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Autore: Mako27    24/09/2020    0 recensioni
Questa storia parla di un mondo immaginario dove bene e male si confrontano e dove due persone, di un mondo passato si ritrovano dopo molto tempo e a causa dello svolgersi di svariate situazioni dimenticheranno cose importanti. Oltre al mondo principale ce ne sarà uno secondario che è la loro terra natia. Il primo capitolo della storia spero sia di vostro gradimento, accetto critiche costruttive e altro, spero vi intrighi almeno un po' poichè ci ho messo parecchio tempo a costruirla. Buona lettura!
Genere: Dark, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo II


 Il ragazzo dagli occhi d’oro aprì leggermente le labbra e una voce intorpidita dal freddo parlò “Io…sento caldo ora…” lo guardarono un po’ tutti quanti allora il padre si mise in mezzo e alzò leggermente la voce. “Chi sei? Che cosa ci fai qui? E soprattutto come è possibile che tu abbia occhi del genere?”
Gramorn si mise davanti al padre e lo fissò in modo brutale “Non essere così cattivo, probabilmente è di un altro paese, non lo puoi sapere e poi cosa c’entrano i suoi occhi?!” ribattè Gramorn. Il padre però non rispose e con un’alzata di mano salutò tutti e salì per le scale andando a dormire e poco dopo seguirono anche la madre e la sorella poiché dal ragazzo d’oro non avevano ricevuto alcuna risposta.
L’unico che rimase lì fu proprio Gramorn che si sedette vicino alla poltrona che stava accanto al divano in cui era ancora disteso il ragazzo. Ci furono parecchi minuti di silenzio poi il ragazzo parlò. “Mi hanno detto che dovevo cercarti Gramorn, e trovarti.” Gramorn lo guardò stupito. “Trovarmi? Cosa stai dicendo?!”
“Sto dicendo quello che mi è stato detto… Non ti sei mai sentito fuori posto? Questo non è il tuo mondo ma una calamità oscura ti fece cadere qua, proprio come è successo a me ora.” Gramorn ci pensò ed effettivamente si era sempre sentito fuori posto ma pensava sempre fosse perché non aveva mai conosciuto la sua famiglia.
Quindi tutto quello che gli era stato detto da piccolo non era vero? E la sua famiglia come lo avevano trovato? Come era possibile una cosa del genere? Tutte queste domande lo scossero abbastanza, tanto da alzarsi dalla poltrona iniziando a muoversi nervosamente avanti e indietro. “Io non capisco…” fu tutto quello che riuscì a dire. Il ragazzo d’oro allora si alzò, tenendo con una mano la coperta per non rimanere nudo, e si avvicinò a Gramorn allungandogli la mano. “L’unico modo per fartelo capire è mostrarti quello che è successo a questo mondo e al nostro.” Gramorn un po’ titubante allungò la mano verso di lui e tutto d’un tratto si sentì catapultato da un’altra parte.
Ci fu un abbaglio così chiuse gli occhi e quando li riaprì non era più a casa sua. Attorno a lui c’erano come piccole stelle, quasi lucciole, che brillavano continuamente. Non capiva minimamente cosa fosse successo così si girò verso il ragazzo che aveva già capito quale domanda gli avrebbe fatto. “E’ dove sei nato. Non è Tera, qui sei ad Astra. Il tuo mondo Gramorn, quello che distrusse secoli fa la Dea che tanto ammirate nel vostro: Morrigan.” Abbassò lo sguardo il ragazzo, probabilmente nel ricordo della distruzione. Poi continuò “Questo è il ricordo di come era prima del suo passaggio. Abbiamo combattuto contro di lei e tu eri il nostro paladino: Gramorn.”
Quel mondo, Astra, si mostrava in tutta la sua bellezza: fioche stelle lucenti che continuavano a giare in modo infinito attorno a loro, alberi giganteschi sembravano toccare il cielo, vaste praterie e degli strani animali ci pascolavano, assomigliavano a piccoli draghi. Il colore di quegli animali non era d’oro come la maggior parte delle cose ma avevano un colore quasi argentato. Sembravano puri e probabilmente lo erano. Continuò a guardarsi attorno quando il ragazzo d’oro toccò nuovamente la mano a Gramorn che lo fece catapultare nuovamente nello stesso posto ma quello che vide fu il momento della distruzione e la Dea. In quel frangente vide lui stesso che la combatteva invano, serrò i pugni in quel momento perché non poteva credere a quello che aveva fatto. Era tutto troppo. Si girò poi verso quel ragazzo. “Si può sapere chi sei? Perché ora?” cercò di restare il più calmo possibile, ancora non capiva esattamente cosa stesse succedendo, per un frangente pensò fosse un sogno.
“Ti mostro anche chi sono io, per te, e il nome ti verrà in mente… Prima non ho potuto parlare a causa di tuo padre perchè non è chi pensi e mi sono dovuto difendere.” Rispose nel frattempo il ragazzo facendo ruotare nuovamente quelle immagini, quando si fermò a quella che interessava a Gramorn. Rimase a bocca aperta quando il ricordo di quel ragazzo si palesò lì davanti.
Si girò verso di lui “Stai scherzando vero?” ma il ragazzo negò guardandolo negli occhi. Nella memoria che stava guardando loro due erano raffigurati intrecciati l’uno all’altro con le mani alzate al cielo e dentro quel cerchio un’altra stella più grande. In quel momento provò amore senza saperne il perché. Si girò poi verso il ragazzo d’oro e qualcosa cambiò in Gramorn: difatti i suoi occhi non furono più dello stesso colore di sempre, ma si accesero di un bianco che ghiacciò per un momento l’altro
“Sirius.”
Proferì Gramorn ed in quel momento Sirius andò ad abbracciare il suo amato. Sapeva che prima o poi lo avrebbe trovato, aveva vagato per molto tempo ma era riuscito finalmente a trovarlo. Si abbracciarono per qualche momento poi, come era successo poco fa a Gramorn cambiarono di nuovo gli occhi e si staccò bruscamente dal ragazzo. Si sentì confuso come se ci fosse qualcun altro o qualcos’altro dentro di lui, poi Sirius gli si avvicinò nuovamente e capendo quello a cui stava pensando disse
“Non ti preoccupare, sei sempre tu ma il tuo corpo per difendersi dal male ha dovuto evolversi, cambiare aspetto e cambiare vita.”
   
 
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