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Autore: ShinRan4862    16/09/2020    0 recensioni
Conan riesce a sconfiggere l'Organizzazione, ma non può più tornare ad essere Shinichi.
Cosa succederebbe se a distanza di 10 anni dalla scomparsa di Shinichi Kudo dalla sua vita, Ran scoprisse la sua vera identità? Come la prenderà? Cosa succederà a Ran a tre settimane dal suo matrimonio con Kaito? Cosa farà, ora che sa che Shinichi in fondo non l'ha mai abbandonata? E' davvero tutto perduto o il destino ha ancora qualcosa in serbo per loro?
Lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stelle

Pov Ai

Tornai a casa dal matrimonio di Ran prima del professor Agasa e non mi aspettai di trovarlo lì.
Non l'avevo mai visto in quelle condizioni.
Conan era steso sul pavimento supino, la giacca sbottonata e la camicia stropicciata, con una mano sul volto, parzialmente coperta dai ciuffi della frangia. 
"Non sei venuto alla fine, sono certa che Ran avrebbe apprezzato" dissi e lui rispose sottovoce con tono quasi ironico "Ne sono certo" senza spostare la mano dagli occhi. 
Avrei voluto dire qualcosa, ma le parole non erano il mio forte e mi sentivo già abbastanza in colpa, perciò tacqui, dirigendomi in camera mia e lasciandolo nel soggiorno. 
Una volta arrivata in camera mi tolsi l'abito da cerimonia e rimasi in intimo davanti allo specchio per qualche secondo. 
"Tu credi nel destino?" Mi raggiunse una voce alle spalle e sobbalzai, voltandomi e coprendomi alla buona con la stoffa dell'abito che mi ero appena tolta arrossendo violentemente per poi lanciargli addosso un cuscino del letto che lo colpì in pieno, nonostante lui non ebbe reazioni 
"Maniaco!" Gli dissi imbronciata anche se ovviamente mi sarebbe piaciuto che mi notasse in qualche modo
"Esagerata" disse lui senza scomporsi più di tanto
"Esistono le porte per un motivo" gli contestai, ma lui non disse nulla osservando il cuscino che pendeva dalle sue mani con sguardo pensoso.
"Allora ci credi nel destino?" Ripeté la domanda. 
"Non lo so, a volte sembra bello pensarci" dissi io "Perché me lo chiedi?"
"Perché..." inizia lui, guarda in un punto indefinito della stanza e poi fissa i suoi occhi nei miei
"Sai io ci speravo davvero. Io credevo che..." si passa una mano sul volto e sulle labbra per appoggiare la tempia allo stipite della porta e fare un sorriso ironico "Io credevo davvero che fosse destino per me e Ran, sai? Stare insieme, i vissero per sempre felici e contenti, io ci credevo, io ci speravo"
Concluse guardandomi negli occhi.
Mi morsi il labbro inferiore interno e risposi 
"Non mi sembri il tipo" gli dissi, abbassando gli occhi e sedendomi sul letto "E ora? Che pensi?" gli chiesi
"Non so davvero che pensare, Ai" disse.
Mi faceva quasi ridere come non si rendesse conto di niente in campo romantico, io ero lì, praticamente nuda e lui si stava preoccupando di Ran, che ora era probabilmente a letto con il suo neomarito.
Scossi la testa
"Vabbè, io ho di meglio da fare, quindi buonanotte" dissi infilandomi sotto le coperte e spegnendo la luce, lasciandolo sull'uscio della porta. 
Non sentii rumori per qualche secondo, finché dei passi si avvicinarono al mio letto e lo vidi sedersi e levarsi la camicia, rimanendo in pantaloni e canottiera, si infilò sotto le coperte e io iniziai a dire 
"Ma cosa-" ma lui mi interruppe, parlandomi sopra sottovoce e facendomi venire la pelle d'oca
"Sono stanco e non voglio stare a casa mia solo stanotte, per favore lasciami stare qui con te" con due occhi da cucciolo irresistibili.
"Fa' come ti pare" mi limitai a dire, voltandomi dalla parte opposta al suo viso e chiudendo gli occhi, stringendo le lenzuola. Anche io speravo che il destino ci avesse fatti incontrare per un motivo, ma a quanto pare oltre a rovinargli la vita non ce n'erano.
Una lacrima mi attraversò il naso da destra a sinistra, da un occhio all'altro e mi ritrovai a sbattere le palpebre molte volte per evitare di continuare come una fontana. 
Fissai il mio sguardo sulla sveglia e dopo un lieve "Grazie" da parte di Shinichi non sentii più alcun suono eccetto il respiro che si era fatto regolare ormai da un po'. Mi voltai verso di lui, tentando di non svegliarlo, e lo osservai a lungo. I capelli scuri, il naso a punta, le sopracciglia folte, il mento squadrato e le labbra, quelle labbra che tanto avevo voluto e mai ottenuto. Io non lo meritavo, ecco perché non mi amava, non come io amavo lui se non altro. Lo amavo, ma non avevo chance. Eppure quelle labbra, quelle labbra erano troppo vicine, troppo invitanti per ignorarle. Shinichi dormiva, solo io ero sveglia in quella casa, non c'era nessuno a fare da testimone, nessuno tranne la Luna nel cielo, argentea come un diamante dalle migliaia di sfaccettature incastonato nel manto del cielo assieme ad altrettante migliaia di stelle presenti a farle la corte, a seguirla e ad invidiarla. Io ero una di quelle stelle e invidiavo la Luna, invidiavo Ran per avere quello che io non avevo, l'amore di Shinichi, ma almeno una cosa, almeno un bacio lo volevo. 
Così mi avvicinai piano, attenta a non svegliarlo. Volevo solo un assaggio, come la realizzazione di un sogno nel cassetto, volevo toccare il cielo per un momento ed illudermi di poter essere lei. Appoggiai le mie labbra sulle sue, con delicatezza, con amore, perché era quello che provavo, le sue labbra erano morbide e umide, la sua pelle, che non avevo avuto vicina per molto, profumava di dopobarba. 
Mi staccai e con lentezza tornai al punto di partenza. Lo vidi sorridere e poi tornare serio, chissà se stava sognando o no. Sperai di essere io la causa di quel sorriso, quel moto di irrazionalità mi aveva portata a speranze inutili che mi avrebbero solo fatta ulteriormente soffrire, ma il pensiero che me lo meritassi, dopotutto, non se ne andò. Quel ragazzo che mi aveva salvata, la mia vita esisteva grazie a lui, ed era felice grazie a lui. Chiusi gli occhi e scacciai un'altra lacrima, il destino era stato ingiusto con me, ma al contempo le mie disgrazie mi avevano portata lì, accanto a Shinichi. 
Mi girai a guardare il soffitto e sentii i rimorsi contrarre il mio cuore: era davvero un'illusione quella di essere la Luna, perché io non ero nemmeno una stella, io ero solo un buco nero che faceva suo e assorbiva nella sua oscurità tutto ciò che lo circondava, anche il bene che riceveva. Shinichi ne era stato assorbito ed era una delle poche cose della quale mi pentii. Mi accorsi del paradosso: molti anni prima l'inizio della mia vita segnò la fine della sua.

 

 

Buona sera a tutti!

Spero che settembre e tutto ciò che ha portato non sia stato troppo traumatico ;)

Scusate l'assenza ma sono stata molto impegnata ultimamente tra studio per test d'ingresso all'università e per la patente, ma adesso sono tornata con un nuovo capitolo e spero che vi piaccia! :) In questo ci siamo spostati sul punto di vista di Ai, vi aspettavate questi pensieri?

Fatemi sapere che cosa ne pensate, secondo voi ora che cosa succederà a Conan/Shinichi? E Ran? 

Lo scopriremo, ma nel frattempo buona lettura e grazie del sostegno a tutti i lettori!

Alla prossima,

Miao >.<

ShinRan4862

   
 
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