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Autore: Sabriel Schermann    22/09/2020    5 recensioni
Ti muovi lentamente, voltandoti nella mia direzione: hai ancora gli occhi chiusi, ma la chioma castana ti incornicia il volto attribuendoti un'aria ancora più innocente.
Sei il miglior regalo che potessi ricevere, mi ritrovo a pensare, ma non te lo dico, come l'infinità di parole che non ti ho rivolto e che hai ugualmente compreso.
Potrei annegare in qualcuno come te, Rickard.
[Storia partecipante alla challenge "Seasons Die One After Another Challenge Edition!" indetta da Laila_Dahl sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
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Drown in you

 

 

 

 

 

 

 

 

I could drown myself in someone like you
I could dive so deep I never come out
I thought it was impossible
But you make it possible...

[Impossible – Nothing But Thieves]

 

 

 

 

 

 

Apro gli occhi bagnati dalla luce del giorno, cercando il tuo viso sul cuscino affianco al mio. Sei sdraiato supino, rivolto verso la finestra, per cui non riesco a osservarti senza fare un poco di pressione su un gomito.
Mi avvicino sfiorandoti inavvertitamente un braccio, sperando di non svegliarti; il tuo viso angelico sembra ancora più innocente con quell'espressione serena. Le tue labbra sono arricciate in un lieve sorriso e a me sembra di avere accanto un bambino da proteggere, un cucciolo da amare.
Vorrei stringermi a te come quando cerco il tuo affetto, ma se lo facessi ti sveglierei, così mi accoccolo accanto al tuo braccio, inspirando il lieve odore di pesca della tua pelle, che vorrei istintivamente stringere tra i denti: merito del bagnoschiuma che mi è stato regalato e che io ti ho ceduto, perché addosso a te tutto sembra più buono, più bello.
Vedo il tuo petto nudo alzarsi e abbassarsi ritmicamente, il bordo dei boxer che indossi spunta dalle lenzuola: mi sfugge un sorriso, perché mi accusi sempre di rubarti le coperte, ma sei tu che hai deciso che un lenzuolo a fine maggio è sufficientemente caldo per entrambi.
Io, invece, mi raggomitolo su me stessa, perché la mattina fa più fresco e il calore del tuo corpo mi riscalda sempre.
Ti muovi lentamente, voltandoti nella mia direzione: hai ancora gli occhi chiusi, ma la chioma castana ti incornicia il volto attribuendoti un'aria ancora più innocente.
Sei il miglior regalo che potessi ricevere, mi ritrovo a pensare osservando le onde dei tuoi capelli, le tue guance, l'arco delle sopracciglia; ma non te lo dico, come l'infinità di parole che non ti ho rivolto e che hai ugualmente compreso.
Apri gli occhi e mi sorridi, serrandoli nuovamente quando il mio palmo ti sfiora la pelle.
Tu sei il mio piccolo miracolo, Rickard. Quell'angolo di mondo che nessuno potrà mai rubarmi. Sei qualcosa che è piombato nella mia vita senza che lo meritassi, ma di cui non potrò mai essere sufficientemente grata.
Da qualche parte nel mondo, anche quando entrambi non esisteremo più, qualcosa di noi esisterà per sempre, per il semplice motivo che noi siamo qui ora, insieme.
Ti sdrai sulla schiena stropicciandoti gli occhi, senza sbraitare uno dei tuoi soliti «buongiorno», che mi fanno cominciare la giornata con più allegria. Credo che tu abbia intuito che questa mattina è diversa dalle altre; oggi ho voglia di dirti che ti amo con tutta la mia anima d'amica, di sorella, di Sindy.
Mi lanci un'occhiata e io ne approfitto per posarti un lieve bacio sulla fronte. Sulle tue labbra si disegna un sorriso e le tue iridi mi sembrano ora più piene, più profonde.
Proseguo soffiandoti due baci sul naso, per poi tuffarmi tra le tue braccia, strofinando la testa come quando voglio le coccole.
Potrei annegare in qualcuno come te, Rickard.
Ti sento emettere un lieve sospiro mentre mi stringi, carezzandomi i capelli annodati.
«Ci siamo svegliati in modalità koala, eh?» ridi con voce assonnata, e io vorrei ribattere che hai capito bene, che non ho intenzione di sprecare questa giornata di vacanza per passare un po' di tempo con te, da soli, come i fratelli che non siamo stati.
Io e te siamo due amanti mancati, una coppia mai esistita. Sono convinta che il nostro legame sia più profondo di qualsiasi amore vissuto, perché noi siamo la stessa essenza in due corpi per sempre diversi.
Non te l'ho ancora detto, ma so che il nostro tempo insieme sta per scadere. Tra poco andrò in Italia, e poi chissà come andrà la mia vita, chissà se potrò tornare qui con te o se mi rimpiazzerai.
Fingendomi offesa, ti lascio un morso in pieno petto, più profondo di quelli che solitamente mi diletto a darti: ti sento mugugnare e ridere mentre continui a carezzarmi, e m'immagino i tuoi denti candidi circondati da quelle fossette da angelo.
Così impari a usare la maglietta del dannato pigiama che ti ho regalato!
Tenti di scostarti, ma io ti afferro la mano, posizionandola di nuovo sulla mia testa, aggrappandomi al tuo braccio.
«Ho capito, ho capito! Avresti bisogno di un fidanzato, lo sai, Sin?» ridi in tono rassegnato, coprendo i nostri corpi col lenzuolo.
Dovrei trovare un modo per farti stare zitto la mattina, zitto a coccolarmi. Posso sentire il tuo cuore battere veloce dalla mia posizione.
Idiota. Io ho bisogno solo di te.


   
 
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