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Autore: karter    19/09/2020    0 recensioni
[Storia partecipante alla challenge “Fandom 100’s” indetta da Ghostmaker sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa alla “Infinity Prompt Challenge” indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP]
Dal testo:
"«Evan e Dorcas ne sono stati felici, mamma?»
Una bambina dai lunghi capelli rossi sbadigliò ponendo quella domanda alla madre che annuì mentre un sorriso nostalgico gli dipinse le labbra sottili.
«Da quel momento vissero le loro vite in attesa del giorno in cui si sarebbero potuti incontrare di nuovo. Trascorrevano le loro giornate contando i giorni che li separavano a quella che era la notte dell'anno che preferivano» rispose vedendo le palpebre della sua bambina cedere alla stanchezza «E non hanno mai smesso di farlo» aggiunse sollevando gli occhi al cielo cercando di scorgere le chiome dei due amanti, finalmente insieme dopo un anno di attesa. "
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier, Ginny Weasley, Molly Weasley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tanabata no densetsu



 

Dorcas era l'angelo più bello che avesse mai sorvolato i cieli. Aveva lunghi capelli color del cielo notturno, immensi occhi di giada e due ali morbide e lucenti che l'avvolgevano come in un abbraccio. 

Evan era uno dei demoni più indisciplinati che la memoria immortale possa ricordare, per questo le ali erano enormi e nere come la pece. 

Lei, figlia prediletta del Dio dei Cieli, passava le giornate a tessere e cucire stoffe e vestiti per i suoi fratelli e sorelle. Le sue stoffe erano meravigliose e tutti le desideravano. Ciò spingeva la ragazza a lavorare giorno e notte, senza di tregua. La sua vita era basata sul lavoro, non aveva un solo attimo da dedicare a se stessa, figurarsi all'amore. 

Lui era un traghettatore di anime. Nonostante passasse buona parte del suo tempo a fare stupide gare con i suoi compari era il migliore sul lavoro. Adorava intrattenersi ogni sera con una fanciulla diversa, voleva divertirsi e non sapeva nemmeno cosa fosse l'amore. 

Conducevano vite monotone, ma a nessuno dei due pareva importare, erano felici anche se, dentro di loro sentivano sempre la mancanza di qualcosa, un qualcosa che non riuscivano ad identificare. 

Fu nel momento in cui gli occhi color tempesta di Evan e quelli smeraldini di Dorcas si incontrarono che qualcosa mutò dentro e fuori da loro.
Fu un semplice istante capace di far comprendere ad entrambi il significato della parola interezza, di far colorare quel mondo che avevano sempre visto in bianco e nero. Peccato che nessuno dei due volesse accettarlo. 

La figlia del cielo non poteva credere che il suo cuore battesse per un demone e non uno qualsiasi. 

Il figlio degli inferi non poteva accettare di non riuscire a dimenticare il sorriso innocente di un pennuto spelacchiato. 

Fu per cancellare quella sensazione che si immersero nel lavoro, avevano bisogno di non pensare e quale modo migliore? 

Dorcas iniziò a passare ogni ora delle sue giornate china sul telaio. Tesseva vesti sempre più belle, eppure il suo cuore non riusciva a dimenticare quegli occhi che l'avevano fatta sentire vulnerabile. 

Evan si immerse nel lavoro e nei piaceri della carne, ma affogare tra gambe diverse ogni sera non lo aiutò a dimenticare quegli occhi che erano riusciti a scrutarlo nel profondo. 

Fu una lotta devastante quella che combatterono contro i loro stessi corpi che desideravano potersi incontrare ancora una volta. Una lotta che li vide sconfitti nell'istante in cui i loro occhi si incrociarono nuovamente. 
Fu tempesta. Una tempesta che li scosse violentemente dall'interno e li spinse ad intrecciare le dita e far combaciare le loro labbra. 
E non importava che fosse proibito, che se fossero stati scoperti le conseguenze sarebbero state devastanti. In quell'istante esistevano solo loro, la consistenza del corpo dell'altro, il profumo delle loro pelli e il calore che sentivano sprigionarsi da dentro. 
Era proibito, ma non esisteva nulla di più giusto. 
Fu come se le loro anime, separate alla nascita, si fossero finalmente ricongiunte. Magico. 
Iniziò così la loro relazione segreta. Tra un bacio rubato, una carezza, un sorriso e un dispetto costruirono momenti indimenticabili. 
Non esisteva nulla al di fuori dell'altro. 
Se fino a quel momento le loro vite si erano basate sul lavoro, da quel momento l'unica cosa importante era il sentimento che li legava. 

Dorcas abbandonò totalmente il suo lavoro di tessitura tanto che ben presto i suoi fratelli e sorelle si ritrovarono senza più nessun abito da lei confezionato. 

Le anime che Evan avrebbe dovuto trasportare, invece, vagavano nel fiume demoniaco in attesa di poter raggiungere la loro meta finale. 

Il Dio del Cielo e la Signora degli Inferi si insospettirono a questo mutamento improvviso. Cosa poteva aver spinto i loro figli a cambiare in modo tanto radicale? 
Decisero di farli seguire, ma mai avrebbero immaginato di venire a conoscenza di un tale sacrilegio. 
Quell'unione doveva essere impedita. I due amanti dovevano essere separati. 
Per riuscirci decisero di dividere i due regni. Gli angeli avrebbero continuato a vivere nel Regno dei Cieli, i demoni sarebbero rimasti negli Inferi. Non ci sarebbe più stato nessun contatto tra le due specie. 

Così Dorcas e Evan tornarono nei loro regni, ma non furono più gli stessi. Se inizialmente si sentivano solo incompleti, dopo aver assaporato la sensazione di interezza che l'altro gli aveva donato si sentirono come menomati. 

Dorcas passava le sue giornate a piangere e invocare il nome del suo amato. Era inconsolabile, nemmeno la vicinanza delle sue sorelle pareva aiutarla.

Evan divenne ancora più taciturno, non cercava più la compagnia dei suoi simili, passava le giornate a contemplare il cielo con la speranza di scorgere la chioma corvina di lei. 

Il Dio del Cielo pensava che il tempo avrebbe risanato la ferita nel cuore di sua figlia, sbagliava. La sua pupilla stava sempre peggio, ogni giorno che passava era come se si spegnesse un po' di più, non riusciva a sopportarlo. 
Fu per cercare di ridare il sorriso alla sua bambina che chiese udienza alla Signora degli Inferi e, dopo un'accesa discussione, i sovrani dei due regni raggiunsero un compromesso. 
I due amanti si sarebbero potuti incontrare una sola volta l'anno, durante la notte del settimo giorno del settimo mese dell'anno quando i due regni sarebbero tornati a toccarsi solo per poche ore. 



 

«Evan e Dorcas ne sono stati felici, mamma?» 
Una bambina dai lunghi capelli rossi sbadigliò ponendo quella domanda alla madre che annuì mentre un sorriso nostalgico gli dipinse le labbra sottili. 
«Da quel momento vissero le loro vite in attesa del giorno in cui si sarebbero potuti incontrare di nuovo. Trascorrevano le loro giornate contando i giorni che li separavano a quella che era la notte dell'anno che preferivano» rispose vedendo le palpebre della sua bambina cedere alla stanchezza «E non hanno mai smesso di farlo» aggiunse sollevando gli occhi al cielo cercando di scorgere le chiome dei due amanti, finalmente insieme dopo un anno di attesa. 



 

🌸 ~ 🏵️ ~ 🌸



 

«Mi spieghi perché ogni anno cerchiamo qualcuno che racconti la nostra storia?» 
Evan sollevò gli occhi al cielo irritato da quel piccolo rito che la compagna adorava. Fosse stato per lui avrebbero speso tutto il loro tempo in modo decisamente più interessante. 
«È bello che i bambini crescano con la consapevolezza che al mondo esista un amore grande come il nostro» rispose la mora sorridendo al compagno prima di sollevarsi sulle punte e rubargli un bacio a fior di labbra, dolce come lei, che il biondo trasformò subito in uno scontro di lingue, travolgente come lui. 
E rise l'angelo una volta che le loro labbra si separarono. Rise di gioia allacciando le braccia al collo del suo demone che la strinse per i fianchi, talmente forte da lasciarle i lividi, ma Dorcas non se ne curò. Era felice, come ogni singola volta che erano insieme. Tutto il resto non aveva importanza. 



 

“Another day without you with me is like a blade that cuts right through me, but I can wait, I can wait forever. When you call my heart stops beating, when you're gone it won't stop bleeding, but I can wait, I can wait forever”




















 
Buon pomeriggio lettori! ^^
Eccomi tornata con un piccolo esperimento che spero possa piacervi.
Ci troviamo in un universo alternativo, quindi niente Voldemort, niente Hogwarts, niente di tutto ciò che abbiamo sempre amato.
Solo una mamma, Molly, che racconta una storia alla sua unica figlia femmina, Ginny e un amore proibito ispirato ad una delle mie leggende preferite.
Grazie a tutti per essere giunti fino a questo punto
Alla prossima!

karter

Questa storia partecipa alla “Infinity Prompt Challenge” indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.
Prompt:
 Canzoni #005. “Another day without you with me is like a blade that cuts right through me, but I can wait, I can wait forever. When you call my heart stops beating, when you're gone it won't stop bleeding, but I can wait, I can wait forever” / “Un altro giorno senza te con me è come una lama che taglia dritto attraverso di me, ma posso aspettare, posso aspettare per sempre. Quando chiami il mio cuore smette di battere, quando te ne vai non smette di sanguinare, ma posso aspettare, posso aspettare per sempre”
– Simple Plan, I Can Wait Forever 
 
 Prompt vari #001. Soulmates!AU dove X e Y si possono incontrare solo un giorno all'anno e lo trascorrono sempre alla solita maniera (scegli tu come). BONUS (facoltativo): uno è Angelo, l'altro è Demone.
 

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Prompt
: Sovrannaturale 3


 
  
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