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Autore: Soul Mancini    17/09/2020    3 recensioni
Frammento dopo frammento, giorno dopo giorno, la vita di Ives scivola via e la sua anima si spegne pian piano. Quell'anima che era così pura e luminosa, ma che come la fiammella di una candela tremola a ogni soffio di vento.
Dai suoi primi giorni di vita, una serie di momenti che l'hanno portato a bucare la sua pelle con l'ultimo, fatale ago.
[Il capitolo "VIII" si è CLASSIFICATO SESTO al contest "November Rain" indetto da MaryLondon e giudicato da Juriaka sul forum di EFP.]
[Il capitolo 'XII - Like a crystal tear' si è CLASSIFICATO SECONDO al contest "This is our place, we make the rules" indetto da mystery_koopa sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Needles'
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Epilogo




E, se ci pensi bene, di solito chi rimane vittima di droghe o altro è perché è talmente tanto buono da non riuscire a ribellarsi.
[evelyn80]




Anche i pensieri cominciano a pesare insieme alle palpebre.
Il mio cuore pesa.
Il mio corpo pesa.
E in fondo cosa sono stato durante questi ventun anni per le persone che mi hanno circondato, se non un peso? Un triste fardello, troppo lento e ingenuo per stare al passo col mondo in cui mi sono ritrovato a vivere.
Mi sono messo l’anima in pace e ho perdonato tutti, anche coloro che mi hanno odiato e fatto del male: non è colpa loro se sono finito qui, su questo pavimento duro e freddo, con le vene consumate dall’eroina e le cellule consumate dalla malattia.
L’unico da biasimare sono io, soltanto io; troppo debole per reagire al dolore, troppo stupido per capire che l’apparente benessere provocato dalla droga mi stava in realtà uccidendo, troppo egoista per riuscire a tenere strette le poche persone che mi hanno amato.
Sento il respiro corto. L’ago mi pizzica ancora la pelle, laddove l’ho conficcato.
Tento di riaprire gli occhi. Mi pesa come sollevare un macigno, mi stanca. Le mie pupille si scontrano con l’oscurità, ma a me sembra comunque troppo accecante.
A questa vita mi ci sono aggrappato come ho potuto, ho sorriso fino a creparmi le labbra, ho amato fino a sgretolarmi il cuore, ho sopportato la sofferenza finché non mi ha tolto il respiro. E infine ho ceduto, mi sono arreso, ho riconosciuto di essere un vinto. L’ennesima fioca luce che si spegne senza lasciare traccia.
E ora la morte non mi fa più paura, anzi: la cerco, la voglio, la desidero. Perché dopotutto le sono sempre appartenuto, è quello il mio posto.
Sorrido appena, per l’ultima volta, mentre un opprimente torpore mi assale. La sento ancora, la dolce e calda sensazione dell’eroina che mi scorre dentro e mi culla lentamente verso il tanto agognato oblio.
Serro le palpebre per l’ultima volta – nessuno vedrà più il cielo e la tempesta dentro le mie iridi.
Sono pronto. O forse non lo sarò mai.

Me ne vado amando zia Maura.
Me ne vado amando Ethan.
Me ne vado amando Cheryl.
Me ne vado amando tutti i miei amici, tutti gli sguardi che ho incrociato, tutti i sorrisi che ho ricevuto, tutte le lacrime che ho asciugato.
Me ne vado amando la musica.
Me ne vado amando perfino Maggie e Stan, e tutte quelle persone che – come loro – mi hanno preso a calci il cuore.
Me ne vado amando la vita, anche se lei non mi ha mai voluto e non mi ha mai ritagliato un posto tra i suoi figli.
Me ne vado amando, perché è l’unica cosa che so fare.

Qualunque cosa ci sia dall’altra parte, spero abbia il volto di mia madre.









Note:
Se dicessi che scrivere questo epilogo è stato straziante, sarebbe un eufemismo.
Mi ha semplicemente distrutto.
Ci ho impiegato tre lunghissimi mesi e mezzo per prendere coraggio e buttarlo giù, perché la sola idea mi toglieva il respiro. La verità è che, quando ho cominciato a scrivere questa raccolta, non avevo idea che Ives mi sarebbe entrato tanto nelle ossa, nel cuore e nell’anima. È partito tutto come una normale storia, è finito per essere uno dei tasselli più importanti della mia vita.
E raccontare di lui nei suoi ultimi attimi mi fa piangere. Mi fa male. È quasi come perdere un figlio.
Cos’altro posso aggiungere? The Last Remaining Light, con tutti i suoi difetti e le sue imperfezioni, rimane uno dei progetti più difficili, impegnativi, importanti e dolorosi da portare a termine. La porterò sempre sempre sempre nel cuore.
Ringrazio dal profondo del cuore coloro che hanno avuto il coraggio di arrivare fino in fondo, di emozionarsi, disperarsi e star male con me.
Ringrazio evelyn80, Juriaka, Kim WinterNight e Sabriel_Little Storm per esserci state sempre, per aver creduto in me e aver vissuto questo viaggio – voi siete coloro che hanno sentito, forse più di tutti, Ives sulla vostra pelle; lo avete scoperto, conosciuto e, spero, amato insieme a me.
Ringrazio, per questo capitolo in particolare, nuovamente Evelyn per avermi concesso di utilizzare la citazione che trovate a inizio capitolo: mi scrisse questa frase in una risposta a recensione e ne rimasi profondamente colpita.
Grazie a _EverAfter_ per la profondità e il trasporto con cui si è immersa in questa storia; ringrazio mystery_koopa per il suo contest e ringrazio anche Carmaux_95, Carme93, Elise Brown e sangue di nephilim per aver lasciato un commento.
Grazie ai lettori silenziosi, a chi ha aggiunto la storia alle liste e chiunque si trovi qui per un motivo o per un altro, anche solo per sbaglio.
Spero che dentro tutti voi, in un angolo remoto del vostro cuore, sia rimasto impresso un frammento di Ives.
GRAZIE ♥


   
 
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