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Autore: Seiyako    16/09/2020    2 recensioni
La lezione di hip hop è terminata da poco. Sono stanca e sudata. Sto per andare via ma qualcuno, un ragazzo, mi blocca il passaggio impedendomi di uscire. Il motivo? Vuole, o meglio, pretende di ballare un valzer con me. Gli scoppio a ridere in faccia...
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                   Il Valzer


La lezione di hip hop è appena terminata. Sono stanca e sudata. Ho il fiatone e le gambe indolenzite. Le ragazze (le mie compagne del corso hip hop) mi salutano sorridendo e poi vanno via. Ricambio il loro saluto con un sorriso a trentadue denti. Mi viene da ridere perché sono la più grande del corso. Loro sono ancora delle adolescenti pieni di sogni e di speranze... le sento chiacchierare in lontananza mentre parlano di interrogazioni e debiti formativi. Dio solo sa quanto vorrei tornare ad avere la loro età e preoccuparmi solamente della scuola e dei piccoli problemi di cuore che si hanno quando si è ragazzine. Bevo una lunga sorsata d'acqua dalla mia bottiglietta di plastica. Faccio una smorfia di disgusto. L'acqua è diventata calda perché l'ho tenuta un'ora nello zaino, non è più fresca come appena uscita dal frigo. Rimetto la bottiglietta nello zaino. Sto per andare via, ma qualcuno mi si para davanti impedendomi di uscire dalla sala. Alzo lo sguardo e rimango basita. È un ragazzo. Deve avere più o meno la mia stessa età. È alto. Biondo. Molto bello. Lo guardo dal basso del mio un metro e cinquantaquattro. Un lieve rossore mi imporpora le guance. Con la tuta da ginnastica e i capelli appiccicaticci di sudore non sono molto presentabile. Ma perché quando sei ben vestita e truccata non incontri mai nessuno e quando invece sei vestita come una 'casalinga disperata' incontri il mondo intero?
Faccio spallucce e cerco di scansarlo, ma lui è irremovibile. Non vuole farmi uscire. Ma che cosa vuole da me?
“Ehm, dovrei uscire. La lezione è finita”. Gli dico indispettita.
“Lo so” risponde sornione “ma aspetta ad andartene. Ho bisogno di una dama per provare il valzer. Sono già andate via tutte le ragazze, tu sei l'unica rimasta”.
Scoppio a ridere. Poi gli dico: “Il valzer? Hai sbagliato scuola di ballo. Qui non insegnano i balli standard. Ma se vuoi provare i latino-americani presentati domenica sera”.
Lui scrolla la testa. Come se non mi avesse sentita, posiziona il computer portatile sulla mensola e fa partire la musica. Subito la sala viene inondata dalle note di Come Walts With Me di Demis Roussos.
Si avvicina, fa un inchino e poi mi tende la mano. Non ammette scuse. Devo fargli da dama. Appoggio lo zainetto in un angolo, e accetto il suo 'invito'. Parto come un razzo. Lui mi ferma gridando: “NO, NO, ASPETTA. COSÌ NON VA!”
Torna al computer e fa ripartire la musica dall'inizio. Mi guarda attraverso i suoi occhi azzurri e dice: “È un valzer. Il primo passo deve partire da me. Da ora in poi ricordatelo sempre: è il cavaliere che deve condurre la dama, non viceversa. Sei anche troppo rigida, cerca di scioglierti un po', non sei una statua”.
Annuisco. Mi sembra di ritrovarmi nel film Take the lead con Antonio Banderas. Ci riprendiamo nuovamente per mano, mi fa appoggiare le braccia e i gomiti nel modo giusto, e poi mi fa inclinare leggermente la testa di lato. Stavolta lascio iniziare lui. Balliamo e volteggiamo leggiadri nella sala. Sembriamo due farfalle che volano leggere in un campo pieno di fiori. Incredibile, non credevo di essere così portata per il valzer. Quanto vorrei che in questo momento apparisse la fata madrina e trasformasse la mia tuta dell'Adidas in uno splendido abito, in modo da poter far girare l'ampia gonna di tulle. Ballare con questo ragazzo mi rilassa, non mi sento più stanca e affaticata, inoltre i suoi occhi azzurri mi ricordano la calma e la serenità del mare in bonaccia. Come Walts With Me  giunge al termine, e dopo aver fatto la mossa finale, ci applaudiamo a vicenda.
“Sei stata bravissima” sorride. Spegne il computer portatile e poi si prepara per andare via.
"Aspetta!” Esclamo delusa e un po' irritata “vai già via? Prima mi costringi a rimanere con te e adesso mi lasci da sola come se nulla fosse? Dimmi almeno come ti chiami e se tornerai di nuovo qui".
Mi guarda con un sorriso birichino e se ne va con il portatile sotto il braccio.

 SGRUNT!
 
Riprendo lo zaino. Mentre esco dalla porta principale incontro la titolare della scuola di ballo. È appena rientrata dopo aver svolto alcune commissioni.
“Ah, Licia. Aspetta”. Mi ferma prendendomi per un braccio.
“Cosa c'è?” Le domando, cercando di nascondere la stizza dal tono di voce.
“Ho introdotto il corso di valzer viennese, se vuoi iscriverti, rivolgiti alla segretaria. Ci penserà lei a darti un altro tesserino”.
Ho un fortissimo sospetto. Con un gruppo in gola, chiedo alla titolare: “L'insegnante è un uomo o una donna?”
“È un uomo”risponde, facendomi l'occhiolino “credo abbia la tua stessa età... ed è anche molto carino”.
Prende un volantino dalla borsetta e me lo fa vedere. Oddio. Non può essere vero. Il ragazzo sul volantino è lui!
“Qualcosa non va?” Chiede la titolare con voce preoccupata “se non vuoi partecipare alle lezioni di valzer non c'è problema, non sei obbligata”.
“No, no” rispondo prontamente “vado subito a compilare il modulo per il tesserino. Ah, la prima lezione gratuita l'ho già fatta”.
La titolare mi guarda con aria interrogativa. Poi solleva un sopracciglio. Credo abbia capito tutto.
Va nello sgabuzzino dove sono i riposti i costumi di scena e poi ritorna con un magnifico abito di colore blu. È un vestito da ballo da sala. Con i bordi della gonna piumati e i brillantini sul décolleté.
“La prossima volta indossa questo. Ma sta attenta a non rovinarlo. È solamente in prestito. Sai benissimo che serve per gli spettacoli”.
Sorrido riconoscente e prendo delicatamente il vestito dalle sue mani. Sto attenta a non spiegazzarlo. Steso sui miei avambracci ho un enorme tesoro fatto di velluto e paillettes.
Ringrazio ancora una volta e poi vado via.
Quello che ho ballato non è un valzer qualunque. È un valzer tutto mio. Mio solamente. Non appartiene a nessun altro. E sono certa che quel valzer lo ballerò ancora un'infinità di volte.

Ciao a tutti. Spero che questo racconto breve vi sia piaciuto. Ho immaginato così tante volte questa scena nella mia mente che ho deciso di raccontarla attraverso una storiella. Ovviamente è una storia inventata. Ma chi lo sa? Magari qualcuno mi inviterà per davvero a ballare un valzer ;)

 
  
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