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Autore: LadyBlack3    19/09/2020    0 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ritorno a Scuola

Merope indugiò qualche istante prima di aprire il grande portone di quercia del castello di Hogwarts.
Ci aveva messo relativamente poco a giungere a destinazione, forse perché non vedeva l’ora di trovarsi faccia a faccia con quella donnaccia chiamata Umbridge…
Provò un senso di timore davanti al magnifico edificio. Quasi si era dimentica della sua infinita bellezza, dello scoglio su cui sorgeva, del Lago Nero e della Foresta Proibita…
L’ultima volta che ci mise piede fu diversi mesi prima, quando fuggì dalla grinfie dell’Inquisitore Supremo. Eppure la prospettiva di fargliela pagare non la rendeva felice quanto si sarebbe aspettata.
Durante il viaggio, la piccola non fece che pensare al suo fratellone. Entrambi si erano voltati le spalle a vicenda e adesso non sapeva se lo avrebbe più rivisto, o peggio, se Voldemort sarebbe stato propenso ad accoglierla di nuovo.
Lei voleva stare con lui, ma al tempo stesso non aveva intenzione di accontentare i desideri del Signore Oscuro. Il suo Animagus lo avrebbe spinto a continuare con la sua vita criminale e Merope non era tornata di certo per questo.
Inoltre i suoi pensieri si indirizzarono a Ian. Il suo migliore amico per cui, solo ieri, si era resa conto di provare qualcosa. Si era innamorata, e purtroppo della persona sbagliata.
Ian era un bambino premuroso, dolce e gentile… sarebbe stato un fidanzatino perfetto se non fosse per quel piccolo neo: era un Babbano.
Merope non era una persona carica di pregiudizi, al contrario del fratello, però sarebbe stato un grosso problema se avesse manifestato apertamente i suoi sentimenti. Voldemort non glielo avrebbe mai permesso: sia per non cadere nello stesso errore che fece la madre, e sia perché non avrebbe mai acconsentito che sua sorella instaurasse un rapporto di affetto con un essere inferiore.
A malincuore, aveva deciso di dimenticarlo, di toglierselo dalla testa… doveva proteggerlo dalla furia di Voldemort, che seppur l’avesse abbandonata, niente le avrebbe assicurato che il bimbo non sarebbe stato in pericolo.
Non voleva perdere un altro amico, non lo avrebbe sopportato.
Un paio di lacrime solcarono il suo viso, ma le asciugò velocemente e si concentrò sul suo obiettivo del giorno.
Respirando a fondo, aprì l’enorme porta della scuola. La Sala d’Ingresso era proprio come se la ricordava: immensa, lucente, maestosa e magica.
Non c’era nessuno, nemmeno il custode.
Salì in fretta e furia le scalinate di marmo, pensando che a quell’ora dovevano essere tutti nella Sala Grande a pranzare.
Il chiasso concitato degli studenti permeava le mura. Il cuore della bambina batté forte nel petto. Il momento era arrivato.
Appena entrò, decine di voci echeggiarono nelle sue orecchie. Studenti e insegnanti erano seduti ai propri posti. Vide i professori, tra cui Silente e la Umbridge, in fondo sul loro tavolo.
Una rabbia smisurata scosse le sue vene alla vista della faccia da rospo.
Accadde tutto in un secondo, finché quelle voci allegre e spensierate si spensero all’improvviso.
Gli studenti si erano accorti della sua presenza, l’avevano riconosciuta e avevano iniziato a ululare in silenzio dallo stupore.
<< Ma quella è… >> Hermione aveva fatto cadere la sua forchetta. Il suo volto traspariva sgomento.
Anche Harry e Ron si girarono verso la porta e rimasero a dir poco pietrificati.
Draco la vide e si sbrodolò addosso il succo di zucca: << Ma che diavolo ci fa qui?? >> chiese sotto shock, mentre il tavolo di Serpeverde, come le altre tre Casate, era intento ad ammirare la figura immobile della bambina.
<< Merope! >> George era saltato dalla sedia, inspiegabilmente sollevato nel vederla a qualche metro di distanza, viva e vegeta.
Il grido di quel nome fece zittire anche i professori.
Hagrid, Vitious, la Mcgranitt, la Sprite, la Cooman e Piton si voltarono per primi e spalancarono la bocca. In seguito la Umbridge, che assunse un’espressione di puro sdegno, quasi spaventata dal fatto che fosse lì.
Mentre Silente la adocchiò per ultimo. Non sapeva cosa dire o pensare, sapeva solo che di sicuro aveva lo sconcerto dipinto in faccia.     
<< Sei tornata! >> esclamò Hagrid, facendo sussultare i colleghi, ma la bimba non rispose. Era piuttosto seria e squadrava in particolare un punto preciso, quello della Umbridge.
In quell’istante gli insegnanti, tranne quest’ultima, lasciarono il posto e fecero per precipitarsi da lei, ma Silente li bloccò.
<< Merope…! >> le sussurrò Harry << Che ci fai qui?? >>
La bimba incrociò il suo sguardo e in quell’istante la cicatrice di Harry pizzicò di dolore.
Il ragazzo si massaggiò la fronte e Merope distolse subito gli occhi da lui perché scrutò il vecchio preside avvicinarsi.
<< Piccola, perché sei tornata? >> chiese Silente, inginocchiandosi alla sua altezza e guardandola in maniera intensa.
Merope era arrabbiata anche con lui, ma finalmente parlò: << Affari urgenti, preside. >> disse in tono retorico.
Silente sembrò non capire, così rivolse le iridi verso gli altri insegnanti, che cercavano risposte.
Ma la bambina pose l’attenzione sull’unica persona rimasta seduta al tavolo dei professori, sorrise sarcastica ed esordì a voce alta.
<< Sorpresa di vedermi, Dolores? >>
La diretta interessata mantenne il sangue freddo nonostante la sua postura stesse cedendo.
<< Come, scusa? >> domandò, finta tonta e col solito timbro sgraziato.
Harry, Ginny, Fred, George, Hermione e Draco si alzarono per vedere meglio cosa stesse accadendo. Preoccupati, percepirono l’atmosfera pesante creatasi.
<< Sorpresa di vedermi ancora viva? >> precisò perfida Merope, mentre il resto del corpo insegnanti la fissò confuso.
Silente pareva ancora più perplesso, però non fiatò e rimase accanto alla bambina.
La Umbridge deglutì, tuttavia si impegnò a mostrarsi impassibile: << Non so di cosa tu stia parlando. >>
Merope rise: << Ma davvero? >>
Hagrid scambiò un’occhiata sconvolta con la Mcgranitt.
<< Signorina, per favore, puoi dirci il motivo per cui sei tornata? >> chiese la professoressa di Trasfigurazione, stufa di tutti quei misteri.
<< N-non eri con Tu-Sai-Chi? >> si accodò la Sprite, timidamente.
La bambina disse: << Non voglio parlare di lui. >> e dopo aver ricevuto una sgranata di occhi generale, si rivolse ancora alla Umbridge << Perché qui dentro qualcuno ha compiuto un atto terribile. Tu lo sai di chi sto parlando, VERO PROFESSORESSA UMBRIDGE? >>
Ora la professoressa di Difesa si sentiva puntata da numerosi raggi laser. Ogni sguardo era orientato verso di lei.
<< Come ti permetti! Devi darmi del lei, mocciosa! >> stavolta Dolores trovò la forza di ribattere.
<< Non do del lei a una persona che non rispetto >> asserì la piccola, con le labbra degli studenti che si spalancavano dall’ammirazione.
Hermione si coprì la bocca, forse per paura che venisse punita o forse solo perché non se lo aspettava. Harry aveva gli occhi fuori dalle orbite, invece Fred e George avevano l’aria di chi volesse adottarla immediatamente.
<< Basta, Merope! >> Silente assunse un tono arrabbiato per via dell’atteggiamento della bambina. Fino a prova contraria si stava rivolgendo a un adulto e non poteva comportarsi in quel modo.
Merope scattò la testa nella sua direzione, trattenendo imminenti lacrime. Approfittò del mutismo in Sala per porre una domanda.
<< Scusate se sono entrata senza salutare >> iniziò la piccola con i primi singhiozzi << Ma dovevo per forza passare di qui. Signor preside >> e Silente annuì con veemenza << Per caso qualche mese fa è venuto un uomo Babbano di nome Eric Ward? >> fece in modo che sentissero tutti e, come previsto, gli studenti alimentarono l’ennesimo mormorio.
Gli insegnanti si scambiarono sguardi consapevoli.
<< Sì, Merope. Due mesi fa >> disse Silente, stupito << Come lo sai? >>
In quel momento la bambina scoppiò a piangere. Aveva fatto il possibile per resistere, ma non ce la fece.
Hagrid, la Mcgranitt e Piton accorsero in aiuto di Silente per tranquillizzarla, mentre gli alunni di Hogwarts provarono tristezza alla scena. A Harry montò una collera fuori dal comune.
<< Tesoro, che ti prende? >> fece dolcemente Hagrid.
<< E-era venuto per me, vero? >> tirò su col naso e rivolse gli occhi gonfi a Silente, che la penetrò da dietro gli occhiali a mezzaluna.
La Umbridge si sentì d’un tratto troppo accaldata e cercò di non gravare in atteggiamenti contraddittori.
<< Parli di mio nonno? >> a un certo punto si levò in aria la voce di un ragazzino appartenente alla Casa di Tassorosso, visibilmente triste << è scomparso da tanto tempo, la mia famiglia non riesce a trovarlo! >>
Merope fece un respiro profondo e disse: << Ho avvisato io la tua famiglia. Eric è morto! >>
<< Cosa? >> Piton gridò, allibito.
Il nipote di Eric si zittì e sbiancò, in evidente stato di shock.
La Mcgranitt si avvicinò alla bimba piangente, la mano sul cuore: << Come sarebbe a dire? >>
<< Merope… >> Silente la incoraggiò a continuare.
<< È stato ucciso! Ucciso dai miei assassini! >>
Il clamore che generò non si poteva descrivere. Ma la bambina continuò, cercando di fermare i singhiozzi.
<< Lo hanno usato come esca per arrivare a me! è stato rapito, torturato e infine ammazzato! >> lo sguardo furente sulla Umbridge << E tu! Tu hai dato il suo indirizzo a quei due bastardi! SEI STATA TU, MALEDETTA MEGERA! >>
Hermione non poté stare a guardare oltre. Corse dalla bambina e la abbracciò da dietro quando i professori indietreggiarono a quell’affermazione.
<< Shh! Tranquilla! >>    
<< Sei sicura di ciò che affermi? >> chiese la Mcgranitt alla bimba.
Lei annuì mesta.
<< C’è qualcuno che può confermarlo? >> intervenne Piton, sconvolto.
La Umbridge si vide in trappola, ormai tremava dal nervosismo.
<< Io >> adesso Silente fissava la professoressa Umbridge con fare sospetto << Era nel mio ufficio e ha preso il suo indirizzo per poter inviare… >> e qui fece due più due << …degli Auror a casa del signor Eric. Era preoccupato per te, sapeva che qualcuno voleva ucciderti, ed è venuto dal sottoscritto per chiedere aiuto >>
<< Dolores! >> esclamarono all’unisono Vitious e Sprite. Ma lei non batté ciglio.
<< Questo non dimostra nulla, signor preside >> cinguettò leziosa << Non abbiamo alcuna prova che ciò che la bambina sta dicendo sia la realtà. E se fosse vero, potrebbe essere stato ucciso da qualche malintenzionato Babbano >>
Merope esplose di un odio inimmaginabile: << SONO STATI I DUE AUROR A DIRMELO! >>
Il sorrisetto falso della Umbridge scomparve, al suo posto una smorfia di orrore.
Silente strabuzzò le palpebre: << Merope, tu hai…? >>
<< Io li ho affrontati! >> urlò, esibendo un fiume di lacrime << Ieri stesso! Volevano farmi fuori, ma io sono stata più veloce e li ho uccisi! >>
<< Oh mio Dio… >> mormorò Hermione, che faticava a mantenere il corpo tremante della bambina.
<< COSA?? >> gli insegnanti e Silente erano senza parole e spaventati insieme.
Harry, Ron, Fred e George si guardarono terrificati. La Umbridge, se possibile, ancora peggio.
<< Io non c’entro niente con tutto questo! Non so che cosa volessero quelle persone e non le conosco! Silente, prenda provvedimenti, perché è inammissibile accusare me, Inquisitore supremo, di un… >>
Merope la interruppe: << STAI ZITTA, BALDRACCA! >>
<< Merope! >> la ripresero gli altri professori, sconcertati.
La Umbridge sembrava una belva da cui usciva fumo dalle orecchie: << Come mi hai chiamata? >>
<< Ti ho chiamata baldracca! Se vuoi ti appioppo altri nomignoli, VECCHIA RIMBAMBITA! >>
Fred e George erano a bocca aperta, e non solo loro.
<< Tu hai permesso ai miei assassini di trovare il mio amico… lo avete usato come carne da macello! >> esclamò concitata Merope << Io però l’ho vendicato! Mi spiace, Dolores, ma non siete riusciti nel vostro intento! Se vuoi cercare i resti dei tuoi amichetti, sono nella campagna adiacente di Great Hangleton! >>
Silente non sapeva chi guardare tra la bambina e la professoressa di Difesa contro le Arti Oscure. Incredulo come i professori e gli studenti, uniti dallo stesso sentimento.
<< Sicuramente il Ministero accetterà di andare a controllare >> fece la Mcgranitt a Merope << Vero Dolores? >>
La strega le rivolse un brutto cipiglio: << Ne sono certa! Ma voi davvero credete che una bambinetta tutta sola sia riuscita a uccidere due uomini adulti?? Dai, siate ragionevoli! È un’assurdità inventata! >>
<< Vedremo quanto sarà inventato quando il Ministero troverà i corpi di quei bastardi! >> rispose atona Merope.
La Umbridge non ci vide più: << Assurdo! Tutto questo per un misero Babbano? Siamo alla frutta, signor preside! >>
A quel punto la platea intera, tranne i membri di Serpeverde, tormentò la donna con tante paia di occhi puntati. Ma la più irritata era proprio la bambina, che si liberò a forza dalla presa di Hermione e avanzò verso di lei digrignando i denti.
<< Giusto… perché la vita di un Babbano non vale nulla! >>
La faccia da rospo fece un passo indietro, intimorita dal passo della piccola.
<< Si può tranquillamente torturare e uccidere… tanto era un lurido Babbano, vero??? >> Merope si bloccò.
<< Ah, proprio tu ragioni in questo modo?? >> sbraitò la Umbridge, riferendosi al fatto che fosse la sorella di Lord Voldemort.
<< Sì, perché io non sono e non sarò mai come mio fratello… >>
Hermione si commosse, Harry e Ron sorrisero involontariamente e persino Neville la ammirò per un istante.
<< …E nemmeno come te! >> sputò infine.
Adesso quasi tutti gli studenti di Hogwarts e gli insegnanti la guardavano con occhi diversi. Era talmente palese che alcuni non volevano crederci, ma la bambina era davvero diversa da Lord Voldemort. Non ragionava e non agiva come lui… era una bambina normalissima e buona come pochi.
<< Eric era un uomo meraviglioso! Non ha esitato ad accogliermi a casa sua, non aveva pregiudizi nei miei confronti… e voi me lo avete portato via, BESTIE! >> pianse la bambina << MI FAI SCHIFO! TU E IL MINISTERO AVETE UCCISO UN UOMO INNOCENTE! >>
Hagrid stava per fermare la sua furiosa corsa, quando Merope tirò fuori la sua bacchetta e la levò verso la Umbridge.
<< Merope, quella è una bacchetta?? >> chiese Silente, raggiungendola.
<< Esatto, è la mia bacchetta! >> rispose Merope, spostandosi dalla sua traiettoria per prendere di mira la Umbridge << Se volete scusarmi, devo dare una lezione a quella donnaccia! >>
Silente e gli altri ignorarono i fatti sulla bacchetta e si allearono per farla ragionare.
<< In mano a un bambino, una bacchetta è molto pericolosa. Dalla a noi, Merope >> sussurrò Piton, nella speranza di convincerla.
Purtroppo non era così facile e la bimba, in lacrime, disse: << Dovete promettermi che andrete a Great Hangleton a cercare i cadaveri…! >>
<< Va tutto bene… >> la Mcgranitt le accarezzò i capelli << Adesso però abbassa la bacchetta >>
<< No! Non deve passarla liscia! È complice dell’omicidio di Eric! >>
<< Silente, faccia qualcosa! >> sbottò Vitious, spaventato.
Il preside sospirò amaramente: << Merope, non cedere alla collera. Tu non sei come lui… >>
Merope gli lanciò un’occhiata triste, rabbiosa, vendicativa… non capiva cosa stesse provando, era come se le sue emozioni si fossero fuse in un unico vortice confuso.
Si guardò intorno e l’intera Sala la stava osservando in un silenzio teso. Non valeva la pena mostrare il proprio lato debole a un pubblico che già non la vedeva bene. Voleva dimostrare agli altri di essere diversa.
Fece per distogliere l’arma, non rendendosi conto che la Umbridge aveva levato la sua.
<< EHI! >> fu Harry a urlare, accortosi prima di tutti di ciò che voleva fare la donna. Prese la sua bacchetta e corse verso Merope per proteggerla.
Silente si voltò appena in tempo. Vide Dolores estrarre il bastoncino di legno e puntarla contro la bambina.
Nell’esatto momento in cui anche Piton e la Mcgranitt stavano per difenderla, Merope sollevò lo sguardo su di lei e urlò.
<< Expelliarmus! >> dalla punta della bacchetta venne scagliato un raggio di colore rosso che colpì in pieno la Umbridge, scaraventandola all’indietro e facendo cadere alla rinfusa piatti, bicchieri, cibo e posate per terra. Anche lei cadde al suolo, svenuta e con ancora la bacchetta tra le mani.
Un lungo periodo di silenzio seguì l’incredibile scena. Per aria non volò una mosca, finché i professori, tranne la Mcgranitt, Hagrid e Silente, non accorsero.
<< Ops. >> fece Merope, sarcastica << Chiedo scusa, mi è scivolata la mano. >>
Draco era completamente allibito.
<< C-come ci sei riuscita??! >> Hagrid s’immobilizzò dallo shock, considerando che Merope avesse solo otto anni.
<< Tanta esercitazione, Hagrid >> ghignò soddisfatta la bambina.
Minerva si girò verso di lei a occhi spalancati: << Signorina. >>
<< Lo so, lo so, non dovevo >> avrebbe voluto mostrarsi dispiaciuta, ma proprio non ce la faceva. Quindi aspettò la dura sentenza della Mcgranitt, che però non fu come se la immaginava.
<< Volevo solo dirti che ti stimo >> la corresse Minerva, sorridendole e facendole l’occhiolino.
Merope era stupita: << Ah… beh, grazie! >>
<< Non diciamo sciocchezze >> intervenne Silente, per poi rivolgersi alla bambina con tono severo << Non devi più farlo, hai capito? È un membro del Ministero. Siamo già ai ferri corti, non vogliamo ulteriori problemi. >>
<< Preferiva che mi colpisse? >> chiese infastidita.
<< No, Merope… avremmo agito noi >>
<< Ho attaccato per difendermi! Hanno ammazzato Eric, è il minimo che io le avessi fatto! >>
<< Oh, piccola… >>
<< Di sicuro non verrà mai condannata perché è protetta dal Ministero! Signore, il mio amico è morto, e lei… lei non ha fatto niente! Le ha chiesto aiuto personalmente, se ci fosse stato lei a quest’ora sarebbe ancora vivo! >> il viso di Merope fu solcato dalle ennesime lacrime.
Silente, avvilito, si rialzò allontanandosi: << Ne parliamo dopo. Adesso ho altro a cui pensare >> disse, in riferimento alla professoressa svenuta << Hagrid, resta qui e controlla che non faccia altri danni. >>
Hagrid annuì e quando anche la Mcgranitt si unì ai colleghi per portare la Umbridge in Infermeria, la bambina sentì gli sguardi di ogni singolo studente filtrare ogni centimetro del suo corpo.  
Si girò e arrossì, consapevole di essere al centro dell’attenzione.
<< Ehm… buongiorno >> scrollò le spalle, imbarazzata.
In un lampo, e senza che lei potesse prevederlo, i ragazzi di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero si alzarono in piedi e le applaudirono, fischiando ed emettendo urla di tifo.
Merope sorrise di meraviglia. Con la coda dell’occhio si accorse che solo un bambino di Serpeverde fece altrettanto con entusiasmo. 
Appena le loro pupille si incrociarono, lui le lanciò un sorrisetto malizioso, facendola avvampare all’improvviso, ma non ebbe alcuna possibilità di osservarlo meglio perché le braccia di Hermione si strinsero di nuovo intorno al suo collo.
Non capiva se la ragazza stesse piangendo o ridendo per l’accaduto, ma la bimba la ricambiò, mentre Fred e George scavalcavano in un balzo il tavolo insieme a Harry, Ron e Ginny, che si buttarono a capofitto su di lei per farle i complimenti.
<< Con tutto il cuore, non solo la Mcgranitt ti stima! >> esclamò Fred, abbracciandola.
Ron si aggregò: << Davvero, hai fatto ciò che noi studenti avremmo voluto fare dall’inizio dell’anno! >>
<< Insegnami, maestro! >> disse George, prostrandosi ai suoi piedi.
La bimba ridacchiò, ancora velata dalle precedenti lacrime di tristezza.
<< Hai eseguito un Incantesimo di quel calibro nonostante la tua età! Notevole! >>
<< Vi ringrazio… mi sono allenata molto ultimamente! >>
<< Sei stata straordinaria! La Umbridge se l’è meritato, hai fatto benissimo! >> Hermione pareva felice. Non le era solito approvare simili condotte, ma dopo quello che aveva udito dalla bambina, pensò che il limite era stato oltrepassato << Se è vero che è stata lei a permettere che trovassero il tuo amico e lo uccidessero… oh, credimi, Merope… mi dispiace un sacco…! >>
La bambina sospirò e abbassò lo sguardo: << Già… era un buon amico. >> poi si voltò verso il nipote di Eric, Jacob, il quale era seduto a contemplare il vuoto, chiaramente depresso << I suoi parenti sono distrutti… >>
<< Sono sicuro che Eric sarà fiero di te >> esordì una voce famigliare.
<< Harry! >> esclamò emozionata Merope, abbracciandolo con affetto e con gli occhi umidi << Lo pensi davvero? >>
Lui non replicò, perché la cicatrice gli faceva un male cane. La bimba gli rivolse un’occhiata preoccupata.
<< Tutto bene? >> chiese, tutti gli occhi puntati su di lui. Ma non fece in tempo a proferire qualcosa perché Hagrid prese in braccio la bambina.
<< La mia Grifondoro preferita! Vieni qui! >>
<< Mi sei mancato, Hagrid! >>
Gli altri rimasero di sasso.
<< Frena! Tu sei una Grifondoro?? >> Ron aveva le pupille ristrette. A quella notizia gli studenti della Casa si eccitarono maggiormente, invece i Serpeverde non la presero bene, soprattutto Draco che pensava di aver sentito male.
<< Non ve lo ha riferito? >> chiese Hagrid.
Harry, Ron, Hermione e Ginny si scambiarono occhiate di felicità.
<< Beh, sì… sono una Grifondoro. Lo scoprii il giorno in cui andai nell’ufficio di Silente, lì c’era il Cappello Parlante e l’ho indossato… >> Merope divenne un peperone.
<< Oh, ragazzi, ve lo avevamo detto! Batti il cinque, compagna! >> disse George, che premette il palmo contro quello della piccola ridendo come un pazzo << Fate largo, gente! È una dei nostri! >>
I ragazzi si risedettero sui loro posti, con il Guardacaccia e Merope al seguito.
<< Il tuo fratellino inquietante lo sa? >>
<< Scherzi, Ginny? Non penso proprio di dirglielo… non so come la prenderebbe. Anzi lo so, malissimo >>
<< E chi se lo sarebbe mai aspettato? >> bofonchiò scioccato Ron << La sorellina di Voi-Sapete-Chi una Grifondoro… >>
Hagrid la posò su una sedia, accanto ai gemelli: << Sì, in effetti ci sono rimasto anche io… >>
<< Allora potrai restare con noi! >> asserì Hermione << Non preoccuparti, non permetteremo che ti trattino come l’ultima volta >> si voltò verso Neville che distolse lo sguardo.
<< Credo che mi sia guadagnata la loro simpatia appena ho Schiantato quella brutta schifosa megera >> ribatté Merope, provocando il riso generale << Non le darò pace, adesso! >>
Fred la strinse a sé: << Conta pure su di noi, biondina! >>
<< Se uniamo le forze, renderemo la sua vita un inferno! >> aggiunse Fred.
<< Voi due mi siete mancati più di tutti! >> Merope era al settimo cielo. Il ritorno a Hogwarts si stava rivelando meno traumatico di quanto avesse pensato.
Ora che gli studenti erano disposti a trattarla un pochino meglio si rasserenò, anche se l’aver nominato suo fratello le fece tornare alla mente il suo ultimo ricordo con lui…
Uno spasimo da parte di Harry la destò.
Si stava massaggiando ancora la cicatrice e sembrava che gli procurasse molto dolore.
<< Harry… la cicatrice! >> disse Merope, osservandolo con sospetto.
<< S-sto bene… tranquilla… ah! >> Harry si piegò in due per la fitta lancinante. Gli amici accorsero in suo aiuto e perfino Hagrid si spaventò.
Hermione lo guardò con severità e disse: << Ci risiamo! Avevi detto che eri riuscito a chiudere la mente a…! >> ma si ammutolì, sapendo che davanti c’era la sorella di Voldemort in ascolto.
Merope però non era stupida: << Chiudere la mente a mio fratello? >>
I ragazzi si girarono imbarazzati nella sua direzione, ma la bambina si concentrò su Harry. Nel momento in cui i loro occhi si intrecciarono, la cicatrice pulsò ancora sulla sua fronte.
<< Tu lo sai? >> chiese Hermione, a dir poco sorpresa.
<< Ovvio che lo so… >> fissò di nuovo Harry, tormentato dall’ennesima fitta.
<< Ma come fai a saperlo? >> fece Hagrid.
<< Me ne sono accorta dalla prima volta che sono venuta. So come agisce Tom… è a causa mia se gli fa male >>
<< Cosa?? No, non sei tu, Merope! >> ma nel dirlo, Harry provò un dolore terribile.
Lei trattenne le lacrime: << Certo che sono io! Percepisce la mia presenza… Harry, non devi lasciarti controllare da lui! >>
<< F-fosse facile! >> biascicò il ragazzo, agonizzante.
<< Allora forse sarebbe saggio per entrambi che non ti stia vicino… >> sentenziò rammaricata << Ieri abbiamo litigato e ci… ci siamo detti addio… non voglio che qualcuno mi ricordi mio fratello, almeno per un po’ >>
<< Vi siete detti addio?? Ma che è successo? >> chiese Ron.
Merope scoppiò a piangere: << Preferisco… preferisco non parlarne… >>
I Weasley, Hermione e Hagrid non sopportavano di vederla in quello stato, così la strinsero in un abbraccio collettivo.
<< Quindi il tuo intento di farlo rinsavire non ha funzionato? >> sussurrò imprudente Ron, dato che la bambina lacrimò più forte.
Hermione gli diede una gomitata: << Ron! >>
<< Scusa! >> brontolò il rosso.
<< V-vi spiegherò tutto quando me la sentirò… ora non voglio proprio pensare a Thomas >>
<< Beh, puoi venire da me, se ti va. Zanna sarà felice di vederti >> le propose dolcemente Hagrid.
Lei lanciò un’altra occhiata al povero Harry e fece “no” con la testa.
<< Vado in Infermeria. Di sicuro gli insegnanti vorranno spiegazioni… poi ammirare la Umbridge svenuta sul quel letto mi tirerà su il morale >> con la manina li salutò e corse in direzione dell’infermeria.
<< Aspetta! Devi raccontarci cosa hai combinato negli ultimi mesi! Come hai fatto a uccidere quei due? Ehi, non scappare! Ecco, non mi ha sentito >> disse George.
<< Ahhh! Io l’adoro quella bimba, non posso farci niente! >> disse Fred << Baldracca… Baldracca! Chi avrebbe avuto il fegato di gridare in faccia all’arpia una tale offesa così sfacciatamente? >>
Ma gli amici non li ascoltarono, occupati a controllare le condizioni di Harry.
Infatti le parole della bimba si dimostrarono veritiere, perché una volta andata via, la sua cicatrice smise si pizzicare.
<< Come va? >> gli chiese Ginny, apprensiva.
<< Meglio… >>
<< Amico, è Merope che ti fa questo effetto >> Fred gli scoccò la freccia.
<< Me ne sono accorto, grazie mille >> rispose Harry, che finalmente si era ripreso.
Hermione lo guardò accigliata: << Aveva ragione, quindi… Harry, devi cercare di evitarla, purtroppo >>
<< Ma io non voglio evitarla! >> protestò contrariato.
Ron seguì Hermione: << Altrimenti sentirai sempre dolore alla cicatrice >>
<< Non basta Silente? Adesso deve evitarmi anche lei? >> sbuffò il Prescelto.
<< Si vede che è necessario. Per lo meno non darai campo libero a Tu-Sai-Chi di aprirti la mente! >> lo rimbeccò Ron.
<< Bene così, più Merope per noi! >> esclamò George, sorridendo al gemello.
<< E per me pure! >> si aggregò Ron.
Fred lo guardò storto: << Ma che, tu nemmeno ti fidavi di lei! Guarda caso adesso ti è simpatica! >>
<< L’attacco alla Umbridge è stata la cosa più bella che abbia visto quest’anno! Tutti la amerebbero! >>
Harry a quelle stupide affermazioni andò su tutte le furie: << Voi non dovete toccarla, chiaro?? >> gli sembrò che non fosse lui ad averlo urlato, ma qualcun altro dentro di sé… difatti i fratelli Weasley, Hagrid e Hermione ne restarono alquanto allibiti.
<< Che ti prende? Mica è tua sorella >> fece Fred, la fronte aggrottata.
<< Già… sì, hai ragione >> Harry scosse il capo tra le sue mani, pensando che fosse stata la stanchezza a farlo parlare in quel modo.
Hermione e Ron si preoccuparono.
<< Deve tenere molto a lei, Voi-Sapere-Chi… >> dissero all’unisono.
   
 
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