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Autore: karter    19/09/2020    2 recensioni
Ispirata ad un headcanon trovato sul web.
dal testo:
"«Pronto?» rispose senza nemmeno guardare il mittente della chiamata.
Sperava per la salute di chiunque lo avesse infastidito che fosse una questione urgente, odiava essere svegliato in quel modo, per di più ad un orario antiperuviano in un giorno di ferie, specie se aveva passato la notte a fare tutto fuorché dormire.
«Buongiorno, Legolas» lo salutò la voce dall'altro lato con tono brioso e fin troppo allegro per le sue orecchie.
«Ma porc…» imprecò riconoscendo la voce dell'uomo, nascondendo la testa sotto il cuscino.
Quando lo cercava quella lattina ambulante non erano mai buone notizie.
«Non tanto entusiasmo, potrei emozionarmi» lo prese in giro il multimiliardario.
«Va a farti fottere, Stark»
«Non hai idea di quanto mi piacerebbe, ma tra quarantacinque minuti abbiamo una riunione all'Avengers Tower» gli illustrò divertito «Sarebbe gradita la tua presenza e quella dell'agente Romanoff, se riesci a contattarla, dato che è praticamente sparita da tutti i miei radar»"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il lavoro chiama, la Vedova e il Falco rispondono (più o meno) 



 

Un suono infernale lo costrinse ad aprire gli occhi, o almeno a provarci. Sbadigliando allungò un braccio sopra il comodino alla ricerca di quell'aggeggio demoniaco comunemente chiamato cellulare. Peccato che la sua mano entrasse a contatto con tutto tranne ciò che gli occorresse. Fino a quel momento aveva buttato in terra una tazza, che sperava vivamente fosse vuota, quelle che gli erano parse riviste, o forse un paio dei suoi amati fumetti?, un pacchetto di fazzoletti mezzo vuoto, un paio di penne. Che poi, cosa ci facesse tutta quella roba sul comodino era qualcosa che davvero non sapeva spiegarsi. Frustrato sollevò la testa dal cuscino cercando di localizzare quel coso e non riuscì a trattenere un verso di protesta quando i suoi occhi incrociarono le cifre luminose sul display della sveglia, le quattro e quarantacinque di mattina. Chi diavolo lo cercava alle quattro e quarantacinque di mattina? 
Ancora più infastidito si allungò sul comodino trovando finalmente quel figlio del demonio che non aveva smesso di urlare un solo secondo. 

«Pronto?» rispose senza nemmeno guardare il mittente della chiamata. 
Sperava per la salute di chiunque lo avesse infastidito che fosse una questione urgente, odiava essere svegliato in quel modo, per di più ad un orario antiperuviano  in un giorno di ferie, specie se aveva passato la notte a fare tutto fuorché dormire. 

«Buongiorno, Legolas» lo salutò la voce dall'altro lato con tono brioso e fin troppo allegro per le sue orecchie. 

«Ma porc…» imprecò riconoscendo la voce dell'uomo, nascondendo la testa sotto il cuscino. 
Quando lo cercava quella lattina ambulante non erano mai buone notizie. 

«Non tanto entusiasmo, potrei emozionarmi» lo prese in giro il multimiliardario. 

«Va a farti fottere, Stark» 

«Non hai idea di quanto mi piacerebbe, ma tra quarantacinque minuti abbiamo una riunione all'Avengers Tower» gli illustrò divertito «Sarebbe gradita la tua presenza e quella dell'agente Romanoff, se riesci a contattarla, dato che è praticamente sparita da tutti i miei radar» 

«Come ci è riuscita?» chiese ignorando tutto il resto del discorso. 
Non che non gli interessasse, ma sapere che esisteva un modo per rendersi irrintracciabile, specie di prima mattina, dai radar di quell'ammasso di latta ambulante lo incuriosiva parecchio. 

«Potrei averle rivelato qualche trucchetto» rivelò infastidito «Quindi ci pensi tu?» chiese e ancor prima di ricevere risposta salutò il collega vendicatore e buttò giù. 

Barton sbuffò abbandonando il telefono sul comodino, dove probabilmente sarebbe rimasto sepolto per tanto, tantissimo tempo, prima di voltarsi sull'altro lato del letto incontrando la schiena nivea dell'irrintracciabile. 

Sorrise Occhio di Falco avvicinandosi alla donna e avvolgendole il fianco con un braccio fino a far combaciare il proprio petto con la schiena dell'altra, per poi posarle un bacio su una tempia. 

«'Giorno, Tasha» la salutò vedendola sollevare le palpebre «Stark ci vuole alla torre tra quarantacinque minuti» la informò ottenendo un mugolio di protesta. 

«Affari da vendicatori?» chiese godendosi i leggeri baci che l'uomo le stava lasciando sulla spalla, mentre la mano sulla sua pancia le tracciava ghirigori immaginari, dall'alto verso il basso. 

Clint si limitò ad annuire sulla sua pelle, strappandole un sospiro quando portò le sue attenzioni nel punto in cui collo e spalla si incontravano. Uno dei più sensibili. Quello che più si divertiva a stimolare amando i versi che le labbra di Natasha producevano. 
La Vedova sospirò voltandosi tra le braccia del suo uomo prima di appropriarsi delle sue labbra con un bacio che di casto non aveva assolutamente nulla. 
Del resto, non poteva mica starsene buona e lasciar divertire solo lui. Non aveva mai amato farsi sottomettere, da nessuno. 
Rise Clint rispondendo al bacio con la stessa foga stringendola più forte nel suo abbraccio. 
Probabilmente il mondo era ancora una volta in pericolo, ma, qualsiasi cosa stesse accadendo poteva aspettare ancora un po' del resto se era sparita dai radar di Stark, non sarebbe stato facile per Barton rintracciarla, no? 


 
 
 
  
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