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Autore: Severa Crouch    23/09/2020    4 recensioni
Una raccolta disomogenea di one shot, flashfic, drabble, ispirate ai dipendenti del Ministero della Magia. In ogni storia troverete il tipo di storia (OS, FF, D), il titolo, il personaggio e l'Ufficio a cui appartiene. Ci sono infatti personaggi che cambiano ufficio (tipo Arthur o Percy Weasley) e quindi l'ufficio di riferimento vi darà un'idea del contesto.
1. OS - I find your lack of faith disturbing - Bertie Higgs - Ufficio Auror
2. OS - Girls just want to have fun - Bertha Jorkins - Ufficio Regolamentazione Giochi e Sport Magici
3. OS - Come un cartone animato - Audrey Warren/Percy Weasley - Ufficio comunicazione - Reparto Illustratori
4. OS - Inizio di carriera - Dolores Jane Umbridge - Dipartimento Uso Improprio delle Arti Magiche
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior, Frank Paciock, Rufus Scrimgeour
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Inizio di carriera

Dolores Jane Umbridge

 

 

Era passata appena una settimana da quando aveva ricevuto i risultati dei M.A.G.O. Finalmente la scuola era finita e Dolores poteva concentrarsi interamente sulla sua carriera. Aveva accarezzato a lungo il sogno di dirigere un importante ufficio del Ministero della Magia, magari proprio l’Ufficio Applicazione Legge Magica in cui era stata ammessa.

Al momento, tuttavia, doveva accontentarsi dell’impiego al livello più basso del Dipartimento Uso Improprio delle Arti Magiche, ma era pur sempre il primo gradino per una scalata che immaginava meravigliosa.

Mirava il suo completo da impiegata del Ministero: giacca grigia, gonna coordinata e, come unico vezzo, una blusa rosa con un morbido fiocco sul petto, al posto di quelle noiosissime camicie bianche e cravatte che era stata obbligata a indossare per sette anni ad Hogwarts. Le aveva odiate, con i bottoni che tiravano quando metteva su un po’ di peso e il maglione che nascondeva il suo decolté, la migliore eredità di quella Babbana di sua madre.

Adesso, tuttavia, poteva osare di più con le bluse che mascheravano con discrezione le sue forme e lo scollo che lasciava intravedere quello che era giusto si vedesse. In fondo, era tra quegli uffici che avrebbe incontrato il suo futuro marito. Magari sarebbe stata notata da un consigliere del Wizengamot che l’avrebbe guidata nella carriera grazie alla sua sapienza e influenza. Forse, un giorno, sarebbe arrivata ad essere molto vicina al Ministro della Magia.

Inspirò profondamente per controllare l’eccitazione di quel momento. Prese in braccio la sua gatta, Dolly, e iniziò ad accarezzarla raccontandole il futuro che aveva in mente. Si preparò anche l’ultimo tè da studentessa: l’indomani sarebbe diventata ufficialmente una giovane donna in carriera.

Suo padre Orford le aveva detto di non farsi troppe illusioni, che il Ministero era un ambiente difficile in cui muoversi, che quelli come loro, che non appartenevano al mondo che conta, la carriera non riuscivano mica a farla. Dolores gli aveva risposto che lui non apparteneva al mondo che conta solo perché non si era mai premurato di provare a entrarci e che lei, a differenza sua, era intenzionata a far carriera, a qualsiasi costo.

Il giorno successivo, pertanto, si presentò puntuale come un orologio al Ministero della Magia. Effettuò il controllo della bacchetta, sentì una particolare emozione mentre ritirava il tesserino identificativo e un sorriso le comparve sul volto quando le assegnarono una scrivania. Un giorno avrebbe avuto un ufficio tutto per sé.

Sistemò le sue piume nuove di zecca sulla scrivania in modo meticoloso, lasciando che l’ordine desse l’immagine di professionalità che voleva trasmettere.

“Umbridge, seguimi!”

Il suo capo, un mago mediocre che non aveva mai fatto carriera (o così riferivano le voci di corridoio che aveva raccolto dopo il colloquio), la trascinò in un sobborgo della periferia londinese dove dei “simpaticoni” avevano pensato bene di fare uno scherzo ai Babbani. Alcune cabine telefoniche mordevano l’orecchio all’incauto utente o gli urlavano volgarità.

“Bisogna riparare il danno e cancellare la memoria dei Babbani,” le disse facendole vedere il disastro che li circondava.

Dolores inspirò, agitò la bacchetta e pronunciò “Finite Incantatem!” ma con suo grande disappunto non accadde nulla. Il suo collega più anziano, Philip Longman, la guardò sghignazzante: “Pensavi che fosse così semplice, Umbridge? Questa è una fattura mordente piuttosto avanzata e la contromaledizione è Quietus!” le disse agitando la bacchetta mentre la cornetta vibrava e poi si fermava. “Naturalmente, ora dobbiamo pensare alle oscenità e qui basta un bel Silencio!

Philip passò la cornetta a Dolores e la incoraggiò a provarla con un cenno del capo. Titubante e un po’ spaventata, Dolores puntò la bacchetta contro la cornetta. Sembrava a posto. Avvicinò l’apparecchio all’orecchio e sentì il classico suono di quell’aggeggio babbano che usava sua madre. Sorrise e annuì. Sistemarono tutte le cabine telefoniche del quartiere e rimossero la memoria dell’accaduto a tutti i Babbani coinvolti e a coloro che erano intervenuti.

Poco prima che tornasse il suo capo, tuttavia, Dolores ebbe un’illuminazione: praticò un incantesimo non verbale a Philip e rimosse il ricordo di lui che le suggeriva l’incantesimo. Il capo li raggiunse e si accertò che avessero finito, lamentandosi di quanto fosse difficile e complicato avere a che fare con la polizia babbana.

“Non sono comprensivi come gli Auror!” sbuffò mentre si guardava intorno.

“Capo, bisogna avere pazienza,” annuì Philip.

“Allora, com’è andata, Dolores? Ti sei divertita sul campo? Che primo giorno eccitante!”

“Oh, sì, moltissimo! Ho usato un Quietus e un Silencio per risolvere il problema delle cornette telefoniche, è stato un gioco da ragazzi!” disse sorridendo compita al suo capo.

Philip la guardò confuso, ma non disse nulla e le sorrise. Il capo lo stava fissando incuriosito così si limitò a rispondere: “È in gamba la nostra Dolores!”

Arrivati al Ministero della Magia, si congedarono per la pausa pranzo. Dolores era riuscita a scoprire dove andavano a pranzo molti consiglieri del Wizengamot: un ristorantino babbano appena fuori il Ministero, gestito da un Mezzosangue. Decise che valesse la pena investire una parte del suo stipendio in pranzi in quel ristorante, perché incontrando i consiglieri a pranzo e nei corridoi, l’avrebbero avvertita come una di loro e, presto o tardi, ne era certa, avrebbe avuto modo di scambiare qualche parola con qualcuno di loro.

Chiese un tavolo per una persona e la misero in un angolino dal quale vedeva l’intera sala del ristorante. Fingeva di leggere la Gazzetta del Profeta quando sentì una voce chiamarla: “Dolores Umbridge, ma sei tu?” Alzò lo sguardo sorpresa e vide il suo amico di Serpeverde. “Cornelius, carissimo, anche tu da queste parti?”

“Sì, sono con il consigliere Abraxas Malfoy. Sai, sono il suo nuovo assistente. Tu? Tu cosa fai?”

“Al momento mi hanno sbattuto al Dipartimento per l’Uso Improprio delle Arti Magiche, ma conto di trovare un posto più consono quanto prima. Mi raccomando, se sai qualcosa, avvisami!”

“Certo, quel posto non è per nulla adatto a te,” le disse Cornelius annuendo. Loro si capivano benissimo. Era dai tempi in cui animavano il club di dibattito di Serpeverde che erano in sintonia, anche se le loro idee non erano proprio affini. Cornelius era un po’ troppo moderato per i gusti di Dolores, che era più appassionata e pronta a schierarsi ideologicamente. Tuttavia, la stima tra loro era enorme e avrebbero continuato a sostenersi a vicenda sempre, perché in quel posto occorreva avere degli alleati.

“Senti, Dolores, ho appena avuto un’idea, perché non ti unisci per pranzo con me e il mio consigliere? Sta arrivando un altro consigliere e dobbiamo discutere della prossima campagna elettorale. Magari puoi darci una mano, ti fai conoscere, e vedremo di trovare un modo per farti uscire da quell’ufficio, cosa ne pensi?”

Dolores annuì, sorrise a Cornelius: “Molto volentieri, ne sarei onorata, Cornelius.”

Trascorse il pranzo più istruttivo della sua vita, si scambiò i contatti con il consigliere Malfoy e il consigliere Parkinson e concordò con molti dei loro punti di vista sui Purosangue e su alcune idee tradizionaliste che stava portando avanti un giovane mago.

Tornò in ufficio con il sorriso sulle labbra e passò il pomeriggio a lavorare velocemente pensando che fosse solo questione di tempo, prima che Cornelius la portasse via dai bassifondi per elevarla ai livelli più alti della politica, in mezzo ai consiglieri del Wizengamot. Un giorno, forse, ne avrebbe sposato uno, o lei stessa avrebbe seduto su quegli scranni, con indosso la toga porpora e i fascicoli delle udienze, mentre Philip Longman poteva rimanere a fare la muffa tra le pareti di quel posto, continuando a mangiare i sandwich di carne che gli preparava la moglie mentre borbottava contro gli ultimi provvedimenti del Wizengamot.

Amo i politici

Immaginatevi che dramma

Tutta la gente che vi odia

Vi odia pure anche la mamma

E poi volete solo fare il vostro dovere di legislatori

Verranno tempi migliori

Senza uomini impuri

(Amo i politici, Duo bucolico)

 

 

 

 

 

 

Nota dell’Autrice:

 

Ciao a tutti, questa storia nasce da una delle innumerevoli iniziative del gruppo Facebook Caffè e Calderotti. Il prompt è stato gentilmente offerto dalla cara Ferao ed è “il primo giorno di Dolores Umbridge”.

Ho cercato di inserire tutte le caratteristiche di Dolores e mi sono ispirata alla backstory che ha pubblicato la Rowling su Pottermore ora Wizardingworld.

La trovate qui: https://www.wizardingworld.com/writing-by-jk-rowling/dolores-umbridge

La citazione della canzone del Duo bucolico, invece, è una mia idea e niente, ogni volta che la ascolto penso alla Umbridge e Caramell/Fudge (sì, lo so che sono strana) e dovevo inserirla. Il riferimento agli uomini puri, ovviamente, è ai Purosangue e la sua adesione spontanea alle idee di Voldemort pur senza mai esserne formalmente affiliata. C’era solo una comunanza di visioni.

   
 
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