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Autore: Signorina Granger    13/09/2020    1 recensioni
[Perseus Burke-Black & Amanda Rowle]
[...]
“Torneresti indietro, per caso?” Perseus prese la moglie per mano per dirigersi verso la colonna che fungeva da portale con la stazione Babbana di King’s Cross, guardandola sorridergli con affetto e scuotere il capo:
“Mai. Siete tutto per me.”
“E voi siete la mia luna e le mie stelle.”
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Amanda stava cullando dolcemente Sunshine, nata esattamente due mesi prima, che si era appena addormentata. La strega guardava la figlia col sorriso sulle labbra, pensando a quanto, negli anni passati, avesse desiderato di avere una propria famiglia.
Ora l’aveva, finalmente. Una grande, meravigliosa famiglia allargata.
Aveva scelto i suoi migliori amici, Cora e Gerard, come padrini della figlia, certa che a breve sarebbero convolati a nozze a loro volte.
Amanda non vedeva l’ora, così come non vedeva l’ora di vedere felice la sua sorellina, che sembrava sempre più innamorata di suo cognato Castor.
 
Buffo come avessero finito per sistemarsi con due fratelli.
“Come sta il nostro raggio di sole?”
“Dorme. Ti somiglia, sai?”
Amanda alzò lo sguardo sul marito con un sorriso e guardò Persues ricambiare prima di sedersi accanto a lei sul divanetto posto accanto alla culla della bambina nella nursery, accarezzando i capelli radi della figlia con affetto:
“Buffo, tutti dicono che somiglia alla madre. Anche se ha i capelli più chiari.” 
“E’ bellissima in ogni caso.”
“Su questo non c’è ombra di dubbio. E sarà anche adorabile, come la sua mamma.”
Perseus le diede un bacio sulla fronte e Amanda sorrise, quasi stentando a credere alla sua fortuna: mai, probabilmente, matrimonio combinato era stato più fortuito del suo.
 
*
 
Quando lei e Persues ricevettero l’invito al matrimonio tra Cora Mildred Prewett e Gerard Olinvander, fissato per il 27 maggio 1933, Amanda non si scompose: Cora l’aveva informata un mese prima, quando Gerard le aveva finalnente chiesto di passare la vita insieme.
 
Aprì però la busta con un largo sorriso, febbricitante e piena di gioia per i suoi migliori amici mentre Vivian, seduta sul divano e con Sunshine in braccio, osservava la cugina con curiosità:
 
“Buone notizie?”
“Eccome. Credo che quando tornerai a casa tua troverai un invito ad un matrimonio ad attenderti.”
Amanda la raggiunse con un sorriso allegro, sedendo nuovamente accanto a lei mentre la bionda lasciava che la nipotina giocherellasse con il colletto della sua camicetta di seta:
 
“Cora e Gerard, immagino. Beh, era anche ora, in fin dei conti. Hai visto quanto le sta bene la sua nuova fascetta abbinata al vestitino?”    Vivian sorrise teneramente alla bambina e le diede un bacio sulla guancia mentre sfiorava la fascetta celeste adornata da fiocco che copriva la testa di Sunshine, che sembrava felice di indossare gli ennesimi regali della cugina della madre.
“Sono bellissimi, Viv, ma comincio a pensare di dover mettere dei paletti a te, a Lilith, Danae e ai miei suoceri: le fate troppi regali. Herbert l’altro giorno è arrivato con una giraffa di peluche quasi più grande di me!”
“E’ normale, è la prima bambina della famiglia, se ne avrete un altro ci sarà meno entusiasmo, credimi. E poi non è colpa nostra se tua figlia è così adorabile, non piange mai! E adesso cammini anche, vero zuccherino? Dai, facci vedere quanto sei brava.”
Vivian sollevò Sunshine per metterla sul pavimento, guardandola sgambettare intorno al divano mentre Amanda alzava gli occhi al cielo, rassegnata: sua figlia era più viziata delle nipoti di Re Giorgio V, e aveva solo poco più di un anno di vita.
 
*
 
Perseus era chiuso nel suo studio quando, dopo un lieve bussare, la porta si aprì e Amanda fece capolino sulla soglia della stanza, rivolgendo un piccolo sorriso colpevole al marito:
 
“Mi spiace disturbarti, ma qualcuno reclama il bacio della buonanotte.”
“Arrivo subito, scusa. Non mi ero reso conto dell’ora.”  Perseus si alzò, abbandonò le sue carte e uscì per dirigersi nella stanza infondo al corridoio, la cameretta della figlia.
 
“Ciao principessa. Sei ancora sveglia?”
Perseus sorrise alla figlia, già sotto alle coperte del suo piccolo letto a baldacchino e che lo guardava stringendo il suo coniglietto di pezza.
Sunshine annuì e il padre, raggiunto il letto, si appoggiò al materasso per chinarsi e darle un bacio sulla fronte quando la bambina mormorò di volere la favola della buonanotte.
“Non te l’ha raccontata la mamma?”
“Sì, ma ne voglio una anche da te, papino.”
 
Perseus esitò, e gli sembrò di ricordare vagamente quando, da piccolo, sentiva Danae piangere e pregare il padre di stare un po’ con lei. Herbert non era spesso a casa, ma almeno sua sorella aveva sempre avuto lui, Castor e i loro cugini per giocare insieme a lei… la sua piccolina, invece, era ancora l’unica bimba della famiglia.
E l’ultima cosa che voleva era che si sentisse sola.
 
“D’accordo principessa. Vuoi Baba Raba?”
“Ok! Fai le voci, però!”
 
Una volta, qualche mese prima, Ewart lo aveva deriso per essere un rammollito, quando si trattava della figlia. Suo malgrado Perseus doveva ammettere che l’amico non si sbagliava, ma lo aveva avvisato di prepararsi visto che di sicuro, entro qualche tempo, avrebbe fatto la sua stessa fine.
Del resto, suo padre lo aveva avvisato, quando lui e Amanda avevano annunciato la gravidanza.
 
*
 
“Tesoro? Vieni qui, per favore.”
Sunshine abbandonò la casa delle bambole per sedersi sul tappeto di fronte ai genitori, osservandoli con i grandi occhi azzurri carichi di curiosità. Amanda sorrise alla figlia, esitando mentre si accarezzava il ventre arrotondato con le dita. Non avrebbero potuto far finta di niente ancora per molto, così aveva proposito al marito di “avvisare” la figlia dell’arrivo del fratellino.
Danae e Ewart, sghignazzando, discutendone avevano proposto di spiegare il fatto dicendo alla bimba che la madre aveva mangiato un’anguria, ma Perseus aveva intimato a sorella e cognato di non fare gli idioti e aveva deciso con la moglie di dirlo alla bimba: lui si era ritrovato con ben due fratellini dal nulla, e non era stato particolarmente piacevole.
 
“Ascolta… Sai che io e papino ti amiamo tanto, vero? E anche i nonni, e gli zii.”
“Sì mamma.”
“Ti ameremo sempre così tanto, tesoro, però tra un po’ di tempo dovremo dare delle attenzioni anche a qualcun altro. Ti piacerebbe avere un fratellino o una sorellina con cui giocare?”
Sunshine esitò, dopodichè asserì di volere un fratellino, ma non una sorella.
Quando il padre le chiese il motivo di quelle parole, la bambina strinse a sé la sua bambola e affermò, serissima, che zia Dany diceva che essere l’unica femmina di casa per lei era bellissimo. Inoltre, Sunshine si preoccupò di sottolineare che non voleva cedere la sua camera e le sue bambole a nessuno.
 
“Tesoro, nessuno ti caccerà dalla tua cameretta, anche se dovese arrivare una sorellina, ok? Torna a giocare, su.”
Amanda, cercando di non ridere per le risposte della figlia, le sorrise e le fece cenno di tornare a vestire le sue bambole mentre Perseus, roteando gli occhi, mormorava qualcosa a bassa voce.
“Beh, se dovesse essere una femmina e Sunshine dovesse prendersela, diremo a tua sorella di dirle che avere una sorella è meraviglioso, visto che MIA sorella non sa stare con la bocca chiusa, quando serve.”
 
*
 
Amanda chiuse il pesante libro che stava consultando con uno sbuffo, asserendo che qualsiasi nome di stella o costellazione che le piacesse era stato già utilizzato innumerevoli volte dai Black, e il fatto di dare a suo figlio un nome trito e ritrito non le piaceva affatto.
“Tesoro, per noi è normale. Pensi che nei Black io sia stato l’unico Perseus? E Castor può dire lo stesso.”
“Lo so, ma vorrei che fosse diverso… anche perché i nostri figli non sono propriamente dei Black. Mi piace la tradizione della famiglia di tua madre, e molto, ma vorrei anche scegliere un nome particolare, come per Sunny.”
 
Amanda raggiunse Perseus, steso sul letto, e lo abbracciò per appoggiare la testa sul suo petto, pensierosa. Il marito, dal canto suo, dopo un paio minuti di silenzio trascorsi a riflettere, sorrise:
 
“Forse ho un’idea. Magari metterà d’accordo tutti.”
 
*
 
Per Belvina Burke diventare nonna era stata un’esperienza meravigliosa, anche se abituarsi a sentirsi chiamare così non era stato facile: all’inizio si era fissata con l’idea di essere una vecchia decrepita, ma figli e marito erano riusciti a convincerla di essere, invece, una nonna più che giovane.
Quando Amanda e Perseus, dopo il matrimonio di Danae, avevano annunciato l’arrivo di un secondo bambino, Belvina aveva sinceramente sperato che fosse un maschio, e le sue preghiere erano state esaudite.
Tutti avevano più volte chiesto alla coppia di genitori che nomi avessero scelto per il nascituro, ma Perseus e Amanda, proprio come per Sunshine, si era sempre rifiutati di rivelarlo.
 
Belvina, così, seppe il nome di suo nipote solo quando giunse insieme ad Herbert a casa di figlio e nuora, che glielo mise tra le braccia con un sorriso stanco ma carico di gioia:
 
“Belvina, salutate Sky.”
 
*
 
 
Sky Cygnus Burke-Black Sky
 
“Mi mancherai tanto, tesoro.”
“Dai Mandy, starà benissimo. Va ad Hogwarts, non a fare la leva militare Babbana…”
Amanda, che stava stringendo il figlio in un abbraccio, rivolse un’occhiata quasi truce al marito, che alzò gli occhi al cielo e decise di lasciar perdere: il mago si rivolse così alla primogenita, sorridendole con affetto prima di abbracciarla:
“Ciao bellissima… Fa’ buon viaggio. Non combinare casini e impegnati, quando tornerai a casa per Natale voglio sentire i resoconti di tutto quello che hai imparato.”
“Non vedo l’ora! In particolare spero di imparare in fretta l’Incantesimo di Appello, sarà utilissimo!”


Sunshine, che stava per iniziare il suo quarto anno ad Hogwarts, sorrise, gli occhi azzurri luccicanti dall’emozione e dall’impazienza mentre il padre sorrideva divertito, immaginando perfettamente a cosa alluddesse la figlia:
 
“Considerando che detesti anche solo alzarti dal divano per prendere un libro, posso immaginare che diventerà il tuo incantesimo preferito.”
“Puoi giurarci, lo userò giorno e notte quando l’avrò imparato!”
 
“Mamma, mi stritoli!”
“Oh, scusa tesoro. Sono molto felice per te, Hogwarts è meravigliosa, saranno anni bellissimi. E’ solo che sarà triste per me restare da sola per tutti questi mesi.”
Amanda rivolse un sorriso quasi malinconico al bambino mentre gli sfiorava i capelli castani, quasi chiedendosi quando gli ultimi undici anni erano passati.
Le sembrava fossero trascorsi pochi giorni da quando avevano accompagnato Sunshine a prendere il treno per la prima volta, ed ora toccava anche al piccolo di casa.
“Torneremo per Natale, e hai papà!”    Sky guardò la madre come se fosse sinceramente dispiaciuto nel sentirle dire di aver paura di sentirsi sola, e le labbra di Amanda si incurvarono in un sorriso mentre annuiva, asserendo che aveva ragione.
 
“Sarai un Corvonero fantastico, tesoro.”
“Perché sei convinta che finirò nella tua stessa Casa, mamma?”
“Perché mi somigli molto. E perché sei il ragazzino più sveglio che conosco. Tua sorella, invece, è un’irrequieta Grifondoro perfetta.”
“Mamma, stai dicendo che sono tonta, per caso?!”
 
“No amore, ma fidati, il Cappello non sbaglia mai. Su, salite adesso.”
Amanda si prese un ultimo istante per abbracciare la figlia e darle un bacio su una guancia, poi la guardò salire con Sky al seguito, raccomandandole per l’ennesima volta di badare al fratellino ma di non insegnargli passaggi segreti pericolosi o niente di stupido.
 
“Tranquilla mamma, il nanetto è al sicuro con me!”
“Non sono un nanetto, sono alto quasi quanto te, sapientona!”
 
Il treno iniziò a mettersi in moto e Persues e Amanda guardarono, un po’ rassegnati e un po’ divertiti, i due figli battibeccare attraverso il finestrino aperto mentre la madre li salutava con la mano.
La locomotiva era quasi sparita dietro la curva quando Perseus parlò, la fronte aggrottata e l’aria pensierosa:
“Sai, più Sunny cresce e più diventa uguale a mia sorella… Prevedo anni assolutamente privi di noia.”
“Perché, ti sembra forse che fino ad ora ci siamo annoiati? Perché io, con due bambini in casa, non ho mai avuto un attimo di pace.”
 
“Torneresti indietro, per caso?”   Perseus prese la moglie per mano per dirigersi verso la colonna che fungeva da portale con la stazione Babbana di King’s Cross, guardandola sorridergli con affetto e scuotere il capo:
“Mai. Siete tutto per me.”
“E voi siete la mia luna e le mie stelle.”
 
   
 
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