovremmo fidarci delle parole di Volpe Rossa” il ragazzo fa una pausa, giocherellando col sonaglio “Vuoi andare a parlarle? Mi ricordo dove abita e non è troppo lontano da qui” 

“Era proprio quello che pensavo di fare, Micetto” esclama Ladybug alzandosi in piedi e lasciando il partner a guardarla un po’ deluso.

Chat Noir alza le spalle “Allora andiamo, seguimi!”, prendendo il bastone dalla cintura e avvicinandosi alla balaustra della terrazza, da cui spicca un salto e rallenta la caduta roteando il bastone.

“Ehi! Non è una gara! Non so dove dobbiamo andare!” ribatte Ladybug, correndogli dietro.




Confermando la previsione di Chat Noir, pochi minuti dopo i due arrivano davanti al 62 di Rue Taitbout, o meglio sul tetto sopra il portone. “Eccoci, non so di preciso quale sia l'appartamento” dice Chat Noir appena Ladybug lo raggiunge “Ma forse… “ fa cenno a Ladybug di fare silenzio mentre si mette in posizione di ascolto, “dovrebbe essere quella finestra lì” esclama, dopo parecchi secondi, indicando una finestra sotto di loro con gli scuri spalancati “sento i suoni di un videogame.. i sensi di gatto, sai...”.
“Vediamo se le tue orecchie funzionano” ribatte lei, legando lo yo yo al camino e scendendo a testa in giù verso la finestra indicata, sotto lo sguardo stupito di Chat Noir.

Ladybug sbircia nella finestra illuminata dalla luce di uno schermo ed effettivamente, illuminata dallo schermo del PC e da una lampada da lettura a LED, riconosce la sagoma di Martine con un paio di cuffie: è più o meno vestita come quando l’hanno salvata dall’Akuma, solo una canottiera e pantaloni della tuta, altri vestiti sono ammucchiati su una sedia accanto al letto da rifare, nell’angolo opposto della stanza, una gabbia con un pappagallino.

Chat Noir guarda la sua partner appesa a testa in giù da un insolito punto di vista, inghiottendo a vuoto - Ma come ho fatto a non accorgermi che era Marinette? - si chiede, poi si riscuote e chiede  “Allora?”, ricevendo un pollice alzato come risposta da Ladybug, che subito dopo bussa alla finestra.

Il pappagallino di Martine fischia allarmato, mentre lei sussulta e si gira di scatto levando le cuffie. La ragazza, con un'espressione di totale stupore si precipita ad aprire la finestra, e quasi cade all’indietro quando Ladybug viene raggiunta da Chat Noir, che la saluta con la mano.

“La-Ladybug? Chat Noir? Che c-cavolo ci fate qua? Entrate, su” balbetta, facendosi da parte e liberando un po’ del pavimento della stanza, tra la porta d’ingresso, il letto e la poltroncina della scrivania c’è infatti una scia di indumenti, uno scarponcino, un calzino, l’altro scarponcino e l’altro calzino, una felpa nera stropicciata, una maglietta verde, da sotto la scrivania fa capolino la gamba di un paio di jeans scoloriti.

I due eroi si guardano attorno nel minuscolo appartamento “Scusa per l’intrusione, ma volevamo parlarti” esordisce lei, mentre Chat Noir si guarda intorno curioso, notando il pappagallino, con le piume arruffate, che fischia dalla gabbietta. 

“Ah, sì… wow.” Martine li guarda ancora stupefatta “ecco, io…  vi farei accomodare ma.. non saprei dove. Lui è Loki.” indica il pappagallino ”Basta, Loki, sono amici! Non ti mangia!” conclude, indicando Chat Noir

“Non preoccuparti” le risponde lui “stiamo anche in piedi.. carino il posto, comunque”

Martine lo guarda “Ok, allora… che vi porta da queste parti?” domanda, guardandoli entrambi.

“Beh” inizia Ladybug “Volpe Rossa ci ha detto che ieri al palazzo del ghiaccio, sei stata molto coraggiosa a metterti di fronte a Ficcanaso”

“Grazie ma… non è stato niente di che, sapete, vivo qui da sola da tre anni, da quando ne avevo 14, cosa volete che sia un’akumizzato!” risponde Martine, con un gesto della mano per minimizzare.

“Ah, davvero vivi sola?” fa Chat Noir, stupito 
“Chat Noir! Sei sempre il solito impiccione!” lo rimbrotta ladybug, mettendo le mani sui fianchi e facendo scoppiare a ridere Martine 

“Scusate, è che siete davvero una bella coppia!” fa lei, guardandoli arrossire, con Chat Noir che subito dopo fa la forma del cuore con le mani “Vedi? lei ha capito tutto!”, mentre Ladybug esclama “Ma noi non siamo una coppia!”, sbuffando verso il ragazzo.

“Ma tornando a te, Martine” Ladybug torna seria e la guarda “Volevo… ehm volevamo chiederti se te la sentivi di ricevere, temporaneamente e se ce ne sarà bisogno, il Miraculous dell’Ape.”

Martine si lascia cadere sulla poltroncina “Cosa? Io? Aspettate, ma Queen Bee non è la figlia del Sindaco?” sbotta, tutto d’un fiato.

“Beh ecco, diciamo che… Al momento non lo è” risponde Ladybug

“Ok, ma insisto: perché io?” ripete Martine, sempre più stupefatta

“Perché… non ti sei tirata indietro e non hai esitato un attimo per aiutare quei ragazzi, distraendo Ficcanaso per permetterci di intervenire. Non è da tutti.” l’altra fa una pausa “Naturalmente se dovessi accettare dovrai mantenere il totale segreto, Papillon sa già troppo”

“Eh… ma davvero non è stato niente! Ho fatto solo quello che era giusto fare!” ribatte, allargando le braccia

“Ed è proprio questo l’atteggiamento giusto!” si intromette Chat Noir “Sei intervenuta perché andava fatto! Saresti perfetta per il miraculous dell’Ape!”

“D’accordo… quanto tempo ho per pensarci?” fa Martine, improvvisamente seria

“Non c’è fretta.. quando te la senti, ti daremo modo di contattarci tramite...” risponde Ladybug, guardandola

Martine sposta lo sguardo su una foto incorniciata appesa sopra la scrivania, una coppia sorridente e una bambina con le trecce. poi la interrompe “Ho deciso. Accetto. Cosa devo fare?”

“Ah” fa Ladybug, seguendo il suo sguardo “Va bene”, annuisce, aprendo lo yo yo e ricevendo le solite occhiate stupefatte quando ne estrae una scatola ovale e la apre.

Dalla scatola, in un lampo di luce gialla emerge Pollen, la Kwami del Miraculous dell’Ape.

Pollen fa un piccolo inchino verso ciascuno degli altri “Ladybug.. Chat Noir.. Mia Regina.. i miei rispetti! Io sono Pollen, Kwami del Miraculous dell’Ape.”

Martine sobbalza sulla poltroncina e indietreggia contro la scrivania “C--ciao?” balbetta, colta di sorpresa.

“Pollen, come ti avevamo anticipato, lei è Martine. Sarà lei la tua Portatrice al posto di Chloé se serviranno i tuoi poteri” spiega Ladybug, porgendo la scatola alla ragazza

la Kwami annuisce alla Guardiana, “Mi dispiace per Chloé, ho fatto del mio meglio per convincerla”, poi si volta “Onorata di conoscerti, Martine”.

“Piacere..” fa la ragazza, prendendo il pettinino dalla scatola e cercando di fissarlo ai capelli corti “cosa devo fare adesso?”

“E’ semplice, devi indossarlo e dire Pollen, trasformami quando sarai pronta, dopodiché dovrai sceglierti un nome da eroe” spiega la Kwami gialla e nera .

“Un nome eh… Ce l’ho!” esclama Martine “credo… credo di essere pronta” prosegue, alzandosi dalla poltroncina “Posso provare?” chiede a Ladybug.

“Certo, poi mi restituirai il Miraculous e quando ci sarà bisogno, ti troveremo noi” spiega l’interpellata.

“D’accordo… allora Pollen! Trasformami!” declama Martine

Una luce dorata l’avvolge e la ragazza inizia a preoccuparsi, sentendo i già pochi vestiti dissolversi e diventare il costume da supereroina, preoccupazione subito sostituita da stupore e curiosità, mentre osserva nello specchio del piccolo armadio il risultato della trasformazione.

“Wow!” commenta, piacevolmente stupita. 
Ora indossa una tuta aderente gialla che ne evidenzia le forme, degli stivali neri e tre linee nere che si allargano sul dietro sulla parte superiore delle gambe. Gli avambracci e le mani sono coperte da guanti neri e sulle spalle ci sono altre linee nere che terminano sul colletto a listino. 
Alla cintura una piccola trottola gialla a strisce nere. I capelli si sono allungati, e ora sono acconciati in una coda alta, legata con un lungo nastro giallo. Due pettinini simmetrici a forma di ape sono apparsi sui lati della testa. Gli occhi sono circondati da una mascherina gialla bordata di nero.
“Wow…” ripete “sono… sono io? Spettacolo!”

“Già. E stai benone!” confermano gli altri due. “E pensa che non hai ancora provato a correrci.. Ma hai scelto un nome?” chiede Chat Noir

“Si: sarò Honey B” risponde lei, in tono solenne, poi, dopo una pausa “Ok, ragazzi, scusate ma… i miei vestiti che fine hanno fatto?”

“Tranquilla” risponde Ladybug con un sorriso “Ha fatto lo stesso effetto anche a me, la prima volta… Anzi, ad essere sincera ero terrorizzata!  Ma non poreoccuparti, ti basterà pensare Pollen ritrasformami e ritorneranno com’erano.”

“Ok” risponde Martine, mentre un altro flash di luce gialla la fa tornare in canottiera e pantaloni della tuta.

“Ora dobbiamo andare!” esclama Ladybug, riprendendo la scatola del Miraculous “Tu tieni d’occhio i notiziari, e se ci sarà bisogno di te, ti chiameremo!”

Martine apre la finestra “D’accordo, Ladybug… è… io.. non so cosa dire.” 

“Non è necessario che tu dica niente.” risponde Ladybug, sempre sorridendo “Ciao e buon Natale” Chat Noir si aggiunge ai saluti. I due escono dalla finestra da dove sono entrati, lasciando Martine guardarli sparire sui tetti.




“Chat Noir, sarà meglio tornare a casa, adesso, sta per nevicare!” dice Ladybug quando si sono allontanati e si fermano sul tetto di un hotel per riprendere fiato “non vorrei prendermi un malanno, per quanto sia bello girare così senza meta”.

Lui la guarda “Non mi preoccupa un raffreddore, se posso stare vicino a te, Mylady” risponde lui, spostando poi lo sguardo sulle le nuvole illuminate dalle luci della città.

“Sei sempre il solito melodrammatico, Micetto. Però ti ringrazio” ribatte Ladybug, sorridendo. “Adesso però devo andare davvero, i miei genitori potrebbero scoprire che sono fuori e sarebbe un grosso problema. A presto, Chat Noir” così dicendo Ladybug si avvicina all’amico e, dopo una breve esitaizone, gli dà i canonici due baci di saluto sulla guancia “Ancora Buon Natale!” sussurra, poi si allontana lanciando lo yo yo.

Chat Noir rimane immobile, le guance roventi, a guardare la sagoma della ragazza sparire dietro un palazzo.
   
 
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