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Autore: LadyPalma    16/09/2020    5 recensioni
"Ss-severus, ti prego... siamo amici".
Severus sussultò, non poté farne a meno, e poi stupidamente tentò di nascondere quella reazione continuando a fissarla. [...]
"Severus" esordì Voldemort, intercettando quella reazione. Ruotò la testa da rettile e lo fissò con un guizzo di divertimento e – cosa ben più pericolosa – di curiosità. "Allora forse la signorina Burbage non mente. Siete... amici".

What-if? Charity Burbage viene risparmiata da Voldemort e si creano alcuni effetti a catena.
Severus/Charity, accenni Draco/Luna.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charity Burbage, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Severus Piton | Coppie: Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 4





L'epiphany è un momento speciale in cui un qualsiasi evento banale della vita comune diventa rivelatore del significato della vita: aveva spiegato quel concetto molte volte quando insegnava nel liceo babbano di King's Lynn, eppure solo adesso Charity capiva appieno il senso della narrativa di James Joyce. 
Le parole casuali di Luna avevano provocato in lei proprio qualcosa di simile all'epiphany; se – e quanto dipenda da quel se – aveva davvero inteso bene, allora Severus non aveva mai tradito Silente e anche adesso continuava ad essere una spia per il lato giusto. E Gente di Dublino si era poi legato al Faust. Poteva lui essere parte di quella forza che eternamente vuole il male continuando ad operare il bene? Aveva ucciso perché era la cosa migliore, doveva essere così. Impossibile da crederci, lei ci credeva
Certo, restava da capire perché mai il Preside avrebbe dovuto chiedergli qualcosa del genere – ma quello era un enigma che per il momento non la riguardava. Quello che contava era, invece, che quell'interpretazione improvvisa la convinceva. In fondo, una sconosciuta volontà di morte di Albus non era così assurda se vista sotto una nuova prospettiva, e sembrava in ogni caso più credibile di un cambiamento altrimenti inspiegabile di alleanze.
Solo dopo mesi di prigionia in cui si era arrovellata attorno alle bugie di Piton, aveva capito che non era importante tanto su cosa mentiva, quanto l'a chi e il quando.
Se i suoi calcoli erano giusti, mentiva solo da poco e a lei non aveva mentito mai.
 



 
🐍🐍
 



Quando sollevò lo sguardo al rumore di passi nel silenzio e si ritrovò davanti il volto inconfondibile di Severus, Charity sussultò e si tirò a sedere con una velocità di cui non si sarebbe creduta capace. Non potevano andare avanti a sussulti, di questi tempi potevano anche bastare a salvare vite ma non a chiarire posizioni. Per quello, bisognava per forza ricorrere alle parole.
Senza mormorare niente, non ancora, si alzò in piedi e lo fissò negli occhi – con quella che sperava fosse una preghiera, con quella che sapeva risultare invece come una sfida. Non appena lui aprì la porta, lei lo seguì fuori automaticamente, senza degnare neanche di uno sguardo Luna addormentata. Gli camminò accanto per lo stretto corridoio dei sotterranei, talmente assorta nelle sue congetture da non rendersi neanche conto del cambiamento di atmosfera dopo tutto quel tempo rinchiusa in pochi metri quadrati, sempre gli stessi. Se ne accorse solo nel dolore dei muscoli nel fare i primi scalini e nell'impatto con l'aria pungente della sera invernale quando sbucarono nel retro del Giardino di Villa Malfoy.
Rimasero a scrutarsi per un attimo in silenzio, ognuno in cerca di qualcosa: lei della conferma alla sua ipotesi di redenzione, lui di segnali che lo informassero della sua salute. D'improvviso lui le chiese se sentisse freddo e lei chiese a se stessa cosa avrebbe fatto se quell'incontro fosse avvenuto prima dell'assurda epiphany. Probabilmente, avrebbe rifiutato qualsiasi cosa da lui, lo avrebbe inondato di domande, oppure addirittura avrebbe preferito restare nella sua cella. Invece, avvolta nel caldo mantello nero che lui le aveva appena messo sulle spalle, decise di rompere il ghiaccio con una casualità innaturale. 
"Come vanno le cose a Hogwarts?" 
Lui apparve sorpreso per un attimo, ma quello dopo le sue labbra si distesero leggermente. 
"In modo diverso da come tu ricordi, specialmente per quel che concerne la Babbanologia. Alecto Carrow non ha le stesse idee circa i Babbani che avevi tu".
Era un'ironia che gli apparteneva, ma che appariva fuori luogo in quel momento, perché retaggio di una leggerezza che stonava con le circostanze, i rispettivi ruoli e la verità che giaceva in mezzo a loro in attesa di essere tirata in ballo. Questo era ciò che lei pensava e che ritrovava puntuale nello sguardo vagamente irritato di Severus e che sembrava parlare in modo più aperto di quanto lui avesse fatto – Sul serio, Charity, chiacchiere da salotto? È questo quello che vuoi fare? Ti accontento, ma come vedi non abbiamo tè e biscotti e neanche gli Scacchi Magici. 
Charity abbassò lo sguardo colpita da una vergogna inspiegabile – vergogna per la sua afasia, per il suo temporeggiare, per la sua ritrosia di fronte alla paura di avere torto –, ma quando lo rialzò si schiarì la gola e riaggiustò il tiro di tutta quella fasulla conversazione.
"Io credo di aver capito, Severus".
"Ah, sì? Cosa credi di aver capito?"
"Tutto". Prese un respiro prima di rovesciargli addosso ogni parte di quel tutto in attesa di convalida: il suo doppio gioco, il suo non essere un vero mangiamorte e la propria teoria sulla morte di Silente.
Lui, che inizialmente aveva sollevato un sopracciglio con scetticismo, finì a quel punto per rivelare un ghigno, come se trovasse tutte quelle parole solamente divertenti.
"Quindi secondo te Albus Silente mi avrebbe chiesto di ucciderlo. Interessante. E per quale motivo? Illuminami, Charity, visto che sei così, mh, brillante. Vediamo: un piano astuto finito in tragedia oppure semplici velleità suicide dovute alle demenza senile?"
"Non lo so..." fu costretta ad ammettere in risposta e lo fece con prontezza. Era il suo principale limite, dopotutto, era quello lo scacco possibile a tutta quella gigantesca ipotesi. Eppure lei aveva ancora un asso nella manica, il dettaglio che forse fin dall'inizio l'aveva portata a riconsiderare l'apparenza di Severus e a volergli offrire la sua amicizia. Perché, dietro il cinismo, il sarcasmo e il distacco, era riuscita a dare anni prima un'occhiata anche alla sua sofferenza, alla sua rabbia e alla sua paura. Lo aveva visto come un ragazzo ferito, ben prima di conoscerlo come uomo capace di ferire. "So che non tradiresti così la memoria di Lily Evans..." si decise a dire alla fine – e quanto coraggio c'era in quel sussurro, e quanto ancora di più nel non abbassare lo sguardo. 
Severus, infatti, spalancò gli occhi e restò a fissarla con un'espressione vuota e smarrita che, seppur prevista, riuscì a sorprenderla comunque. Non erano molte le persone che potevano dire di aver visto Severus Piton dietro la maschera che si costringeva a portare, eppure ecco qui di nuovo una piccola fessura – e il ritorno dell'esplosione di sofferenza, rabbia e paura. 
"Non ho idea di cosa tu stia parlando" sibilò, avvicinandosi ulteriormente con fare minaccioso. "Ti consiglio di riflettere bene prima di fare qualsiasi allusione e..." 
"Nessuna allusione, Severus" lo interruppe con un leggero tremito nella voce, dovuto però a un'inflessione improvvisa di dolcezza che si tradusse esplicitamente in un sorriso appena accennato. "Facevo il terzo anno quando persi completamente la testa per James Potter che faceva già il settimo. Non credo lui se ne sia mai accorto ma cercavo di seguirlo ovunque... E Lily Evans era sempre con lui. Sapevo come non farmi vedere, tu non bene come credi. Guardavamo nella stessa direzione, Severus... e lì io ti ho visto. Non sapevo chi tu fossi allora, ma quello sguardo non me lo sono mai dimenticata e quello sguardo... Io per James avevo solo una stupida cotta adolescenziale, ma tu per Lily provavi qualcosa che andava di gran lunga oltre". 
Nonostante la confessione avesse reso disponibili ben più rivelazioni, stavolta Severus reagì molto più rapidamente di quanto avesse fatto prima nell'udire il semplice nome della donna che aveva amato per tutta la vita. La rabbia fu l'emozione a predominare, aveva acceso talmente i suoi occhi mentre l'aveva afferrata per le braccia che, finalmente, Charity ne ebbe paura. 
"Così credi di sapere tutto su di me?" 
Lei esitò per un attimo, era in allarme ma ancora non abbastanza da restare zitta. Forse perché, in fondo, nonostante tutto, credeva proprio di sapere. "Sì, penso di conoscerti bene". 
Il mago mollò la presa ma continuò a trattenerla con lo stesso sguardo infuriato. "Ti credi intelligente, ma la verità è che sei solo una completa stupida. Salvarti la vita è stato uno spreco di energie da parte mia, perché tu evidentemente non vuoi vivere. Parlare, pensare... di questi tempi è più pericolosa un'idea folle di un'azione in battaglia, non lo hai ancora capito? Un assaggio a distanza della minaccia di Nagini non è stato abbastanza? Dimmi, Charity, ti fa schifo la vita? Vuoi proprio, a tutti i costi, morire?"
Quell'accusa era vera: il bisogno di sapere aveva soppiantato il terrore atavico della morte e i mesi in cella paradossalmente l'avevano portata a dimenticare il rischio che aveva corso quella sera davanti a tutti i mangiamorte riuniti. Eppure, erano parole su cui non aveva davvero il tempo di riflettere in quel momento, era una prospettiva per cui avrebbe tremato dopo
"No, sicuramente voglio morire meno di quanto vuoi tu. Rischi poco forse a fare quello che fai?" 
Severus non rispose, le lanciò un'ultima occhiata furente prima di afferrarla senza reale forza per un braccio e riportarla all'interno del maniero. 
"Severus, ti prego, dimmi solo se ho ragione. Un cenno, qualsiasi cosa, io ho bisogno di saperlo". 
Solo il silenzio e il buio risposero a quel sussurro, mentre lui appariva del tutto impassibile. Superarono i corridoi e le scale per i sotterranei senza neanche scambiarsi uno sguardo; fu solo quando lei era già dentro la cella, che lui finalmente parlò. 
"Venti punti a Corvonero". Un piccolo, quasi impercettibile, sorriso si delineò rapidamente sul suo viso e Charity, nonostante la sorpresa, fu rapida a coglierlo e a ricambiarlo. 
"Solo venti?" sussurrò in risposta, quasi in tono di sfida. 
Era strano come quello spazio di ironia si fosse riaperto e come, in fondo, adesso strano non lo fosse affatto. La strega si rannicchiò vicino a Luna e tentò di addormentarsi anche lei. Ci riuscì in modo sorprendentemente facile, e la soddisfazione di aver sciolto il bandolo della matassa era meno importante della consapevolezza di aver ritrovato un amico. Anzi, di non averlo mai perso. 









***
NDA: Zan zan, finalmente Charity e Severus si confrontano. Spero che la trovata di Charity con una cotta per James Potter non sia risultata stupida o troppo banale: personalmente, mi piace questo incrociarsi a vicenda prima di conoscersi effettivamente senza prestarsi attenzione, e mi piace l'idea che lei abbia visto una vulnerabilità di lui senza che lui ne fosse consapevole. E, a parte questo, volevo anche che lei sapesse bene dell'amore di Severus per Lily ma senza che lui glielo avesse confessato; di per sè, infatti, non è un elemento sufficiente per capire la posizione di Severus (trovo che l'emento discriminante rimanga comunque la morte di Silente), ma è un tassello in più che ha rafforzato per tutto questo tempo l'ipotesi di Charity.
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima! 
Facendo qualche calcolo, mancano due capitoli più un epilogo.
   
 
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